Ricorda ogni minimo secondo passato a cadere nel nulla.
Ricorda la voce di quello che un tempo era un padre, ricorda l'urlo grottesco di quello che un tempo era un fratello.
Ricorda di essere scivolato dolcemente dalla presa, e di non aver sentito alcun peso trascinarlo giù.
E' semplicemente accaduto, così come accadono molte cose, cose di cui non sempre si sa l'origine precisa.
Ricorda infine sua madre, ricorda il grido con cui dice "NO THOR NOn loki ..."
Ricorda che lei ha pronunciato il suo nome, che anche nell' istante che sarebbe dovuto essere pieno della sua gloria lei: come ogni altro abitante di Asgard abbia già decretato il vincitore.
Ricorda di aver sorriso, non riesce a volercela con sua madre, lei si è pentita di avergli mentito, lei non è scivolata in un sonno profondo solo per non rispondergli.
Lei era lì a prendersi le sue responsabilità, di madre, di ingannatrice, di protettrice, di donna, di sovrana, di stratega, di amante.
Perchè nessuno sa quanto grande sia l'amore che lega una madre con il figlio a parte il figlio stesso.
Anche se adottato.
Ricorda infine che Thor non si è buttato per prenderlo o per fargli passare la paura.
Ricorda una scogliera, e una scommessa con Sif, doveva buttarsi ma aveva paura, Thor si buttò con lui perchè in due la paura è meno forte.
Ricorda di aver sorriso pensando a questo: lui non ha avuto paura.
Thor era terrorizzato dal vuoto.
Loki ha vinto, ma nessuno lo saprà mai.
Ma, puoi ancora provare paura quando non hai nulla da perdere?