Dolce Flirt, 'Diario di uno stelo spezzato ' di Arpiria su EFP Fanfiction

Diario di uno stelo spezzato

Prologo

Un altro fiore emerge dalle intricate e spinose fronde del giardino.

Mi piace sedermi sull'erba fresca e affondare le dita nella terra.

Mamma non vuole che lo faccia, sostiene che in questo modo sporchi il vestito, ma a me non interessa. Sono io che mi occupo delle faccende dentro casa, prevalentemente, e non mi disturba perdere un po' di tempo per lavare le ditate che la terra imprime saldamente nella stoffa sottile delle mie vesti.

Adoro stare in giardino, adoro sentirmi un fiore.

Ho radici fragilissime che mi tengono ancorata alla terra. Un soffio di vento mi fa urtare lo stelo sottile contro le innocue vette dei ciuffi d'erba verdeggianti; la mano di un bimbo è capace di uccidermi. Rintanata nel mistero della mia corolla, sogno di essere un misero fiore e lascio che i miei ridenti petali mi proteggano.

Non ho nemmeno una spina per difendermi.

Le rose sono fiori determinati a sopravvivere, come se custodissero la loro bellezza tanto gelosamente da essere disposte a ferire pur di non lasciarsi strappare nemmeno un arto di rubino da quella magnifica corona purpurea con cui, il giorno il cui donano al sole il loro primo sorriso, si cingono la testa.

Violet. Un nome come un altro.

A me non piace l'idea di chiamarmi.

Non intendo dire che non mi piace l'idea di avere questo nome; penso invece che per me sia brutto chiamarmi e basta. Nessuno dà un nome a un fiore, giusto?

Se possiedo un nome, evidentemente non sono un fiore.

Le mie dita sottili piantate nel ventre del prato non sono radici, né i miei capelli sono un corolla sufficientemente bella perché il vento possa accarezzarla senza scompigliarla disordinatamente, come sembra fare con le maestose rose.

Fingere di essere un fiore mi aiuta a sentirmi parte integrante della terra: l'idea di essere una persona ottiene solo il risultato di darmi l'impressione che io sia vulnerabile. Sì, sono una creatura umana e vulnerabile.

Un temporale può chiudermi gli occhi per sempre, e un temporale è già infuriato nel mio cuore.

Ho sempre avuto paura delle persone. Violet non è quel tipo di ragazza che ti viene incontro col sorriso; Violet è quel tipo di fiore che dischiude appena la corolla quando ti avvicini, poi valuta se tornare a chiudersi in quella sua patetica corazza o offrirti un poco del suo nettare.

Mi piace pensare di essere un fiore, perché da un fiore nessuno si aspetta niente. Non pretendo che una persona si prenda cura di me, che estirpi le erbacce che intralciano le mie radici o che stenda un velo di pietà sui i miei petali maltrattati dal vento.

Vorrei solo una mano gentile che prelevi il mio nettare e lo custodisca nel cuore. Nonostante ami un ragazzo, voglio continuare ad essere un fiore.

Un fiore che dischiude la corolla per guardarlo, accenna un sorriso per le antenne variopinte delle farfalle vestite di vita che pattinano nell'aria odorosa e poi, nelle impercettibili sfumature di un istante, torna a chiudersi su sé stesso per evitare che i suoi occhi curiosi prelevino troppo nettare.

Ne morirei.

Note

Questa fanfiction non ha ottenuto molto successo nel forum, quindi non mi aspetto nulla nemmeno da qui. Si tratta di un paring che amo molto. All'interno della storia inserirò anche altre coppie che personalmente adoro.
Appuntamento al prossimo capitolo!
Grazie a chiunque lascerà un commento o a chi, semplicemente, passerà per leggere.