LA MIA
VITA INTORNO A TE
Non riusciva a capire i sacrifici che
io avevo fatto per lui.
Era per questo che avevo scelto l’altro.
Rimasi letteralmente basita quando,
quel giorno di cinque anni fa mi chiese, quasi gridando: “Dimmi,
Ichigo, quali sarebbero i sacrifici che ho fatto per me?!”.
Quando aveva pronunciato quelle
parole, non avevo saputo fare altre che voltare lo sguardo da un altra
parte, furiosa, mordendomi il labbro inferiore fino a farlo quasi
sanguinare.
“Non
sarò certo io ha dirteli, dovresti arrivarci da solo, sono
talmente evidenti! E comunque io stessa ti ho fatto presente quanto
stessi soffrendo, ed ora, ora che mi fai una domanda simile, ora che la
tua domanda mi fa capire quanto io sia poco importate per te e quanto
le mie parole valgano altrettanto poco, soffro ancora di più
di allora...” .
Questo fu quello che gli risposi.
Ero stufa, davvero stufa di dover
ripetere sempre le stesse cose e non essere mai presa in
considerazione. Quando parlavo con lui mi sembrava di parlare al vento.
Quello che gli dicevo, quando gli parlavo, come si suol dire,
“gli entrava da un orecchio e gli usciva
dall’altro”.
Non poteva risolvere tutto sempre
dandomi una carezza sul capo, con il sorriso sulle labbra, dicendomi
“ah...Ichigo, non capisci nemmeno tu
quello che dici...”.
Ho sempre pensato che quella frase
non avesse senso e lo penso tutt’ora ed inoltre, ero e sono
convinta, che l’abbia sempre detta solo per evitare di darmi
ragione, nel momento in cui si accorgeva che era così,
oppure, semplicemente, non sapeva che altro rispondermi.
Si sarebbe fatto frustare, orgoglioso
com’era, piuttosto di darmi ragione per una volta.
Era anche per quello che non lo
sopportavo più: anche io ero molto orgogliosa e non potevamo
più assolutamente andare d’accordo.
Mhmm!! Mi faceva saltare
letteralmente i nervi!
Basta! Basta! Non volevo vederlo mai
più.
Molti dicevano che ci assomigliavo
parecchio caratterialmente e per me era sempre stata una pugnalata al
petto, tutte le volte che lo sentivo dire da qualcuno.
“Non
voglio essere come lui!!!”
“Non
voglio essere come lui!!!”
“Non
voglio essere come lui!!!”
Questo mi continuavo a ripetere
piangendo, sighiozzando a labbra serrate, prendendomi la testa fra le
mani mentre mi dondolavo avanti ed indietro come una pazza, tra le
coperte del mio letto, ogni sera al buio.
Sentivo tutto il peso del mio piccolo
mondo opprimermi come un grosso macigno.
In quel periodo credetti sul serio
che avrei avuto una crisi nervosa che mi avrebbe letterlmante fatto
uscire di testa.
Per non parlare poi di tutte le
scenate di gelosia che mi faceva in mezzo alla gente, anche solo quando
un ragazzo si offriva di tenermi aperta la porta mentre entravo in un
negozio.
In quei momenti diventavo
così rossa da sembrare un semaforo e sentivo tutti gli
sguardi puntati su di noi e la vergogna invadermi e marchiarmi al petto
a fuoco, con una gigantesca “V”.
Comunque quel giorno raggiungemmo il
culmine di tutte le discussioni.
Era molto tempo che non vedevo i miei
amici del progetto Mew ed era tanto che avrei voluto reincontrarli,
soprattutto lui.
Lui chi?! Vi chiederete voi.
Beh...”lui”
sarebbe “l’altro”
di cui vi ho parlato all’inizio.
Quest’altro,
nonstante i cinque anni trascorsi e gli eventi che si sono succeduti
nel corso del tempo, nonstante tutto, non aveva mai abbandonato il mio
cuore.
Il suo pensiero fisso mi lambicava il
cervello come una tarma faceva nel legno.
Odiavo
pensare a lui.
Rivivevo in continuazione ricordi che
avrebbero ormai essere del tutto sopiti nel mio cuore e nella mia
memoria.
Ricordi legati a lui, alle nostre
chiacchierate, alle litigate, alle scenate dentro il caffè
ad anche ai suoi baci rubati a cui puntulamente, tutte le volte, non
sapevo come reagire.
Ripensavo a lui ed al suo aspetto da
angelo demoniaco.
Sì, perchè lui
era bello: alto, biondo, occhi azzurri. Insomma, un angelo.
Ma era anche dannatamente irritante,
irriverente, freddo e scostante, riservato e altezzoso. Insomma, un
demonio.
É vero, devo ammettere che
se il suo carattere riporta tali insopportabili tratti, non
è del tutto colpa sua; la morte prematura dei suoi genitori
lo ha segnato molto, più di quanto avessi mai creduto.
Nonstante tutto
però...io...io ho visto in lui qualcosa di buono, positivo.
Ha avuto la forza di andare avanti,
ha portato avanti il progetto di suo padre ed ha fatto in modo di
completarlo con successo. Per il bene di tutti, per
l’umanità.
E a chi importa se ha erroneamente
coinvolto cinque ragazzine prive di qualsiasi esperienza di
combattimenti e alieni?!
Beh...a me importa: è
stato l’unico modo che mi ha permesso di conoscerlo, che lo
ha portato a me, perchè se non fosse successo nulla, avrei
potuto cercare anche per mille anni e non avrei trovato mai nessun
altro come lui.
Nessuno mi avrebbe mai fatto battere
il cuore come faceva lui e nessuno avrebbe potuto farlo ogni volta che
i notri sguardi si incrociavano appena.
E a chi importava se ci avevo messo
cinque anni ad accorgermi che ero perdutamente e immensamente
innamorata di lui e che Masaya per me era stato solamente un inutile
paraocchi?!
Beh...a lui importava: mi amava da
ben più di cinque anni e io non me n’ero accorta.
Soffriva da così tanto tempo, vedendomi in compagnia del mio
ragazzo e io, sciocca com’ero, non mi ero mai resa conto di
nulla e lasciavo che lui soffrisse come un’animale in agonia.
Comunque...tornando al discorso
precedente, stavo dicendo che visto che era tanto tempo che non vedevo
i miei amici del vecchio team, avevamo
deciso di fare una piccola riunione al caffè, costantemente
tenuto ancora sott’occhio dal proprietario e dal cuoco del
locale.
Avevo dovuto pregare Masaya
affinchè mi accompagnasse o perlomeno mi lasciasse andare ed
alla fine, probabilmente geloso del biondo americano, aveva deciso di
accompagnarmi invece di lasciarmi andare da sola.
Durante tutto il tempo, dopo i vari
saluti da parte di tutti, e dopo esserci accomodati per gustare una
cena tutti insime, in memoria dei vecchi tempi, il mio fidanzato non
faceva altro che insistere perchè ce ne andassimo ed ad un
certo punto ero esplosa esasperata, attirando l’attenzione di
tutti i commensali su di me.
- Ora basta! Ti ho chiesto
semplicemente di accompagnarmi a questa cena perchè, dopo
tanto tempo, ci tentevo a rivedere i miei amici! Ti ho chiesto un
piccolo sacrificio di una sera, una sera soltanto, dopo che io ne avevo
fatti tanti per te e tu continui ad insistere per andarcene!
– non sopportavo le scenate, ma non ce la facevo
più.
Fu allora che lui mi fece quella
fatidica domanda ed allora, io, prima di rispondere, avevo ripensato a
tutto quello che avevo fatto per amor suo. Ripensai al mio
trasferimento definitivo in Inghilterra per stargli accanto, ai suoi
amici ecologisti che si spacciavano per tali e che in
realtà, l’unico amore che predicavano non era
quello per la natura ma per le mie curve.
Ripensavo ai miei genitori e al
dolore che provavo nel non vederli nè sentirli praticamente
mai. Alle difficoltà che avevo incontrato per ambientarmi in
un paese così diverso dal mio e dei miei vani tentativi di
non pentirmi ogni giorno di quello che avevo fatto.
E di tutto questo con lui ne avevo
parlato, ma come dicevo prima, lui non mi aveva mai nemmeno tenuto in
conto.
A prescindere da questo, dopo la mia
risposta, il tutto stava inesorabilemtente degenerando e io e Masaya
stavamo ora litigando furiosamente. Le miei amiche tentavano
inutilmente di calmarci ma poi, come un fulmine a ciel sereno, la voce
forte e decisa di Ryo tuonò all’interno del locale.
- Ora basta! –
Ora crederete che il suo intervento
fu in funzione della mia difesa, ma vi sbagliate.
Il suo discorso deluse più
me allora, di voi adesso.
- Questo è un locale di
tutto rispetto dove dei vecchi amici si sono riuniti per festeggiare il
loro incontro dopo tanto tempo e non h alcuna intenzione di passare la
serata ad ascoltare la litigata insulsa di due fidanzatini immaturi!
– sentì il cuore andare in mille mezzi in quel
momento.
Ryo non era mai stato tanto duro con
me e non mi sono mai vergognata tanto in vita mia del mio comportamente
altamente infantile.
Abbassai il capo affranta, cercando
di trattenere le lacrime che premevano per uscire mentre
sentì Masaya muoversi nervosamente al mio fianco.
- Al diavolo! –
imprecò, dirigendosi verso l’uscita –
Ichigo, io me ne vado, torno a casa, in Inghilterra...se vuoi ancora
stare con me, allora seguimi, altrimenti...addio! – sbarrai
gli occhi ma stranamente non mi sentì triste ma...sollevata.
Passò qualche istante ed
io non mi mossi.
-Bene, lo prendo come un
addio...quindi..a mai più rivederci...a tutti!! –
uscì sbattendo la porta e quella fu veramente
l’ultima volta che lo vidi e sentì.
Calò un pensante silenzio.
Vidi Retasu muovera la bocca per dire
qualcosa ma la bloccai con un movimento secco della mano.
- Che nessuno dica nulla! - ordinai perentoria
– Non voglio sentire più nulla che abbia a che
fare con lui! – puntai seria i miei occhi in quelli di Ryo e
feci un lieve inchino – Shirogane-kun mi scuso con te per la
scenata del tutto fuori luogo di prima, hai perfettamente
ragione...ora, visto che mi risulta evidente che la mia presenza e
solamente un disturbo, me ne vado e vi lascio proseguire la vostra cena
in pace...- mi voltai e mossi i primi passi verso l’uscita
del locale ma mi sentì afferrare per un braccio.
- Aspetta! – mi bloccai di
colpo, sentendo un brivido gelido lungo la schiena – Non
è necessario che tu te ne vada...non importa quello che
è successo, ti sei scusata e questo basta...rimani!
– non avrei mai creduto che lui mi potesse dire cose simili.
Gli sorrisi e mi riaccomodai.
La cena proseguì
tranquilla fino a che tutti, esausti, dopo aver riordinato il locale,
augurarono la buona notte e se ne andarono.
Ridendo e scherzando, anche io
uscì fuori dal caffè, ma non appena salutai le
altre ed incomincia ad incamminarmi, mi resi conto di non aver nessun
posto dove andare.
Bloccai i miei passi, fermandomi a
pochi metri dall’edificio che poco prima aveva ospitato tutte
noi.
Pensierosa, mi tolsi le scarpe e mi
accomodai sull’erba del giardino del caffè,
raccogliendo le ginocchia al petto ed avvolgendo le braccia intorno ad
esse.
Ed ora, che avrei fatto? Dove sarei
andata?
Queste ed altre mille domande simili
avvolsero il mio cuore, velandolo di incertezza.
Mi sentì vuota.
Avevo così tante
possibilità, così tanto tempo....ero totalmente
libera di fare ciò che volevo e non sapevo neppure che fare.
Non potevo tornare dai miei: si erano
trasferiti in Francia per lavoro e comunque sicuramente non avevo
voglia di tornare a vivere con loro. Volevo essere indipendente ed
avere la mia vita.
Avrei anche potuto chiedere
ospitalità ad una delle mie amiche per quella notte, ma dopo?
Che avrei fatto?
Non era quello il mio problema. Non
era il problema di dove passare una stupidissima notte, il problema era
come decidere di passare il resto della mia vita, dato che fino ad
allora aveva sempre ruotato intorno a Masaya.
Ma era ora di cambiare...lo avevo
deciso quella sera stessa: non potevo e non volevo tornare indietro.
Assorta nei miei pensieri, non mi
accorsi del biondo che all’ingresso dell’edificio,
stava chiedendo le porte del caffè, per poter tornare
finalmente a casa.
Evidentemente nemmeno lui si era
accorto di me inizialmente, perchè non si voltò e
nè mi rivolse parola fino a quando non emisi un sospiro,
tormentata dai miei pensieri.
Solo allora si voltò e mi
guardò incerto, non riconoscendomi subito.
- Cosa ci fai ancora qui? –
mi domandò, non appena si rese conto di chi era seduto sul
prato del suo locale, alle tre di notte.
Sobbalzai, rendendomi conto solo
allora della sua presenza. Sentì il cuore accellerare
stranamente i battiti, togliendomi quasi il respiro.
Lui fece qualche passo verso di me
fino a che non mi fu davanti, poi si bloccò e mi
guardò con aria incuriosita, aspettando una mia risposta.
- Beh...a dire il vero...dopo essere
uscita dal caffè mi sono resa conto di non avere un posto
dove andare e soprattutto, di non sapere cosa fare...- dissi, decidendo
di essere sincera. Ryo mi guardò ancora. Emise un sospiro,
sedendosi al mio fianco e appoggiando a terra le chiavi ed il casco che
teneva in mano.
- Non so che dirti...sei tu che devi
decidere della tua vita...hai tutte le possibilità del
mondo. -
Grazie a quella frase, compresi che
lui aveva capito che io non mi riferivo semplicemente a quella notte, o
al giorno successivo e neppure alle settimana seguente. Sapeva che
stavo parlando del mio futuro e della mia vita da quel momento in poi.
Sorrisi e lui mi guardò
stranito.
- Che c’è da
ridere ora? È così buffo quello che ho detto?
– disse serio, quasi offeso.
Com’era dolce quella sua
faccia imbronciata...
- No, no...non stavo ridendo
perchè hai detto una cosa divertente, sorridevo
perchè sono felice che tu abbia compreso che non mi riferivo
ad una sitemazione per questa notte o per i prossimi giorni, ma a
qualcosa che riguarda il mio futuro in generale...- anche lui sorrise e
mi scompigliò i capelli con un gesto veloce della mano.
- Questo è
perchè io sono un genio! – sbuffai imbronciata.
- Sempre modesto tu...eh?!
– sbottai ironica, guardandolo storto.
Il biondo mi guardò ed il
suo viso si fece serio. Capì che il momento di
ilarità si era concluso.
- Non hai mai pensato alla tua vita,
senza Aoyama? – mi domandò, dopo attimi di
silenzio, spostando lo sguardo sul manto stellato sopra di noi.
Ridacchiai.
- Vuoi dire senza alghe, animali in
via d’estinzione, discorsi noiosi sull’ecologia,
finti amplessi simulati tra un rapporto sessuale ed un altro o senza i
suoi amici che tra una pianta ed una altra studiavano il mio sedere?
– risposi ironicamente, guardandolo tornare a fissarmi con
gli occhi sgranati.
- Non dirmi che Ayama faceva
così schifo a letto!!! – disse, con una finta
espressione sbalordita. Gli pizzicai un braccio, guardandolo fintamente
arrabbiata a mia volta.
- Scemo! – lo rimproverai e
lui mi sorrise nuovamente.
- Seriamente...- proseguì,
riprendendo quella sua espressione concentrata che tanto mi piaceva di
lui -...se era così orribile la vita con lui,
perchè gli sei rimasta accanto? –
- Seriamente? – risposi a
mia volta. Lui annuì.
- Seriamente. –
- Perchè lo amavo...o
almeno credevo che il mio fosse amore...- ammisi, tornando a guardare
davanti a me. Non avevo il coraggio di affrontare il suo sguardo
indagatore ed i suoi occhi turchesi che mi avevano spesso rapita e che
ora comprendevo, avevano rapito anche il mio cuore.
Ryo mi imitò, alzando il
viso al cielo.
- In realtà...credo che la
mia fosse solamente voglia di protezione, di non essere abbandonata ed
essere amata...non importava che io non
l’amassi...l’importante era che fosse lui ad amare
me...- non so da dove mi venne quella consapevolezza, probabilmente dal
mio inconscio, oppure era qualcosa che avevo sempre saputo ma che non
avevo mai avuto il coraggio di accettare.
- E li hai trovati? – la
sua domanda mi spiazzo.
- Cosa? – domandai
perplessa.
- L’amore, la
protezione...li hai trovati? –
Sospirai, non era facile ammettere
certe cose.
- Beh...l’amore?
Sì, credo che lui mi amasse sul serio...la protezione...no,
non mi sono mai realmente sentita protetta...forse perchè mi
serviva qualcuno da amare e non che mi amasse e basta...- lui mi
guardò perplesso, allora capì che dovevo essere
più chiara.
-...intendo dire...io non
l’amavo e di conseguenza, non mi fidavo ciecamente di lui,
perciò, non credo che si possa ricavare protezione da una
persona di cui non ti fidi al 100%...-
L’americano finalmente
parve capire; stesse la braccia dietro di sè ed
incrociò le gambe, lasciandole stese lungo il manto erboso.
- Giusto...- mormorò
pensieroso. Dopo qualche istante, sul suo viso apparve un sorriso
sghembo.
- Dunque anche tu sei maturata in
tutti questi anni...eh, Momomiya? –
- Così pare...-
pronunciai, senza dargli la soddisfazione di raccogliere la
provocazione.
Lui mi guardò e sorrise
furbo.
- Già, sei proprio
maturata...-
Passò qualche minuto,
durante i quali nessuno proferì più parola, poi
finalmente, decisi di soddisfare una mia piccola curiosità.
- E tu? – lui si
voltò confuso.
- Io? –
- Sì, sei innamorato?
– lo vidi abbassare lo guardo.
- Sì...- ammise mestamente
ed io non compresi per quale motivo fosse così triste -
...lo sono, ma credo mi sia successo esattamente il contrario di quanto
è successo a te: io la amo ma lei non ricambia...- era
veramente innamorato: non lo avevo mai visto quello sguardo sul suo
viso. O almeno, fin ad allora non ci avevo fatto caso.
- Oh...- sussurrai, non sapendo che
altro dire. Stavo per dire “ mi dispiace”, quando
un’idea bizzarra, ma che infondo al mio cuore trovavo
meravigliosa ed irrealizzabile, mi passò per la mente e
ridacchiai tristemente – beh...potremmo sotenerci a
vicenda...insomma, cerchiamo entrambi qualcosa che ci sembra
irraggiungibile...forse se stiamo insieme la otteremo...- era
un’idea buttati lì, senza alcuna logica vera e
propria di fondo, ma mentre la esponevo, mi parve sempre più
concreta e importante.
Improvvisamente mi sentì
afferrare per un braccio e mi voltai a guardare il suo volto serissimo.
- C-che c’è?
– domandai disorientata, credendo di aver detto qualcosa di
sbagliato.
In quell’istante, lui mi
baciò. Fu il momento più bello di tutta la mia
vita fino ad allora.
Non mi ero mai sentita
così viva e felice neppure quando facevo sesso con Masaya.
Fu qualcosa di indescrivibile:
catturò tutti i miei sensi e coinvolse ogni parte di me,
permettendomi di concentrarmi solo su quello, sulle sensazioni che
provavo in quel momento e su di lui che avevo desiderato
così tanto e così a lungo, infondo al mio cuore.
Senza che me rendessi conto, mi
ritrovai sopra il suo corpo e quando mi staccai per riprendere fiato,
mi sentì arrossire per l’imbarazzo.
- Forse non è poi una
cattiva idea...- mi disse, dopo qualche istante, con i fiato corto, gli
occhi velati di desiderio, i capelli arruffati dalla mia foga e le
labbra arrossate per la passione che avevo messo in quel bacio.
Non risposi subito, lo baciai
nuovamente, cercando di scovare la risposta infondo al mio cuore e
quando l’ebbi trovava, mi sentì immensamente
triste e felice allo stesso tempo.
Ero felice perchè mi ero
finalmente resa conto cosa fosse quel sentimento che si agitava infondo
al mio cuore da anni, e che non mi aveva mai permesso di abbandonare il
suo ricordo, e triste perchè la consapevolezza che il suo
amore per un’altra gli avrebbe impedito di amarmi, come io
amavo lui, mi dilaniava il cuore.
Mi staccai, guardandolo tristemente.
- Non è giusto...-
sussurrai, trattenendo un singhiozzo.
Ryo mi guardò smarrito.
- Cosa “non è
giusto”? – mi domandò, spostandomi una
ciocca rossa da davanti agli occhi.
- Tu non sei innamorato di
me...quello che stai cercando ora è solamente un compenso
per la mancanza della donna che ami realmente...e questo
finirà con il far male sia a te, ma soprattutto a me, che mi
sono resa conto finalmente di amarti sul serio...- risposi, lasciando
cadere qualche lacrima sul suo viso.
Lo sentivo: ora avrebbe riso di me,
non dovevo ammettere di amarlo!
Il biondo sgranò gli occhi
ma poi mi guardò dolcemente.
- Sciocca...- sussurò,
senza malizia, solmente con un affetto che mi sorprese -...sei sempre
stata molto ingenua, ma non credevo fino a questo punto...- mi
arrabbiai. Se proprio doveva rifiutarmi non c’era bisogno di
farlo insultandomi!!
- Che diavolo significa?! –
sbottai, cominciando a piangere di rabbia e delusione.
Eravamo ridicoli, stavamo
praticamente litigando e lui mi stava rifiutando, stesi sul prato,
sotto un cielo stellato molto romantico, l’uno sopra
l’altro, con i visi a pochi centimetri, come due teneri
amanti che si sussurrano dolci parole d’amore; ma le nostre
non erano affatto dolci parole d’amore, anzi!
- Significa che non hai capito nulla!
Quando parlavo del fatto di essere innamorato ma di non essere
ricambiato, mi riferivo a te, stupida! – spalancai gli occhi,
ancora pieni di lacrime, ma non fuoi in grado di dire nulla, ancora
troppo schockata ed incredula.
- Ancora non hai capito?! –
riprese lui, vedendomi allibita – Io ti amo! – mi
soffiò, ad un alito di vento dalle labbra.
Allora non avevo capito male! Lui mi
amava sul serio! Al culmine della felicità, lo baciai
nuovamente, non sapendo che altro fare. Poco dopo ci staccammo.
- Ah...comunque, rimani pure
così, non preoccuparti! Il tuo peso da elefante non mi sta
minimamente schiacciando...! -
- Ryo!!! –
- Che c’è?!
– la sua faccia fintamente innocente mi fece sbuffare
rassegnata: non sarebbe mai cambiato...era per quello che avevo scelto
“lui-l’altro”. E
se prima il mio mondo ruotava intorno a Masaya, ora, la
mia vita, ruota intorno a lui...
- Ti amo anche io...-
Bene,
piccola One-shot, in attesa degli aggiornamenti degli altri chap.
Ho un pò paura che risulti alquanto banale...ma va beh...se
lo è, fa nulla! Spero comunque che vi piaccia!
L’ho scritta un pò di getto e senza nemmeno quasi
rileggerla: ci saranno una marea di errori! Perdonatemi!!!! So
già che se la rileggo finisco per cambiarla tutta,
perciò la lascerò così. Spero che sia
chiaro tutti il ragionamente contorto che sta dietro al discorso
finale...e spero di essere stata il più chiara possibile!
Saluto
e ringrazio in anticipo tutti coloro che commenteranno! Bacioni
Izayoi007