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Autore: AverySwan    12/06/2013    5 recensioni
Mia prima one shot dedicata allo Sterek.
Spero che piaccia a voi lettori e che vi commuova,come ha commosso me mentre la scrivevo.
xoxo ;)
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Derek Hale, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un battito di cuore e fu di nuovo silenzio.
Nella quiete della notte nessuno avrebbe potuto nemmeno sospettare quello che era appena accaduto.
Interi minuti senza che niente fiatasse.
Interi minuti, che ebbero il peso di ore, passarono senza pietà, nella quiete di quella notte in cui solo la luna splendeva, quasi fuori luogo, senza tempo, inesorabile, come il dolore che di lì a poco l'avrebbe soffocato.
Non ricordava di essersi mosso, non ricordava neanche di aver respirato a dire il vero, ma aveva dovuto farlo perché, oltre ad essere ancora vivo era anche in una posizione diversa da quella che ricordava.
Non più in piedi, al centro della strada, era ora accovacciato, con il corpo del ragazzo tra le braccia,  impietosa conferma della tragedia appena consumatasi. […]

Il giorno prima.
 
-Tu non verrai, ovviamente.
* Quella frase riaccese una conversazione altrimenti sopita e fece rimanere per un attimo Stiles confuso.*
-Non ho capito?!
*l'aveva fatto, ma sperava di aver sentito male, a dire il vero.

Scott sbuffò e non si intromise ancora nella conversazione, lasciando che fosse di nuovo Derek a prendere parola*
-Non verrai, Stiles. Non c'e' niente da capire!
* l'ovvietà con il quale l'uomo portava avanti quella sua tesi senza senso fece esplodere la calma del suo interlocutore *
-Si,certo ... questo chi l'avrebbe deciso?
* lo guardò di traverso,poi scosse la testa e si voltò verso Scott che nel suo mutismo innaturale sembrava appoggiare la tesi dell’ Alpha*
-Non ci posso credere!
* quella volta Stiles quasi rise, tra se ... non ci poteva credere per davvero!*
-Siete seri?  Sono sempre stato d'aiuto! Ho salvato il culo di entrambi almeno un paio di volte e ... e ora mi dite che devo restare a casa il giorno della battaglia?
* ma che idioti! E poi perché Derek non si fidava di lui? Idiota due volte!
Si accorse subito dopo aver finito di parlare che aveva alzato la voce, e se ne pentì.
Guardò Hale, per accertarsi che non fosse arrabbiato per quella sua presa di posizione (aveva sempre avuto un'inspiegabile fobia per quell'uomo), poi semplicemente voltò le spalle ed uscì dalla casa.*
-Ci penso io...
*l'affermazione di Scott gli arrivò comunque chiara mentre usciva, seguito da quest'ultimo a ruota *

Quella sera

Dopo quasi un giorno intero di occhi dolci e quanto meno abbordabili motivazioni, Scott McCall riuscì a convincere Stiles.
Ma la verità era che Stiles aveva convinto Scott … si, l’aveva convinto di aver ceduto e accettato il dover rimanere in casa.
Cosi, quando quella sera si allontanò con Derek nessuno dei due sospettava nulla.
Aspettò quasi 10 minuti, prima di uscire di casa.
Si chiese se prendere la jeep o se proseguire a piedi, fino al luogo stabilito.
Era una notte cosi bella che non si sentì di sprecarla e prese a camminare.
Non sapeva perché stesse andando lì.
Sapeva che non sarebbe stato d’aiuto in una lotta tutti licantropi in cui lui era l’unico umano … ma qualcosa, in lui, nel momento in cui Derek la sera prima gli aveva detto di restare a casa, era scattato, in maniera irreversibile.
Si accorse solo in quel momento, mentre metteva un piede avanti all’altro, che il vero motivo per cui era uscito di casa per recarsi in quel luogo che gli era stato “vietato” era proprio Derek.
Voleva dimostrargli che il fatto che fosse solo umano non gli toglieva alcun diritto, che era forte e coraggioso come ognuno di loro, come lui.
Si, Derek Hale era segretamente l’idolo di Stiles, anche se probabilmente non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce, nemmeno davanti ad uno specchio.
Quando arrivò lì la prima cosa che notò fu il silenzio.
Totale, quasi soffocante.
Arrivato allo spiazzo di strada che avrebbe dovuto servire da “arena” si accorse rapidamente che lì non era in atto un bel niente.
Era già finita? No, era matematicamente, statisticamente, fisicamente impossibile che una battaglia fosse durata cosi poco, viste le compagini in gioco.
Si accigliò, e stava per voltarsi quando sentì una voce, a lui familiare *
-Quale parte della frase , “Tu non verrai” , è andata persa nella traduzione?
* la voce di Derek arrivò chiara, un po’ ironica, ma calma.
Stiles si voltò a guardarlo e fece spallucce, rispondendo con un’altra domanda *
-Che è successo? Scott dov’è?
-Non è successo niente … non sono venuti, e Scott se ne è andato imprecando.
* nel momento in cui Derek rispose, nell’altro ragazzo nacque una strana consapevolezza a cui diede rapidamente voce…*
-Avete pensato al fatto che potesse essere una trappola, vero?
* il tempo che l’idea facesse capolinea nella mente dell’Alpha e un’altra voce, non desiderata, diede vita agli incubi più profondi di tutti *
-Dovresti ascoltare il ragazzino, Hale, ha quasi sempre ragione!
* la voce del terzo interlocutore sconosciuto arrivò a Stiles da troppo vicino, alle spalle.
Non gli ci volle un lampo di genio per sapere che ce lo aveva attaccato dietro, inoltre l’espressione di Derek ne era una strana e amara conferma ; un  passo e sarebbe morto.  Anzi no…*
-Quasi mi dispiace …
* furono le ultime parole prima della fine.
Stiles se ne accorse subito.
Sentì il tocco dell’uomo alle sue spalle ed aprì la bocca, forse per dire Aiuto, ma il suo urlo restò muto.
Cadde in ginocchio nell’esatto momento in cui il suo assassino scomparve e Derek rimase cosi, impalato in mezzo alla strada.
Paralizzato, immobile ; statua di cera a cui purtroppo era rimasta attaccata l’anima.

[…]Lo smosse appena, quasi a volergli ridare la vita.
Lo guardò incredulo, quasi a realizzare solo in quel momento l’accaduto.
Troppo rapido, troppo inatteso … il capo del branco Alpha l’aveva incastrato, battuto, con una sola mossa.
Non sapeva cosa fare.
Per la prima volta nella sua vita non aveva neanche una parvenza di idea circa il come comportarsi *
-Qualcuno mi aiuti!
* urlò, nella notte, ma la risposta che gli arrivò fu quella che meno si aspettava…*
-Se n’è andato?
*Stiles fece quella domanda di getto, muovendosi appena tra le braccia dell’uomo che lo sosteneva, imbrattato del suo sangue, che usciva fuori troppo copioso anche solo per poter pensare di fermarlo…*
-Ti porto via di qui.  Andrà tutto bene.  Starai bene.  Andrà tutto bene.
* per la prima volta nella sua vita Stilinski notò agitazione, preoccupazione e si, dolore, nel volto e nelle parole di Derek.
Si sorprese, cosi come si sorprese Derek.
Si sorprese di provare un dolore cosi lancinante.
Si sorprese di provare quelle cose per Stiles.*
-Non fare niente, non faremmo un metro.
* il ragazzo aveva accettato la sua fine più rapidamente di quanto avrebbe probabilmente fatto il licantropo che inconsapevole, aveva cominciato a piangere, silenzioso.*
-Qualcuno mi aiuti
* disse, di nuovo, guardandosi intorno, a voce troppo bassa per essere davvero sentito.
Stiles attirò la sua attenzione di nuovo su di se, tirandogli appena la maglietta *
-Non piangere,Hale. Ehi … devi promettermi di tenermi d’occhio Scott e Lydia, ok?
*l’altro annuì soltanto, più volte, e il ragazzo continuò *
-E non devi dimenticarmi … io …
* la voce andò affievolendosi fino a scomparire, in un ultimo sussurro *
-Grazie.
* e fu la fine, quella vera, quella dalla quale non si fa ritorno.
Fu la fine, troppo precoce, troppo amara, troppo sbagliata, della vita di Stiles.
E fu in modo analogo, la fine troppo violenta, troppo inaspettata, della vita di Derek.
L’ultima cosa che ruppe, di nuovo, il silenzio di quella tranquilla serata di Beacon Hills, fu un urlo straziato.*

Un anno dopo
 
Era una fresca e spoglia mattina di metà autunno quando con un rombo la macchina di Derek Hale si fermò per la prima volta davanti al cimitero di Beacon Hills.
Un anno era passato dalla notte più lunga e buia della sua vita.
Un anno in cui lui e Scott non avevano fatto niente, niente che non fosse distruggere gli Alpha.
Uno per uno ; li avevano divisi dal branco e uccisi, confusi.
Chi non era morto era scappato, i pochi rimasti si nascondevano poco fuori della città, convinti di essere salvi ; non sapevano che stavano andando a prenderli.
Derek Hale e Scott McCall … anche loro un branco Alpha, da quando il ragazzo si era trasformato.
Un branco particolare, di sue soli elementi,  le quali motivazioni però erano più forti di tutto.
La portiera passeggero e quella del guidatore si aprirono e chiusero contemporaneamente.
Durante quell’anno Scott e Derek erano stati l’uno il tutto dell’altro.
Alleati, amici … Derek non ricordava di aver scambiato nemmeno due chiacchiere con nessuno che non fosse McCall, da lungo tempo.
L’ultimo “rapporto umano” che aveva avuto era stato quasi una vita fa, la mattina dopo la morte di Stiles.
Aveva visto lo Scriffo Stilinski, il padre del ragazzo.
Distrutto, annientato … per un attimo i suoi occhi si erano incontrati con quelli dell’uomo e senza dire niente i due erano scoppiati a piangere come bambini, abbracciandosi come se si fossero conosciuti da sempre.
Era stato l’ultimo momento di vera debolezza di Derek.
Non aveva più visto lo Sceriffo.
Chiuse le sicure dell’auto e si fermò ad osservare il grande cancello nero.
Scott gli fece un cenno con la testa quasi a dargli lo sprint per entrare.
Camminarono con lo stesso passo e rivolsero al custode lo stesso sguardo circospetto ; avevano smesso da tempo di stupirsi di quanto uguale ormai fosse il loro comportamento.
Si fermarono davanti alla lapide di Stiles e improvvisamente il panico riprese possesso di Derek.
Come quella notte, non sapeva cosa fare.
Si era ripromesso che mai, nella sua vita, si sarebbe ritrovato di nuovo in una situazione simile.
Ringraziando il Cielo, quella volta, c’era Scott con lui…*
-Sarebbe fiero di me, sai?
* disse, di un tratto.
Derek staccò gli occhi dalla fredda pietra e li posò sul ragazzo al suo fianco, che era ormai diventato come un fratello, anzi, probabilmente quasi un figlio, per lui.*
-Per il modo in cui ho affrontato tutto, senza di lui. Sarebbe fiero di entrambi.
* a quel punto Hale si infilò le mani in tasca, quasi come se non avesse saputo cosa altro fare, e ritornò a guardare la lapide. *
Scott cambiò discorso e attirò di nuovo la sua attenzione *
-Glielo hai mai detto,Der? Che lo amavi … sei riuscito a dirglielo almeno una volta?
* il senso di smarrimento e vuoto che prese possesso dell’uomo quasi lo spinse a correre via, lontano da lì.
Non rispose.
Non si mosse.
Scott gli poggiò una mano sulla spalla *
-Ti aspetto in macchina …
* disse, allontanandosi e lasciando Derek lì, solo, con la sua confusione e il suo mai scomparso dolore.
La domanda di Scott lo aveva spiazzato, sotto tutti gli aspetti.
Glielo aveva mai detto? No, non lo aveva fatto.
Lo aveva amato? Si, probabilmente più di quanto avrebbe dovuto e più di quanto avesse creduto.
Si voltò appena, per andarsene ma … ma uscito la lì probabilmente non ci avrebbe più messo piede.
Lui e Scott avrebbero lasciato Beacon Hills, quel giorno, e probabilmente quella era l’ultima occasione che aveva per parlare con Stiles …
Non sapeva neanche da dove cominciare, loro due non erano tipi di grandi discorsi, non lo erano mai stati … tra di loro di solito bastavano gli sguardi.
Minacce, avvertimenti, disapprovazione,  un “siamo nei guai” … erano tutte cose che Stilinski e Hale si erano sempre detti solo guardandosi.
Ma quando cominciò a parlare gli riuscì più facile di quanto avesse creduto…*
-Ho mantenuto la promessa, Stiles … l’ho fatto.
Lydia *fece una breve pausa* ha pianto tanto quando ha saputo della tua morte, sai?
Credo che alla fine anche lei fosse un po’ innamorata di te.
Si è trasferita a Londra, qualche mese fa. Ha raggiunto Jackson, lui si sta comportando bene e lei mi ha scritto … credo che alla fine staranno bene.
* lo credeva davvero e immaginava che ora, il fatto che lei fosse con Jackson avrebbe rincuorato in un certo senso Stiles.*
-Anche Scott … mi sto prendendo cura di lui … anche se alla fine credo sia lui che si prenda cura di me.
Ho mantenuto la nostra promessa, mettendoci anche una piccola modifica.
Li abbiamo ammazzati tutti.
La vendetta non era prevista ma loro hanno spezzato me, dovevo pur restituire il favore, no?
* prese fiato, poi riprese, quasi rispondendo ad una domanda che non era stata fatta…*
-Si, ti ha ammazzato per questo.
 Mi aveva osservato a lungo … ha scoperto il mio punto debole prima che fossi io stesso a scoprirlo.
Punti di  pressione.
Prima che gli strappassi il cuore mi ha parlato di punti di pressione.
* tacque, poi sospirò e fece un cenno verso la pietra che era ora l’unica prova tangibile del passaggio del ragazzo in quella città.
Fu un cenno di saluto, seguito da un occhiolino.
Era il modo di Derek di dire ; “Mi manchi. Non ti ho dimenticato.”
Voltò le spalle e si recò verso il grande cancello, che lo avrebbe portato all’uscita.
Passò davanti al guardiano, di nuovo, e chissà poi perché, dopo averlo superato, si fermò e si voltò a guardarlo.
Quelli sorrise…*
-Grazie!
*disse, strizzandogli l’occhio.
Derek rimase immobile … ma non paralizzato dalla paura, come quella sera di un anno prima, bensì da una nuova quasi sconosciuta emozione ; la gioia.
Quella vera, che ti rimane senza fiato.
Un istante … poi il custode chiuse gli occhi e quando li riaprì era tornato ad essere il burbero arrogante di sempre *
-Cosa hai da guardare?
* gli chiese … Derek sorrise, e scosse la testa *
-Buona giornata!
* disse, tornando a voltarsi.
Varcò quel cancello con una sicurezza, nuova e totale ; quella di non essere solo.
Non sarebbe mai più stato solo, in nessuna parte del mondo.
Ovunque sarebbe andato  avrebbe portato con se il suo forte e coraggioso Stiles.*
  
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