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Autore: lanasvoice    11/06/2013    0 recensioni
"Charly Bonten, tu sei una ragazza forte."
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Scolastico
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"Charly Bonten, tu sei una ragazza forte."
Queste erano le parole che usavano per descrivere la ragazza di Srog Town, figlia di un padre assente ed una madre apparentemente vicina ma realmente distante da lei, l'unico vicino era il fratello, James, che seppure era l'unica persona che le stava vicina, in questo caso era la stessa Charly a respingere.
Si trasferì all'età di otto anni, dopo la morte della nonna, sua unica amica. Charly subì molto la perdita della nonna, si ritrovava sola, in una famiglia in cui si ascoltavano solo urla di dolore, urla di frammentazione perchè quella famiglia, apparentemente perfetta, era distrutta dentro, colpa sua pensava lei, ma in realtà era semplice negligenza dei suoi genitori.
All'età di otto anni, come si può immaginare, lasciare una bambina da sola durante la sua crescita non può far altro che farla chiudere in sè stessa, farla sentire insicura, senza alcuna certezza, ed infatti così fu.
Charly, fin da bambina innocente aveva affrontato una vita dura, frastagliata e dai mille ostacoli, osservava l'amore dei genitori di altri e cercava di immaginarlo dai suoi, ma ciò non accadeva, si chiedeva perchè fosse nata, ma risposta non c'era.
La sua casa diventava un posto di guerra, in continua lotta per affermarsi, aggressività costante e solitudine logorante, di solito si parlava della casa come un posto dove puoi sentirti al sicuro, dove ti mantengono al caldo, ma per Charly non è mai stato così.
Crebbe fino ad andare al primo liceo, vita nuova, immaginava, amici nuovi, sperava.
Arrivò il primo giorno di scuola, Charly nonostante la sua infanzia distrutta, sembrava una ragazza normale, con problemi normali e con un sorriso che abbagliava, forse era proprio l'ultimo particolare a far capire cosa sentiva dentro, sotto l'armatura da lei creata, era quel tipo di sorriso così forte indossato dalle persone con un passato burrascoso, con una vita in cui non si sentono abbastanza, ma ciò nessuno lo notava, dagli altri occhi, Charly era una ragazza normale.
Così, la mattina si svegliò presto, era eccitata, affrontava un mondo diverso, forse un mondo migliore, così si alzò dal letto ed iniziò a prepararsi pettinando i suoi lunghi capelli castani che arrivavano fin sotto le clavicole sorretti da degli occhi celesti che mozzavano il fiato a chiunque si fermasse a vederli, ed un fisico non magro, era il peso ideale, così iniziò a prepararsi ed infine quando fu pronta uscì dall'uscio della porta senza che nessuno si accorgesse di lei, era come invisibile.
Uscita si incamminò verso la scuola, per un attimo tralasciò i suoi tormenti, era il suo primo giorno ed era molto eccitata, così andò velocemente in classe e si sedette.
Non era una studentessa modello, ma si impegnava con tutta sè stessa in ogni argomento della sua vita che affrontava, siano essi scolastici o non.

"Buongiorno a tutti, sono la professoressa Brigton, e sarò la vostra professoressa." - Si presentò l'insegnante - "Come primo compito, visto che siete nuovi, formerete un gruppo e porterete il vostro primo compito!"

Scelti poi tutti i gruppi arrivò il turno di Charly, nella quale, oltre a lei ci furono due ragazzi, Zoe e Jeremy.
Suonata poi la campanella si fermarono dopo scuola a parlare del progetto da fare:
Zoe: "Allora? A casa di chi si va?"
Charly: "La mia è impegnata, un altra?"
Jeremy: "I miei sono fuori oggi, possiamo vederci da me, vi va?"
"Perfetto!" - risposero all'unisono le due ragazze.

Così si avviarono ognuno verso le loro case, ogni passo verso casa era un passo faticoso, sforzato, non voleva, ma doveva, così entrò in casa senza che nessuno se ne accorgesse e preparò da mangiare, come ogni volta, mentre scese la madre, depressa e vacillante.

"Tu, dove sei stata?"
"Sono andata a scuola."
"Non si usa neppure avvisare? Sgualdrina."

Senza rispondere continuò a mangiare, non era offesa dalle sue parole, ormai dopo anni l'abitudine rendeva la pelle forte, l'abitudine attenuava il dolore.
Così, passato il tempo tra il silenzio delle parole della madre, che scardinavano la figlia anche se la stessa Charly sosteneva di non provare affatto dolore dalle sue parole, andò all'incontro con gli amici che aveva prefissato poco prima.

"Hey, finalmente sei arrivata! Ti aspettavamo!" - Dissero Zoe e Jeremy
"Certo, eccomi." - rispose Charly
"Dai, dicci un po' più di te, sei sempre stata di qui?" - Zoe chiese curiosa
"No, mi sono trasferita qui all'età di otto anni?" - Charly rispose semplicemente
"Allora perchè non ti ho mai vista in giro per la città?" - Chiese ancora Zoe
"Non ho molti amici, diciamo così." - Rispose ancora una volta Charly
"Bene, da oggi saremo noi i tuoi amici." - Dissero allora all'unisono Jeremy e Zoe

  
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