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Autore: Nephilim13    12/06/2013    6 recensioni
Dal secondo capitolo:
Rise, poi mi prese il mento e mi costrinse ad aprire la bocca per ingoiare una strana roba blu riposta in un contenitore che teneva in mano. Sputacchiai quel liquido, ma a giudicare dalla sua faccia, non sarebbe servito a niente. Un dolore alle tempie mi colpì. Sembrava che qualcuno o qualcosa mi stesse facendo il cervello in mille pezzettini, per poi ricomporli, ma nell'ordine sbagliato.
Mio fratello si avvicinò e mi sussurrò:
-Adesso sei finalmente mia, Clarissa Morgenstern.
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Una lettera per me?
Rimasi per un attimo spiazzata quando Isabelle si avvicinò a me e mi diede in mano una busta bianca, non grande ma neanche piccola. Sopra non vi era scritto niente.
-Chi la manda? - chiesi a Izzy curiosa.
La sorella di Alec scrollò le spalle. -Non ne ho idea. L'ho trovata davanti la porta della tua camera.
-Oh. Allora, grazie Izzy. Ci vediamo a pranzo. 
Izzy mi sorrise, poi uscì dalla biblioteca dell'Istituto e chiese a Church dove fosse Alec. Dopo che si furono allontanati, aprii la busta e dovetti leggere due volte per riuscire a mettere bene a fuoco cosa ci fosse scritto sopra. Hai vinto la guerra con mio padre, sorellina, ma con me non è ancora finita. I tuoi amichetti faranno la stessa fine del più piccolo dei Lightwood, Max. Tu invece sarai mia. Per sempre. Ti troverò e ucciderò chiunque oserà intralciarmi la strada per arrivare a te, Clarissa. Puoi scommetterci la Coppa Mortale che ti avrò. Insieme, io e te conquisteremo il mondo Clary. Tuo fratello, J.C. Morgenstern. Chiusi con mano tremante la lettera di Sebastian. Mi alzai dalla poltrona che un tempo apparteneva ad Hodge e gettai il pezzo di carta nel fuoco che ardeva dentro il caminetto della biblioteca.
"Vedremo chi avrà la meglio, fratellino" – pensai guardando la lettera accartocciarsi e, lentamente, bruciare. Ma non mi accorsi che, quando fui uscita dalla biblioteca, la lettera si riformò pezzo per pezzo e il fuoco del caminetto si spense.

Insieme a Jace raggiunsi la sala da pranzo, dov'erano in tavola una decina di cartoni della pizza.
-Spero che Izzy mi abbia preso la margherita. - disse Jace. Ci sedemmo fianco a fianco e ingannammo il tempo mentre aspettavamo gli altri baciandoci e ridendo delle sciocchezze che venivano fuori dalla bocca di Jace. Quando tutti i componenti della famiglia Lightwood furono arrivati, inclusi Maryse e Robert che erano tornati da Idris, cominciammo a mangiare. Avevo deciso di non dire niente a nessuno della lettera di Sebastian. Sapevo che faceva seriamente, che i suoi non erano giochetti, quindi stavo elaborando un altro seppure doloroso piano. Volevo godermi i miei amici e il mio Jace prima di mettere in atto ciò che stavo pianificando. Sapevo che l'unico modo per proteggere quelli che amavo, da Jace a Simon, da Isabelle a Alec, era andarmene. Se anche Sebastian li avesse attaccati, loro avrebbero saputo difendersi. Conoscevo Sebastian molto bene, ed ero sicura che li avrebbe lasciati in pace vedendo che io non ero lì con loro. Lui voleva me. Non c'era motivo di mettere a repentaglio la vita degli altri, non ne vedevo alcun bisogno. Solo il pensiero di non rivedere più i miei amici mi procurava una stretta al cuore, ma sapendo che non sarebbero stati in pericolo per causa mia, ero già più tranquilla.+
-Ehi, Clary! Torna all'Istituto di New York con noi! - disse Jace ridendo vedendo che ero immersa nei miei pensieri. "Mi mancherai più di tutti, Jace". - pensai amaramente. Anche io scoppiai a ridere forzatamente insieme al mio ragazzo, contagiando anche il resto dei presenti.

Era una vera fortuna che Jace mi avesse fatto imparare l'italiano. Avevo pianificato tutto nei minimi dettagli. Avevo scelto una casa in buone condizioni in Italia ma dove non vi viveva nessuno. Avrei usato rune dell'invisibilità se qualche mondano avesse deciso di entrare a curiosare, per il resto c'era tutto ciò di cui avevo bisogno. Avevo qualche moneta sul mio conto bancario, anche se non sarei rimasta lì a lungo. Avrei girato l'Europa, cambiando posto abbastanza spesso. Sarei partita quella notte stessa. Avevo fatto spostare il volo alle cinque di notte, in modo che durante la mia partenza tutti dormissero. Erano ormai quasi le due. Presi il mio stilo e mi disegnai due rune del silenzio sulle caviglie, in modo da non fare rumore per evitare di svegliare qualcuno. Presi il borsone dalla mia scrivania che conteneva qualche vestito, ma soprattutto armi, e sistemai il biglietto che avevo scritto per i miei amici sul cuscino del mio letto. Uscii dalla mia stanza e, guardandola un' ultima volta, ripensai a quanta fatica avevo fatto per ottenere il permesso da mia madre per andare a vivere lì e potermi allenare. Ormai mi allenavo ogni giorno ed ero diventata molto brava, non quanto Izzy o Alec, ma me la cavavo molto bene. Lasciai la porta aperta e raggiunsi l'ingresso per le scale, visto che l'ascensore in piena notte sembrava una locomotiva. Toccai la porta dell'Istituto che, grazie al mio sangue di Shadowhunter, si aprì senza emettere il minimo rumore. Una palla di pelo bianco mi fece sobbalzare. Mi inginocchiai e l'accarezzai dolcemente, mentre Church emetteva dei miagolii che somigliavano a un pianto. "Non l'ho mai sentito miagolare in questo modo.". Ma Church era un gatto molto intelligente, e di sicuro aveva già capito cosa stava accadendo intorno a lui. Senza guardarmi più indietro e trattenendo a stento che lacrime che mi offuscavano la vista, il freddo della notte mi avvolse e le mie gambe si avviarono quasi correndo verso l'aereoporto principale di New York.
   
 
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