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Autore: marasmaa    08/06/2013    0 recensioni
Ero sola ed insicura di tutto quando lui mi trovò. Per caso o forse a causa di un qualcosa più grande di noi, come il destino. Ma ci trovammo e all'improvviso qualcosa ebbe senso.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Chapter Eight.


- Dammi la mano. -
Feci ciò che mi disse, prese la mia mano delicatamente e l'appoggiò sopra il tronco di una grande quercia secolare. Era enorme, i suoi rami pieni di foglie che facevano ombra e coprivano la luce del sole pomeridiano. Accompagnandomi con le sue mani mi fece accarezzare il tronco ruvido e vissuto.
- Non è fantastico? -
- Cosa? - Lo guardai un po' sorpresa, aveva un'aria estasiata mentre, con la mano poggiata sulla mia, accarezzava il tronco della quercia. Aveva gli occhi chiusi, quasi mi dispiaceva disturbarlo.
- Amo accarezzare i tronchi degli alberi, penso alla loro storia.. Questa quercia all'inizio era un seme, un piccolissimo seme nato grazie a del polline trasportato dal vento da chissà dove! Poi qui, in questo terreno, ha messo le sue radici e adesso è un albero secolare, di dimensioni mastodontiche. Chissà quanti anni ha.. Mio padre mi aveva insegnato a contare gli anni degli alberi.. - Si bloccò fissando le grandi foglie verdi. Lo fissavo in silenzio, aspettando che continuasse. Osservavo i suoi lineamenti ben marcati, il suo naso lungo e snello, i suoi occhi fissi nel verde e la sua bocca carnosa socchiusa.
- Quando ero piccolo mio padre mi portava sempre qui, al Green Park. Un tempo era più curato e ci venivano sempre le famiglie la domenica. Mio papà invece mi portava sempre il sabato pomeriggio, sul presto, quando era ancora spopolato. Mi faceva accarezzare i tronchi degli alberi secolari, in silenzio osservavamo la natura e la sua magnificenza. Se da piccolo mi avessero chiesto 'Che cos'è per te la felicità?' avrei risposto ' Andare con papà al parco a guardare gli alberi'.. ora invece non so qual è la risposta. - Fece un'altra pausa. Il suo volto questa volta si incupì, capii che era il momento di intervenire.
- Hai ragione, è fantastico. - Lo guardai con un sorriso da bambina e gli occhi luccicanti, si voltò verso di me sorridendo e mi stampò un lungo bacio.
Ci distendemmo sul prato con la chioma della quercia che ci copriva, con le mani intrecciate l'una nell'altra. Chiusi gli occhi, avevo trovato la pace. 'Che cos'è per te la felicità?' questa frase echeggiava nella mia mente, ero convinta di aver trovato la risposta, in quel momento, con Daniel al mio fianco.
Erano le quattro del pomeriggio e non ero proprio rientrata a casa. Non avevamo mangiato nulla, ci nutrivamo delle nostre presenze, stare insieme ci saziava. Non avevo lasciato neanche un messaggio a mamma e lei stranamente non aveva provato a chiamarmi, così decisi di farlo io ma non rispose. Stavo per preoccuparmi, quando Daniel mi propose di andarci a prendere un gelato al bar lì vicino, lasciai andare i pensieri e gli strinsi la mano pronta a seguirlo ovunque fosse diretto.
- Gusto? -
- Fragola e fior di latte. -
- Che stai a dieta? A me tiramisù e nutella! - Mi guardò con un'aria di sfida, nascondendo una risata.
- Scusi, ho cambiato idea! Per me nutella e cioccolato bianco, anche con un po' di panna sopra, grazie! - Ricambiai lo sguardo di sfida e poi scoppiai a ridere.

- Mi vuoi far ingrassare? - Gli domandai mentre passeggiavamo con i nostri gelati giganti e pieni di calorie che colavano per il caldo.
- Hai fatto tutto tu! - Esclamò poi con il suo solito sorriso. Gli diedi un colpo sulla testa cercando di trattenermi dal ridere, ma non ci riuscii, era inevitabile, soprattutto se Daniel aveva un baffo fatto di tiramisù e nutella.
- Mi dovresti dire 'Ma dai, sei bellissima così come sei, anche con 10 kili in più!' -
- Ma io sono sincero! -
Lo guardai male e accellerai il passo superandolo, lui scoppiò a ridere e mi prese da dietro. Lasciò stare per un attimo il gelato e poggiò le sue labbra sulle mie.
- Sanno di cioccolato. - Osservai senza staccarmi da lui. - Sono ancora più buone. - Sorridemmo e ci continuammo a baciare, lasciando colare i gelati.

Mi riaccompagnò a casa e con sorpresa non vidi la macchina di mamma, erano le cinque e mezza, sarebbe dovuta tornare da lavoro per le cinque. Varcai la soglia, e niente mamma non c'era. Poggiai la borsa e il cellulare sul tavolo della cucina e presi una bottiglietta d'acqua dal frigo. Mentre mi dirigevo in camera mia sentii delle voci interrotte da risatine. Erano sempre più vicine a casa. Mi affacciai al finestrone del salotto che portava sulla strada e vidi mamma.. in compagnia di un uomo!
Quel tizio aveva un'aria familiare, già visto da qualche parte. Mi nascosi dietro le tende e continuai ad osservarli come fanno le spie esperte. Si fermarono davanti la porta e tra una risata e l'altra si diedero un bacio, poi mamma lo salutò ed entrò in casa. Mi precipitai sul divano, aspettando qualche spiegazione.
- Oh, ciao Abbie! - Mi chiamava 'Abbie' solo quando era di buon umore, dopo essersi slinguazzata un uomo anche di bell'aspetto, doveva essere per forza di buon umore! E se non avessero solo slinguazzato.. ? Nella mia mente entrarono pensieri orribili, anzi erano schifosi, che scacciai subito.
- Dove sei stata? -
- A lavoro, dove se no? -
- Non dovevi tornare mezzora fa? -
- Si ma mi hanno trattenuta.. Eh che cos'è questo? Un'interrogatorio? Sono io la madre qui! - Continuò senza levarsi quel sorriso da ebete dal volto.
- Non hai niente da dirmi? -
- No, tu? - No, tu? Aveva intenzione di nascondermi tutto?
- Sì.. Ti ho vista con quel tizio, chi è? - Tutt'un tratto mamma sbiancò e rimase paralizzata. Non mi rivolse neanche lo sguardo. Balbettò in attesa che le venissero le parole da dire, come si spiega a tua figlia che hai un 'ragazzo'?
- Ehm, chi? Ehm, ah! Dici Pier? -
- Non so, quello con cui stavi limonando due minuti fa! -
- Abgail! Non dire queste cose, non stavamo limonando.. Oh insomma! - Si fermò un attimo. Era chiaro che volesse ribaltare la frittata, voleva rimproverarmi per riacquistare il suo ruolo di madre e non quella di adolescente. - E' il mio capo.. -
- Oh.. Ma non stavate mica lavorando qua fuori! - Continuai io con fare da investigatore.
- No, mi ha solo accompagnato a casa. - Si sedette accanto a me. Mi fissò per un secondo in silenzio, sapeva che io sapevo. O meglio, sapeva che io avevo intuito che ci fosse una relazione tra i due, non era difficile da capire.
- Ma lui è sposato? -
- Come lo sai? - Mi guardò con aria da cane bastonato. Mi pietrificai e stetti in silenzio, fissando la tv spenta. - Non è come pensi.. Lui e sua moglie si stanno lasciando, devono divorziare a breve! -
- Mamma! - Urlai io. Non sapevo che dire, ad un tratto persi tutte le parole. Scappai di sopra lasciandola lì sul divano.

Mi chiusi in camera, rimasi ferma sul letto a guardare il soffitto. Mamma non si era mai sposata, la sua relazione più lunga l'aveva avuta con un tizio che definiva il suo primo amore, durante il liceo. Poi dopo la loro rottura aveva capito che non era fatta per gli uomini, ma un giorno incontrò mio padre e per lei fu amore a prima vista, io direi più svista. Stettero realmente insieme per circa cinque mesi, dopo iniziarono i problemi e le continue discussioni. Lui viaggiava molto, a mamma non andava bene. Poi una sera, mentre lui era a Toronto per lavoro, mamma lo chiamò per dire di essere rimasta incinta, lui non si fece più sentire. Non volle sapere niente di me. A volte mi chiedevo dove fosse, cosa facesse, se fosse ancora vivo. Ma non avevo mai avuto il coraggio di andarlo a cercare.
Presi il cellulare e cliccai sul contatto di Daniel per chiamarlo.
- Rispondi, rispondi, risp.. Daniel! -
- E' successo qualcosa? -
- No no, volevo solo sentirti.. - Lo sentii ridere e mi rassicurai.
- Trovata tua madre? -
- Guarda lasciamo stare! Tu piuttosto, che fai? -
- Sono tornato a casa, c'è zio che legge un libro di là e io che sto in camera mia ad ascoltare musica.-
- Usciamo? -
- Ti passo a prendere, giusto il tempo di scendere e arrivare sotto casa tua. -
La sua presenza non mi stancava mai. Di solito quando uscivo con gli altri ragazzi dopo poco già ero stufa, li inziavo ad evitare senza rispondere ai messaggi o alle loro chiamate. Ma con Daniel era diverso, Daniel era.. Daniel.





hil's corner *
  Dopo una vita rieccomi con la continuazione della storia! Ho 
trovato magicamente ispirazione e poi ora è finita la scuola
(finalmente) e quindi posso dedicarmi a ciò che voglio, quindi
anche scrivere. Spero vi piaccia, continuate (o iniziate) a
lasciare recensioni per farmi sapere cosa ne pensate, mi
serve la vostra opinione :)
baci, ila

  
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