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Autore: franxce    11/06/2013    1 recensioni
Questa storia racconta la vita dal punto di vista di Peeta Mellark, un ragazzino che partecipa ai 74° Hunger Games e da li la sua vita si sconvolge sia in bene che in male.
Spero vi piaccia, buona lettura!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                              - La Storia Del Ragazzo Del Pane (Cap.1) -

Ecco, è arrivata ora di alzarsi e di andare a scuola, anche questa estate è finita e un'altra mietitura si è portata via altri due ragazzi, Capitol City ci costringe a partecipare a questi stupidi Hunger Games, che ogni anno non fanno altro che stroncare i figli alle proprie famiglie.
Mi chiamo Peeta Mellark ho 10 anni e sono il figlio del fornaio del distretto 12, viviamo lì,  nella regione di Panem. La mamma mi sgrida perché è tardi, io cerco di sbrigarmi e prima di uscire prendo qualche dolcetto che ha appena sfornato papà, sono caldi e buoni un giorno anche io vorrei imparare a farli.
Arrivo a scuola e la maestra forma la classe, tutti entriamo in aula e i miei occhi vanno subito su una bambina molto timida con un viso dolce e  con due lunghe trecce, non avevo mai visto bambine più belle di lei .
La maestra chiama l’ appello , e arriva al suo nome << Katniss Everden>> , lei timidamente si alza e dice : << Presente!>> e subito si siede. Katniss, che bel nome penso, potremo essere amici, ma io non sono bravo a farmene di nuovi, poi non sarei capace nemmeno di rivolgerle la parola.
Il secondo giorno la maestra ci fa  lezione di musica, e quando dice << chi conosce la canzone della valle?>> Katniss si alza ed entusiasmente dice :  << Io signora maestra>> e subito inizia a cantarla , il mio sguardo si perde nei suoi occhi, e penso quanto possa essere bella la sua voce che attirava tutte gli uccellini che sentendola si misero a cantare con lei, la lezione finisce e torniamo a casa, io provo ad avvicinarmi  per fare amicizia ma lei subito torna a casa.
Cosi anche io mi metto in cammino verso casa, appena arrivo  sono deluso di non essere riuscito nell’ impresa, e mi ritiro nella mia camera.
Qualcuno bussa alla mia porta, apro, è papà che porta un vassoio pieno di biscotti <> li guardo attentamente e rispondo << sono bellissimi papà ma non voglio mangiarli, voglio imparare a farli >> mio padre mi guarda e fa un sorriso, un sorriso che non avevo mai visto nel suo volto :  << davvero! Bene figliolo vieni subito con me >> Lo seguo mi porta giù al forno e inizia a spiegarmi come fare, io mi cimento lentamente e tutto ciò mi piace, anche a mio padre piace impararmi il suo lavoro, i miei fratelli più grandi non sono interessati a diventare dei fornai , be all’ inizio non lo ero nemmeno io, ma vedere le mani di mio padre impastare con cura la farina con l’ acqua e maneggiarla con cura come  se fosse la guancia di un neonato mi fanno cambiare idea.
Cosi ogni giorno dopo la mattinata trascorsa a scuola a imparare e a cercare di parlare con Katniss senza mai riuscirci tornavo a casa , e sfogavo i miei pensieri impastando il pane, e pian piano la cosa mi piaceva sempre di più, mi aiutava a rilassarmi.
Così passò un anno e io miglioravo ogni giorno al forno ma ogni giorno trascorso a guardare quella bambina ,Katniss, senza mai riuscire a rivolgergli una parola mi rendeva triste.
Una mattina di domenica mi alzo pronto ad aiutare papà per impastare il pane, quando un tonfo e un boato stravolgono il distretto 12, la miniera è esplosa, la miniera è esplosa! . Tutto il distretto è in preda al panico e tutti escono dalle loro abitazioni per vedere cosa è succeso, << LA MINIERA E’ ESPLOSA>> tutti continuano a ripetere quella frase e la gente è in preda al panico, i più coraggiosi vanno a vedere come è la  situazione in miniera , nessun sopravissuto , nessuno dei minatori e riuscito a salvarsi da quella maledetta esplosione , nessuno , mi avvio anche io a vedere e arrivato al cantiere vedo una donna bionda , in lacrime , che tiene in braccio una bambina , e seduta accanto a loro c’ è lei, c’ è Katniss Everden . Perché e qui, perché piange , suo padre, se ne è andato con gli altri minatori, sono volati in cielo per sempre. Ha lasciato una donna in lacrime e una bambina che prima sorrideva e adesso quel sorriso si è trasformato lentamente in   odio verso il mondo.
 Passarono i giorni e Katniss si assentava da scuola, finche un mattina è ritornata, impassibile, il suo mondo felice non esisteva più ,era crollato,  gli si leggeva negli occhi. Le lunghe trecce non erano perfette come sempre, i suoi abiti non profumavano più , erano trasandati, era come se nessuno si prendesse più cura di lei, come se fosse stata abbandonata a se stessa.
Tornando a casa non potevo resistere più, avevo bisogno di sfogarmi, di parlare con qualcuno, di chiedere un consiglio, volevo sapere come aiutare Katniss cosa potevo fare per lei, ma con chi potevo parlare?  Non con i miei fratelli che non si interessavano a me , nemmeno con mia madre, lei odia le persone che vivono nel Giacimento, allora con chi? Ecco i miei occhi si illuminano, <> .
Scendo al forno e mio padre vedendomi di buon ora  mi dice : << Peeta, prima di iniziare ti sei lavato le mani? >> io con voce bassa rispondo << papà oggi vorrei parlarti, ho bisogno di un tuo consiglio! >>
Cosi inizio a parlargli di Katniss, di quello che gli è successo, della perdita del padre e della mia cotta  segreta per lei, dopo tutto ciò che ho raccontato a mio padre, la sua unica risposta fu  : << Peeta, ci sei finito anche tu!>> Io subito incuriosito chiedo a mio padre << cosa intendi papà? >> Lui con una filo di voce mi risponde << Sono stato innamorato anch’io, è una persona molto legata a Katniss, era davanti alla miniera, era quella donna bionda. . .>> Io sono così stupito e  ribatto << Ma quella è la madre di Katniss! >> Lui mi risponde << Si è lei >>
  
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