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Autore: Francy_92    10/06/2013    3 recensioni
Emily è una ragazza di diciotto anni che, per il secondo anno di fila, frequenta il villaggio estivo. Durante la fine della scorsa estate Emily "conosce" un ragazzo, Gabriel, che non sa nemmeno che lei esiste. La sua unica opportunità è approfittare dei tre mesi estivi che verranno. Riuscirà Emily a conquistare il bel Gabriel?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Buon pomeriggio!
Vi state chiedendo: cosa ci fa questa pazza qui? Perchè sta pubblicando qualcosa adesso? Di lunedì?!
Beh, mi è stata commissionata una one-shot, e tra ieri e oggi ho elaborato qualcosa.
Spero vi piaccia ;)


Fascino estivo

 
Emily stava ricontrollando la valigia per l’ennesima volta.
Jeans, T-shirt, canottiere, pantaloncini, shorts, costumi da bagno.
Odiava l’estate e odiava trascorrerla in un villaggio per soli ragazzi dai 16 ai 25 anni. Si chiedeva spesso cosa ci facessero dei venticinquenni in un posto pieno di “marmocchi”, come la definiva la sua migliore e unica amica, Joanne, che aveva conosciuto proprio in occasione dell’estate precedente al villaggio. Una volta glielo aveva chiesto, e Joanne aveva risposto che era soltanto per conoscere qualcuno di interessante e per fare belle esperienze, ma Emily pensava che, almeno i ragazzi dai ventuno anni in su, frequentavano quel villaggio per tre mesi, soltanto per sedurre quelli più piccoli e dirsi addio una volta chiusa la stagione estiva. Praticamente, un’avventura estiva di tre mesi che non avrebbe avuto ripercussione su nessuno durante il resto dell’anno.
Emily trascorreva l’estate in quel villaggio soltanto da due anni e prima di allora non aveva conosciuto nessuno che restasse così tanto a lungo nella sua vita. Joanne era la prima sua amica che, anche dopo l’estate, era rimasta in contatto con lei. Si erano conosciute durante il falò della prima sera e, nonostante le differenze d’età, erano entrate subito in sintonia. Durante tutti i tre mesi Joanne aveva provato a farle conoscere qualche ragazzo carino della sua età, ma nessuno era attratto da Emily e, neanche lei, sembrava particolarmente interessata ai ragazzi di quel villaggio, tanto da subire l’imbarazzante domanda che le rivolse Joanne una sera, davanti un film.
«Sei lesbica, per caso?!»
Emily si era voltata di scatto ed era scoppiata a ridere, beccandosi un’occhiata stupita dall’amica. Con pazienza, però, le aveva spiegato il motivo per cui non le piaceva nessuno dei ragazzi in quel campus.
«Sembrano tutti dei cafoni e soltanto dagli sguardi capisco cosa vogliono. Non sono interessata ad un’avventura estiva e non so nemmeno se sono interessata ad una relazione, quindi non mi importa se non frequento nessun ragazzo»
Da quel momento in poi Joanne non aveva più interferito… direttamente. Come un burattinaio aveva mosso i fili della vita di Emily dietro le quinte, facendo in modo che conoscesse dei ragazzi e che tutto sembrasse naturale.
Alla fine, soltanto uno aveva catturato l’attenzione di Emily, ma purtroppo per lei, era già arrivato il momento di fare i bagagli e ritornare a casa.
Emily non ne aveva parlato con Joanne, avendo paura che l’amica cominciasse a combinare incontri e sceneggiate varie, ma Joanne sapeva quanto Emily tenesse a quell’incontro l’estate prossima.
«Emily…» Joanne era appena entrata in camera sua urlando il suo nome e prolungando un po’ più del dovuto il suono della i.
«Sono quassù»
Sentì i suoi passi sulla moquette del corridoio e, qualche istante dopo, mentre lei era intenta ad ispezionare la valigia, sicura di aver preso tutto, la sua bionda, alta e maliziosa amica varcò la soglia della sua stanza con un sorriso a trentadue denti sulle labbra. Sorriso che si spense nel momento in cui posò il suo sguardo su Emily.
«Che diavoleria ti sei messa addosso?» chiede togliendosi gli occhiali da sole e agganciandoli allo scollo della sua striminzita canottiera rosa confetto.
«Ehm, non va bene?» chiese Emily guardandosi allo specchio.
«Vuoi davvero arrivare al villaggio con questa orrenda e sforme salopette?»
«Mi sembrava una buona idea…»
«Toglila! Immediatamente! E non metterla nemmeno in valigia»
Emily guardò male l’amica, dopodiché si liberò dell’indumento. Frugò tra i vestiti che aveva messo in valigia e, pescati un paio di pantaloncini, indossò quelli e si voltò di nuovo verso Joanne che adesso sembrava molto più soddisfatta del risultato.
Joanne lavorava in una rivista di moda, ma di moda non ne capiva niente in realtà. Conosceva soltanto i nomi dei più importanti stilisti e mostrava particolare cura per i giusti abbinamenti. Non le importava se un capo non fosse firmato; poteva anche provenire dai grandi magazzini, ma se abbinato nel modo giusto poteva “spaccare”, come diceva spesso lei.
«Adesso sei perfetta. Metti un po’ di mascara, un po’ di lucidalabbra e sciogli i capelli! Il tuo Gabriel resterà a bocca aperta»
Emily spalancò occhi e bocca, incredula che Joanne avesse pronunciato proprio il nome del ragazzo che aveva visto l’estate scorsa ma che non aveva avuto modo di conoscere perché erano appena terminate le vacanze.
«Come fai a saperlo?»
«Tesoro, ogni volta che lo nominavo durante l’inverno ti si illuminavano gli occhi»
«Ma tu come fai a conoscerlo?!» chiese incredula Emily.
«Oh, lavora con me al giornale»
E non mi hai detto assolutamente niente?!” pensò Emily, ma poi si ricordò che non aveva fatto parola a nessuno di quella sua insignificante cotta, nemmeno con Joanne, anche se un po’ si aspettava che l’amica scoprisse che era interessata ad un ragazzo.
«Capisco» mormorò Emily abbassando lo sguardo sulla valigia. La chiuse e la mise sul pavimento.
In quel momento si diede della sciocca. Se avesse parlato di Gabriel a Joanne, molto probabilmente lei avrebbe fatto in modo che si incontrassero e magari durante l’estate avrebbero avuto modo di stare più tempo insieme.
«Sapevo che eri interessata a lui» disse Joanne mentre aiutava Emily a portare la valigia di sotto e caricarla sull’auto. «Ma non ho voluto intromettermi perché sei stata parecchio impegnata con l’università»
«Già…» disse solamente.
«Se me lo permetti posso farvi conoscere. Lui sa che tu esisti»
«Davvero? Cioè, voglio dire… è assurdo» Lo sguardo di Emily assunse due espressioni diverse in meno di due secondi: da felice e speranzoso a corrucciato e incredulo.
«Si, davvero. Non occorre che ti nascondi da me. Questo è il mio ultimo anno al villaggio così come lo è per Gabriel. Vedi di darti una mossa»
«Non credo lui possa essere interessato a me»
«Buongiorno!» le salutò qualcuno che scese dalla macchina proprio in quel momento. «Ti serve aiuto con la valigia?» Gabriel fece il giro della macchina posizionandosi davanti ad Emily.
Era bello, alto, moro, occhi azzurri come il cielo e un sorriso da mozzare il fiato. Gabriel era davanti a lei che si stava comportando da stupida.
Joanne, che cercava di trattenere le risate, diede un colpetto di gomito all’amica che cercò di riprendersi. «Oh… ehm, cosa?»
«Ho chiesto se ti serve aiuto con la valigia» disse di nuovo il ragazzo.
«Si, certo. Ti ringrazio» mormorò Emily in imbarazzo. Di certo non si aspettava che il ragazzo che aveva popolato i suoi pensieri e i suoi sogni per nove mesi era lì a chiederle se avesse bisogno di aiuto con la valigia.
«Figurati. Sono Gabriel, comunque» le porse la mano dopo aver sistemato la valigia nel bagagliaio.
Emily la strinse, sperando di non stritolargli la mano. Era nervosa e quando lo era si sfogava stritolando qualsiasi oggetto inanimato le si presentasse davanti.
«Emily» rispose lei sorridendo mostrando i denti.
«Di sicuro ci divertiremo quest’anno al villaggio» mormorò il ragazzo chiudendo il cofano e facendole l’occhiolino.
Emily si voltò verso Joanne che guardava entrambi in maniera soddisfatta. “Sicuramente c’è il suo zampino” pensò Emily guardandola con gli occhi ridotti a fessura.
«Poi mi ringrazierai» le sussurrò all’orecchio prima di salire in macchina, sui sedili posteriori.
Emily si schiarì la voce, sistemò le ciocche di capelli che erano sfuggite alla cosa e salì in macchina.
«Pronte?» chiese Gabriel accendendo l’auto.
Emily lo guardò e si rese conto che anche lui la stava già guardando. Annuì e si allacciò la cintura.
Durante il viaggio i tre ragazzi ascoltarono tanta musica, mentre Gabriel chiedeva ad Emily quali erano i suoi gusti in fatto di musica, libri e film. Con stupore, un po’ di paura, ma anche un po’ di eccitazione, si rese conto che Joanne si era addormentata dietro di loro. Questo significava che Gabriel e lei erano relativamente da soli.
Continuarono a scherzare e a raccontarsi un po’ delle loro vite, senza entrare troppo nei particolari e con grande interesse, Emily si accorse che lei e Gabriel avevano in comune molte più cose di quanto credesse e si aspettasse.
«In che stanza sei?» le chiese Gabriel davanti l’entrata dell’edificio, dopo lo smistamento di decine e decine di ragazzi e ragazze.
«Nella 266, ala est. Tu?»
«Nella 202, ala ovest. Direi che siamo sullo stesso piano»
Emily lo guardò negli occhi mentre lui le lanciava uno dei suoi sorrisi.
«Bene, ragazzi!» urlò Joanne arrivando alle loro spalle «Io vado a darmi una rinfrescata. Ci vediamo dopo»
Gabriel ed Emily annuirono e la salutarono, prima che entrambi facessero lo stesso e si ritirassero nelle proprie camere.
Emily non riusciva ancora a credere a quanto successo nelle ore precedenti. Aveva davvero trascorso due ore e mezzo con quel ragazzo?! Probabilmente si, altrimenti aveva qualche forma di tumore al cervello che le faceva venire le allucinazioni. Ma lo aveva toccato. Si erano stretti la mano, quindi doveva essere vero.
Doveva assolutamente parlare con Joanne!
Sperava che quella sera al falò sarebbe successo qualcosa, ma aveva anche paura di prendere una grande cantonata. Lui era più grande di lei, almeno sei anni, e sembrava essere interessato alle ragazze più grandi di Emily che, al contrario di tutte le altre e dell’amica, non spiccava certo per le sue particolari qualità fisiche. Aveva anonimi capelli castani e pelle chiarissima ed era magra. L’unica cosa su cui aveva sempre contato erano gli occhi. Credeva che il blu delle sue iridi avrebbe fatto cadere qualcuno ai suoi piedi; si sarebbe innamorato di lei, insomma, ma questo non era mai successo e dubitava potesse accadere con Gabriel che sembrava tutt’altro che interessato a lei, mentre raggiungevano la spiaggia.
Emily aveva indossato un paio di pantaloncini e una maglietta extralarge. Aveva raccolto i capelli in una treccia ed era uscita dalla sua camera dirigendosi verso il luogo di incontro con gli altri. Avrebbe voluto che Gabriel venisse a prenderla in camera sua e che, durante il tragitto, lui provasse a tenerla per mano, ma sapeva che questo non sarebbe successo. Non nutriva particolari speranze riguardo questa situazione. Non voleva illudersi e comunque Gabriel, in quelle ore, non gliene aveva mai dato motivo. Insomma, alla fine, si erano comportati come due persone che si sono conosciute da poco.
Emily si chiese come avrebbe fatto se lui non fosse interessato a lei. Non era questione di vita o di morte, ma dopo un lungo inverso a fantasticare su come sarebbe stata lei al suo fianco, adesso credeva che se lui l’avesse respinta ci sarebbe rimasta molto, molto male.
Poi, c’era quella piccola luce di speranza che le faceva immaginare che Gabriel la corteggiasse perché realmente interessato a conoscerla e frequentarla.
«Ehi, straniera! Sei già qui»
Qualcuno catturò la sua attenzione. Si voltò e trovò il bellissimo volto di Gabriel che le sorrideva a qualche metro di distanza. «Vieni, voglio presentarti delle persone» disse avvicinandosi a lei e prendendola per mano e in quel momento il cuore di Emily batteva furioso all’interno della gabbia toracica.
Emily provò a fare qualche respiro profondo, cercando di calmarsi, ma non riuscì nell’impresa. La sua mano a contatto con la sua pelle era una sensazione meravigliosa, pensò Emily chiudendo per un attimo gli occhi e godendosi quel tocco.
«Emily, questi sono i miei amici: Cam, Jackson e Neal. Ragazzi, questa è Emily, l’amica di Joanne»
«E’ un piacere conoscerti» risposero i ragazzi sorridendole.
«Il piacere è mio» rispose lei timida.
«Vieni, andiamo a sederci al nostro posto» disse Gabriel. La sua mano stava scendendo lungo quella di Emily. Lei avrebbe voluto intrecciare le dita a quelle di lui, ma resistette alla tentazione e lasciò perdere.
«Joanne non viene?» chiese lei pentendosene un secondo dopo. Era amica sua, avrebbe dovuto saperlo lei.
«No, non credo. Mi ha detto che aveva delle questioni da sbrigare»
«Ah ok…»
Gabriel le sorrise indicandole un tronco accanto alla riva. «Questo è uno dei posti più belli di tutto il villaggio»
«E tu hai l’esclusiva?»
«Si, è tutto mio»
«Da quanto tempo vieni al villaggio?» chiese Emily.
«Lo scorso anno è stato il primo. Peccato che io non sia venuto prima»
«Non ti sei perso niente»
I due continuarono a parlare durante l’accensione del falò, durante tutta la sua durata e anche quando tutti gli altri cominciarono a ritirarsi per le proprie attività.
Era quasi notte fonda quando Gabriel chiese a Emily se fosse stanca o se volesse muoversi da lì. Lei avrebbe voluto restare tutta la notte in sua compagnia in quel posto, ma pensò che, se Gabriel glielo avesse chiesto, significava che lui fosse lui quello stanco di stare lì. «Possiamo andare se vuoi» rispose quindi la ragazza.
Lui annuì e, senza contatti fisici, si diressero verso gli appartamenti. Restarono in silenzio ed Emily non seppe come interpretarlo. Era un silenzio imbarazzante o non avevano più niente da dirsi?
«Emily?» Gabriel la chiamò fermandosi un po’ più indietro di lei che si voltò e lo raggiunse.
«Che succede?»
«Dovrei parlarti di una cosa»
Oddio” pensò Emily cominciando a sentire il battito accelerato del suo cuore. «Certo. Dimmi pure»
«Io ti piaccio, vero?»
A quelle parole Emily restò di sasso, come una statua di sale! Sentì il calore salirle sul viso che era sicura fosse diventato rosso porpora. Come diavolo gli veniva in mente di farle una domanda del genere?! Era vero si, ma non pensava che glielo avrebbe mai chiesto in questo modo.
«Ehm…» Emily provò a dire qualcosa, ma il suo cervello sembrava essersi azzerato. Cosa gli avrebbe detto?!
«Si o no, Emily. È facile»
Facile… per te, forse!
Emily si guardò intorno, abbassò poi lo sguardo e strofinò le mani sulle braccia. Fece un respiro profondo e decise che avrebbe optato per la verità. Non serviva a niente mentire e poi voleva che lui lo sapesse anche se aveva molta paura della sua risposta. «Beh, piaceresti a chiunque, quindi direi di si»
Lui sorrise dolcemente, ma sembrava distratto da qualcosa. «Lo immaginavo. Ho notato i tuoi sguardi lo scorso anno»
Oh, accidenti! Emily non avrebbe mai immaginato una cosa del genere. Credeva di essere stata discreta, invece, lui sapeva!
Le guance di Emily erano ancora del colore dei pomodori, ma ringraziò la penombra attorno a loro. «Ok, quindi?» chiese lei incrociando le braccia al petto, un po’ come se volesse proteggersi da quello che lui le avrebbe detto.
«Quindi, sono onorato. Insomma… non capita tutti i giorni di ricevere le attenzioni da una bella ragazza come te, ma credo che dovremo mantenere i nostri rapporti sul livello dell’amicizia»
Il cuore di Emily sembrò sprofondarle nel petto. Non pensava facesse così male la delusione, il rifiuto…
«Oh, si… certo. Insomma…» Emily non sapeva che dire. Scosse la testa e annuì «Si, ok»
«So che avresti voluto di più»
«Vorrei rientrare, per favore» disse Emily abbassando lo sguardo. Improvvisamente sentiva soltanto gelo dentro e fuori il suo corpo. Il calore che l’aveva avvolta poco prima sembrava essere un lontano ricordo. Era diventata improvvisamente pallida.
«Certo. Ti accompagno»
«No, posso fare da sola la strada»
«Emily…» Gabriel la chiamò evidentemente dispiaciuto, ma lei non ne volle sapere e continuò per la sua strada, trattenendo le lacrime almeno fino alla sua camera. Poi avrebbe potuto sfogarsi contro il suo cuscino.
Sapeva che Gabriel era fuori dalla sua portata, ma non pensava che sarebbe mai successo. Pensava o forse sperava che lui la considerasse qualcosa in più che una semplice amica, invece la realtà era dura da accettare e faceva veramente schifo! Lei non voleva essere sua amica e se non poteva essere altro, allora non voleva averci a che fare.
Lei lo desiderava intensamente, ma non soltanto per il suo fisico. Aveva scoperto che era bello dentro quanto lo era fuori e nessuna si sarebbe lasciata sfuggire un ragazzo come lui. A quel pensiero Emily emise un gemito di dolore che si riverberò subito attorno al suo cuore, stringendolo come una morsa e facendola piangere ancora di più.
Come avrebbe potuto sopportare l’intera estate al villaggio e con lui nello stesso corridoio?!
Sarebbe stata un’impresa cercare di evitarlo. Avrebbe chiesto a Joanne di non farglielo avere più tra i piedi. Magari lei poteva passare il tempo con lui, mentre lei se ne stava tranquilla sulla spiaggia. In fondo, loro si conoscevano.
Emily passò la notte tra le lacrime, dandosi ripetutamente della stupida. Sapeva perché Gabriel lo aveva fatto. Anche lei avrebbe messo in chiaro come stavano le cose se un ragazzo avesse manifestato interesse nei suoi confronti e lei non fosse stata interessata. Lei lo capiva e questo le faceva più male, perché sapeva il motivo per cui lui le aveva detto che potevano essere soltanto amici.
Il mattino successivo, Emily si svegliò con un mal di testa da record. Si alzò dal letto, anche se avrebbe continuato a dormire, ma gli altoparlanti del villaggio cominciarono a sparare musica a tutto volume, quindi era impossibile restare sotto le lenzuola.
Dopo una sosta veloce al bagno, si preparò per fare la doccia. Cercava di non pensare a quanto successo dodici ore prima. Voleva soltanto andare in spiaggia e prendere il sole e magari sonnecchiare un altro po’.
Dopo la doccia, indossò il bikini, i pantaloncini e si diresse in spiaggia, saltando anche la colazione perché sapeva che lui sarebbe stato lì e non voleva incontrarlo.
«Ehi! Ma che fine hai fatto?! Non hai visto i miei messaggi?» Joanne si avvicinava all’amica a passo spedito sul suo tacco dodici.
«No, credo proprio di no. Sto andando in spiaggia. Ci vediamo dopo» rispose Emily inforcando gli occhiali e lasciando l’amica basita e incredula.
Emily sapeva che Joanne era a conoscenza di quello che era successo la sera prima con Gabriel e proprio per questo motivo lei non voleva continuare a parlare.
Al mare c’era poca gente. Soltanto i bagnini che sistemavano le loro attrezzature sulle loro postazioni. Emily scelse un punto qualsiasi della spiaggia e piantò il suo ombrellone sulla sabbia soffice e bollente. Già alle nove del mattino il sole era rovente. Spalmò la crema solare sul corpo e adagiò il telo da mare nel punto dove l’ombrellone creava la sua ombra.
Si distese e, con gli occhiali ancora addosso, chiuse gli occhi e provò ad immaginare di non trovarsi lì.
«Emily…»
Qualcuno la stava strappando al suo sogno… qualcuno che avrebbe avuto sicuramente un buon motivo per svegliarla.
«Emily, svegliati…»
La ragazza mormorò qualcosa, poi aprì gli occhi, trovandosi davanti il bellissimo volto di Gabriel. Si mise in posizione eretta, si tolse gli occhiali e lo guardò. Indossava un costume attillato, molto… Emily deglutì e posò i suoi occhi azzurri su quelli color cielo d’estate di lui.
«Ciao» mormorò Emily schiarendosi la voce.
«Ciao…» rispose lui scoccandole un sorriso.
«Che ci fai qui?» chiese lei cercando di distogliere lo sguardo da quello sguardo assurdamente attraente.
«Ti stavo cercando. Non sei venuta a fare colazione e Joanne mi ha spiegato che eri in spiaggia»
«Si, non avevo molta fame» Emily si guardò intorno e, rendendosi conto che il sole era più alto nel cielo rispetto a quando era arrivata quella mattina, decise di andare via per mangiare qualcosa, perché adesso cominciava a sentire lo stomaco brontolare. Si alzò, raccolse le sue cose e si volse verso Gabriel. «Ci vediamo» mormorò sorridendogli a stento.
«Come? Io ti cerco e tu adesso te ne vai?»
«Hai bisogno di qualcosa?» chiese Emily alzando gli occhiali sulla testa.
«No, niente. Volevo soltanto chiederti come stavi»
«Sto bene» mormorò deglutendo più volte. Quella bugia era la più terribile che avesse raccontato negli ultimi anni, perché non stava bene. Voleva che Gabriel gli chiedesse di provare a stare insieme e che la prendesse tra le braccia e la stringesse forte.
Si concesse un’unica occhiata verso di lui e notò che era sinceramente dispiaciuto, o almeno era quello che voleva credere lei. Decise quindi, di tentare un’ultima volta e se non sarebbe successo niente, avrebbe lasciato perdere e avrebbe provato anche a lasciarsi alle spalle questa situazione. «Ti va di pranzare con me?» chiese leggermente imbarazzata.
«Si, volentieri»
Emily sorrise e dirigendosi verso il ristorante del villaggio provò a distogliere lo sguardo da lui che le camminava accanto. «Vuoi che lo porti io l’ombrellone?»
«No, va bene così. Grazie»
Lui le sorrise e, per il resto del tragitto, restarono in silenzio.
Emily lasciò tutto nel suo armadietto prima di andare al ristorante, così, entrambi in costume, si accomodarono ad uno dei tavoli posti all’esterno.
«Cosa ti va di mangiare?» chiese Gabriel.
«Hm…» Emily diede una veloce occhiata al menu e optò per l’insalata di riso.
«Emily, volevo chiederti scusa per come ti ho trattata ieri sera»
«Non hai nulla di cui scusarti, davvero. Sto bene»
«Lo vedo che sei arrabbiata con me»
Emily si lasciò sfuggire una debole risata, ma disse subito «Forse lo ero ieri sera, ma ho capito che non dipende da te. È normale che potrei non piacerti. Magari tra qualche giorno tu non mi piacerai più»
«Non è che non mi piaci. Sei molto bella, Emily. Mi piaci sia dentro che fuori… è solo che non ti vedo in quel modo»
Le guance della ragazza presero fuoco all’istante, ma cercò di trattenere l’impulso di coprirsi con qualsiasi cosa o di farsi aria con la mano. «Certo, lo capisco» disse infine.
«Mi dispiace…»
«Come ti ho già ripetuto: non devi scusarti. È tutto ok»
«Sicura?»
«Si»
«Quindi, se durante questi mesi voglio passare del tempo con te come amica posso invitarti?»
Ecco… la parte più tragica del mentire e dire di stare bene. «Ok» rispose semplicemente, pentendosi il secondo dopo. Non voleva passare l’estate sentendosi inadatta e, per di più, attratta da un ragazzo che non sarebbe mai stato suo. Ma la paura più grande di Emily era il fatto di innamorarsi di lui. Non voleva arrivare a tanto, ma aveva paura che stando sempre con lui, potesse succedere.
Emily passò le settimane successive a star attenta ai suoi gesti e alle sue parole. Non voleva che Gabriel capisse quanto lei era ancora presa da lui. Non ne aveva parlato nemmeno con Joanne che sapeva soltanto che Gabriel non era interessato ad Emily.
Lei si stava tenendo tutto dentro ed era sicura che un giorno o l’altro avrebbe raggiunto il capolinea.
Durante una delle tante feste organizzate dal villaggio Gabriel aveva proposto ad Emily di ballare, ma lei aveva declinato l’offerta accusando un dolore al piede; dopo qualche secondo l’aveva visto avvinghiato ad una ragazza alta almeno quanto lui e bionda, e formosa!
Avrebbe voluto spaccare qualcosa, ma si limitò a prendere alcuni bicchieri pieni di birra e ritirarsi nella sua camera, scolandosi tutto l’alcol che aveva a disposizione.
E quella non fu l’unica volta in cui Emily doveva sopportare le mani di Gabriel sui corpi di altre ragazze. Voleva quelle mani sul suo corpo ed era dannatamente gelosa! Cercava in tutti i modi di non darlo a vedere, riuscendosi fin quando non si rifugiava in camera sua e scoppiava a piangere! Lì non poteva nascondersi e non voleva neanche farlo. Aveva bisogno di quel suo piccolo momento per sé! Doveva liberare i sentimenti repressi durante la giornata…
Con suo grande dispiacere si rese conto che tutti i sentimenti di gelosia e rabbia portavano soltanto ad un unico sentimento più potente, quello che credeva che non avrebbe mai provato: l’amore.
Si era innamorata di Gabriel in quei due mesi trascorsi al villaggio e si odiava a morte per questo.
Voleva andare via e stare il più lontana possibile da lui e per farlo doveva andare via da lì e chiudere con Gabriel. Aveva anche pensato di dirgli la verità, ma aveva scartato subito l’idea!
«Domani vado via dal villaggio» annunciò Emily una sera a tavola. All’improvviso il chiacchiericcio di Joanne, Gabriel e dei loro amici si interruppe e dieci paia di occhi erano puntati verso di lei.
«Puoi ripetere?» chiese Joanne appoggiandosi allo schienale della sedia.
«Ho degli esami da preparare e domani devo andare via. Torno a casa»
«Perché?!» Gabriel quasi non aveva urlato, attirando l’attenzione di altri ragazzi.
«Te l’ho già spiegato. Credevo di essere stata chiara»
Lui non rispose, ma la guardò intensamente con quegli occhi magnetici.
Accidenti a te, Gabriel!” pensò provando a distogliere lo sguardo.
Lui la stava scrutando dentro e se lei non avesse distolto lo sguardo avrebbe capito che il motivo per cui lei abbandonava il villaggio era esclusivamente lui.
«Non puoi andartene» le disse continuando a scrutarla.
«Purtroppo non ho altra scelta»
«Si invece! Accidenti… perché te ne devi andare per forza?! Stavamo andando d’accordo»
«Possiamo tenerci in contatto anche dopo. Adesso scusatemi, devo ancora preparare la valigia»
Improvvisamente Emily non si sentì più a suo agio e sentì il bisogno di andare via.
Si alzò, scoccò un bacio sulla guancia di Joanne e salutò con la mano tutti gli altri.
«Ci saluterai domani mattina vero?» chiese Jackson.
«Certo. Ci vediamo domani mattina» rispose sorridendo e voltandosi senza guardare Gabriel.
Se avesse incrociato il suo sguardo mentre si voltava per andarsene probabilmente non avrebbe avuto il coraggio di andarsene il giorno dopo.
Si diresse verso il suo piccolo appartamento, sperando che lui non la seguisse. Non voleva stare ancora a contatto con lui.
Decise: avrebbe eliminato Gabriel dalla sua mente e lei sarebbe andata avanti con la sua vita.
Arrivata alla sua camera, aprì velocemente la porta e se la richiuse alle spalle una volta entrata. Fece un respiro profondo e si buttò sul letto.
Molto probabilmente si sarebbe pentita di essere andata via perché oltre a quell’occasione non avrebbe più avuto nessun’altra possibilità di rivederlo. Ma era proprio questo che lei voleva, no?
Si alzò dal letto, si sistemò il vestitino e decise di non pensarci più. Estrasse la valigia da sotto il letto e cominciò a riempirla.
Durante tutta la notte pensò a come avrebbe reagito il giorno dopo, salutando Gabriel. Come si sarebbe dovuta comportare?! Avrebbe dovuto abbracciarlo?! Stringergli semplicemente la mano oppure baciarlo sulle guance?!
Continuò a pensarci per tutta la notte, immaginando come sarebbe potuto andare l’ultimo incontro tra loro due.
Si addormentò pensando a Gabriel che le chiedeva di restare perché non la voleva più come amica…
«Fai buon viaggio, mi raccomando…» le raccomandò Joanne guardandola con preoccupazione.
«Grazie. Tu cerca di divertirti»
L’amica le sorrise, poi sciolse l’abbraccio.
«E’ stato un piacere conoscerti. Spero di rivederti anche dopo l’estate» gli disse Cam abbracciandola.
Lei ricambiò il saluto e l’abbraccio, facendo lo stesso con Jackson e Neal.
Arrivata a Gabriel lei abbassò lo sguardo. «Beh, buon viaggio» le disse semplicemente.
Alzò lo sguardo di scatto, non riuscendo a credere a quello che Gabriel gli aveva detto.
«Grazie» rispose lei riprendendosi subito. «Buon continuo di vacanze»
Lui annuì e lei si voltò per entrare nel taxi.
Quando si voltò, con il taxi in movimento, vide che Gabriel si era voltato a guardarla andare via e si stava passando entrambi le mani sui capelli. Si voltò di nuovo e scoppiò a piangere.
Ritornata in città, trovò casa sua vuota, dimenticando che i genitori avrebbero passato l’estate in Costa Rica.
Meglio, si disse, almeno non avrebbero fatto domande.
Emily trascorse il tempo davanti la tv o al pc. Ascoltò tanta musica e lesse alcuni libri che aveva lasciato a metà. Faceva di tutto per non pensare a Gabriel e sembrava esserci riuscita.
«Che cosa ci fai qui?» Emily spalancò gli occhi e la bocca, incredula su chi stava davanti a lei.
«Sono venuto a trovarti»
«Non avresti dovuto. Mancano ancora tre settimane alla chiusura del villaggio»
«Mi fai entrare oppure vuoi parlare qui sulla porta?» gli chiese Gabriel abbozzando un sorriso. Quel sorriso.
Emily deglutì e spalancò di più la porta per farlo entrare. Lui si fermò davanti le scale, mentre lei procedeva verso la sua camera.
«Carina…» commentò Gabriel entrando nella camera di lei.
«Grazie. Allora? Mi vuoi dire perché sei qui?»
«Come va lo studio?» chiese lui cambiando argomento.
«Ehm… bene»
«Fantastico! Quindi è stato un bene andarsene dal villaggio»
«Si, in effetti è stato un bene» E adesso che Emily ci pensava sul serio, si rese conto che era davvero un bene essere andata via dal villaggio quasi un mese prima. Stava meglio rispetto a quando era costretta a passare tutto il suo tempo con Gabriel. Adesso si sentiva di nuovo sotto pressione, come se dovesse nascondere i suoi veri sentimenti.
«Ho fatto uno sbaglio a lasciarti andare» disse all’improvviso.
«Ah si?» chiese lei allontanandosi e avvicinandosi alla finestra.
«Si. Dovevo tenerti vicina e rendermi conto accanto a te che ho commesso un altro sbaglio quando abbiamo discusso di quella cosa…»
«Dici?» chiese lei ridestandosi dalla trance che il suo sguardo le provoca.
«Si, dico, accidenti!» Gabriel accorciò la distanza con due grandi falcate. Si posizionò davanti a Emily e le circondò il volto con le mani. «Scusami se ti ho detto che ti volevo soltanto come amica»
Oh, questa è bella” pensò Emily spalancando gli occhi e alzando entrambe le sopracciglia.
«Quando te ne sei andata mi sei mancata come mai mi era mancato qualcuno. Ho capito che non potevo fare a meno di te e che in quel mese trascorso assieme io mi ero affezionato a te più di quanto mi sarei mai immaginato e non l’ho capito fin quando non te ne sei andata»
«Quindi cosa vuoi da me? Perché sei qui?»
«Voglio che tu stia con me. Voglio che tu sia mia»
Emily spalancò gli occhi e abbassò lo sguardo. Quello di Gabriel la intimidiva troppo, soprattutto in quel momento. «Non siamo amici…» mormorò cercando nel suo cervello qualsiasi cosa da dire.
«No! Non più. Voglio che tu sia la mia compagna. La mia ragazza, la mia fidanzata, la mia amante, quello che vuoi, ma mia!»
«Tu sei impazzito!»
«Non era quello che volevi?»
Lei lo guardò di nuovo negli occhi; sentiva il suo cuore martellarle forte nel petto, sperando che lui non lo sentisse o non lo notasse.
Cosa gli stava offrendo? Di fare coppia con lui? Di essere sua? La sua fidanzata? E lei, dopo quel mese passato lontana da lui, voleva lo stesso?!
Ma certo che vuoi lo stesso!” la rimproverò la coscienza.
Si, era vero. Lei voleva lo stesso!
Si alzò in punta di piedi e gli circondò il collo con le braccia. In pochi secondi le loro labbra furono l’una sull’altra, voraci, desiderose di prendere sempre di più. «Oh, Emily… mi sei mancata così tanto» mormorò lui sulle sue labbra.
Lei non disse nulla. Preferì godersi a pieno il bacio. Lo strinse più forte mentre lui la schiacciava al muro.
Quando si staccarono, entrambi avevano il fiatone e un sorriso a sessantaquattro denti sulle labbra. «Non sei mai stata una mia amica… me ne sono reso conto quando te ne sei andata»
«Ci hai messo un po’ però per venire da me»
«Però adesso sono qui, no?»
Lei annuì e lo abbracciò di nuovo, mentre lui le accarezzo le guance, riprendendo a baciarla.
«Possiamo trascorrere il resto dell’estate insieme, adesso» propose lui scoccandole un sorriso dolce.
«Si, sarebbe fantastico»
«Tu sei fantastica»
E fu così che Gabriel ed Emily entrarono nella loro bolla privata che nessuno avrebbe più rotto!

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Ok, non era proprio così che avrei voluto concludere la one-shot, ma non sapevo in che altro modo concluderla. Saprete già che sono una frana con la fine delle mie storie, quindi spero che l'accettiate così per com'è.
Oh, un'ultima cosa. Non sono riuscita a rileggere per eventuali errori, quindi se ne trovate qualcuno segnalatemelo per favore, così lo correggo. ;)
Un bacio e alla prossima one-shot.
Alice, spero di aver soddisfatto il tuo "desiderio" :)
Francy

   
 
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