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Autore: the Fighting Temptations    25/12/2007    4 recensioni
Un ragazzo e una ragazza. Completamente diversi: lei studiosa, per bene, curata nell'aspetto, beneducata. Lui....Be', lui non è decisamente quello che lei presenterebbe a cena ai suoi genitori. Eppure è risaputo che gli opposti si attraggono. Ma quando gli opposti sono così opposti, è inevitabile che sorgano dei problemi... spero recensiate ^^
PS: aggiunta la guida alla storia dal capitolo diciassettesimo!
Genere: Romantico, Malinconico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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BREVE PROLOGO

Questa storia è nata come un moto di ribellione nei confronti di quei pregiudizi che, più o meno inconsapevolmente, tutti noi coviamo nei confronti del "diverso", un "diverso" che spesso ci viene mostrato tale da una società perbenista e burattinaia. Tutti noi crediamo di non essere superficiali. Forse però non ci accorgiamo che è solo una bugia come un'altra per farci sentire migliori: no, non abbiamo pregiudizi e non siamo superficiali, eppure evitiamo tutte quelle persone che sembrano strane, e che magari sono semplicemente le più autentiche che possiamo trovare, quelle che maggiormente riusciremmo ad amare e che maggiormente ci ricambierebbero, se andassimo oltre quel confine che è la nostra reputazione.
Questa storia parla della vera forza dell'amore, che è l'unico in grado di farci rompere le barriere e di farci fare cose che non avremmo mai pensato fossimo in grado di fare.
Questa storia narra del mondo nuovo che una ragazza ha scoperto, delle cose meravigliose che è riuscita a realizzare, tramite tutte le difficoltà che ha accettato di affrontare per amore.

GUIDA ALLA STORIA: I personaggi.


PER AMORE

Capitolo primo: Una ragazza di sani principi



Lo notai ad una festa. In realtà, fu lui a notare me. Tante volte mi era capitato di dover sopportare sguardi simili: involontariamente, piacevo a più ragazzi di quanti ne bastassero per farmi sentire carina. La cosa non mi interessava particolarmente. Non avevo mai nemmeno per un istante preso in considerazione la possibilità di ottenere tutto quello che volessi dalla vita solo grazie al mio aspetto. Desideravo invece essere apprezzata per cose meno frivole. Sfortunatamente per tutti quei ragazzi, io ero una giovane morigerata e di sani principi, e non avevo mai permesso a nessuno di loro di andare oltre a quegli sguardi, rimanendo sempre delusa dopo le prime brevi conversazioni di circostanza, dove si dimostravano superficiali, esattamente come io non volevo. Perciò trovai piuttosto strano, quasi sorprendente, che lo sguardo di quel ragazzo in particolare non mi desse alcun fastidio.
 Gli studenti di mezza scuola erano presenti quella sera: a organizzare tutto era stato una ragazza dell'ultimo anno, aveva una casa favolosa, con un sacco di stanze, bagni spaziosi, e una piscina con alloggio per gli ospiti. Inutile dire che c'erano più infiltrati che invitati ufficiali.
 Comunque, il ragazzo in questione se ne stava seduto coi suoi amici su di un divano bianco, sorseggiando birra da un bicchiere di carta colorato, in un angolo un po' apparato del salone, vicino alla cucina: indossava una semplice t-shirt nera, jeans aderenti strappati e anfibi legati stretti sopra questi. I suoi occhi erano piccoli e scuri, luccicanti sotto i capelli corvini che a ciocche scomposte e ondulate gli coprivano la fronte.  Non era particolarmente bello, ma il suo sguardo magnetico riuscì ad affascinarmi. Oltre alla solita malzia che quel genere di sguardi mi riservavano, nel suo riuscivo a scorgere qualcosa di insolito, che volevo scoprire. Si capiva subito che non era un bravo ragazzo, uno di quelli che una per bene come me presenterebbe orgogliosa ai propri genitori...Sarà stato il gusto della trasgressione, il fascino del proibito, a farmelo piacere così tanto.
E mi piaceva pensare di interessargli: ogni volta che passavo di lì mi scrutava attentamente, e se mi giravo a guardarlo non si risparmiava occhiate eloquenti. Mi appoggiai a un  tavolo lì di fronte: Joy, una mia compagna di classe, mi stava parlando, ma io l'assecondavo senza realmente ascoltarla. Lei era esattamente quel genere di ragazza che, all'opposto di me, faceva leva sul suo bell'aspetto per raggiungere i suoi scopi e ottenere tutto ciò che desiderasse. Proprio per questa sua astuzia era riuscita a diventare una delle ragazze più popolari della Jefferson High School, la scuola che la maggior parte dei presenti quella sera frequentava. Mi chiesi come mai prima di allora non mi fossi mai interessata di quel ragazzo che mi era passato affianco tante volte negli ultimi tre anni, nella totale indifferenza da parte di entrambi.
Quando quel ragazzo mi guardò per l'ennesima volta, decisi di sostenere il suo sguardo: non avrei mollato, non avrei ceduto al mio solito imbarazzo. Non c'era alcuna provocazione, nei miei occhi, ne' niente di simile: lo guardavo e basta, in attesa di una sua reazione. Lui svuotò in un sorso il bicchiere che teneva in mano, per poi gettarlo in mezzo alla baraonda di rifiuti colorati  che ricopriva il tavolinetto di vetro che aveva davanti; poi si alzò e venne nella mia direzione. La mia compagna continuava a parlare senza interruzione, riversando fiumi di frasi sconnesse e senza senso per me che ero distratta, quando lui la sovrastò salutandomi:

"Ciao."
"Ciao..." gli risposi io. Un lieve odore di alcool al suo saluto mi aveva rivelato ciò che era stato contenuto nel bicchiere che ora giaceva sul tavolo poco distante, ma era così forte da infastidire. Joy d'improvviso ammutolì, esibendo un'espressione disgustata e allibita probabilmente più dall'aspetto trasandato del ragazzo che dal fatto che l'avesse maleducatamente interrotta.
"Posso  parlarti un secondo?" a questa richiesta guardai la mia amica, quasi a chiedere un consenso. Lei per tutta risposta si allontanò squadrando il ragazzo che avevo di fronte con la medesima espressione, fino a quando se ne disinteressò voltandosi per raggiungere un gruppetto di persone che ballavano.
D'un tratto alzarono la musica e la gente si riversò in mezzo al salone iniziando a danzare disordinatamente.
"Questo non è decisamente il posto migliore per fare due chiacchiere. Andiamo in un posto più tranquillo?" mi disse la sua voce confusa dalla musica alta.
Ci misi qualche istante a rispondergli. Temevo che quello strano ragazzo si sarebbe rivelato essere esattamente come tutti gli altri: una volta soli ci avrebbe provato spudoratamente con me, e nel peggiore dei casi avrebbe tentato di mettermi le mani addosso, perdendo in un istante tutto il mio interesse per lui. Eppure, quegli occhi... Quel suo sguardo imperscrutabile riuscì inspiegabilmente a convincermi che questa volta valesse la pena di correre il rischio, se non altro per scoprire cosa si celasse dietro il vetro annerito delle sue iridi. Perciò annuii, e lui mi invitò a seguirlo su per le scale: al piano di sopra c'era una lunga fila per il bagno. Lui, senza indugiare, percorse tutto il corridoio fino a una porta a vetri: la padrona di casa dava almeno una festa al mese, ed era evidente che non fosse la prima a cui quel ragazzo partecipasse, visto la disinvoltura con cui si orientava. Uscimmo su un terrazzo che dava sul patio della piscina: alcuni ragazzi in costume sguazzavano schiamazzando nell'acqua, e la musica arrivava alle nostre orecchie molto più attutita.
 A quel punto lui si accese tranquillamente una sigaretta, appoggiandosi da dietro sulla ringhiera. "Bella festa, non trovi?" feci segno di sì con la testa a quella domanda di circostanza, rimanendo in silenzio, un po' nervosa.
"Io sono Bastian...tu?"
"Sandy."
"A che anno sei?"
"Al terzo"
"Io sono ancora un sophomore...bocciato..." non sapevo cosa rispondere, così rimasi semplicemente zitta; lui sembrò non badarci per un po', ma la siuazione si faceva imbarazzante....
"Ti prego, di qualcosa...Non ti mangio mica, sai?" ricominciò con tono allegr
o cercando di rassicurarmi.
"Scusami..." gli sorrisi.
"La tua amica mi ha guardato come se fossi un alieno, prima...."
"Beh...lei è una...un po' perfettina...Non approva molto quelli come voi..."
"Come noi?"
"Sì...tu e i tuoi amici...Siete un po'...alternativi, no?"
"Non diamo fastidio a nessuno..." scosse la testa con un lieve riso amaro sul volto, come se non fosse la prima volta che si sentisse dire cose simili.
"Non prendertela con me: io non c'entro...."
"Non esserne tanto sicura...- ribattè ironico - Fino a un attimo fa eri terrorizzata dalla mia presenza..."
"Non è vero!- lui alzò un sopracciglio -...giuro..."
Allora Bastian distese il viso in una breve risata, che riuscì a sciogliere un po' la mia tensione. Continuò a farmi alcune domande per mettermi a mio agio. Mi chiese se partecipassi spesso a feste di quel genere, e che altri posti frequentassi, per capire con che gente della scuola uscissi. Purtroppo non sembravamo avere molti amici in comune, ma lui parve capire ugualmente di che persone gli parlassi, e non sembrò esserne molto entusiasta.
In un momento in cui il discorso era caduto, inclinò la testa di lato e prese a guardarmi dritto negli occhi. Dopo pochi istanti sentii le guancie andarmi in fiamme e abbassai lo sguardo. Mi sentivo messa a nudo di fronte a quegli occhi così espressivi e penetranti. Penetranti ma impenetrabili. Tutti mi dicevano sempre che mi era impossibile dire bugie, perché i miei occhi erano una finestra limpida sulla mia anima, e attraverso di essi si poteva vedere quale fosse la verità. Se solo avessi potuto scorgere anch'io qualcosa in quelli di Bastian, mi sarei sentita molto meno in imbarazzo.
"Pensi sia troppo presto per chiederti il tuo numero di telefono?" disse guardando altrove, accortosi del mio disagio.
"Be', sì!" risposi impetuosamente, infastidita dalla sua sfacciataggine. Stavolta fu lui ad abbassare lo sguardo, picchiettando col dito sulla sigaretta, per far cadere la cenere.
Lui non disse più nulla per un po'... Pochi secondi, forse, ma mi sembrarono molto di più. Mi sentii un po' in colpa. Al diavolo! Pensai alla fine: era solo un numero di telefono, non significava molto. Presi a rovistare nella mia borsetta fino a tirarne fuori una penna, gli afferrai la mano sinistra, e gli scrissi il mio numero sul dorso. Aveva una splendida mano: le dite erano lunghe e sottili, tipiche di chi suona uno srumento musicale sin da bambino. Poi realizzai che il suo viso era a pochi centimetri dal mio, e aveva una sorta di potere magnetico e ammaliante; se avessi sollevato la testa avrei potuto persino rubargli un bacio. Alzai lentamente gli occhi: lui mi fissava...le nostre labbra erano così vicine...Ad un tratto, lui prese l'iniziativa per azzerare quella breve distanza. Ecco, pensai delusa, dopo nemmeno dieci minuti che mi conosce, già ci prova con me.
Non potevo farlo! Sì, lui mi piaceva un sacco, ma tutti i miei valori?All'ultimo momento mi voltai...Avvertii la sua bocca e il suo respiro sfiorarmi una guancia. Lui sospirò, come scocciato dalla mia reazione.
"Mi dispiace, ma ora devo proprio andare a casa..." mi inventai lì per lì. Amareggiata abbandonai la sua mano e scappai aprendo la porta a vetri, ripercorrendo velocemente il corridoio e precipitandomi giù per le scale.
"Brad!" cominciai a chiamare una volta di sotto. Ma il vocio delle persone e la musica rendevano vano ogni mio tentativo. Un tizio lì vicino, fortunatamente, mi sentì, e batté una mano sulla spalla di un ragazzo coi capelli castano chiaro, che si voltò a guardarlo: era Brad. L'altro mi indicò, così lui poté accorgersi finalmente di me. "Sandy, che c'è?"
"Mi accompagni a casa?" lui guardò l'orologio
"Ma sono appena le undici!"
"Lo so...Puoi accompagnarmi? Tu puoi sempre ritornare, dopo..."
"Ok..." scrollò le spalle. Mi scortò fino alla sua macchina, buttando il bicchiere che teneva in mano in un bidone dell'immondizia.
"Hai bevuto?" chiesi preoccupata, mentre apriva lo sportello dalla parte del guidatore
"Aranciata, tranquilla. Non bevo mai quando devo guidare..." sospirai sollevata, salendo in macchina.






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La sottile linea bianca
Qual’era la sottile linea bianca oltre la quale non eri più tu
a comandare? Quand’era che lei sconvolgeva i ruoli per farti suo schiavo? E
quanto ci era vicino, lui, a quel confine?

Categoria: Fanfic su cantanti
Generi: Romantico/Introspettivo
Personaggi: the Darkness
Rating: Arancione
Avvertimenti: One-shot


Pianoforte 
Un incontro insolito per due amanti impossibili, in una delle tante aule deserte, in una delle tante notti trascorse ad Hogwarts. Solo alla fine si scopre chi sono i due personaggi, ma sono sicura che capirete dopo aver letto poche righe.

Categoria: Harry Potter
Generi: Romantico/Malinconico
Personaggi: Sorpresa
Rating: Verde
Avvertimenti: One-shot, OOC


Preghiera per Heath
Ho cambiato leggermente la trama, in seguito ad alcune recensioni in cui mi è stata fatta notare l'inverosimilità di alcuni elementi, che avevo trascurato per non distogliere da ciò che era veramente importante dire in questa storia.
Ieri, 22 gennaio 2008, Heath Ledger, famoso per l'interpretazione di un cowboy omosessuale nel film "Brokeback Mountain", è stato trovato senza vita nel suo appartamento a New York. Si sospetta il suicidio. Questa one-shot è un modesto tributo a uno dei miei attori preferiti. Una ipotetica ex-collega, divenuta poi poliziotta, e amica fidata, si reca nel suo appartamento appena ricevuta la notizia della morte del suo amico.
RIPOSA IN PACE HEATH <3

Categoria: Fanfic su attori
Generi: Triste/Drammatico/Introspettivo
Personaggi: Heath Ledger
Rating: Verde
Avvertimenti: One-shot


YURI? Bill e Mary Sue
Be' avete presente quando leggete una storia dove una ragazza sconosciuta, perfetta e bellissima (quasi sempre un surrogato dell'autrice) fa innamorare di sé una celebrità che per qualche strano caso del destino sceglie proprio lei e non una dei restanti milioni che gli sbavano dietro?
Ecco, se come me non le sopportate....leggetevi questa!

Categoria: Fanfic su cantanti
Generi: Comico/Demenziale/Erotico
Personaggi: Tokio Hotel
Rating: Rosso
Avvertimenti: Yuri, One-shot, Lemon
  
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