Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars
Segui la storia  |       
Autore: Skyfall    11/06/2013    0 recensioni
Anche io volevo il cuore che scoppiava d'amore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 1
 
La luce entrava dalla finestra del salotto e piano piano schiusi gli occhi, abituandomi al chiarore che irradiava lentamente la stanza.
Mi stiracchiai portando le braccia sopra la testa, poi mi stropicciai gli occhi a lungo cercando di mandare via il sonno che voleva riprendere il sopravvento ed infine mi sedetti sul divano sul quale avevo appena dormito.
Spostai dal viso le lunghe ciocche corvine da davanti al viso e infilai le ciabatte per poi alzarmi e trascinarmi in cucina.
«Buongiorno Beth, ti ho svegliato?» Katherine, la mia migliore amica da sempre era già seduta al tavolo con una tazza di caffè americano in mano.
«Non sapevo nemmeno che fossi qui, tranquilla, mi ha svegliato la luce» le sorrisi prendendo la tazza che mi aveva preparato e sedendomi di fronte a lei.
La conversazione troncò lì e io iniziai a sorseggiare il caffè, forse con un po’ troppa avidità e preoccupazione.
«Elizabeth, come stai?» chiese la rossa fissandomi con i suoi occhi di ghiaccio.
Sapevo che quella domanda non era stata posta a caso, sapevo che lei si attendeva una particolare risposta.
Il tonfo sordo della mia tazza che si appoggiava sul tavolo echeggiò nella cucina e io abbassai lo sguardo cercando di riorganizzare le idee confuse nella mia mente.
Come mi sentivo? La verità è che non lo sapevo nemmeno io.
«Non lo so..» ammisi poi «non so come comportarmi, non so se avere paura o stare tranquilla» mi presi i capelli fra le mani e iniziai ad intrecciarli.
«Ti ha più scritto dall’ultima volta?» chiese le a sua volta.
«Solo ieri mi ha inviato quindici messaggi.. dicevano tutti la stessa cosa» troncai la frase.
Katherine alzò le sopracciglia aspettando che concludessi.
«Minaccia di venirmi a prendere lui se non torno di mia spontanea volontà, dice che è distrutto e non sa come andare avanti» spiegai mentre fermavo la treccia con l’elastico che avevo al polso.
«Glielo trovo io un modo per andare avanti a quello lì, dio mio!» si alzò di scatto e diede un pugno sul tavolo.
«Kath, per cortesia, datti una calmata!» la mia migliore amica era davvero troppo impulsiva molte volte.
«Elizabeth, questo è stalking, devi denunciarlo, devi farlo marcire in prigione! Non può comportarsi così, le relazioni finiscono, deve capirlo e smetterla di distruggerti la vita!» urlò infuriata e io abbassai lo sguardo.
Avevo solo venticinque anni e la mia vita si stava lentamente distruggendo sempre di più ogni giorno che passava.
Robert aveva solo tre anni in più di me, ci eravamo messi insieme quando avevo vent’anni, ma le cose hanno iniziato ad andare male qualche mese fa; violente litigate sempre più frequenti, uscite notturne con gli amici che si ripetevano un po’ troppo spesso e nessun aiuto domestico nella casa che avevamo affittato insieme da circa tre anni.
Io me n’ero andata, Katherine mi aveva gentilmente ospitato promettendomi tutto l’aiuto che poteva offrirmi e io gliene ero grata.
Era ormai un mese che non abitavo più con Robert, che ci eravamo lasciati e lui ogni singolo giorno mi massacrava di telefonate ed SMS e una volta l’avevo addirittura trovato fuori dal negozio in cui lavoravo.
Lui non si arrendeva, ma io ero decisa, non mi sarei fatta rovinare la vita da lui e Katherine era disposta a fare di tutto pur di fargliela pagare. A dire il vero, lei non lo aveva mai sopportato, non gli era mai andato a genio.
«Kath.. possiamo parlare d’altro per cortesia?» la supplicai. Non mi andava di parlare di quell’argomento di prima mattina.
Lei si risedette cercando di tranquillizzarsi e mi rivolse un debole sorriso che ricambiai al volo.
«Scusami Beth, è solo che non posso vederti in questo stato, sei scossa, ansiosa e preoccupata, una soluzione prima o poi bisogna trovarla» mi afferrò la mano e io la guardai continuando a sorriderle.
«Grazie di tutto, Katherine, ti voglio bene» le strinsi la mano e in quel momento ci voltammo perché sentimmo dei passi provenire dalle scale.
Sulla porta apparve un ragazzo dai capelli castani e lunghi più o meno fino alle spalle, con due penetranti occhi color ghiaccio che in quel momento stava indossando solo un paio di jeans neri e stretti.
«Buongiorno ragazze» ci sorrise e andò a prendersi la sua tazza di caffè, poi si avvicinò a me e mi abbracciò per poi andarsi a sedere accanto a Katherine.
«Dormito bene?» chiese dopo aver baciato sulle labbra la mia migliore amica.
«Abbastanza, grazie» gli rivolsi un sorriso e poi mi alzai per portare la mia tazza nel lavandino.
Quando mi voltai il ragazzo era già di nuovo in piedi davanti alla porta che si stava per avviare su per le scale.
«Scusate ragazze, ma devo scappare stamattina, mio fratello mi ha telefonato e dice di avere bisogno di me per non so quale assurda cosa! Scappo a cambiarmi e corro da lui, ci vediamo a pranzo» disse mentre camminava a grandi passi su per le scale lasciando noi ragazze nuovamente sole.
«A proposito Kath.. volevo chiederti una cosa» azzardai tornando a sedermi davanti a lei.
«Dimmi tutto» replicò addentando una pesca che aveva preso dal cestino di frutta in mezzo al tavolo.
«Insomma, è un mese che abito con te.. lo so che Jared non vive stabilmente qui e fa avanti e indietro, ma.. non è che la mia presenza vi infastidisce o intralcia in qualunque modo il vostro rapporto? Detesto essere di troppo» le spiegai cercando di risultare il meno nervosa possibile.
Se fossi dovuta andarmene da casa sua non avrei avuto nessun altro posto dove andare a stare.
Ero figlia unica, perciò non avevo fratelli o sorelle su cui fare affidamento e ai miei genitori non avevo raccontato nulla di tutti i trascorsi con Robert e di tutto quello che stava succedendo, sarebbero andati su tutte le furie, sarebbero stati in ansia e soprattutto non avrebbe giovato alla salute di mia madre.
Erano tanto lontani da me, io abitavo a New Orleans, mentre loro erano rimasti in Canada, paese di cui ero originaria.
Katherine e io ci eravamo trasferite in questa città per studiare, cercare lavoro, insomma per cercare una vita migliore. Avevamo appena diciotto anni e per un paio di anni avevamo abitato in un monolocale preso in affitto da un’anziana signora molto gentile di cui però, purtroppo, non abbiamo più avuto notizie una volta lasciato l’appartamento.
Quando, dopo solo due anni che abitavo nella città, avevo incontrato Robert, avevamo abitato per un po’ a casa dei suoi genitori e dopo qualche anno avevamo affittato casa insieme, ignari di come sarebbero andate le cose.
Katherine, invece, aveva conosciuto Jared più o meno nello stesso periodo in cui io avevo conosciuto il mio ex fidanzato e si era trasferita nella casa che il ragazzo condivideva con il fratello e dopo numerose lamentele da parte di quest’ultimo, la ragazza aveva preso in affitto una casa in cui lei avrebbe vissuto stabilmente e lui avrebbe fatto avanti e indietro fra casa di suo fratello e quella della sua ragazza.
Erano una coppia molto aperta, erano molto affiatati e allo stesso tempo erano capaci di stare lontani l’uno dall’altra anche per lungo tempo senza disperarsi, li adoravo.
Fissai la ragazza che mi era seduta davanti che aveva uno sguardo ed un espressione indecifrabile e aspettai che parlasse.
«Tu non riesci proprio a smetterla di dire cazzate, vero?» domandò con tranquillità non staccando i suoi occhi dai miei. Non potei fare a meno di ridere e abbassai lo sguardo in imbarazzo.
«Dire che Jared ti adora è dire poco e io.. insomma, mi conosci da una vita, sai come la penso su di te!» esclamò all’improvviso.
«Cioè che mi odi, che sono insopportabile e che mi picchieresti dalla mattina alla sera?» chiesi con una mezza risata.
«Esattamente mia piccola Beth!» si alzò e venne a stritolarmi in un abbraccio pieno di affetto, affetto che solo lei sapeva darmi.
In quel momento Jared ci salutò e uscì di corsa di casa dopo che noi avemmo ricambiato.
«Cosa ti va di fare oggi? Tanto andiamo entrambe al lavoro oggi pomeriggio» chiese sorridente.
«Innanzitutto ti aiuto a mettere a posto questo posto che è un casino infernale, poi vediamo» mi alzai e presi uno straccio per pulire il tavolo e le varie mensole.
«Non ti andrebbe di tornare bambina per qualche ora, invece?» mi voltai lasciando cadere lo straccio che tenevo in mano e guardai confusa la venticinquenne che mi aveva appena fatto una così strana proposta.
«In che senso Kath?» domandai in seguito.
«Niente, intendevo semplicemente sederci sul divano a gambe incrociate a intrecciarci i capelli a vicenda, proprio come facevamo quando eravamo piccole» mi rivolse un debole sorriso.
«Sai che ti dico? Le pulizie possono aspettare» risi correndo su per le scale per prendere le spazzole e le spille di cui avevamo bisogno.
 
«Comunque prima volevo sapere anche un’altra cosa, con Jared tutto a posto?» le domandai mentre le passavo una spilla che poi sarebbe finita fra i miei lunghi capelli.
«Niente di nuovo, io sto bene con lui e lui sta bene con me, non potrei desiderare di meglio onestamente, ma non parliamo di me e Jared, dai» la sentii sorridere da dietro le mie spalle e io accennai una piccola risata.
«Numero uno sono curiosa e numero due, cara mia, non pensare che io mi metta a piangere per tutto quello che sta succedendo con Robert solo perché parliamo di coppie» precisai.
«Che cosa vuoi sapere di preciso, allora?» sbuffò con una risata.
«State insieme da parecchio tempo, non ti ha ancora parlato di matrimonio?» buttai lì.
«Matrimonio? Sei per caso impazzita! Io ho venticinque anni e lui ventisette e poi ci conosci, non siamo affatto i tipi, Jared tantomeno!» concluse con una risata.
«Ma a te farebbe piacere sposarti con lui?» le domandai curiosa.
«Non mi fare questa domanda, per cortesia, non so che risponderti, dico sul serio. Il matrimonio è un passo importantissimo, io lo amo e lui ama me, almeno così sembra, ma non mi sento pronta a un passo del genere e non voglio costringerlo a fare cose che non vuole fare»
«Non devi costringere nessuno, quello che intendevo è se vi vedi sposati in un futuro anche lontano» spiegai.
«Elizabeth, non so nemmeno cosa mangerò a pranzo, non farmi queste domande per favore» rise e io con lei.
«A proposito del pranzo! Jared non ha detto che veniva a mangiare con noi? E’ mezzogiorno e noi non abbiamo ancora preparato nulla» mi voltai verso di lei che aveva appena finito di legare la treccia che mi aveva fatto.
«Cazzo, hai ragione!» balzò in piedi correndo in cucina mentre un paio di chiavi aprivano la porta di ingresso.
«Ciao Jared!» lo salutai mentre lui si toglieva la giacca e ricambiava.
«Ragazzi, direi che oggi si mangiano frutta e cereali, scusaci Jared, ma non abbiamo avuto il tempo di preparare nulla» spiegò andando ad abbracciarlo.
«In realtà diciamo che ci siamo prese un po’ di tempo per tornare bambine e ci siamo dilungare un po’ troppo» aggiunsi indicando i nostri capelli e lui rise.
«State tranquille ragazze, non vi preoccupate» disse avviandosi in cucina dopo aver baciato Katherine sulle labbra.
Lei lo seguì con lo sguardo e io sorrisi nel vedere quella scena. Era innamoratissima, i suoi occhi lo facevano trasparire senza alcuna esitazione e per un solo momento, un solo istante la invidiai.
Anche io volevo il cuore che scoppiava d’amore.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars / Vai alla pagina dell'autore: Skyfall