Anime & Manga > Kuroko no Basket
Ricorda la storia  |      
Autore: Red Nika    11/06/2013    1 recensioni
Il Kaijou ha appena perso contro il Tōō e Kise non riesce a sopportare il modo strafottente di Aomine. Senza salutare il resto della squadra il biondo lascia gli spogliatoi dirigendosi verso casa dell'ex compagno. La serata che lo aspetta però non sarà facile come al solito.
Genere: Erotico, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Daiki Aomine, Ryouta Kise
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: Gender Bender
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Titolo:  Da nessun’altra parte
Autore: Veronika Redbird
Opzione scelta:
 Il tuo lato è sempre stato un po’ triste e solo, ma non mi metterei da nessun’altra parte. [Bill]  
Fandom: Kuroko No Basket
Introduzione: Il Kaijou ha appena perso contro il Tōō e Kise non riesce a sopportare il modo strafottente di Aomine. Senza salutare il resto della squadra il biondo lascia gli spogliatoi dirigendosi verso casa dell'ex compagno. La serata che lo aspetta però non sarà facile come al solito. 
Personaggi: Aomine/Kise
Rating: Arancione
Generi: Introspettivo, Romantico, Sentimentale, Slice of Life
Avvertimenti: Lemon moderato @___@ E' più lime ma la definizione dice "Che non sfociano nell'atto vero e proprio" ><, Incompiuta, leggerissimo PWP XD
Note: La partita a cui accenno in realtà non è una precisa, semplicemente è una delle "tante" in cui il Kaijou perde contro il Tōō.

 

Kise lo guardò un’ultima volta prima di incamminarsi verso gli spogliatoi con i suoi compagni di squadra. Nessuno di loro si era fatto dei veri amici alle superiori, erano tutti lasciati soli a causa del loro status ma nessuno come Aomine. L’Ace del Tōō sembrava essere circondato solo dalla solitudine, a parte Momoi non frequentava altri e continuava semplicemente a divertirsi quando ne aveva voglia e trovava una bella ragazza che gliela dava. Il biondo grugnì, lievemente infastidito dal comportamento scontroso dell’ex compagno di squadra e senza dire una parola sulla sconfitta in campo fece la doccia per poi andare via. Sapeva dove trovarlo, e seppur non lo avesse saputo avrebbe chiamato la loro ex manager per chiederglielo. Kise sollevò lo sguardo verso il cielo, avrebbe voluto urlare dalla frustrazione, non solo gli toccava camminare sotto la pioggia, senza ombrello, aveva pure deciso di andare a sgridare quello stronzo. Bè, l’ala del Kaijou non lo avrebbe ammesso mai, tanto meno con il diretto interessato ma era innamorato perso. Mordendosi il labbro continuò a camminare sempre più infastidito, sì gli dava fastidio tutto quella sera, dalla sconfitta, al comportamento di Aomine, alle sue stesse reazioni. Non capiva perché gli importasse ancora, tanto il moro lo aveva chiarito per bene e più di una volta: lui non era altro che un passatempo in mancanza di ragazze, o in parole sue “Sei solo un buco dove infilare l’uccello..” Fradicio d’acqua gelida e con un diavolo per capello Kise suonò ripetutamente al campanello dell’altro, odiava la lentezza con cui faceva i pochi passi che separavano il divano, su cui stava giocando alla play, dal citofono.

 

“Chi è..?” la voce calda e strafottente di Aomine investì il biondo come se fosse di fronte a lui e, malvolentieri, lo fece calmare un po’. Sospirando si scostò i capelli bagnati dal viso prima di sorridere debolmente e appoggiarsi al muro.

 

“Sono io, stronzo. Apri.” Perché era tutto così naturale? Perché sapere di rivederlo lo faceva sentire così bene? Non c’era nulla del suo vecchio amico delle medie in lui eppure.. Eppure qualcosa lo attirava ancora e gli faceva desiderare di più. Per quanto potessero litigare, fare a botte, darsi dei pezzi di merda e affrontarsi con tutta la rabbia della sera prima in campo non c’era niente che riuscisse a incrinare nemmeno per un attimo i sentimenti di Kise. Il cancello cigolò e il biondo quasi corse su per le scale di quel fottuto palazzo senza ascensore, quasi buttandosi tra le braccia dell’altro. Aomine lo squadrò dal divano quando lo vide zuppo e ansimante sulla soglia della sua porta.

 

“Deficiente. Chiudi la porta e togliti, mi stai bagnando il pavimento!” si lamentò l’altro e con un cenno della testa indico il bagno, un ghigno che lentamente si apriva sulle sue labbra. Per quanto il moro tentasse di nasconderlo era quasi evidente il divertimento che provava quando Kise si precipitava da lui per fargli la ramanzina sul suo comportamento e finiva per essere quello rosso, ansimante e tutto bagnato. La lingua guizzò sulle sue labbra carnose mentre metteva in pausa il gioco e seguiva l’ex compagno di squadra sotto la doccia. Il biondo era già nudo e sotto l’acqua mente il bagno si saturava di vapore annebbiando lo specchio. “Così è troppo facile..” pensò spogliandosi dei boxer che indossava, infilandosi poi nella doccia insieme all’altro. Non disse una parola, solo il suo respiro bollente sul collo fece notare a Kise che lo aveva raggiunto senza lasciargli via di scampo dall’inevitabile. Il biondo tremò appiattendosi sul muro mentre Aomine gli lasciava un morso sul collo e violentemente lo possedeva. C’era poco da fare, sapevano tutti e due ciò che piaceva di più all’altro, almeno sul sesso violento e senza gentilezze andavano d’accordo. Un gemito di dolore lasciò le labbra lucide di Kise mentre cercava disperatamente un appiglio prima di sentire le ginocchia cedergli. Il moro non potè che sogghignare soddisfatto quando si trovò inginocchiato sul pavimento, Kise che si impalava sempre più su di lui. Le mani scattarono posandosi sui fianchi dell’altro aiutandolo con il ritmo dei loro bacini.

 

“Sei uno sciocco..” gli mormorò Aomine nell’orecchio mentre con forza stringeva il suo membro e lo masturbava in tempo con le proprie spinte. “Vieni qui a farmi la predica.. Tuttavia finisci sempre per essere quello inculato..” il tono di scherno sembro così calmo in confronto al battito furioso del cuore di Kise. Gemendo il biondo si girò a fissare gli occhi onice di Aomine mentre gli circondava il collo con un braccio e muoveva il bacino più veloce. Gli occhi ambra offuscati dal piacere e dall’amore che fissarono il moro furono come acqua ghiacciata, qualcosa in Aomine si ruppe e lasciò che lui desse voce al proprio piacere. Strano ma vero quella sera ci volle poco perché entrambi fossero soddisfatti e potessero riposare nel caldo abbraccio delle coperte. Kise guardò fuori dalla finestra mentre la pioggia congelava e diventava neve, quella vista lo intenerì facendogli sembrare quella sera un appuntamento romantico con il suo ragazzo. Sospirò e si raggomitolò contro il cuscino mentre quella prospettiva patetica lo deprimeva. L’oggetto delle sue smielate fantasie entrò proprio in quel momento e si stese sul letto ignorandolo, mentre cercava, in vano, di mettere ordine nelle proprie idee. Aomine aveva sempre avuto accanto a se il biondo, se n’era chiesto il perché un infinità di volte e ancora non riusciva a trovarvi risposta, il che lo irritava da morire. Ringhiando appena si rialzò incammindosi verso il divano e la play mentre sbatteva dietro di sé la porta. Kise osservò la schiena possente dell’amico, avversario e amante abbassando gli occhi appena. Perché doveva essere, anche, così difficile? Con Aomine era praticamente impossibile avere una conversazione decente e che fosse al di fuori del campo da basket. Il biondo rotolò sulla schiena fissando il soffitto prima di sbuffare indispettito e seguire l’altro, totalmente in preparato alla domanda che subito lo investì.

 

"Perché sei ancora qui? Intendo, perché sei ancora qui al mio fianco.." Il moro sembrava tutto preso da C.O.D mentre poneva quella domanda così insolita per un tipo come lui. Il giocatore del Kaijou si grattò la testa preso in contro piede e, ancora nudo, andò a sedersi vicino alla altro. Rimase in silenzio per un buon quarto d’ora, forse più, a pensare a che razza di risposta volesse Aomine. Lo guardò di sottecchi e si morse il labbro prima di sospirare e guardare, nuovamente, quel dannato soffitto bianco. Sembrava assai più facile parlare con un muro che con una persona pensante, anche se dubitava che l’altro utilizzasse realmente il proprio cervello.

 

"Perché? Il motivo potrebbe essere o molto semplice o molto stupido. In entrambi i casi mi ritroverei con un probabile occhio nero e te incazzato come una biscia.." disse infine prima di guardare l’altro che lo fissava con un sopracciglio alzato. "Aominecchi, tu sei sempre stato l’asso della squadra, quello più forte e in parte con più responsabilità. Non potrei nemmeno paragonarti ad Akashicchi, siete su piani totalmente diversi, lui è un freddo calcolatore, tu un irascibile passionale." continuò tornando a fissare la sua attenzione al soffitto. "L’ho visto come ti guardano i tuoi compagni di squadra, ti tengono a distanza cercando sempre di non farti incazzare. Sei tagliato fuori dal mondo, Aominecchi..- Kise si girò finalmente e lo guardò dritto negli occhi sorridendo dolcemente. "Sei solo come un cane, sono l’unica persona oltre Momoi che riesce ad avvicinarti. Anche se il tuo lato, alla fin fine, è sempre stato un po’ triste e solo, io, non mi metterei da nessun’altra parte. Ti amo troppo per poterti lasciare.." Gli occhi onice del moro si allargarono per un secondo, un unico dannatissimo secondo, prima che l’Ace del Tōō buttasse il controller e si alzasse sbuffando.

 

"Vaffanculo!" gli disse calciando la porta della camera, chiudendola, e chiarendo che tutti i discorsi e le cazzate erano finiti. Kise si passo una mano nei capelli scuotendo leggermente la testa. Sorrise appena alla mano scura di Aomine che spuntò da dietro la porta lasciando i suoi vestiti sul pavimento. Si vestì in silenzio, dopo tutto lo aveva detto che il motivo o era estremamente stupido o semplice. Quale delle due opzioni il moro avesse scelto non gli era dato sapere e non è che gli importasse molto. Aleggiava ancora un sorriso sulle sue labbra quando uscì dal condominio e si avviò verso casa sua. Aomine dal canto suo se ne stava appoggiato alla porta incapace di pensare, quello che aveva detto il biondo lo aveva letteralmente mandato in pezzi. Non che non avesse mai ricevuto una dichiarazione, ma riceverla da lui era tutt’altra storia. Urlò, semplicemente urlò incazzato di essere stato così cieco e idiota per di più. In quattro fottuti anni non aveva capito un cazzo, probabilmente non ci stava capendo un cazzo nemmeno adesso.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Kuroko no Basket / Vai alla pagina dell'autore: Red Nika