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Autore: paginesbiadite    12/06/2013    3 recensioni
"era una lotta tra cuore e cervello. uno mi diceva di amarlo, l'altro mi diceva che era troppo pericoloso".
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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non feci in tempo a fare due passi che due auto nere arrivarono slittando sull'asfalto. ero pietrificata.
"merda" esclamò justin.
scese dalla macchina velocemente, mi prese per un braccio e mi trascinò in macchina.
chiuse le portiere e con la stessa velocità mise in moto.


"ci stanno seguendo?" mi girai per guardare dietro.
"non lo so" disse lui guardando nello specchietto.


correvamo abbastanza veloci quando....
"baamm" una delle due auto nere ci aveva colpito in pieno la parte dietro della macchina.
"figli di puttana" disse justin stringendo i denti.
poi sterzò rapidamente, facendomi sbattere la spalla sulla portiera.
correvamo velocemente e il mio cuore stava esplodendo.
l'altra macchina ci aveva raggiunto, eravamo stretti ai lati.
prendemmo una scorciatoia che ci liberò da quelle auto.


le avevamo seminate e justin mi disse "dobbiamo saltare"
mi girai verso di lui ancora sconvolta dall'affermazione "che cosa?"
"senti, non succederà niente, io rallenterò un pò, vedi quella curva?" la indicò "dopo quella ci sta un fiume, la macchina ci finirà dentro, e tu non vuoi andare con lei giusto?" mi guardò per un'istante "e poi non dobbiamo lasciare tracce" mi sorrise.


era incredibile, in quella situazione lui rideva, e per un'istante mi sollevò il morale, dico per un secondo, perchè in quel momento lo odiavo, con tutto il mio cuore.

"va bene...credo" fu l'unica cosa che riuscì a dire.
la macchina rallentò, justin prese la pistola, mi guardò e disse "pronta?" 
annuì ma con una faccia alquanto sconvolta.
"tre...due...uno" 
la macchina fece la curva "ORA!" gridò.
entrambi ci buttammo sull'asfalto, la macchina come preannunciato finì nel fiume con un rumore assurdo.
avevo il braccio coperto di graffi e un labbro spaccato "e menomale che non era niente, pff" pensai.
justin arrivò verso di me anche lui con qualche graffio, mi fece alzare in piedi poi disse "vieni, qui ci sta un bosco, non dobbiamo farci vedere"


percorremmo un pò di metri a piedi,  con la coda dell'occhio vedemmo le due macchine nere così ci buttammo dietro ad un'albero per nasconderci.
justin mi mise la mano sulla bocca e mi fece gesto di stare in silenzio.
poi controllò che le macchine se ne fossero andate e mi disse di venire.


"vieni ci sta il fiume, dobbiamo rinfrescarci" 
"pff" borbottai "dobbiamo rinfrescarci" imitai la sua voce, irritata.


lo vidi mentre si toglieva la maglietta e si buttava nel fiume.
ero rimasta lì a osservare la scena come un'idiota.


"vieni?" mi chiese lui sorridendo.
"no, non ci penso neanche!" indietreggiai.
"di cosa hai paura?" si avvicinò.
"non mi tolgo i vestiti" esclamai incrociando le braccia.
"e chi ti ha detto di toglierteli?" sorrise, scattò fuori, mi prese in braccio e prima che potessi protestare mi buttò in acqua.


"sei veramente incredibile" sorrisi spruzzandogli l'acqua in faccia.
"lo so" si immerse in acqua per poi sbucare a un centimentro da me.


sentii le sue braccia avvolgere la mia vita e stringermi.
voleva baciarmi e lo volevo anche io, ma allo stesso tempo lo odiavo per quello che aveva fatto.
"ti odio lo sai?" dissi sorridendo e scansandolo, per poi dirigermi sulla terra ferma.
lui rimase cinque secondi immobile nell'acqua, chinò la testa e gli sfuggì una risata.


anche lui mi raggiunse poi esclamò "aspetta qui" e scappò via.
"dove stai andando? vuoi lasciarmi qui sola?" gridai.
"non preoccuparti, non lo farei mai" gridò anche lui.


io sorrisi.
poi mi misi seduta vicino a un masso, contemplai per un paio di minuti la superficie dell'acqua.
"prendi" justin mi lanciò degli abiti "non sono il massimo lo so, ma sono meglio dei tuoi vestiti bagnati"
"dove li hai presi?" chiesi.
"non importa, mettiteli" 
girai gli occhi al cielo.


"non davanti a te" sbottai.
lui si era già cambiato, aveva una camicia rossa e dei pantaloni neri.
poi alzò entrambi le mani "prometto di non guardare" 
"si certo come no" dissi. lui sorrise. poi proseguii "torno subito" 
"non ti allontanare" mi disse preoccupato.
"si mamma" gli dissi ridendo.


avevo percorso pochi metri e mi ero nascosta dietro un'albero.
cominciai a mettermi gli abiti che mi aveva dato, una maglietta nera e dei jeans.
dopo essermi messa i pantaloni, mi stavo sistemando la maglietta quando...

"ferma dove sei!" qualcuno mi aveva puntato la pistola e io istintivamente alzai le mani.
mi voltai per vedere chi era.... non lo avevo mai visto in vita mia.
"ehi!" era justin. "mi ha seguito fin qui" pensai.
"justin" l'uomo gli sorrise.
"scooter, posa quella pistola, non è pericolosa" 
"la conosci?" chiese.
"si, lasciala andare" 
"scusami" mi disse riposando la pistola.


io corsi dietro justin.
"selena lui è scooter, un mio amico" disse mettendomi la mano dietro la schiena.
"piacere, scusa se ti ho fatto prendere uno spavento" mi porse la mano, che io strinsi.


"che ci fai qui?" chiese a justin.
"quei bastardi ci hanno inseguiti fino a qui" disse.
"ancora loro? e lei cosa centra?" 
"pensano che sia mia complice, e così adesso la vogliono per arrivare a me"
"justin posso parlarti un secondo?" disse scooter facendo cenno con la mano.


io rimasi immobile al mio posto.
si erano messi dietro una roccia, e io mi avvicinai per sentire che cosa stavano dicendo.
le uniche cose che sentii erano "hai fatto uno sbaglio a portarla, devi lasciarla andare, tanto non gli faranno niente, manderò qualcuno a sorvegliarla, dobbiamo risolvere questa cosa noi due, dobbiamo sbarazzarci di quei bastardi" disse scooter "non lo so, dici che ho veramente sbagliato? allora forse hai ragione" 


non potevo credere alle sue parole, dopo tutto questo, voleva lasciarmi andare e risolvere tutto da solo?
ormai mi sentivo coinvolta, non solo fisicamente, non volevo lasciarlo a combattere quei tizi da solo, non volevo che gli succedesse niente di male.


"NO" gridai raggiungendoli. "non puoi liberarti di me, non voglio lasciarti ammazzare quelle persone, non voglio che tu ti faccia male, ormai io sto con te, e non me ne frega un cazzo se mi vuoi proteggere...." feci una pausa "vuoi proteggermi? bene, allora fammi stare con te, ti ricordi cosa mi avevi detto ? 'devi stare con me o altrimenti ti uccideranno, solo io posso proteggerti' BENE io sto con te, perchè so che lì fuori, quelli mi prenderanno e io non dirò niente su di te e allora mi uccideranno" gli gridai tutto in faccia piangendo, ero arrabbiata, prima mi aveva costretto ad uscire con lui, poi quei uomini con le  pistole, la fuga, la macchina, e adesso questo. lo odiavo.

lui non mi disse niente e mi strinse forte.
io affondai la faccia nella sua camicia.


"sei sicura di quello che stai facendo?" mi disse con un tono dolce.
"si...ti prego non lasciarmi, non voglio che ti facciano del male" lo guardai in faccia.
"selena, tu non puoi proteggermi" mi disse.
"si che posso..." mi liberai del suo abbraccio e mi sedetti sotto un'albero.
poi guardai scooter che disse "bene, domani sarà una lunga giornata, venite in macchina, vi porto a casa mia"


mi sedetti dietro, appoggiai la testa sul finestrino, il cielo era tutto nero ma brillava di stelle.
vidi justin che dal posto davanti si girò verso di me sorridendomi.
io non sorrisi, ma chiusi solo gli occhi.


"io posso proteggerti justin"  mi addormentai.







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