Uh, oh. Non sono mai stata brava con le note d'autore, mai. Però questa one-shot dovevo scriverla, perchè ne avevo il bisogno, perchè quando una cosa è tanto bella vale la pena parlarne, e loro sono taaaanto belli. Teen Wolf, telefilm che consiglio vivamente a chiunque, ha molte tematiche tra cui, come in ogni altro telefilm, l'amore. Premetto che non è di amore che parlerò in questa OS, non si avvicina nemmeno lol...forse. Prima di lasciarvi però vi avviso che c'è un trattino a dividere due parti della OS, quella prima del trattino è parlata in prima persona da Danny, la parte dopo è in terza persona. Non chiedetemi perchè l'ho fatto, mi è uscita così.°-° Scusate eventuali errori e punteggiatura mancata. Detto questo...buona lettura. :3 

Non ho mai avuto il timore di dire di essere omosessuale. Ci ero nato, era la mia natura. Il primo a cui l’avevo detto è stato Jackson, il mio migliore amico praticamente da sempre, lui l’aveva accettato da subito a patto che non ci provassi con lui. Quel bastardo di Whittemore mi mancava ogni giorno di più. Non mi ha nemmeno salutato a dovere, aveva solo messo su quell’odioso sorrisetto che appariva sfacciatamente su quel viso da prendere a schiaffi liquidandomi con un 'ci vediamo presto. ‘ Sono passate le intere vacanze ma di lui nemmeno l’ombra. Gli mando tuttora messaggi, email, lettere ma la sua risposta e sempre quella. Che cosa avrà mai da fare d’importante fuori città? E’ sempre stato un mistero quel ragazzo, perfino con la sua relazione con Lydia. L’avevo capito che la amava ancora ma era troppo cocciuto per accorgersene,  o al massimo non voleva, era intenzionale la cosa e nonostante l’avessi avvertito più volte la sua espressione rimaneva impassibile, ma sapeva anche che io non mi fermavo all’espressione, andavo oltre. Guardavo lo sguardo, quello che c’è dietro, nel profondo, e anche lui l’amava, l’amava ancora. Nonostante ciò, però, lui se la spassava e diversamente non si poteva dire di Lydia che era in costante ricerca di qualcuno in grado di sostituirlo, ma dubito che possa trovarlo, anche se da un po’ di tempo le cose sembrano cambiate. I due nuovi, i gemelli, aveva praticamente messo occhi su entrambi, e beh, chi poteva biasimarla? Insomma l’occhio cadeva, e a me è successo un paio di volte, forse un po’ troppo, ma non ero l’unico. Tante altre volte avevo sorpreso uno di loro a guardarmi, e potrei giurare che era sempre lo stesso. Insomma sono sempre dell’idea di non essere bene accetto tra qualcuno, per il mio essere omosessuale ovviamente, e ho pensato più volte che volessero prendermi di mira, invece mi sbagliavo. Ogni volta che mi sentivo osservato, mi guardavo intorno e arrivata alla fonte, mi meravigliavo sempre di più. Il sorriso che mi rivolgeva poi, non era malvagio, tipico di uno che cerca guai, no. Ed io imbarazzato tornavo con gli occhi alla lettura, anche se non osservavo veramente, non leggevo. I miei occhi scorrevano su quell’ammasso di parole nere, battute su un foglio bianco, le leggevo e rileggevo ma in realtà non ero attento, e sentivo ancora quegli occhi su di me, sulla mia schiena. Pieni, sicuri, duri, imbattibili. E il brivido che ne derivava era potente, tremante, mi faceva sudare, mi faceva mancare l’aria. Poi quelle sensazioni finivano e capivo che era andato via.  All’inizio dell’anno scolastico non avevo grandi aspettative, come gli anni precedenti capii solo che sarebbe stato esattamente tranquillo, nonché noioso, come i precedenti. Ma come ho detto, è stato solo l’inizio perché dall’attimo in cui aveva varcato l’entrata la mia attenzione era stata completamente catturata e ho cominciato a pensare che forse non sarebbe stato male, l’anno scolastico intendo. Non sarebbe stato noioso, la routine non sarebbe stata scuola-biblioteca-casa, insomma ho cominciato a pensare seriamente che forse non sarebbe stato così male. E ne ebbi la conferma in un abituale e normale giorno di scuola.

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Danny cammina verso il suo tavolo, in biblioteca. Con uno strano presentimento sulle spalle, poi nota Ethan, in piedi, vicino a suo fratello e incapace di staccare gli occhi da lui, finisce per sbattere contro un altro studente. Confuso e imbarazzato si scusa e si siede al suo tavolo prendendo il materiale. Poi improvvisamente Ethan si appoggia a lui, vicino, troppo vicino, così vicino che Danny sente l'odore di Ethan. Fresco, seducente. Colonia. Danny cerca di non mostrare quanto, in realtà, sia imbarazzato da questa vicinanza, quando lo sente. Una semplice parola borbottata.

‘Ciao’ Ethan si siede al tavolo con disinvoltura, e Danny giura di aver sentito quel borbottio seducente, o quasi. E Danny cerca di tenere il sorriso formatosi sulle labbra screpolate, ma gli è difficile farlo dopo che una scarica similmente elettrica si è abbattuta su di lui, sa che è un tentativo inutile quando sente il corpo vibrare e, chissà come e perché, Ethan sembra esserne divertito e allora anche Danny sorride, nonostante tutto ciò gli sembra ridicolo e quindi…

‘Ciao’ gli risponde e si chiede come casualmente il suo battito cardiaco sia iniziato ad accelerare minacciando di mettere in pericolo la sua voce ferma da un momento all'altro.

‘Stai cercando informazioni sulla ricerca che ci ha assegnato Finstock?’ Ethan risponde chiudendo gli occhi per un nanosecondo, abbastanza da vedere Danny completamente nervoso adesso. Talmente nervoso che annuisce senza emettere una sillaba, nemmeno una. ‘Posso dare un’occhiata anche io?’ allora continua e dopo aver avuto il consenso dell’altro allunga la mano, consapevole che anche Danny l’avrebbe fatto. Così le loro mani s’incontrano e mentre Danny è preso un po’ alla sprovvista, Ethan non rimane sorpreso del gesto compiuto dell’altro che ritrae la mano come scottato. Così si ritrova a sorridere, per l’ennesima volta.

E mentre più in là una Lydia e un Aiden sembrano interessarsi uno all’altra, Danny ed Ethan rimangono in silenzio, seduti uno di fronte all'altro, protagonisti di uno scambio di sorrisi, come se fossero in piccola bolla, la loro piccola bolla. E per Danny è bello tutto questo, è bello connettersi con qualcuno tramite pochi scambi di parole, di sguardi e, soprattutto, di sorrisi. Bello, non c’è altra parola. Danny non è sicuro di quello che forse ha compreso, ma si sente corteggiato alla vecchia maniera, e gli piace. Ma la bolla sembra essere destinata a rompersi quando Danny decide di iniziare un discorso, il cellulare di Aiden inizia a squillare e dopo vari borbottii fa cenno al fratello di andare. Danny è un po’ dispiaciuto di questa interruzione ma la cosa sembra importante quindi segue Ethan alzarsi dalla sedia di fronte, imponente, maestoso, come un leone s’innalza vittorioso dopo una battaglia con la preda, e Danny non può fare altro che rimanere incantato da tanta bellezza. Ed è lì che sente afferrarsi una mano, forte, salda ma allo stesso tempo calda e rassicurante.

‘Ci vediamo dopo, Danny’ Ethan marca volutamente sul suo nome e Danny annuisce, ancora, e perde un battito, ne perde due, ne perde un paio anche quando l’altro gli lascia la mano accarezzandola. Il suo nome sembra d’un tratto più bello di quanto possa immaginare. E quando anche l’ultimo lembo di pelle dell’altro scompare dalla sua visuale, Danny riprende il suo studio, o meglio, ci prova. L’episodio lascia Danny stordito per il resto della giornata, l’ultima ora sembra non finire mai e lui ascolta a malapena ciò che dice il suo professore di matematica, troppo occupato a pensare ad Ethan. E’ patetico, si ripete, e questo lo sa benissimo ma non può farne a meno, e quando anche l’ultima campanella della giornata suona, Danny si ritrova a pensare che forse aveva ragione, che forse quest’anno scolastico non sarebbe stato per niente male.