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Autore: CHiBI cHU    26/12/2007    5 recensioni
Ormai erano già le undici del mattino. Il sole era alto nel cielo, mentre delle graziose nuvole bianche si muovevano lentamente. Un aquilone, arancione e dalla forma simile a quella di un rombo, veniva trascinato in alto da una bambina dagli occhi e dai capelli color cielo.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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we can be heroes, just for one day

we can be heroes, just for one day

 

 

Saranno state le sette del mattino quando il principe dei saiyan aprì finalmente gli occhi.

Dopo essersi dato una veloce rinfrescata, decise per quel giorno di allenarsi all’aria aperta.

Ritornò in camera e aprì la finestra, mentre un debole fascio di luce illuminava la donna che dormiva nel letto.

-Ehi- disse lei quando ebbe il sole negli occhi –dove stai andando?- lo sguardo era ancora bieco, e la voce si udiva appena.

-Ad allenarmi. Torno per pranzo.- fu la risposta di lui, che balzò fuori dalla stanza e prese a volare per una meta sconosciuta.

Lei si ributtò sul letto e subito si riaddormentò, senza nemmeno aver dato peso alla risposta di lui.

 

Ormai erano già le undici del mattino. Il sole era alto nel cielo, mentre delle graziose nuvole bianche si muovevano lentamente.

Dei piccoli piedi, indossanti piccole scarpette laccate di rosso, correvano per il giardino che circondava la Capsule Corporation.

Una risata liberatoria, allegra e leggera si diffondeva intorno, mentre un leggero vento di fine primavera le passava accanto.

Un aquilone, arancione e dalla forma simile a quella di un rombo, veniva trascinato in alto da una bambina dagli occhi e dai capelli color cielo.

Oltre alle scarpette di vernice rossa la bimba in questione indossava un vestitino bianco con alcuni fiori, e i capelli erano legati in due ciuffetti, uno sul lato destro del viso e uno sul lato sinistro.

La bambina corse intorno al grande albero del giardino, ma si fermò quando vide che il suo bell’aquilone si era impigliato tra i rami di quest’ultimo.

-Uffi- borbottò tirando il filo. Continuò a strattonare per dieci minuti buoni, quando, più per pigrizia che per altro, chiamò la madre.

-Mammaaaaaaa!! Mammaaaaaaaa!- nessuna risposta. La bambina non si mosse nemmeno di un passo, ma alzò il tono della voce provocando uno strillo ancora più acuto.

-Maaaaaaaaaaaaaammaaaaaaa!-

-Insomma Bra!- Bulma scostò le tende della finestra a vetri e lanciò uno sguardo severo alla figlia.

-Cos’hai da urlare?-

-L’aquilone!- la bimba indicò l’oggetto arancione ancora impigliato tra i rami e corse verso la madre. Si aggrappò ai pantaloni di lei e fece gli occhietti dolci.

Bulma guardò l’aquilone. Era decisamente troppo in alto, non ci sarebbe arrivata nemmeno con una scala.

Non poteva contare sull’aiuto di Trunks, visto che era in caposcuola già da due giorni. E nemmeno su quello di Vegeta, visto che quella mattina aveva tagliato la corda piuttosto presto.

-Uff- la donna prese una mano della bambina e si avvicinò all’albero con aria annoiata.

 

-Maledizione!-

Vegeta tirò un ultimo calcio al suo nemico immaginario e poi si sedette a terra, piuttosto stanco e madido di sudore.

Nonostante avesse accettato di essere ormai il “secondo” tra i guerrieri più forti dell’universo, non aveva smesso di allenarsi. In fin dei conti era sempre un saiyan, e non poteva sopportare l’idea di stare senza far nulla.

Alzò lo sguardo, la mente imperlata di sudore.

Un deserto roccioso si alzava di fronte a sé. Era molto simile a quello in cui aveva svolto il primo combattimento contro Kakaroth.

Kakaroth… per un motivo o per l’altro, quel saiyan era sempre nei suoi pensieri.

Kakaroth, l’essere più forte dell’universo… Kakaroth, quel saiyan così forte ma tanto dolce e gentile. Kakaroth, l’unico, vero e indiscusso EROE dell’universo…

Si asciugò con il braccio il sudore della fronte e indossò una maglietta a maniche corte blu.

Per oggi poteva anche bastare, pensò. Incrementò leggermente la sua aura e si diresse verso la Capsule Corp.

 

-Tesoro, mi dispiace, ma non ci arrivo.-

-Allungati un po’ di più!-

Bulma allungò il braccio ancora di più, ma lo sforzo fu vano. Con cautela scese dall’albero e con un saltello atterrò di fronte alla bimba.

-Mi dispiace cara ma proprio non ci arrivo.- La donna si abbassò al livello della figlia e le fece una delicata carezza sulla guancia destra. -Te ne comprerò un altro, persino più bello.-

-Ma io voglio quello!- Bra incrociò le braccia e fece un musino triste. –perché non lo chiediamo a papà?-

-Papà non è in casa tesoro… su, non fare quella faccia!- Bulma prese la figlia in braccio e le sorrise.

-Ci sono tanti aquiloni più belli! Perché ci tieni tanto a quello?-

-Me lo ha regalato la zia Videl! Pan ne ha uno uguale!-

Bulma fece una smorfia. Era davvero dispiaciuta per sua figlia, ma davvero non sapeva come risolvere la questione. Sapeva inoltre che quella bambina aveva ereditato un caratterino niente male, e che niente al mondo l’avrebbe distolta ora da quell’aquilone.

 

-Cos’è questo affare?- Vegeta era in alto, di fronte a loro. In mano l’aquilone di Bra. Atterrò e scrutò l’oggetto con interesse. Non aveva mai visto quel “coso” da così vicino, di solito li vedeva sempre in cielo.

-Il mio aquilone!- Bra sgusciò dall’abbraccio della madre e si lanciò verso il padre.

-Grazie papà! Sei il mio EROE!- Gli abbracciò una gamba, prese l’aquilone e poi tornò a correre per il giardino, mostrando al cielo quel suo oggetto a lei così prezioso.

 

Vegeta rimase come impietrito per un attimo. Bulma gli sorrise poi cominciò a correre dietro la figlia seguendo la scia che formava quell’aquilone.

 

In fondo, pensò Vegeta, non c’è bisogno di salvare l’universo per poter essere considerato un EROE...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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