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Autore: Rainbow30    10/06/2013    0 recensioni
Alessandra ha un sogno, ma lo guarda sempre e solo da lontano. Poi qualcosa cambia, tutto diventa più nitido di come gli è sempre apparso, tutto prende una forma diversa e vivrà nuove esperienze che cambieranno lei e tutto il mondo che le sta intorno. Imparerà a crescere e a lottare per ciò che conta. All'inizio era tutto un sogno,ma la realtà, vissuta sulla propria carne è tutta un'altra cosa!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Argentina. Il mio sogno ha sempre portato questo nome.

Mi sono innamorata di questa nazione ingenuamente guardando tutte le telenovelas che la televisione italiana ha sempre propinato. Mi sono innamorata dell'allegria delle persone, della loro lingua, del loro timbro di voce e della loro cultura. Pian piano mi sono informata sulla loro cultura e sulla loro storia e sono sempre rimasta affascinata da quella terra.

Tante volte immaginavo di prendere un aereo, di partire e vivere tutte quelle avventura che l'Argentina può regalarmi, una sera ero persino tentata di acquistare il biglietto on-line, ma questa mia convinzione è sparita non appena ho letto quel maledetto prezzo sparato alle stelle e da quel momento è cominciato il mio odio verso i soldi.

Non ho mai smesso di seguire il mio sogno, ogni giorno ho coltivato speranze che non ho intenzione di lasciare e forse un giorno la vita deciderà di sorridermi e di regalarmi una bellissima gioia.

 

Il suono della sveglia raggiunge le mie orecchie, apro gli occhi lentamente e, ancora stordita, cerco di spegnerla riuscendoci solo dopo qualche tentativo. Mi metto a sedere e sento gli occhi pesanti a causa del sonno; maledico la mia brutta abitudine di andare a dormire troppo tardi e alla fine mi decido ad alzarmi. Esco da camera mia e vado in cucina dove prendo il latte dal frigo e nesquik e preparo la colazione. La casa è immersa nell'oscurità, eccezione fatta per la cucina. I miei genitori dormono ancora, si svegliano mezz'ora dopo di me solitamente, e anche mio fratello è ancora immerso nel mondo dei sogni. Poso la tazza nel lavandino e vado in bagno a lavarmi, poi torno in camera dove estraggo dall'armadio un jeans e uno dei miei classici felponi per resistere al freddo Torinese. Guardo fuori dalla finestra, l'oscurità regna sulla mia amata città e la nebbia rende tutto ancora più tetro.

Metto i libri in cartella e osservo la mia stanza che è un gran casino, mia mamma non mi risparmierà un gran cazziatone, ma di questo non mi preoccupo ora, mi preoccupo unicamente del fatto che è tardi e potrei perdere il pullman che mi porta in centro.

Indosso il giubbotto e mi avvolgo nel mio sciarpone di lana e mi dirigo verso la fermata del pullman dove trovo alcuni dei miei compagni di classe che riversano in uno stato di coma irreversibile. Purtroppo il mattino fa lo stesso effetto a tutti. Li saluto svogliatamente e sedendomi accanto a loro, rimaniamo in silenzio fino a quando non arriva il pullman sul quale saliamo e arriviamo nel piazzale poco lontano dalla nostra scuola.

''Buongiorno Ale!'' non so come faccia Alice ad essere così allegra e sveglia a quest'ora del mattino.

''Buongiorno'' le rispondo con meno energia di lei e con la voce più assonnata. Restiamo in cortile a chiacchierare del più e del meno e quando suona la campanella ci dirigiamo in classe. Mi siedo al mio banco appoggiandoci la testa sopra: un copione che si ripete tutte le mattine.

''Ale'' mi richiama Marco ''tutto bene?''

''Ho sonno'' mugugno.

''Andiamo a prendere un caffè.'' mi prende per mano e mi trascina per i corridoi fino alle macchinette dove prende due caffè e uno me lo porge. Ne ho davvero bisogno.

Ci appoggiamo al muro e subito comincia a parlarmi di quanto sia in ansia per l'interrogazione di scienze e di quanto non abbia aperto libro perchè tanto non avrebbe capito nulla di quello che c'era scritto, poi comincia a lamentarsi del troppo freddo a scuola e dei termosifoni che non funzionano. Va sempre così, quando è in ansia comincia a parlare a raffica e di qualsiasi cosa.

Ritorniamo in classe e devo dire che quel caffè mi è stato molto utile per svegliarmi un po'. Mi siedo al mio posto accanto ad Alice che è intenta a scarabocchiare il banco mentre aspetta che la lezione cominci. Alla prima ora c'è la sua materia preferiti, matematica. Non so come faccia ad adorarla, io la odio. Io e Alice siamo in classe insieme dalla quinta elementare ed ora siamo in quarta liceo e tra alti e bassi siamo ancora unite.

Entra la prof di matematica e cala il silenzio in classe mentre tutti tornano ai proprio posti. La lezione di trigonometria è la cosa più noiosa del mondo e al tempo stesso la più incomprensibile. Non capisco la connessione tra un lato ed un angolo e non ho intenzione di impegnarmi per capirla. Quando l'ora più lunga della mia vita sta per terminare entra una bidella in classe per dirci che dopo l'intervallo dovremmo scendere in aula magna per una specie di riunione molto importante.

Passano le successive due ore di italiano e scienze, Marco viene interrogato e con la sua solita botta di culo riesce a strappare alla prof il suo sei che per lui equivale ad un 110 e lode alla laurea.

Dopo l'intervallo scendiamo in aula magna per la riunione di cui ci avevano avvertito poco prima, ma non sappiamo di cosa si tratti precisamente.

''Secondo voi è successo qualcosa?'' chiede Federico.

''No, sarà sicuramente un incontro sulla sicurezza e quelle cavolate lì!'' replica Serena che non ha palesemente voglia di ascoltare qualcuno parlare ininterrottamente.

''Spero non si tratti di questo! Mi annoierei a morte, peggio della lezione di matematica.'' intervengo io.

''Voi ci avete capito qualcosa?'' chiede Luca nascondendo la disperazione.

''Sì, non è difficile!'' risponde Alice.

''Tu non fai testo, genietto!'' la prendo in giro e lei finge di offendersi.

''Io comunque ho capito la metà di niente di matematica.'' continuo.

Mentre chiacchieriamo arriviamo in aula magna dove ci sediamo su quelle sedie scomode da morire.

Subito un professore bassino dai capelli bianco e dal viso dolcissimo introduce un discorso che riguarda gli scambi culturali che si terranno da qui a poche settimane. Da quattro anni sono in questa scuola ed è da quattro anni che le mete sono le stesse: Polonia,Germania e America, ma solo a settembre. Se già a stento sopporto il freddo Torinese sicuramente non andrei mai in Polonia o in Germania, quindi venendo a questa riunione ho solo sprecato un'ora della mia vita. Fisso un punto nel vuoto e comincio a fantasticare, ma la voce del prof mi distrae troppo!

''Quest'anno, oltre alle classiche mete avremmo pensato di proporvi qualcosa di nuovo, che magari possa coinvolgere più persone possibili, per questo abbiamo aggiunto alcune mete che sono: Spagna, Australia e Argentina.''

Non appena sento il nome della nazione che amo più di tutte dopo l'Italia, mi metto a sedere con la schiena dritta ascoltando con più attenzione.

Mi sembra di essere quasi ad un passo dalla realizzazione di un sogno, anche se ho il terrore che tutto questo possa distruggersi come un vaso di cristallo lasciato cadere per terra.

''Ali!'' richiamo l'attenzione della mia amica scuotendola.

''Ehi, calma!'' mi rimprovera ''che ti prende?''

''Hanno aggiunto l'Argentina, potrei realizzare il mio sogno, ti rendi conto Ali?'' le domandi retoricamente euforica in maniera smisurata.

''Stai calma! A fine riunione vai a parlare con il prof!'' mi dice esasperata.

Faccio come mi dice, aspetto che finisca la riunione e poi mi avvicino al prof, che è girato di spalle, per parlargli.

''Prof, scusi..'' richiamo la sua attenzione.

''dimmi pure.'' dice gentilmente come sempre.

''Ecco, a me interesserebbe molto la proposta degli scambi culturali con l'Argentina!''

Lui annuisce sorridendo debolmente e fruga tra mille scartoffie tirando fuori un plico che mi porge prontamente.

''E' il modulo che devono leggere, compilare e firmare i tuoi genitori!'' Gli scambi cominciano tra meno di un mese, quindi deve essere una decisione rapida.

Annuisco, lo ringrazio e percorro il tragitto per tornare in classe. Tra le mie mani stringevo qualche foglio di carta che avrebbero potuto portare alla realizzazione di un sogno, del mio sogno.  

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Leggete qui, per favore!^^ 
Salve a tutti, sono alla mia prima fanfiction su efp, e sinceramente non so cosa sia uscito fuori da questo primo capitolo! 
Mi farebbe un immenso piacere se lasciaste qualche recensione per farmi sapere cosa ne pensate di questo inizio e ovviamente
accetto anche le critiche che possono sempre essere costruttive. Grazie in anticipo :*
Mi trovate anche su twitter, il mio nick è @FenomenALEX_

  
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