-Emma-
sussurrò nel mio orecchio, nel tentativo di svegliarmi.
Mugugnai
alcune parole incomprensibili, per poi girarmi dall'altra parte. Avevo
un sonno
incredibile. Quella notte, infatti, ci eravamo addormentati molto
tardi. Tutta
colpa dell'amore che ci aveva tenuti svegli.
Mi
sfuggì un
sorriso.
Era stato
così dolce e premuroso con me.
In fondo io
gli avevo raccontato ogni mio segreto, da quando ci eravamo conosciuti.
Sapeva
che quella sarebbe stata la mia prima volta. Ed era stata perfetta.
Come ogni
ragazza la sogna.
Le sue labbra
si appoggiarono sul mio collo. Iniziò a tracciare una scia
di baci che mi
procurò innumerevoli brividi. Gemetti lievemente e lo sentii
sorridere sulla
mia pelle.
-Ti ho
già
detto che sei bellissima quando dormi?- chiese in un sussurro.
Mi venne in
mente quel bigliettino che mi aveva scritto poco tempo prima.
Sorrisi.
-Emma,
è
Natale, svegliati!- riprovò dopo qualche minuto.
-Ho sonno,
Justin- borbottai coprendomi il viso con un cuscino morbido e
profumato.
-Ah, ma
allora sei già sveglia- commentò.
Era ovvio che
mi fossi svegliata: sarebbe stato difficile continuare a dormire con un
ragazzo
che ti bacia il collo nei punti più deboli.
Il ragazzo
della mia vita.
Il ragazzo
che amavo.
Sbuffai
-Ovviamente. Tu stai disturbando il mio dolce riposo- gli feci notare.
-Beh...
Allora mi correggo: alzati dal letto- disse baciandomi il dorso della
mano che
teneva saldo il cuscino sul mio viso.
-No- risposi
divertita.
Non sarei
più
riuscita a prendere sonno, ma volevo comunque continuare a scherzare
con il bel
biondo.
-Dai, in
salotto c'è James che ti aspetta- scherzò,
tentando nuovamente.
Rimasi
stupita.
Davvero
credeva che in quel modo mi sarei alzata? Credeva che il moro fosse
ancora
importante per me?
Non volendo
litigare il giorno di Natale, non dissi nulla a riguardo.
-Mandalo a
fanculo- borbottai.
Nonostante i
miei tentativi, non riuscii a nascondere del tutto l'acidità
nel mio tono di
voce. Lui, però, scoppiò a ridere.
-Da questo
dovrei dedurre che tu sia mia, totalmente mia?- chiese accarezzando la
mia
pelle bianca.
-Sono sempre
stata tua. Da quel pomeriggio al centro commerciale- risposi
dolcemente.
Dopo alcuni
minuti di silenzio, spostai il cuscino lentamente, guardandomi intorno.
Justin era
seduto dall'altro lato del letto, con la testa tra le mani.
Mi alzai e mi
avvicinai al suo corpo caldo. Lo strinsi con le mie braccia.
-Buon
Natale!- mormorai nel suo orecchio, fissando il bracciale che gli avevo
regalato.
Sorrise per
poi girarsi verso di me e abbracciarmi meglio.
-Buon Natale,
piccola mia- rispose dolcemente.
Lo amavo. Lo
amavo con tutta me stessa.
Sarei rimasta
per sempre con lui? Sperai di sì.
Mi prese in
braccio e mi portò in cucina. Avvolsi la sua vita con le mie
gambe, per poi
baciare dolcemente le sue labbra. Dopo che i suoi denti ebbero morso il
mio
labbro inferiore, sorridemmo
contemporaneamente.
La mia
schiena batté violentemente contro il freddo e duro muro.
Gemetti
dolorante.
-Scusa
piccola. Mi hai distratto- disse veramente dispiaciuto.
Io ridacchiai
-Non preoccuparti- dopo un ultimo bacio, scesi dalle sue braccia.
Il pavimento
era gelido.
-Che ore
sono?- chiesi entrando in cucina.
Aprii il
frigorifero e presi il cartone del latte, decisa a scaldarlo per me e
per
Justin. Lo versai in un pentolino e attesi la sua risposta.
-Sono le nove
passate- rispose dopo aver controllato l'orario sul display del suo
Iphone.
Sbuffai -E
perché mi hai svegliata così presto?- mi lamentai
come una bambina.
Lui rise
divertito dal mio comportamento -Non so se ti ricordi, ma qualche
giorno fa ci
eravamo messi d'accordo decidendo che avremmo festeggiato tutti insieme
a casa
mia. Io, te, Luke, Alex, Jazzy, Jaxon e i nostri genitori-
sottolineò le ultime
tre parole.
Mi
accarezzò
le guance per poi baciarmi dolcemente le labbra.
-Non penso
che tu voglia che Kate e Joseph ti vedano così- disse sulle
mie labbra
lievemente schiuse.
Mi guardai
velocemente il corpo.
Stavo
indossando solo l'intimo.
Le mie guance
andarono a fuoco.
Nonostante
avessi passato la notte completamente nuda insieme a Justin, mi sentivo
in
imbarazzo.
-Ehm... io...
ecco… hai ragione- balbettai evitando un contatto visivo con
i suoi occhi.
Lui
affondò
la testa nell'incavo del mio collo.
-Sei
così
tenera, Emma- commentò.
Impressi un
bacio tra i suoi capelli, poi presi il pentolino con il latte caldo per
versarlo dentro a due tazze colorate.
Le sue
braccia cinsero i miei fianchi, facendomi sorridere.
-Cereali o
biscotti?- chiesi.
-Biscotti-
rispose appoggiando la testa sulla mia spalla.
Annuii e
tirai fuori da uno sportello di legno un pacchetto di biscotti con
gocce di
cioccolato. Disposi tutto sul tavolo, sentendo a ogni mio passo il
respiro
caldo del biondo dagli occhi nocciola sul collo.
Mangiammo la
nostra colazione lentamente. Poi mi ricordai che nel giro di qualche
minuto
sarebbero potuti arrivare gli inviati. Così addentai
velocemente un ultimo
biscotto dopo averlo immerso nel latte e corsi nella camera di Justin.
Cercai i miei
vestiti e, una volta trovati, li indossai.
Guardai il
letto disfatto e ripensai alla dolcezza del biondo. Mi avvicinai e mi
sedetti
nell'esatto punto in cui Justin aveva dormito per tutta la notte.
Sentii il suo
piacevole calore ancora impresso nelle lenzuola.
Mi sdraiai e
sorrisi.
Era incredibile
come una stessa persona potesse passare due notti di Natale in modi
completamente opposti.
Un anno
piangendo e disperandosi per l'incidente di un ragazzo moro dagli occhi
azzurri.
L'anno dopo
tra i baci e le carezze di un biondo dagli occhi nocciola, abbracciata
da tutto
il suo amore.
Mordicchiai
il mio labbro inferiore leggermente pensierosa, con gli occhi rivolti
al
soffitto bianco.
Non mi
accorsi nemmeno degli occhi di Justin puntati sul mio corpo. Solo
quando tossì
lievemente, rivolsi la mia attenzione a lui, alzandomi dal letto ancora
caldo.
Mi sorrise,
avvicinandosi lentamente.
-C'era questo
in salotto sul pavimento- spiegò porgendomi il mio maglione,
che subito
indossai.
I nostri
genitori avrebbero potuto vederlo, una volta seduti sui divani bianchi
di
Justin.
Arrossii
lievemente e lui soffocò una risata.
Mi soffermai
a fissare le sue labbra. Erano semplicemente perfette.
Con lo
sguardo percorsi il suo viso angelico.
I suoi lineamenti
mi fecero mordere il labbro.
I suoi occhi
nocciola mi fecero imbambolare. Come potevano essere così
perfetti? Li avrei
osservati a lungo, ma i suoi risolini attirarono la mia attenzione.
Lo guardai
interrogativa e lui sorrise.
-Sei
così...
perfetto- rivelai senza imbarazzo.
Lui scosse la
testa -Tu lo sei, Emma- ribatté lui avvicinandosi alle mie
labbra.
Le incurvai
in un sorriso.
Eravamo a pochi
millimetri di distanza, quando il campanello suonò.
Allontanai il
biondo appoggiando una mano sul suo petto, ridacchiando.
Lui
uscì
precipitosamente dalla stanza ed io sistemai il letto.
Una volta
finito, mi avvicinai all'ingresso della casa.
Salutai i
miei genitori, Alex, Luke e i fratelli di Justin.
Poi notai due
persone, molto simili a Justin. I suoi genitori. Rivolsi loro un dolce
sorriso,
per poi allungare una mano incerta.
-Piacere,
sono Emma- mi presentai timida.
Suo padre la
strinse subito -Piacere, io sono Jeremy- rispose gentilmente.
Una volta che
lasciò la mia mano, la porsi alla giovane madre di Justin,
una donna
bellissima.
Lei la
guardò
sorridente, per poi abbracciarmi calorosamente.
-Io sono
Pattie. È un piacere conoscerti- disse.
Sorrisi.
Mi trovavo
davvero bene con la famiglia Bieber.
-Il piacere
è
tutto mio, signora- risposi gentilmente, con ancora le sue braccia
intorno al
mio corpo.
Sciolse
lentamente
l'abbraccio -Oh, chiamami Pattie- disse gesticolando leggermente con le
mani.
-Sono sicura
che passeremo un bellissimo Natale, vero Joseph?- commentò
mia madre cercando
la conferma di mio padre.
Lui
annuì,
sorridendo.
-Già,
sono
così contenta di avervi conosciuto, finalmente. Justin mi
parla spesso di voi-
disse Pattie.
I miei
genitori e quelli di Justin iniziarono a parlare tra di loro. Ogni
tanto sentii
anche qualche loro commento su quanto saremmo stati carini io e Justin
come
coppia.
Soffocai una
risata,
mentre Justin mi sorrise.
Non riuscivo
però a capire perché non approvassero la sua
passione per il canto e la musica.
Insomma, sembravano dei genitori molto comprensivi.
Scossi la
testa per scacciare quel pensiero e abbracciai Alex e Jazzy, che mi
strinsero
allegre.
-Buon Natale,
bellezze!- dissi sorridendo. Ridacchiando ricambiarono gli auguri.
-Buon Natale,
piccolino- baciai la guancia di Jaxon, per poi scompigliare
giocosamente i suoi
capelli morbidi.
Lui rise, poi
iniziò a correre per la casa, mettendo sottosopra ogni cosa
al suo passaggio.
-Buon Natale,
Luke!- dissi al ragazzo dagli occhi color cioccolato.
Due braccia
muscolose cinsero il mio corpo da dietro.
Justin.
-Buon Natale,
amico!- la sua voce giunse alle mie orecchie come una melodia, una
dolce
melodia.
-Buon Natale,
Emma e Justin!- ricambiò lui.
Mi piaceva da
impazzire sentire i nostri nomi così vicini. Proprio come
quella notte mi era
estremamente piaciuto sentire la mia pelle gelida a contatto con la sua
bollente.
Innumerevoli
brividi percorsero la mia schiena a quel ricordo.
Il biondo
strinse maggiormente il mio corpo. Mi girai verso di lui per
abbracciarlo, ma catturò le mie labbra con le sue,
facendole unire in un
dolce bacio e provocando le risatine dei nostri genitori.
Avvampai,
affondando
la testa nell'incavo del suo collo. Justin mi strinse a sé.
Lo amavo con
tutta me stessa. Era dolce, premuroso, gentile e riusciva a farmi
sorridere.
Era perfetto.
-Apriamo i
regali!- gridò Jaxon eccitato, dopo che il pranzo fu
mangiato.
Sorridendo ci
alzammo dal tavolo, per poi sederci sui divani bianchi di Justin.
Afferrai il
mio sacchetto giallo e tirai fuori i vari pacchetti. Anche gli altri
presero i
regali che avevano comprato e poi impacchettato.
Ognuno
iniziò
ad aprire i propri.
-Oddio, Emma,
è meravigliosa- commentò Alex con gli occhi
lucidi, vedendo la collana.
-Sono felice
che ti piaccia- dissi sincera, aprendo il pacchetto blu che mi aveva
dato lei.
Sgranai gli
occhi alla vista di un anello d'argento.
Lessi
l'incisione interna -A & E-
sorrisi
-Grazie mille, Alex. È stupendo- commentai indossandolo.
Dopo aver
aperto anche gli altri regali, sentii le labbra di Justin tra i miei
capelli.
-Manca il
mio- sussurrò nel mio orecchio.
-Don't you buy
me nothing, 'cause I am feeling one thing... Your
lips on my lips- mormorai
baciando la sua guancia
calda.
Sorrise
-Tieni. Spero
ti piaccia- disse porgendomi una scatola ricoperta da una carta verde e
un
nastro dorato. Sciolsi il fiocco e strappai la carta.
Aprii
lentamente la scatola e spalancai la bocca, piacevolmente sorpresa.
Era una palla
di vetro di Natale. Era di media grandezza e infiniti brillantini
argentati
danzavano intorno a due pupazzetti: un ragazzo e una ragazza uniti in
un bacio
candido.
Era proprio
quella che avevo visto quel venerdì pomeriggio al mercatino.
-Ti piace,
piccola mia?- chiese speranzoso.
Mi morsi il
labbro e sorrisi, per poi annuire.
-Quel
venerdì
ho notato che ti eri fermata a guardarla e così ho voluto
regalartela- spiegò.
Lo
abbracciai.
-Grazie,
Justin- sussurrai.
Presi in mano
la palla e la osservai scuotendola lentamente. Girai con attenzione la
piccola
chiave dorata e la dolce melodia riempì la stanza.
Mi ricordai
di quando Justin mi aveva paragonata alle palle di vetro. Quando ancora
io e
lui non ci conoscevamo bene, anzi, in realtà, non ci
conoscevamo per niente,
eppure riusciva comunque a farmi arrossire, a provocarmi innumerevoli
brividi
ed emozioni.
La stanza si
riempì delle chiacchiere allegre dei nostri amici.
Era il Natale
più bello che avessi mai passato in tutti quei diciassette
anni. Ero riunita
con le persone più importanti della mia vita.
Guardai il
biondo dagli occhi nocciola, occhi che mi avevano colpito sin da subito
per la
loro incredibile bellezza.
Sentii le
risate degli invitati e pensai al Natale che avevo trascorso l'anno
prima. Era
stato completamente diverso e pieno di lacrime, di tristezza, di
dolore.
Una sola
persona era riuscita a ribaltare le cose.
Justin Drew
Bieber.
Se non
l'avessi mai incontrato quel pomeriggio al centro commerciale, non
sarei mai riuscita
a trovare in così poco tempo la mia felicità.
-Grazie,
Justin- dissi nuovamente.
-Di niente,
Emma. Non sai quanto mi renda felice sapere che il regalo ti sia
piaciuto-
rispose accarezzando la mia guancia fredda.
Scossi la
testa -No. Non solo per quello- appoggiai la mia mano sulla sua.
Aggrottò
la
fronte -E allora per cosa?- chiese curioso.
Portai la sua
mano sulle mie labbra e la baciai dolcemente.
-Grazie di
esistere- sussurrai.
Sorrise.
ODDIO
NON CI CREDO! È FINITA LA
SCUOLAAAA!!!!! YUPPIII
Allora,
questo è il penultimo capitolo… *si
asciuga una lacrimuccia*… e quindi, sì, il
prossimo sarà l’ultimo. Ma ho
intenzione di fare anche il continuo, che penso chiamerò
“Do you remember our
kiss?”. Per questo, il prossimo lo pubblicherò
quando già avrò scritto il primo
capitolo della seconda serie…
Dunque,
detto questo, ci terrei a
ringraziare chi ha inserito la storia tra le
preferite/seguite/ricordate e chi
ha recensito.
Poi,
mando un bacio immenso a Francy… sei
una persona meravigliosa e, sì, molto forte…
smettila di pensare di non
esserlo! Sono felice di averti conosciuta ^.^
Un
abbraccio mooooooolto coccoloso a tutte
quante, siete magnifiche, veramente!
Morena