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Autore: Coccolotti_spray    12/06/2013    0 recensioni
Jess sarebbe potuta diventare una sarta esemplare, ma quel lavoro che eseguiva con minuzia col passare degli anni le consumò le candide e oneste dita fino a macchiarle di un vivido cremisi.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Settima stagione, Contesto generale/vago
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1.   Count on me
 

 
La Notte non è mai amica di chi riesce a cogliere la sua vera natura;
per coloro che ce la fanno, lei si libera del suo ingannevole volto mansueto di Regina della quiete e mostra i suoi occhi grondanti di sangue, che il buio riesce a celare.
 
In alcuni e frequenti casi la Notte può diventare una nemica scomoda, che colpisce con un fuoco al quale non è facile rispondere, si può solo subire quel calore che paralizza un corpo sotto le coperte, imprigionandolo in un’angoscia dalla quale è quasi impossibile fuggire.
E’ difficile abbandonare l’inquietudine che trasmette e si può solo sperare che in quei casi ci sia un compagno pronto a vegliare su di noi, disposto a confortarci con banali, ma efficaci parole, perché quando si è in due, mantenere la calma risulta più facile e si riesce a vedere con chiarezza quello che ci circonda.
Spesso la sola cosa di cui necessitiamo per placare le nostre paure è un alleato, non per tutta la strada ovviamente, ma per almeno i primi dieci passi.
 
Per fortuna, quando era toccato a Dean subire l’attacco della Notte, Sam era rimasto al suo fianco, non gli aveva lasciato fare il temerario, il coraggioso fratello maggiore, ma lo aveva costretto a includerlo nel problema che ormai popolava le sue notti.
Il cacciatore dai capelli chiari si era lasciato sopraffare dall’ansia che qualcuno o qualcosa avesse potuto attaccarli durante le ore di sonno, quando la guardia era bassa e non avrebbero potuto reagire.
Come aveva cercato di risolvere il problema?
Semplice: smettendo di dormire.
 

Non era stato facile per Sam fargli affrontare la verità, chiamata dal fratello “semplice prudenza”; era stato necessario mettere in pericolo l’Impala e solo dopo quel mezzo incidente Dean aveva deciso di accettarla.
 
 
Quella sarebbe stata l’ultima notte che i fratelli Winchester avrebbero trascorso in un piccolo, ma ospitale e confortevole, motel del Mississippi, dopo un’intensiva  caccia, che li aveva tenuti occupati per un’intera settimana.
 
Sam, entrando nella stanza con le pareti di un caldo arancio, poggiò la busta contenente la loro scorta di birre sul tavolo sepolto da mille scartoffie, dopodiché si sedette e prese a sorseggiarne una, mentre Dean, pensando di non essere controllato, si sistemò sul letto accanto alla porta con disinvoltura, cercando di passare inosservato.
 «Non ci provare! » esclamò Sam con una voce stanca, dimostrando al fratello che, nonostante tutto, non aveva abbassato la guardia.
«Andiamo Sammy, mi fa stare tranquillo» il ragazzo dai capelli più scuri si limitò a guardarlo, cercando di velare quella preoccupazione, che il fratello gli proibiva di mostrare con silenziose richieste celate dietro insulti scherzosi.
«Falla finita» Dean sbuffò, ma prese una birra senza protestare ulteriormente e si diresse verso il letto che gli era stato imposto con un’espressione contrariata.
«Quando finirà questa rottura? » Sam fece spallucce.
«Dimmelo tu» Dean allora lo guardò come se la risposta fosse scontata.
«Non posso cambiare quello che gli anni hanno fatto di me, questo lo sai, vero? » il ragazzo con i capelli più lunghi allora scosse il capo.
«Non vuoi, Dean…è diverso…devi imparare ad allentare la presa! Non ti dico di abbassare del tutto la guardia…perché questo significherebbe morire…ma non c’è nient’altro nella tua vita… vivi con il solo pensiero della caccia…» Sam si pentì troppo tardi di aver pronunciato quelle parole, che ferirono visibilmente il fratello.
Dean in un primo momento tentò di rispondere, almeno nei suoi pensieri: “Cos’altro potrei avere?”, ma invece chiuse nel silenzio quell’interrogativo che lo affliggeva giorno dopo giorno e si stese sul letto, dando le spalle al ragazzo coi capelli più lunghi.
 
Dopo un paio di minuti, forse a causa della stanchezza, ma più probabilmente per dimostrare qualcosa al fratello minore, Dean riuscì ad addormentarsi e quando Sam se ne accorse, tirò un sospiro di sollievo, perché quella sarebbe stata una notte serena per entrambi.
 
Il ragazzo dai capelli scuri si affrettò a spegnere la luce principale e, accontentandosi di una piccola abat-jour, si mise a leggere un libro che aveva trovato quando erano arrivati in quel motel: non era bello, né avvincente, ma era l’unico passatempo disponibile, quindi si accontentò e, inspirando a fondo, si immerse nei racconti di uno sconosciuto detective, le cui avventure non sarebbero mai state ricordate da anima viva.
 
Le pagine erano simili a macigni, una dopo l’altra sembravano gravare su quella mano che aveva il compito di sfogliarle.
In quel momento Sam desiderò immergersi in una caccia poco impegnativa semplicemente per impiegare il suo tempo: un vampiro o un breve esorcismo magari.
Il ragazzo fu accontento, poiché improvvisamente una mano si posò sulla loro porta con insistenza, quasi come se desiderasse disperatamente entrare.
«D…» il nome del fratello gli si spense fra le labbra.
 
Non posso…” dichiarò Sam con decisione e impugnando la pistola si avvicinò alla porta, “…Sicuramente non è Castiel…e dubito che un demone arrivi bussando…” , dopodiché aprì.
 
«Posso entrare? » domandò Charlie completamente bagnata e con un viso spento, sul quale si era insinuato qualcosa di molto simile al terrore.
«Charlie, entra!...Che succede? » la ragazza senza rispondere si fiondò all’interno della stanza, poiché aveva bisogna di un luogo asciutto almeno per pochi secondi, per ricordarsi che il suo corpo poteva accogliere ancora il calore.
«Ho bisogno del vostro aiuto…» pregò avvolgendosi in una coperta senza troppe cerimonie.
«Charlie?!?...» farfugliò Dean ancora assonnato, poiché quel trambusto era riuscito a svegliarlo «…che ci fai qui? » la ragazza si voltò verso di lui.
«Ho un problema…cioè non io, ma una persona che mi sta molto cuore e mi serve il vostro aiuto…Non posso dirvi di più…ma non sarei qui se non fosse necessario…se non fossi disperata…ho bisogno di voi…» i due ragazzi si guardarono per un breve istante e quella semplice occhiata bastò per decidere il da farsi: Sam raccolse le poche cose che avevano sistemato nella piccola stanza di quel motel, mentre Dean si vestì velocemente.
 
«Vado a mettere questa roba in macchina» dichiarò Sam e Dean annuì rinfilandosi le scarpe.
«Grazie Dean, veramente…ti leggo in faccia che non è un bel momento…»
«Quando ci sono delle vite in gioco, questo non ha importanza…»
«Ce l’ha per me…» il ragazzo si alzò e la strinse per un istante fra le sue braccia.
«Io non posso fare niente…vorrei» Charlie iniziò a piangere e Dean la strinse più forte, poiché era strano vederla abbattuta, spaventata…dopodiché la spinse gentilmente verso la porta.
«Andiamo adesso» la ragazza annuì e velocemente raggiunsero l’Impala.
 
 
 

 
  
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