Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Il giardino dei misteri    08/06/2013    0 recensioni
Sheila è una ragazza di venti anni, con la passione per il ballo e il sogno di poter diventare una grande ballerina. L’ultimo anno e mezzo le pesava come un macigno: non solo la madre era morta e il padre era diventato alcolizzato, ma lei, da sola a vent’anni, aveva dovuto rimboccarsi le maniche e portare avanti la famiglia, nonostante il dolore.
Cosa succederà? Sheila riuscirà a realizzare il suo sogno? Si riappacificherà con il padre? Troverà l'amore?
Spero che vi piaccia ^.^
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Era un pomeriggio caldo. Caldissimo. Sheila uscì di casa e si diresse verso la scuola di danza. Ormai era diventata un’abitudine. Le prime volte le risultò strano tornare nel luogo in cui per tanti sua madre aveva raccolto soddisfazioni, successi, onori e fama e dove lei, da piccola, aveva mosso i primi passi nel mondo della danza. Ma, adesso, non se ne accorgeva quasi più. Ballare era diventato il suo unico scopo. La sua unica ragione di vita come lo era un tempo.

<< Tutti hanno il diritto di sognare. Perché non posso farlo anche io?>> era quello che si ripeteva sempre. << Dopotutto non sto facendo nulla di male. Sto solo inseguendo il mio sogno.>>

Ora che era tornata a frequentare la scuola di danza , Sheila si sentiva più felice e spensierata. Come un tempo. Il tempo in cui c’era ancora sua madre. Adesso non era più triste. Neanche quando, tornando a casa, vedeva sua padre riverso sul divano a rovinarsi la vita e il fegato con l’alcol. Ora Sheila,  cantava sempre, rideva, scherzava, ballava e aveva sempre il sorriso sulle labbra.

E questo era solo grazie alla danza e … ad Angelo. Era lui che le aveva ridato la voglia di vivere! Quella voglia che aveva perso da troppo tempo, nonostante fosse così giovane! Trascorrevano molto tempo insieme e si era resa conto che per lei, Angelo era davvero speciale! Sapeva farla ridere, tirarla su di morale quando era un po’ triste, aiutarla e con lui stava benissimo. Non aveva bisogno d’altro! E poi, insieme lavoravano così bene, che guardandoli ci si sarebbe divertiti!

Tra di loro era nato qualcosa di forte, anche se forse loro non lo sapevano ancora.

 

Sheila tirò dritto verso la scuola. Aprì la porta e si ritrovò sua zia davanti e le sue allieve che provavano. Salutò calorosamente sua zia, poi, si diresse verso la stanza in cui lei e Angelo provavano. Lui, però, non c’era ancora. Così, ne approfittò per sistemarsi un po’. Poco dopo sentì delle mani sul suo viso. Le toccò.

<< Angelo, smettila.>>

<< Ciao, piccola>> disse schioccandole un bacio sulla guancia.

<< Sei in ritardo>> disse Sheila guardandolo con aria severa.

<< Ok, hai ragione, ma non mi uccidere … risparmiami, stavolta.>>

<< Scemo>> disse Sheila dandogli un leggero spintone.

<< Ti ho portato una cosa …>> disse lui ad un tratto.

<< Cosa?>> disse lei curiosa e cercando di vedere cosa nascondesse dietro la schiena.

Lui le porse una scatola ben impacchetta.

<< Cos’è?>> chiese lei curiosa.

<< Scarta.>>

Nella scatola c’era un vestito. Un vestito corto e rosso e delle scarpette dello stesso colore.

<< Che significa?>> disse Sheila.

<< Sono per te. Mia madre ha lavorato spesso con tua madre. Era la sua sarta personale e aveva confezionato questo vestito per lei. Ma, poi, lei non poté più ballare e mia madre tenne con sé questo vestito.>>

A Sheila vennero le lacrime agli occhi.

<< N- non ci posso credere.>>

<< Sapevo che ti sarebbe piaciuto.>>

<< Mi hai fatto proprio un bello scherzo! Non ti  fare venire in mente altri scherzi come questo!>> disse lei scherzando.

Lui si sedette accanto a lei e le asciugò le lacrime.

<< Beh, sabato abbiamo il saggio.>>

<< Non  mi ci fare pensare, sono molto tesa.>>

<< Andrà tutto bene, sta tranquilla, piccola>> disse accarezzandola.

<< Lo spero.>>

<< Tuo padre lo sa? Ci sarà?>>

<< No,>> disse Sheila abbassando lo sguardo. << Non gli ho detto nulla.>>

<< E perché non lo fai?>>

<< Perché è inutile. Lui non verrà mai a vedermi ballare.>>

<< Che ne sai?>>

<< Lo so. E’ troppo doloroso per lui. Gli ricordo mia madre, e poi, lui non ha mai approvato il fatto che ballassi. Dice che non mi guadagnerò da vivere danzando. E che devo smetterla di stare con i piedi per aria.>>

<< Tuo padre trova ancora il coraggio di dirti queste cose? Certo che è un grande egoista. >>

<< E’ quello che penso anche io. >>

<< Dopo tutto quello che fai per lui.>>

<< Lo so>> disse abbassando la testa. << E’ per questo che non voglio dirgli nulla.>>

<< Pensaci, magari cambierà idea.>>

<< Conosco troppo bene mio padre, e so che non lo farà.>>

<< Promettimi che ci penserai.>>

<< Va bene.>> << Adesso, però, dovremo provare altrimenti sabato siamo fregati.>>

Lui le sorrise dolcemente.

Provarono per due ore, senza che nessuno li disturbasse. Erano tutti e due molto concentrati e risoluti ad ottenere ottimi risultati. Non si davano per vinti e se sbagliavano riprovavano ancora e ancora, con grande tenacia. Erano quasi pronti per andare in scena!

Dopo che ebbero finito si salutarono e Sheila prese la strada di casa. Quando varcò la soglia, si meravigliò a non vedere suo padre riverso sul divano, ma lo scorse in piedi davanti alla finestra del soggiorno.

<< Ah, sei qui.>>

Lui non rispose, si limitò a guardarla.

<< Beh, salgo di sopra>> disse ancora Sheila.

Mentre pronunciò questa frase, le cadde di mano la scatola che Angelo le aveva dato. Quella del vestito.  Sheila si affrettò a raccoglierlo, sperando che suo padre non lo vedesse. Ma, ormai, era troppo tardi.

<< Che cos’è quello?>> le chiese suo padre.

<< Niente>> disse Sheila noncurante.

<< Avanti, fammi vedere.>>

<< Ti dico che non è niente.>>

<< Fammi vedere, ti ho detto.>>

Ora lo sguardo del padre si fece più severo. E Sheila dovette cedere, porgendogli la scatola con dentro il vestito. Suo padre lo guardò attentamente e parve riflettere.

<< Chi te l’ha dato?>>

<< A scuola di danza.>>

<< Era di tua madre.>>

<< Lo so>> disse Sheila.

<< Che ci fa nelle tue mani?>>

Sheila esitò.

<< Dimmi che ci fa nelle tue mani>> le chiese il padre.

<< Lo indosserò per il saggio.>>

<< Che stai dicendo?>>

<< Lo indosserò sabato per il saggio.>>

<< E me lo dici così?>>

<< Come vuoi che te lo dica? Ti devo mandare la cartolina? Tanto a te, non interessa più di tanto.>>

Lui esitò.

<< Figlia mia, che dici?>> disse con gli occhi velati di lacrime. << Questo mi interessa, mi interessa, eccome. Perché non me lo hai detto?>>

<< Perché temevo che tu dicessi di no>> disse Sheila piangendo.

<< Ma come hai potuto pensarlo?>>

<< Perché tu mi hai sempre detto …>>

Lui non le fece finire la frase.

<< Non importa quello che ho detto, non importa, non importa più …>> disse lui abbracciandola.

<< Oh, papà>> disse Sheila abbracciando suo padre, quanto più forte poté.

 

 

 

 ANGOLO AUTRICE.

Mi dispiace per la lunga assenza, ma ero in una specie di crisi xD Non sapevo più come fare continuare questo capitolo. Poi, improvvisamente, mi è venuta l’ispirazione. Spero che vi piaccia. Non esitate a recensire. Grazie : )

 

 

 

 

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Il giardino dei misteri