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Autore: suinogiallo    25/12/2007    2 recensioni
- Tra un po' è Natale - esordì Marlene sedendosi sul divano accanto a Robert.
- Si - si limitò a risponderle senza distogliere lo sguardo dal libro che stava leggendo. Tre uomini in barca (per tacer del cane).
Era forse la millesima volta che lo leggeva eppure ogni volta continuava a sbellicarsi dalle risate come se fosse la prima. Non erano molti i libri che gli facevano quell'effetto, quello, The Body di King, IT sempre di King e pochi altri.

Robert e Marlene a pochi giorni del Natale alle prese con una incombenza un po' particolare.
Una piccola storia per augurare al Lettore Paziente un Buon Natale.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Robert's Shorts'
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Il Ripostiglio

Il Ripostiglio

by: Suinogiallo

 

         - Tra un po' è Natale - esordì Marlene sedendosi sul divano accanto a Robert.
- Si - si limitò a risponderle senza distogliere lo sguardo dal libro che stava leggendo. Tre uomini in barca (per tacer del cane).
Era forse la millesima volta che lo leggeva eppure ogni volta continuava a sbellicarsi dalle risate come se fosse la prima. Non erano molti i libri che gli facevano quell'effetto, quello, The Body di King, IT sempre di King e pochi altri.
Per quante volte li leggesse ogni volta vi trovava qualcosa di nuovo.
- Dobbiamo pensare ai regali - continuò Marlene.
- Già - mugugnò girando una pagina e continuando a leggere come se niente fosse.
- Ed anche ai biglietti di auguri - aggiunse poi.
- Infatti - nuovo mugugno di risposta.
- Potremmo anche andarcene da qualche parte - la buttò li.
- Non è una cattiva idea - ennesima risposta quasi automatica.
- C'è quella pensioncina sul mare, non mi dispiacerebbe - propose.
- Neanche a me - annuì sempre senza smettere di leggere.
- E poi, dovremmo pensare anche a fare l'albero! - sorrise infine.
- Ecco dove volevi arrivare! - chiuse di scatto il libro voltandosi a guardare il volto, rischiarato dalla luce soffusa della piantana e da quella tremolante del caminetto, della cugina.
- L'albero di Natale! - riprese alzandosi dal divano ed iniziando a camminare davanti al camino quasi come una fiera in gabbia - Ed immagino che non se ne parli neanche quest'anno di prenderne uno nuovo? Ne ho visti alcuni che sono davvero belli! -
- E' una tradizione, lo sai! - lo guardò con un misto di divertimento e di rassegnata pazienza - E' l'albero che ci ha regalato il nonno! -
- Ma ormai è vecchio! - continuò a dire - Ha trent'anni suonati, ed è piccolo! Nel salone fa davvero una magra figura, mi dispiace quasi per lui, cosi piccolino! -
- Lo sai che io a questa tradizione non ci rinuncio! - lo rimbeccò con un piccolo accenno di broncio. Anche se ormai erano cresciuti quando Marlene metteva in broncio sembrava essere tornata la bimbetta di una volta e non c'era volta che Robert non si scioglieva di fronte a lei.
- Ma mi dispiace per lui! - tentò una difesa disperata - Il Natale poi non lo passiamo neanche qui, pensa, tutto solo, senza neanche un regalo sotto, in quel salone cosi grande e freddo, si sentirà solo ed abbandonato! Non hai un minimo di compassione per lui? -
- Di la verità, non vuoi andare nel Ripostiglio a cercarlo! - sogghignò guardandolo.
- Potresti anche andarci da sola! - le suggerì - Anche questa cosa che dobbiamo andarci tutti e due! Lo so, è la tradizione, ma magari mentre tu vai a prendere l'albero io penso ai biglietti e agli addobbi! Risparmieremmo anche tempo! -
- Dobbiamo andarci insieme! - rimase ferma sulla sua decisione - Sono trent'anni che lo facciamo e lo faremo anche quest'anno! -
- Dobbiamo proprio? - le sussurrò con un filo di voce ormai certo della sua sconfitta.
 - Si! - concluse raggiante. Anche quell'anno era riuscita a spuntarla e, alzatasi di scatto dal divano lo prese per una mano e lo trascinò via.
 
         La discesa nel Maelstrom era ben poca in confronto alla discesa che stavano facendo in quel momento dentro l'ascensore che dal garage portava al Ripostiglio, alcune decine di metri sotto il livello stradale e sotto le biblioteche della villa.
Per trent'anni avevano fatto quel tragitto ogni anno all'avvicinarsi del Natale per andare a recuperare l'albero. Terminato il Natale ci pensava qualcun'altro ad andarlo a rimettere li giù, ma andarlo a prendere era compito loro.
E come avevano fatto per tutti quegli anni la discesa a bordo del vecchio ascensore che scendeva con una lentezza allucinante la trascorrevano tenendosi per mano, quasi fosse stata la botte che gli avrebbe garantito la sopravvivenza da quel Maelstrom che li stava ingoiando.
- Quest'ascensore ogni anno rallentà un po' - notò Robert - tra qualche anno arriveremo per Pasqua! -
- Anche lui invecchia, non solo tu! - sorrise.
- Solo tu non invecchi, vero? - scherzò un po'.
- Io maturo! - ricambiò. Il tonfo sordo dell'ascensore giunto a fine corsa li avvisò che erano arrivati. Un secondo dopo le pesanti porte si aprirono con un rumore di ferro contro ferro che scatenò un brivido lungo le schiene dei due cugini.
Subito vennero avvolti dall'odore di chiuso che ogni luogo che non ha finestre possiede.
Un odore che è particolare e che è unico per ogni luogo e che è la somma di tutto quello che quel posto contiene.
Al loro arrivo si erano accese le luci e i cumuli di materiale che si erano accumulati in quel posto li salutarono quasi amichevolmente.
La maggior parte della roba era dei loro antenati, i loro genitori, i nonni, i bis nonni e via dicendo, ma c'erano anche molti scatoloni che contenevano cose che erano appartenute a loro.
Frugare li era come frugare nella storia della famiglia Autore.
- Immagino che non lo abbiamo messo appena fuori dall'ascensore - mormorò Robert gettando uno sguardo a destra e a sinistra dell'uscita - la tradizione cosi non sarebbe rispettata! -
- Già! - sorrise Marlene. A differenza di Robert a lei piaceva scendere li sotto, le piaceva mettersi a frugare tra i cumuli di roba accatastata, guardare dentro gli scatoloni e magari ritrovare una bambola che era stata la sua compagna di giochi quando era piccola.
Adorava perdersi tra le viuzze che gli scaffali e le montagne di cose creavano, trovare cose nuove e ritrovare anche quelle vecchie, quelle che trovava ogni anno e che andava a cercare per poter tornare con la memoria a quei giorni.
L'orsacchiotto di pelouche che Robert aveva vinto ad una giostra riuscendo, caso più unico che raro, a centrare una catasta di birilli con una palla da baseball. Aveva un occhio pendulo che si teneva solo per un filo ma per lei era stato un vero tesoro e non se ne era mai separata. Fin quando anche lui non aveva preso la via del Ripostiglio.
Una vecchia macchinina in metallo che invece lei aveva regalato a Robert. Una Lancia Fulvia di quelle che partecipavano ai rally, con le ruote di scorta sul portapacchi e tutta coperta di neve. Una ruota si era persa ed il parabrezza era incrinato, ricordo di uno scontro con una altra Lancia Fulvia, ma anche in queste condizioni Robert ci aveva giocato per anni e quando aveva smesso di giocarci l'aveva messa nel posto d'onore sulla sua scrivania. Fin quando un giorno anche lei aveva preso la via del Ripostiglio.
Per quanto un vecchio giocattolo, un libro, un vestito siano stati importanti nella tua vita e ti abbiano fatto compagnia per anni, per qualche misterioso motivo ad un certo punto tutti prendono la via del Ripostiglio.
Anche quei mattoncini con i quali ci avevi costruito basi lunari e ci avevi giocato usando delle biglie di vetro come personaggi, ad un certo punto hanno preso quella strada e sono scomparsi dalla tua vita. Come vecchi amici che non vedi più e ai quali ripensi con una nostalgia che ti attanaglia il cuore e ti fa sentire il tempo che passa.
- Andiamo? - domandò poi Marlene prendendo per una mano Robert. Si ritrovarono cosi, fianco a fianco di fronte al gigantesco Ripostiglio.
Una leggenda voleva che ci fossero delle zone ancora inesplorate ed ogni anno Marlene si riprometteva di trovarle.
Il nonno una volta gli aveva raccontato di un passaggio segreto che conduceva in una piccola stanza dove c'erano i suoi vecchi giocattoli, ma per quanto l'avessero cercato, quel misterioso passaggio a Nord-Ovest non era mai stato trovato. Ed il nonno si guardava bene dal rivelargli dove si trovasse.
- Se proprio dobbiamo! - mormorò stringendole la mano come aveva fatto la prima volta che erano scesi li sotto.
Era stato in posti davvero peggiori, ma tutti erano delle bazzecole in confronto al Ripostiglio.
Non c'erano mostri ad attenderli dietro gli angoli semi bui, non c'erano pazzi assassini o fanatici di qualche setta pronti a prenderli e a sacrificarli ad Azmiotecul.
C'erano solo dei ricordi.
C'era solo molta polvere.
C'era qualcosa che si era perso per sempre.
C'era, dietro quell'angolo e quell'altro ancora e anche dietro a quello li giù, quello sotto a quella luce fulminata, la loro infanzia, la loro pubertà, i loro giochi e i loro tesori che, ordinatamente alla rinfusa li aspettavano per ricordargli quello che erano stati.
E questo, per Robert era molto peggio di una villa sopra ad un gigantesco rituale di evocazione.
C'era quel piccolo vestitino di Marlene che aveva sporcato di zuppa di pesce un giorno di parecchi anni prima, e c'erano le lacrime che la sua cuginetta aveva versato su quel vestito ormai rovinato. Lo adorava. Erano state poche le volte che l'aveva fatta piangere ma tutte erano impresse nella sua memoria e quando risalivano a galla gli facevano ancora male.
 
         Lentamente si avventurarono nel Ripostiglio guardandosi intorno per scorgere l'albero di Natale che stavano cercando.
Ogni anno, terminate le feste lo smontavano, lo impacchettavano nuovamente e lo consegnavano alla loro tata, un donnone di quasi centoventi chili che stava con loro da quando avevano memoria, che si occupava di farlo tornare nel Ripostiglio.
Non sapevano se ce lo portava lei o se incaricava qualcun'altro di farlo. Sicuramente non ci pensava Delphine, la giovane cameriera che da qualche anno la aiutava nel mandare avanti la villa. Era terrorizzata dai posti vasti e poco illuminati e non si avvicinava mai neanche alle biblioteche. Forse se ne occupava qualche agente della Pattuglia, di quelli che avevano il compito di garantire la sicurezza della villa in maniera discreta e poco visibile, ma loro preferivano immaginare la loro tata entrare nell'ascensore con il pacco sotto un braccio, arrivare nel Ripostiglio e andare a cercare il posto dove sistemarlo. Mai lo stesso.
In trent'anni non lo avevano trovato mai nello stesso posto.
E s'immaginavano questo donnone immenso, era stato cosi sin da quando l'avevano vista per la prima volta stando nella culla, muoversi nelle viuzze, superando piccoli monticelli di scatoloni e bauli, ricordandosi di volta in volta dove l'aveva messo l'ultima volta e andando infine a sistemarlo da qualche parte.
Magari poi, nel viaggio di ritorno, si fermava anche lei a guardare qualche vecchio giocattolo, magari lo prendeva anche, gli toglieva un po' di polvere e lo sistemava in bella vista in modo che l'anno successivo loro lo potessero vedere subito.
A volte capitava che qualcuno gli chiedesse se fosse stato difficile crescere in quella famiglia. I genitori perennemente impegnati con il lavoro, i nonni impegnati in altre cose, ma a loro non era mai mancato l'affetto.
Ne dei loro genitori, ne dei nonni che quando serviva c'erano sempre, e ne della loro tata che, quando serviva era gentile ma poteva anche essere severa.
E poi non gli era mai mancato il loro di affetto.
Con pochi mesi che li separavano erano sempre stati insieme e non c'era nessun ricordo che non fosse di loro due, appunto, insieme.
Ed immaginandosi quindi la loro tata che sceglieva il posto dove mettere l'albero decisero che strada prendere girando a destra invece che a sinistra.
Il razionale della scelta?
- Secondo te, di qui la tata ci passa? -
- Non senza causare un terremoto! -
- Allora ha girato di qua! -
E via continuando a camminare guardandosi sempre intorno per cercare un vecchio ricordo.
 
         Ad un certo punto della loro vita, poi, avevano iniziato a fare, durante quel viaggio, un consuntivo di quell'anno.
Cosa avevano fatto, cosa non avevano fatto e cosa avrebbero voluto fare.
Di solito questo accadeva intorno alla terza, quarta ora del viaggio.
Si fermavano qualche minuto per riposarsi e mangiare qualcosa e, guardandosi in volto iniziavano a parlare.
A volte l'anno che si stava apprestando a finire era stato particolarmente felice, altre volte era stato una via di mezzo, qualche volta era stato duro e difficile.
Quell'anno era stato uno di quelli da via di mezzo.
Il solito best seller per Robert, niente storia d'amore ne frattempo causa fidanzamento con Marlene, qualche acciacco, qualche amico che si era perso per strada e che non sarebbe più tornato.
Un consuntivo che si chiudeva, come ogni anno, con un abbraccio ed un bacio.
- Quest'anno niente amori fugaci? - gli domandò Marlene.
- Sono un tipo fedele, lo sai! - le rispose sorridendo - E tu? -
- Un mezzo pensierino nei confronti di Delphine l'ho fatto - sorrise a sua volta, non era certo un mistero che Marlene fosse omosessuale e che tranne Robert avesse avuto storie d'amore solo con ragazze - ma credo che a lei piaccia tu, quindi ho evitato! -
- Potrei provarci io, allora - sogghignò.
- Tu fallo e vedrai che fine faccio fare al tuo strumento di piacere! - ghignò a sua volta.
Che relazione strana la loro. E quando si soffermavano a pensarci non riuscivano a capacitarsi di come fossero riusciti a mantenerla per tutti quegli anni.
Sin da piccoli sembravano destinati a stare insieme. D'altronde non era una cosa nuova per la loro famiglia che annoverava anche una coppia di gemelli. Si, avete capito bene, coppia in tutti i sensi. Per cui non ci sarebbe stato nulla di male, o di strano, se anche loro si fossero messi insieme.
Poi ci fù Francoises però, la prima fiamma di Robert, un amore che nacque in campeggio e morì, molti anni dopo tra alti e bassi e piccole scappatelle di Robert che si, era fedele, ma che non riusciva a non innamorarsi di tanto in tanto.
Dopo di lei ci furono varie altre storie, delle one shot tanto per rimanere in tema. Andava da qualche parte per scrivere un libro, incontrava una ragazza, se ne innamorava e dopo qualche mese tutto finiva.
L'aveva definita sindrome di Dylan Dog, avete presente immagino. Una nuova donna quasi ad ogni albo. Lui quasi ad ogni libro.
Marlene invece ad un certo punto, intorno alla nascita della storia d'amore tra Robert e Francoises aveva deciso di essere omosessuale.
Neanche lei sapeva se lo era o meno, però per decisione presa quella fu la strada che iniziò a intraprendere.
Non ci fu mai la vera storia d'amore nel suo caso. Piccole relazioni molto fugaci e veloci. La più lunga due mesi la più breve dieci minuti. E nel frattempo rimaneva comunque sempre accanto a lui che, d'altro canto alla fine ritornava sempre accanto a lei.
Ua relazione davvero strana, non trovate?
- Gelosa? - le ribatté.
- Si, di Delphine! - ammiccò prima di baciarlo - Che coppia strana che siamo! -
- Se mai scrivessi una storia d'amore cosi penso che non venderei neanche una copia! - sorrise ricambiando il bacio, poi, superandola con un balzo - Eccolo! - afferrò un involto bianco.
- E anche quest'anno siamo riusciti a trovarlo! - disse guardando il vecchio albero di natale che Robert sorreggeva con una mano. I primi anni erano costretti a portarlo in due, adesso lo si poteva reggere con una mano sola. Anche questo un segno del tempo che passava.
- E guarda qui cosa c'è - le indicò una vecchia cornice che chi aveva sistemato l'albero in quel punto aveva messo proprio sotto l'involto.
- Da piccolo eri davvero carino, sai! - prese la cornice soffermandosi a guardare la vecchia foto che li ritraeva uno accanto all'altro, mentre si tenevano per mano proprio sotto a quell'albero.
- Anche tu non scherzavi però! - si fissò a guardare anche lui la foto.
- Buon Natale! - gli augurò.
- Buon Natale anche a te! - ricambiò.
Neanche quell'anno avevano trovato la fantomatica stanza segreta, ma in compenso avevano ritrovato di nuovo i loro ricordi ed anche, un po', loro stessi. Nascosti nel Ripostiglio polveroso che era la loro memoria e quel posto.
- E Buon Natale a tutti! - dissero infine rivolgendosi verso il Lettore Paziente che era giunto fino a quel punto insieme a loro.

 

 iniziato il 10 Dicembre 2007
terminato il 20 Dicembre 2007


 

Quattro Chiacchiere Con L'Autore

 

        Intanto Buon Natale a Tutti Voi.
Questa storia leggermente natalizia in un certo senso si ricollega ad altre one shot scritte sul mio personaggio preferito, Robert Autore e ce lo mostra in panni decisamente diversi da quelli ai quali sono abituato a farlo calare.
All'inizio, lo ammetto, non sapevo dove andare a parare con questa storia. Volevo solo scrivere qualcosa per fare gli auguri al Lettore Paziente, poi, mano a mano che andavo avanti si è delineata la figura di questo Ripostiglio, un po' immenso, dove vanno a finire tutti i ricordi della vita. Un magazzino che abbiamo tutti, nella nostra mente. La nostra memoria.
E mentre scrivevo mi sono tornate in mente davvero molte cose di parecchi anni fa. Vecchi giocattoli ai quali ero legato e che ad un certo punto sono scomparsi, anche vecchi amici di cui ho perso le tracce, ed è venuta fuori una storia che in alcuni punti è anche un po' malinconica.
Spero mi perdonerete per questo.
E non ho altro da dire se non unirmi a tutti i miei personaggi per augurare a Tutti Voi, Lettori Pazienti un Buon Natale.
     
Hasta Luego
   
 
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