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Autore: Portos    11/06/2013    1 recensioni
Una ragazza, amori e altri disastri
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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   Capitolo 32: In the (Le vite degli altri) Part 1


Prologo
Non sapeva che ora fosse, quando accostò l'auto al marciapiede.
John non scese. Infilò le mani in tasca e sollevò il mento. Era davanti alla palazzina, l'appartamento di Roger e Lili stava al terzo piano e le luci spente.
Lili...
Stava succedendo alla fine.
Ora ne aveva la conferma. Sì, ora poteva averne la conferma. Presto o tardi, gliel'avrebbe portata via.


Dai! Roger fatti ancora un giro!”
La ragazza bionda con un profumo da quattro soldi gli inalò le narici. Era truccata in modo pesante quasi da sembrare un mascherone di carnevale, ma era carina sotto. Che gliene importava?
Ok”
In fin dei conti si stava divertendo lo stesso.


John è andato via prima del previsto” commentò Freddie con un ghignetto.
Brian scrollò le spalle.
In quel momento non era affatto interessato a quello che combinavano gli altri, con la testa riccia china sui fogli disordinati.
Honey arrivo subito, ciao Bri...buon divertimento”
Ciao, anche a te”
Freddie sorrise. Passò un braccio intorno alla vita di un giovane con i capelli scuri come il Jack Daniels, la famosa schiuma di wisky.


Roger si passò una mano fra i capelli biondi scompigliandoli ancora di più.
Lanciò un'occhiata a Lili seduta al tavolo a leggere un quotidiano. Lo stavo ignorando.
Ok, avevano discusso.
Non che litigassero davvero, più che altro discutevano e ognuno teneva alle proprie idee, cioè quel maledetto orgoglio del cazzo che ad entrambi tenevano più di ogni altra cosa.
“Io vado”
“Ciao”
Le dita di Roger si chiusero intorno alla maniglia della porta.
“Ehi sei ancora arrabbiata con me?” domandò tra il serio e il divertito.
Lili voltò la testa, lanciò un'occhiata oltre le sue spalle.
“No, mi spiace”
No, non era arrabbiata. Era incazzata con se stessa, perché non riusciva a prendere una decisione.
Lo aveva già provato un milione di volte nella sua testa, ma non era mai uscita oltre di quel passo, ma di sicuro non poteva buttare una storia così alla leggera.
“A dir la verità non ce l'ho con te”
“No?”
“No, io...no lascia stare”
Roger inclinò il capo di lato.
“Che c'è Lili?”
Lei lo guardo, i grandi occhi blu spalancati. Qualcosa si agitò nello stomaco del batterista. Non gli piacque quell'attesa.
“Non ho voglia di compiere ventisette anni e scusami per prima ma sono sotto pressione”
“Ok. Buon compleanno e anche a me spiace”
Non si sentì più tanto sollevato ma Roger preferì non indagare oltre.
“Va tutto bene?”
“Sì”
“No, no chiedevo solamente”
“Cosa?”
“Niente. A proposito stasera farò tardi...”
Lei scrollò le spalle.
“Sì, i ragazzi e devo stare in studio”
“Non puoi restare qui?”
“Scusa non posso”
“Tanto lo so che ci rimani, perché ci sono le groupies!” scherzò Lili.
Roger alzò un sopracciglio. Vero, quelle spesso si facevano un bel giro nello studio e anche qualcos'altro...preferì non scendere nei particolari.
“Che c'entrano loro?”
“Niente. Mai sai al concerto vedo quando ti si strusciano addosso...e dire che tu sei geloso di John!”
John.
Ecco il nocciolo della questione, sempre lui.
“Cos'è sei innamorata di lui?” la stuzzicò il biondo. Forse voleva vedere anche la reazione di lei.
E infatti qualcosa si increspò nel viso di Lili. Roger lo colse al volo e quello gli fece male.
“Perché mi sembra...di sì?”
“Vuoi farmi l'interrogatorio?”
Ecco, quando qualcosa non andava si metteva sulla difensiva.
“C'è sempre di mezzo John: è cotto di te da morire”
Lili scrollò le spalle.
“Sei geloso di John?”
“Cosa?”
“Sei geloso di John perché è un caro amico?”
Caro amico? Ma dove?
Persino le più voci maligne di corridoio riferivano che quei due si frequentassero ben più come amici e Roger, sulle prime non aveva dato ascolto, però si era accorto che qualcosa veramente non andava.
Lili sembrava farsi sempre più distante da lui o quando incrociava John gli sorrideva spesso. E con grande fastidio il feeling nato fra i due.
Eh sì. Il mostro dagli occhi verdi aveva trovato un'altra vittima.
“Non so tu dove voglia andare a parare caro mio, ma sappi che sbagli di grosso”
“Sbagliarmi di grosso?”
“Sei cieco” ribatté Lili poco convinta.
“Io? Cosa ti credi che ho visto...come lo guardi”
Lili batté le mani sul tavolo.
“Sei innamorata di lui” affermò il batterista per la seconda volta.
“Oh sì certo e magari potrei anche fuggire su un'isola deserta? Così magari ti faccio anche un favore...” sbuffò Lili.
Dio, era veramente delizioso quando era incazzato, con gli occhi spalancati e i capelli sparati per aria. Veniva quasi voglia di mangiarselo.
“Senti fa' quello che ti pare”
Roger prese la porta e se la sbatté dietro le spalle. Maledizione, maledizione...continuò a ripetersi.
Allora qualcosa c'era. I suoi sospetti erano confermati.


Più tardi, Lili si fece una doccia. L'aspettava un lungo pomeriggio di lavoro, ma prima di andare fece un paio di telefonate a casa, poi a suo padre.
Si recò al lavoro verso le due e mezzo.
Fu strano non trovarsi Emma, che gironzolava sempre in giro a dare ritocchi qua e là o a correggere i meno esperti o semplicemente a perdersi in chiacchiere.
Durante la pausa, si trovò un stanco ma ansioso Mike Stone. Il tecnico del suono era più giovane rispetto ad Emma, ma si sa l'amore è...senza occhi quindi...guarda che risultati.
“Oh daddy!”
“Evans” fece Mike a mo' di saluto.
“Come butta?”
“Papà fra meno di un mese”
“Complimenti”
“Ed Emma?”
“Nervosa, incazzata come una iena e grossa come una jeeep corazzata” spiegò Mike con un ghigno.
“Capisco. Scommetto che si lamenta anche del fatto che somiglia ad un pallone”
“No, ad una mongolfiera o una jeep corazzata” ribatté il tecnico accendendosi una sigaretta.
“Ooh!”
“A proposito mi ha detto di salutarti...e di venirla a trovare appena puoi”
“Contaci”
Lili finì il caffè. Ignorando la voglia di chiedere un tiro con la siga, anche se ne sentiva il bisogno.
“Ehi Mi...”
Spuntato fuori dal nulla, con dei fogli in mano John Richard Deacon fece la sua entrata. Entrambi si scambiarono un'occhiata carica di significato.
“Volevo prendermi una pausa anch'io”
“Bene, a quanto pare cazzeggiamo tutti quanti” convenne Lili ridendo.
“Molto divertente”
Mike finì la sigaretta.
“Be' io vi lascio soli: ho un sacco di lavoro da finire”
“Con chi?”
“Brian e i suoi maledetti riff...” sospirò Mike. Quell'uomo era adorabile con la sua pazienza infinita.
“Buona fortuna anche con Emma”
Il tecnico sorrise.
“Contaci”
E s'allontanò.
Lili si voltò a guardare John. Accidenti, parli del diavolo (il litigio di prima mattina) e spuntano le corna.
“Cosa devo fare con te?”
“Me lo hai già chiesto in precedenza e ti dirò perché non fuggi con me?”
“Fuggire?” fece eco Lili alzando un sopracciglio.
“Non sarebbe una cattiva idea”
“Dove andiamo?”
“Ti amo...non è già sufficiente?” sussurrò il bassista con un ghigno.
“Vuoi uomini siete tutti uguali” commentò Lili di rimando.
“Allora sei proprio incazzata con me, eh?”
“No...”
“E comunque ti ho già detto ti amo due volte o forse tre...”
Lei non stette più ad ascoltarlo e s'allontanò: questa volta sembrava peggio di una donnicciola innamorata.
Ok, anche lei si sentiva in modalità donnicciola innamorata?
La risposta era un chiaro e tondo: sì! Maledizione...
Più tardi e una doccia veloce negli spogliatoi, non sentendosi in vena di tornare a casa, Lili pensò di andare a trovare Emma. Anche se prima telefonò, le due si accordarono decidendo per le sei anche se perse mezz'ora a cercare almeno un piccolo regalo per la neo-mamma. Non poteva mica presentarsi a casa di Emma a mani vuote!
“Sei matta”
Emma afferrò i braccioli della poltrona e s'alzò a fatica. Oramai era al nono mese di gravidanza e il suo ventre gonfio sembrava un pallone da spiaggia. Mike ci aveva fatto centro con i paragoni. Anchse se appariva molto più bella rispetto a prima: si era fatta crescere di nuovo i capelli e il suo corpo da insetto stecco aveva ripreso una forma più rotonda. Persino i denti erano tornati bianchi, quando aveva smesso di fumare.
“Cristo Santo mi sento come se avessi venti massi sullo stomaco”
“Aspetta vuoi che ti aiuti?”
“Non sono mica una vecchia di novant'anni! Sono solo incinta di nove mesi...merda” imprecò la collega scuotendo la testa.
Lili finì di mangiare il suo sandwich al tonno.
“Allora quando cavolo ti deciderai a lasciare Roger?”
“Non lo so”
“Scusa, non hai detto che ami il bassista anziché il batterista?”
“Sì!”
“E allora lascia quell'idiota e mettiti con John!”
“Perché dai dell'idiota a Roger?”
“Uff...non fa altro che correre dietro alle groupies e loro non fanno che correre dietro a lui, anche prima che incontrasse te...”
“Ottimo”
“E comunque lo fa ancora”
Lili non disse niente, non occorreva dire niente.
Un po' barcollante Emma andò in cucina e preparò del caffè.
“Abbiamo anche litigato...per una sciocchezza stamattina e...”
“Tesoro, lui ti ha scoperto, non è vero?”
“A quanto sembra...”
“Merda”
“La finisci di imprecare?”
“Non ci fare caso”
“Ossignore” fece Lili roteando gli occhi all'insù. Ma cosa le toccava sentire?
“Mike non hai pensato di diventare sordo?”
“Sì...ehi! Non si prende una neo-quasi-madre per i fondelli!” esclamò Emma.
“Allora tu e Mike come ve la spassate?”
“Spassate?”
“Passate” si corresse l'amica. Si poggiò contro lo stipite della piccola cucina.
“Be'...alti e bassi” rispose Emma scrollando le spalle. In quel momento ebbe voglia di mettersi a fumare.
“Cioè?”
“Né io né io lui vogliamo sposarci, stiamo bene così anche se i genitori di lui vorrebbero il contrario...e poi sai tutte le stronzate per il nome del bambino, la stanza ne abbiamo e siamo stati sommersi di proposte e...che palle”
“Be' se lo dici tu e i tuoi?”
“I miei?” fece eco Emma con una smorfia.
Ora che ci pensava Emma non aveva mai parlato della sua famiglia, pensò Lili con una punta di tristezza.
“Io non vado d'accordo con i miei anzi non ci parliamo affatto”
“Scusa! Io non lo...sapevo”
“Figurati...sai i miei desideravano un figlio maschio e invece sono nata io. Non hanno avuto altri figli. Non facevamo altro che litigare su tutto e io appena ho potuto me ne sono andata” raccontò Emma scrollando le spalle. Il suo tono era distaccato come se stesse parlando di un'altra persona anziché di se stessa. Dopodiché lasciò cadere l'argomento.
“Però mi devi far vedere la camera dei bambini adesso!” saltò su Lili con un largo sorriso.
“E me lo chiedi adesso?”
“Ehi! Sono tornato....”
Mike si interruppe non appena vide, anche Lili appollaiata su una sedia.
“Non fare quella faccia, non stavamo facendo roba*” commentò Emma alzando un sopracciglio.
“Emma!”
“Oh be'...sarei la lesbica incinta più figa di tutta Montreux”
“Emma!” esclamò Lili di un tono più alto.
Mike alzò gli occhi al cielo: appena arrivato che diavolo gli toccava sentire? Si chinò e baciò sulla labbra la trentenne di cui era innamorato da un bel po' di tempo e ricambiato.
La caffettiera si mise a gorgogliare poco dopo.
“Stai seduta”
“Seduta?”
Lili si ritrovò a sorridere sotto ai baffi. Accidenti, l'indomita Emma si faceva domare da un uomo più giovane di lui.
“Non dovresti bere caffè, finirai per agitare te e il bambino”
Questa fu Emma ad alzare gli occhi al soffitto.
“Gesù sono solo incinta di nove mesi! Non sono mica in pericolo di vita e tu levati quel ghigno dalla faccia”
“Io?”
“Chi se no?”
La truccatrice più giovane capì che era il momento di levare le tende.
Nota autore: ehi, ehi not so fast! Allora? Vi piace il capitolo? O fa schifo? Portos è appena sfuggita da un maniaco omicida stile-Jason-di-Venrerdì-13! A presto Portos, la sventrata? No, sono ancora intera! Jared Padalecky ma non stava cercando te?! Oh mio Dio! C'è anche il mostro di Vidoq! Cazzoooooooooooooooo! Scappo!!!!!!!!!!
(*Limonando)


  
  
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