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Autore: Donia_    10/06/2013    5 recensioni
-C'è una guerra in arrivo, Alexander, ed è meglio se non metti in discussione le tue alleanze. Dico bene?- Pronunciate quelle parole, si girò e se ne andò via con le mani in tasca, camminando lentamente, come se fosse ferito, e non soltanto dal taglio sul fianco. In ogni caso, se ne stava andando. Alec rimase a guardarlo finché non uscì dal bagliore della stregaluce,sparendo alla sua vista.
SPOILER CITTA DELLE ANIME PERDUTE
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Alec Lightwood, Izzy Lightwood, Jace Lightwood, Magnus Bane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Bleeding Heart

 

 
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Alec fissò per un po' la parete della stazione chiusa in quel buio diventato per lui opprimente.


Magnus s'è nè andato. Uno stupido errore.

Un sorriso carico di dolore e tensione gli si dipinse in volto e accasciandosi a terra premette una mano sul cuore perchè sentì come una lama invisibile che lo annientava, con lo stesso effetto di un coltello che penetra nella stessa ferita più e più volte. A fatica il giovane cercò di riprendere il controllo di quel turbinio di emozioni dato dall'aver preso coscienza di ciò che era realmente accaduto.

"Vieni a portare via le tue cose da casa mia. Lascia le chiavi sul tavolo da pranzo."

Era un sogno? No. Nella sua mente c'era una sola domanda: Perchè era caduto nella trappola di Camille pur sapendo a cosa andava in contro? Conosceva la risposta, ma si rifiutava di accettarla. Disperazione, Secoli e Amore. Tre semplici parole che avevano distrutto il suo sogno felice che lo avevano ridotto ad uno straccio in pochi minuti.

"Questo non ti da il diritto di rendere la durata della mia vita una scelta tua."

Era finita, lo sapeva. Alec non si sentiva abbastanza per Magnus, temeva che un giorno o l'altro lo stregone potesse rifiutarlo una volta invecchiato e questo lo terrorizzava. Lui con quel suo sorriso delicato, l'amore spropositato per i glitter, con quegli occhi felini che leggevano fin dentro l'anima, semplicemente lui il sommo e stravagante stregone di Brooklyn, se n'era andato per sempre.
Improvvisamente quel fluire di pensieri e ricordi venne interrotto da dei passi poco distanti e Alec uscì da quello stato catatonico in cui era, iniziando a scrutare nel buio per capire di chi si trattasse. "Magnus?" pensò immediatamente, ma non appena lo sconosciuto si fece più vicino, illuminato da una flebile luce che il Nephilim ben conosceva, tutte le sue segrete speranze si spensero: era Jace.

-Alec?! Cosa ci fai qui?- Disse il nuovo arrivato in tono allarmato. -Niente ero venuto tanto per fare un giro...- cercò di replicare il ragazzo come se, per un attimo, quel suo tormento interiore non esistesse. Jace lo stava scrutando con quello sguardo enigmatico, senza dire nulla.

L'ha capito?

-Sei il mio Parabatai,sai che sento quello che provi...- disse quasi sussurrando il biondo Nephilim.

Si l'ha capito.

-Jace...- disse Alec in tono quasi supplichevole alzandosi finalmente da terra. I suoi occhi blu cielo incontrarono quelli dorati del suo Parabatai e con quel semplice contatto stavano stringendo un tacito accordo riguardante al perché il ragazzo dai capelli corvini si trovasse lì. Non ne avrebbero parlato finché lui non si fosse sentito pronto a farlo.
I giorni passavano frenetici, tutti erano preoccupati a causa di Sebastian, ma soprattutto dell'imminente e devastante guerra che attendeva gli Shadowhunters e i Nascosti. Tutti tranne Alec. Da quando era andato a riprendersi le sue cose e aveva salutato il Presidente Miao per l'ultima volta la sua vita era diventata vuota, ma lo nascondeva cercando di essere sempre se stesso pur sapendo che Izzy e Jace conoscevano il suo stato d'animo. Non gli importava.
Una mattina apparentemente come le altre dei demoni minori, probabilmente mandati da Sebastian, creavano scompiglio in città così Jace Alec e Isabelle intervennero sconfiggendoli facilmente. Troppo facilmente. Infatti come a voler confermare quei sospetti, poco dopo Isabelle ricevette un messaggio in cui si diceva che c'era stato un attacco molto più massiccio a Brooklyn. La ragazza dopo aver letto tutto guardò il fratello sapendo a cosa stava pensando, ma non appena fece per parlare il ragazzo aveva già iniziato a correre verso un auto abbandonata dopo l'assalto demoniaco. Velocità. Una corsa contro il tempo per salvare l'unica cosa che lui amava veramente. Le auto sulle strade erano insignificanti, il Nephilim sfrecciava senza curarsi di nulla e nessuno.

" Aku cinta kamu."
"cosa vuol dire?"
"Ti amo."


Finalmente Alec giunse nei pressi dell'abitazione di Magnus e con una corsa forsennata sfoderò una spada angelica per uccidere gli ultimi demoni presenti in quella zona che bloccavano il passaggio. Disperazione e paura, erano questi i sentimenti che provava uccidendoli senza pietà, quasi meccanicamente, perché in realtà il suo cuore era già all'interno di quell'abitazione a cercare colui a cui era destinato.
-Magnus??! Sei qui?- Urlò lo Shadowhunters varcando a gran velocità la soglia. Lo spettacolo che si trovò davanti era agghiacciante: sangue di demone ovunque e tutti i mobili distrutti.
E’ uno stregone è immortale...o forse no?
Un terribile presentimento si fece strada nella mente di Alec che iniziò convulsamente la ricerca dello stregone per tutto l'appartamento, invano. Scomparso. Con un ultimo sprazzo di lucidità il giovane si sedette sul divano imbrattato di sangue, fissando con uno sguardo vacuo ciò che restava di quel luogo in cui aveva vissuto in un tempo che sembrava ormai lontano.
Un rumore improvviso lo fece scattare e immediatamente si alzò sguainando la spada, appena il tempo di trovarsi addosso un demone dalle dimensioni colossali, senza poter combattere perché quell'essere violaceo aveva scaraventato via la sua arma bloccandolo a terra con i suoi artigli possenti e velenosi. Era spacciato lo sapeva, ma cercava in tutti i modi di reagire, dimenandosi e allungandosi verso la sua spada angelica poco distante, ma inutilmente. Proprio quando stava per arrendersi vide che l'espressione sul volto del demone cambiò, diventando una maschera di dolore e contemporaneamente un fascio di luce azzurra iniziò propagarsi dal suo ventre per poi svanire tramutando quell'essere in piccoli brandelli luminosi simili a polvere.
-Stai bene?- disse una voce in tono cosi calmo da sembrare fuori luogo vista la situazione.
-S..si- rispose Alec con voce rauca, cercando di alzarsi a fatica da terra, guardando il suo salvatore inaspettato, nonchè suo Parabatai. -Come facevi a sapere che sarei venuto qui?- riprese il ragazzo con tono sorpreso.
-Lo ammetto ho tirato a caso, c'era anche una remota possibilità che tu fossi tornato all'istituto perché preso dalla paura, ma dopo aver fatto testa o croce ho scelto Broolkyn.- disse Jace con uno dei suoi sorrisi sghembi che di solito riservava a Clary. Entrambi risero, ma proprio in quel momento qualcuno entrò nella stanza con passo quasi felino. - Qualcuno ha dato un party a casa mia senza avvertirmi a quanto vedo.-
-Magnus?! Sei...- disse Alec in tono sorpreso e sollevato allo stesso tempo vedendo il suo ex fidanzato senza nessun graffio o ferita.
-...Vivo? Sì Alexander,come puoi vedere lo sono.- Concluse Magnus in tono gelido. Si creò così un silenzio imbarazzante e ricco di tensione.
-Bene ragazzi io ho fame me ne torno all'Istituto, ci si vede.- Intervenne prontamente Jace sentendosi di troppo e uscendo poi dall'abitazione con fare disinvolto. Erano rimasti soli.
-Alexander...mi serve una spiegazione perché sei venuto qui? Se avevi dimenticato qualcosa bastava dirlo te lo avrei riportato- disse Magnus pacatamente non appena la porta d'ingresso si richiuse.
-No io...non ho dimenticato nulla.- Replicò il Nephilim fissando il pavimento sudicio sentendosi improvvisamente a disagio.
-Allora perché? Spiegami.- ribatté lo stregone quasi urlando per la frustrazione.

"Non ti sei mai fidato di me,non lo hai mai fatto."
"Si invece.Lo farò, ci proverò.Dammi un'altra possibilità..."
"No."


Quelle parole gli rimbombavano in testa senza dargli pace e il tono usato da Magnus non fece altro che risvegliare il dolore e la frustrazione rendendo più vivido il ricordo della loro ultima discussione avvenuta alla stazione qualche settimana prima. Non poteva accettarlo, non lo avrebbe mai fatto.
-Sono venuto qui perché mentre stavamo combattendo Izzy ha ricevuto un messaggio in cui si diceva che era in atto un attacco massiccio di demoni a Brooklyn e senza accorgermene mi sono ritrovato in casa tua. L'unica a cosa a cui pensavo era che se ti fosse successo qualcosa non me lo sarei perdonato, non potevo lasciare le cose così com'erano senza aver la possibilità di farmi perdonare. Ti amo Magnus. So che ho sbagliato, ma io mi sentivo così insignificante rispetto a tutto quello che hai vissuto e visto...volevo veramente passare la mia vita con te, ma ero terrorizzato dall'idea che una volta morto per te sarei stato solo uno dei tanti pezzi della tua vita. Non volevo esserlo...non voglio esserlo.- Disse Alec tutto d'un fiato come a volersi liberare finalmente di quel peso che aveva tenuto dentro per tutto quel tempo. Una lacrima solitaria gli rigò il viso e tutto il dolore che aveva provato in quelle interminabili settimane scivolò via. Si mosse meccanicamente verso l'uscita preso da un irrefrenabile voglia di scappare da quella stanza, da quello stregone, perché sapeva che se fosse rimasto ne avrebbe pagato le conseguenze e soprattutto non voleva mostrarsi tanto fragile davanti a lui. Il Nephilim stava per varcare la soglia del salotto quando venne preso e spinto contro il muro, per un attimo rimase senza fiato. Mentre fissava ipnotizzato quegli occhi felini, sentiva il suo respiro sul collo e la voglia di scappare si fece più intensa, ma un' altra sensazione si fece strada dentro di lui, l'irrefrenabile desiderio di sentire il gusto delle labbra di Magnus sulle sue, di esplorare ogni centimetro di quel corpo così perfetto,di lasciarsi trasportare da quello sguardo magnetico che aveva visto così tante volte, ma che mai come in quell'istante gli mancava.

"L'immortalità può essere un fardello. Ripensi ai giorni che hai davanti, quando sei stato dovunque e hai visto tutto. L'unica cosa che non avevo provato era invecchiare con qualcuno, con qualcuno che amavo. Pensavo che magari potevi essere tu."

-Alexander...- sussurrò Magnus come a voler rompere quel silenzio doloroso intriso di desiderio e tristezza che si era creato. Un bacio era quello che li univa in quel momento. Ogni incomprensione, fragilità e sofferenza provata, andò in frantumi. Avvinghiati l'uno all'altro si baciavano dolcemente e con delicatezza senza preoccuparsi di nulla. Dopo pochi minuti che parvero interminabili Magnus si fermò e fisso Alec negli occhi tenendo la fronte appoggiata alla sua e con una mano cacciò via quella lacrima versata poco prima dal ragazzo, come a voler cancellare quello che entrambi avevano passato.
-Ti amo e ti amerò per sempre.- disse lo stregone sussurrandogli all'orecchio tanto da farli venire i brividi.
-Per sempre è tanto tempo...dovresti saperlo.- rispose malinconico il Nephilim.
-Non importa, non ho mai amato nessuno quanto amo te Alec...tutto quello che ho passato è stato solo per prepararmi a questo, per farmi capire che tu eri quello con cui volevo vivere. Finchè sarò in questo mondo io ti amerò Alexander Gideon Lightwood.-
Alec sorrise per poi riprendere quel bacio interrotto con la consapevolezza che qualunque cosa fosse successa in futuro, per quanto pericolosa, loro due non si sarebbero mai più separat    i.

  
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