Bella,
è il demonio che si è incarnato in lei
Per strapparmi gli occhi via da Dio.
Lei
È un volo che afferrerei e stringerei
Ma sale su l’inferno a stringere me…

(Notre Dame de Paris – R. Cocciante)

Guardatela.
Guardatela come si muove elegante per le stanze del palazzo, con i suoi lacchè pronti a qualsiasi cosa per farle piacere.
E noi qua, relegati nella parte oscura dell’universo, privati di qualcosa che ci appartiene di diritto.
Dovrei odiare quella donna, dovrei odiarla con tutto me stesso.
Eppure…
Quegli occhi blu mi hanno stregato dal primo momento che si sono posati su di me, carichi di… cos’era?
Odio? Disprezzo?
No.
Quello sguardo mostrava pietà. Pietà per me, per il mio popolo.
Lei, la Regina, la causa delle mie, delle nostre sofferenze, prova pietà.
È come un essere infernale che sale dalle profondità della terra, stringendomi, avviluppandomi tra le sue spire, impedendomi di respirare, di vivere.
E improvvisamente sono consapevole che mai niente mi renderà libero se non il possederla.
La voglio. La desidero.
E sarà mia, solo mia.
E se non potrò averla ora, la farò mia… nel passato.




***

*coff coff*
Chiedo perdono per il ritarderrimo con cui arriva questa seconda flashfic, ma… ehm… credevo di averla già postata…
Come sempre sono graditi i commenti, in bene e in male.
E… appurato chi è il “pensatore” in questo capitolo (si capisce, vero?), chi credete che sarà il terzo e ultimo protagonista della mini-raccolta? ;)

A presto con l’ultimo stralcio della follia.
E come sempre, grazie a chi legge e a chi trova un minuto del suo tempo per lasciare un segno del suo passaggio :)

Kla