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Autore: Dappyna    15/09/2004    3 recensioni
Non so che dire ... Una fredda serata, due ragazzi e un piccolo amore che si cela nel gelo
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kei Hiwatari, Rei Kon
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Senza Titolo 2

-Ho freddo...- Mormorò un ragazzo dai lunghi capelli corvini.
Era inverno e il pavimento della casa era più freddo che mai. Neanche in Russia c’era quel gelo, che si espandeva in tutta l’isola Nipponica. Quel freddo faceva gelare persino l’acqua delle terme, che in quel periodo erano chiuse per la scarsità d’acqua calda. Niente sembrava poter scaldare quel freddo polare artico che si espandeva nella casetta di casa Kinomya.
Le finestrelle non si potevano aprire per colpa del gelo che si era incrostrato sopra. Il tetto generalmente stabile sembrava sul punto di crollare da un momento all’altro. L’unica cosa veramente positiva di tutto quel gelo era il fatto che si poteva restare in casa vicino al caminetto a parlare tranquillamente. Quel fuocherello, riusciva almeno a riscaldare il salotto, ma non riusciva a raggiungere le altre sale della casa. Le notti passavano fredde e silenziose, ma almeno si trascorrevano in compagnia di qualcuno in particolare.
Un altro ragazzo steso sul suo letto rimboccato con almeno cinque coperte fino al collo, lo guardava stanco, per la notte insonne e per tutte quelle che sarebberò venute in seguito. Aveva gli occhi ricoperti da uno strato di occhiaie che penetravano anche nel pavimento. Era stanchissimo. Non ce la faceva più a sopportare quel freddo lancinante. Non solo gli entrava nella pelle, ma anche nelle ossa, fino a raggiungergli il cervello, congelando in qualche modo persino quello. Voleva dormire decentemente per poi alzarsi alla mattina per allenarsi col suo Bey, ma la notte non glielo permetteva. Quanto voleva stare a letto cercando un pò di calore! Nemmeno a Mosca regnava quel freddo. Ma da dove era spuntato fuori?
L’altro ragazzo che lo guardava con una coperta di pail verde attorno alle spalle, voleva almeno cercare un pò di calore stando insieme al suo migliore amico. Chi meglio di quel ragazzo dalle gote tatuate poteva riscaldarlo sotto le coperte? Glielo aveva chiesto persino lui, di venire a volte nel suo letto, a dormire insieme. Non perchè erano fidanzati, ma perchè il freddo era davvero pungente e il solo stare in un fouton era ancor più gelido. Neanche lo scaldino faceva il suo dovere quotidiano.
Il ragazzo disteso si trascinò da parte lasciando uno spazio per il ragazzo in piedi. Si lasciò cadere sul letto con un leggero tonfo, per poi cacciarsi sotto le coperte circondato dalle braccia del ragazzo dalle gote tatuate. Si posizionò più vicino al suo torace, per scaldarsi a vicenda poggiando la sua testa contro il petto dell’altro. Qualla posizione aveva già fatto effetto sui due ragazzi che trovarono un pò quel caldo che tanto bramavano. Non si vergognavano di niente. Il loro silenzio era stato immortale per alcuni minuti fino a che uno dei due si mise a parlare.
-Non hai freddo?- Chiese il ragazzo dai capelli lunghi, alzando gli occhi per guardare il suo amico in volto. L’altro abbassò la testa per poterlo guardare e si posizionò tra l’incavo del collo. Era stanco e voleva dormire.
-Perchè vuoi parlare proprio adesso, gattaccio?- Gli chiese infastidito.
-Uffa!! Non si può più dire niente!!- Rispose cacciando la sua testa contro il petto del ragazzo dalle gote tatuate, cercando di nascondere il suo disappunto.
L’altro alzò gli occhi al cielo. Non lo faceva involontariamente, ma quando sentiva il suo migliore amico infastidirsi in quel modo gli ricordava un pò il carattere del suo amico russo Yuriy, che al contrario di lui, quando faceva così poteva rimanere in silenzio per più di un giorno senza proferire parola. Per fortuna quel gatto non riusciva mai tenere la bocca chiusa, così lui almeno non si doveva sentire in colpa, ma a volte non riusciva proprio a sopportarlo. Perchè doveva fare così ogni qualvolta che si cacciavano sotto le coperte assieme? Non poteva appisolarsi senza dire niente e addormentarsi tranquillamente come ogni essere vivente? Il suo malumore durò pochi secondi perchè ricominciò a parlare, come se non fosse successo niente.
-Parliamo un pò?- Chiese gentilmente strofinandosi contro il suo petto come un gattino.
L’altro però non ne aveva proprio voglia.
-Rei... Sono stanco e voglio dormire- Ammonì infastidito abbassando la testa rassegnato.
L’altro però non mollò si tolse un’attimo da quel caldo abbraccio e si mise a guardarlo. Stava per dire qualcosa, ma le parole del ragazzo dalle gote tatuate furono più veloci delle sue.
-E poi siamo gli unici a rimanere svegli alle 2:00 di mattina... Persino Takao e gli altri stanno ronfando!- Mormorò cacciando la testa nel cuscino infastidito, cercando di tenersi sveglio per poter parlare almeno per altri cinque minuti col suo amico.
Rei si mise a sedere sul letto tenendosi sempre la coperta di pail sulle spalle guardando il suo amico che si sbracciava per tenersi sveglio almeno per un pò. Notò che faceva fatica a tenere gli occhi aperti, così si ricacciò sotto le coperte un’altra volta trascinado anche il suo amico. L’aveva un pò preso di sorpresa, ma si ritrovarono nella stessa posizione iniziale.
-Adesso va meglio!!- Ammonì chiudendo gli occhi appoggiandosi alla spalla del suo amico. Aveva bisogno di riposo e per fortuna Rei l’aveva capito immediatamente che nello stato in cui si trovava non poteva fare niente per tenerlo sveglio. Si preparò per entrare nel mondo dei sogni, mentre sentiva che anche Rei si stava appisolando.
-Ok! Adesso possiamo parlare!!- Sospirò il cinese sorridendo.
Pensò fosse uno scherzo, ma non era così. Quel dannato gattaccio voleva parlare, ma non poteva farlo al pomeriggio o di mattina?! Perchè alle 2:00 di notte, quando tutti dormivano? Si rigirò nel letto per poi sbuffare annoiato. Aveva bisogno di dormire! Perchè dovevano capitare tutte a lui?
-Rei!!! Ho sonno!! Andiamo a dormire e non parliamone più!!!- Esclamò irritato.
-Ma basta dirlo!!!- Gli intonò infastidito.
-Ma se te lo sto dicendo da più di 5 minuti?- Fece alzando gli occhi al cielo.
-D’accordo!!- Rispose cacciandosi contro il petto dell’amico rimanendoci deluso.
Il ragazzo dalle gote tatuate alzò nuovamente gli occhi al soffitto. Ancora una volta l’aveva fatto arrabbiare, ma che ci poteva fare lui se era stanco morto e aveva bisogno di sonno? Sicuramente il suo amico felino non lo voleva capire, ma anche lui non era una gentilezza in quello stato. Poteva trattare un pò meglio il suo amico, invece finivano per azzuffarsi ogni volta. Non potevano parlare civilmente.
Il ragazzo preso dal rimorso gli cinse le spalle con un braccio con l’ìintenzione di chiedergli scusa, ma fu scacciato in malomodo facendolo rimanere deluso. Il cinese si girò dall’altra parte nascondendo il suo volto deluso, ma che non sfuggì all’occhio vigile del ragazzo russo.
-Rei... Dai! Non tenermi il muso! E’ tardissimo! E’ logico che mi comporti così...- Mormorò languido accarezzandogli la testa per farlo assopire e cedere alle sue carezze. Pur non potendolo vedere capì che la sua tattica funzionò, da come si comportò poi in seguito. In breve tempo la testa del cinese si appoggiò su un lato permettendo alla mano del suo amico di percorergliela facendolo rabbrividire dal piacere. Sapeva perfettamente ogni suo punto debole e come farlo ritornare sereno e felice. Mugugnava ininterrottamente contro quelle carezze cedevoli e in poco tempo il suo volto si rilassò completamente. Si girò per cercare più affetto da parte del ragazzo tatuato e in quel momento Kei potè vedere quanto l’espressione sul suo viso fosse dolce e tenera. Sembrava un gattino in cerca di coccole. Sembrava che stesse facendo veramente le fusa da come soffiava insistemente per avere di più e sempre come se fosse stato un adorabile gattino si struscio di più contro la mano di Kei per avere più contatto. Chiuse gli occhi dal piacere che gli donava per imprimere quelle carezze anche nella sua mente. Kai lo guardava dolcemente. Ogni volta che insunuava le sue mani fra i capelli per farlo rilassare trovava la sua espressione, la più innocua di quel mondo. Sembrava così piccolo in confronto a lui in quei momenti che quasi si dimenticava che avevano la stessa stessa età. Ma i suoi atteggiamenti non erano infantili. Li dimostrava immaturi soltanto quando veniva in qualche modo esposto attarverso una dolce tortura. I suo viso era rilassato dal piacere. Quei lineamenti felini lo facevano sembrare troppo a un gatto, ma non ecessivamente. Pur assomigliando ad un gatto, la sua firezza era paragonabile a quella di un’aquila rapace. Era capace di tutto. Niente di tutto quello che stava vedendo in quel momento era reale normalmente, ma sapeva che si vedeva appena si toccavano i suoi punti deboli. Come in cerca d’aria aprì la bocca per ricevere più ossigeno per poi trasformare quel ghigno un in dolce sorriso che fece sciogliere di dolcezza il tenebroso blader di fuoco. Dalla sua bella bocca rosata si poterono notare quei lucenti canini bianchi appuntiti che spuntavano dalla sua bocca. Lo facevano sembrare in tutto e per tutto a un gatto quei strani denti. Le sopracciglia generalmente aggrotate erano frilassate sulla sua fronte imperlata da qualche gocciolina di sudore, che Kei notò con sorpresa. Il naso leggermente piegato all’insu che Kei prendeva sempre in giro gli parve la cosa più tenera che avesse mai visto. A dir la verità tutto del suo dolce amico gli sembrava talmente tenero da farlo cadere in uno stato di semi incoscenza. Era splendido quel suo viso intriso dal piacere delle sue carezze. Al ragazzo russo scappò un dolce sorriso che lasciò fluire dolcementesulle sue labbra. Se Rei avesse avuto in quel momento gli occhi aperti l’avrebbe sicuramente preso in giro per aver sorriso così apertamente. Generalemente non lo faceva. Decise di concentrarsi più che altro sulle carezze che gli stava infliggendo. La sua mano continuava a girovagare per i suoi capelli cercando di trovare un nodo che potesse torturare da liberare. Non c’enerano su quella folta chioma setosa che varie volte aveva avuto il piacere di accarezzare. Erano talmente surreali che gli parve di essere in un sogno. Provò a chiudere gli occhi per poi riaprirli. Magari facendo così si sarebbe svegliato dal sogno, se ne fosse mai stato uno. Senza risultato cercò di pizzicarsi un braccio, ma a giudicare dal rossore dedusse che non era un sogno. Quella splendida creatura stesa accanto a se era veramente reale che lentamente si perse nei suoi lamenti di piacere. I respiri che Rei mandava erano surreali. Sembrava che avesse corso per miglia e miglia e adesso cercava di rirprendere fitao. Gli sembrava un cucciolo inerme. Rei per ricevere ancor più contatto dalle carezze che gli stava donando si appiattì contro il suo petto e rimase impresso dal battitto del suo cuore. Andava veloce e teneva un ritmo simile a una canzone. Ascoltando quei magici battiti si perse nella loro musica e senza accorgersene cominciò a cantare una dolce canzone che fece sorprendere Kei per un attimo. Fu tutto in un attimo che proprio non se lo aspettò, ma poi si rilassò alla dolce melodia della voce del suo amico che lo rilassò completamente.
-”Kimi ni aete, ureshikatta...Tsunaida te ga, hokoridatta, Ima wa, betsubetsu no sora, miagete itemo, Hora, arukeru...hitori demo...”- Canticchiò dolcemente.
La musica arrivò fino al cervello del oramai sognante Kei. Non riusciva a risvegliarsi dallo stato di trace in cui si trovava. Ascoltava rapito la dolce melodia che fuoriusciva dalla bella bocca rosata del bel cinese. Chiuse gli occhi per ascoltarla più attentamente, mentre s’immaginava il volto di Rei che cantava dolcemente. Immaginava il suo volto appoggiato al suo petto che cantavava dolcemente con i capelli scompigliati rovesciati sulla sua fronte inpastata dal sudore. Cominciava ad avere caldo. I loro due corpi avvinghiati insieme si scaldavano teneramente facendosi coccole l’uno con l’altro. Tutto preso dalla canzone non si accorse di un dito di Rei che cominciò ad accarezzare il suo petto coperto dalla maglietta di lana. Percorse tutto il suo petto arrivando fino al collo per poi ripercorrerlo un’altra volta. Adesso toccava a Kei soccombere di una dolce tortura e in breve tempo anche lui si ritrovò spiazzato contro il bel cinesino ascoltando la sua voce mielosa alle sue orecchie. Ascoltando quelle parol dopo un pò gli parve di scorgere nella voce del suo amico una vena di tristezza mentre cantava. Non capì cosa avesse. Voleva arrivare dentro il suo cuore per capire cosa c’era che non andava nella sua voce mielensa. Sentiva il calore del suo corpo sotto di se che cominciò a tremare immancabilmente senza sosta. Senza controllarsi Kei aprì gli occhi e guardò Rei negli occhi. Quei bellissimi occhi dorati erano diventati di un colorito verdastro che non si addiceva per niente. Lo faceva sentire inerme e senza alcuna difesa. Non capiva perchè stesse piangendo. I suoi occhi imperlati di lacrime rimaserò a guardare la figura imponente di fronte a se che lo guardava senza poter fare niente per lui.
-”...aeru yo ne...”- Sussurrò piangendo rivolto verso il volto di Kei.
Il suo dito si fermò al centro del suo petto proprio sul cuore. Alzò la testa aggrottando un attimo le soppracciglia in segno di sconforto. Kei non capiva cosa avesse di così tanto triste, ma quell’espressione lo fece addolcire completamente da farlo sentire inerme di fronte a una così piccola creatura quanto Rei. La sua espressione era come quella di una femminuccia, ma allo stesso tempo era piena di sincerità e tenerezza. Lo fissò cingendolo per le spalle guardandolo dritto negli occhi più preoccupato che mai.
-Questa canzone ... - Si asciugò una lacrima per poi continuare guardandolo con una tenerezza infinita. Kei non l’aveva mai visto così esposto in quel modo. Che cosa aveva fatto per farlo piangere così tanto? Era per qualcosa che aveva fatto negli utlimi giorni che lo turbava? Eppure quelle lacrime non sembravano di dolore. Perchè piangeva?
-Questa canzone ... L’ho cantata quando ci siamo divisi l’anno scorso ...-
Gli occhi di Kei s’ingigantirono. Che cosa era successo?
-Quando ... Finì il campionato mondiale ... - Sussurrò dolcemente asciugando un’altra lacrima.
Kei rimase incerto sull’ultima frase. Che cosa era successo l’anno scorso quando avevano finito il campionato? Avevano festeggiato insieme agli altri del gruppo. Avevano riso come tante volte per poi il giorno dopo dividersi ancora per andare tutti per la propria strada, ma allora perchè stava piangendo? Era forse perchè si erano divisi? Ma lui sapeva che poi si sarebberò incontrati nuovamente. Che motivo c’era di piangere?
-Ma che motivo c’è di piangere ... ?- Chiese il russo accarezzandolo sotto la nuca.
Rei continuò a tenere il dito incollato al petto di Kei. Contro il suo cuore. Il centro del mondo e della sua vita. Quei battiti diventarono più tranquilli e ritornarono al loro battito normale. Quel cuore che lo scaldava nei momenti di solitudine durante la notte fredda. Era quella parte del suo corpo che lo faceva rianimare completamente. Lo ascoltava dolcemente fino a che non sussultava nel suo petto. Ascoltava ogni singolo frammento di quella parte del suo corpo che Kei non capì che cosa ci fosse di così interessante nel guardare il suo cuore.
Guardò un’altra volta il cinesino con gli occhi chiusi contro il suo petto.
-Rei ... - Chiamò il russo dolcemente.
Rei alzò la testa dolcemente. I suoi occhi aperti ereno colmi di un’amicizia profonda e pieni di gentilezza che Kei non aveva mai visto. Visti in quel modo sembravano la cosa più vulnerabile su quel pianeta. Pieni di senzazioni. Esplodevano di sentimenti.
-L’anno scorso quando te ne sei andato ... Non sono riuscito più a vivere ...-
Kei strabuzzò gli occhi. Che cosa stava dicendo Rei? Gli era parso di sentire una nota di malinconia nell’ultima parola. Sembrava una bambola di porcellana da proteggere. Era così piccolo delicato, che non sembrava nemmeno reale. Il suo dito continuava a stringere sul petto muscoloso del russo facendo scivolare lentamente le altre dita per posizionare completamente la mano. Voleva ascoltare quel cuore completamente. Sentiva che stava chiamando qualcosa. Kai guardò il suo amico concentrarsi su quella parte del suo cuore. Lo guardava dolcemente incuriosito. Non capiva quel gesto.
-Che cosa dici?- Chiese dolcemente stringendoselo ancora a se.
Si avvicinarono l’uno all’altro scaldandosi con proprio corpo chiudendo insieme gli occhi.
Nella stanza si sentivano soltanto i respiri dei due e i battiti dei loro due cuori. Battevano all’uniscolo cercandosi tra le ombre della notte. Sussurravano dentro la stanza. Correvano attraverso il tempo. Si fermavano. Si intrecciavano. Cercando amicizia. I due immersi nell’abbraccio dell’altro cercavano di allontanarsi da quel mondo per immergersi in uno migliore lontano da tutte quelle sofferenze che donava ai suoi abitanti. Volevano scappare dalla crudeltà e dalla violenza. In quel mondo non c’era spazio per quelle due anime pure. Dovevano vivere in quel mondo così brutale? Era così ingiusto. Il loro cuore era libero da tutto il male che c’era, ma se venisse in qualche modo a contatto con loro? Quelle tenebre Kei le aveva già sperimentate dentro il suo cuore e finalmente s e n’era liberato. Le aveva dimenticate e le aveva lasciate alle spalle. Tutto era finito.
Mentre stringeva al suo corpo il ragazzo cinese sentì che quella nuova luce l’avrebbe accompagnato insieme per tutta la vita. In fondo era stato proprio Rei a fargli capire l’importanza dell’amicizia. Loro erano legati da quell’amicizia speciale. In quel mondo loro avrebberò vissuto attraverso quel sentimento così grande.
Rei aprì gli occhi e anche lo fece. Si guardarono entrambi sorridendo. Rei piangendo calde lacrime lasciando sul suo volto trasparire un dolce sorriso guardava Kei con dolcezza. Kei lo guardò dolcemente.
-Che cosa c’è?- Gli chiese sorridendo.
Rei si alzò verso il suo volto.
-Volevo darti una cosa ... -
I loro volti così vicini quasi si toccavano. Si potevano specchiare negli occhi dell’altro senza nessuna difficoltà. Il cuore di Rei cominciò a battere forte come se stesse per compiere un atto coraggioso. Chiuse gli occhi e dolcemente appoggiò le sue labbra su quelle del bel russo scambiandosi un bacio veloce e dolce.
Kei sorpreso si allontanò un’attimo da Rei per guardarlo in volto. Sulla sua faccia comparve una lacrima che gli rigò il volto dispiaciuto. Non doveva allontanarlo. Doveva lasciarlo fare. Si sentì in colpa. Adesso sapeva che Rei avrebbe in qualche modo pianto. Ma a cosa serviva quel bacio? Perchè aveva pianto dopo aver cantato quella canzone.
In un attimo Rei rivelò i suoi sentimenti all’amico più confuso che mai.
- ... Io ti amo Kei ... Ti amo più della mia stessa vita ... - Sussurrò lasciando una lacrima scorrere lungo la sua guancia. Kei rimase in silenzio a guardare stupito più che mai la scena. Lui lo amava. Come poteva? Erano amici. Lui non l’aveva mai considerato più di un amico. Con occhi indagatori ritornò a fissare il volto di Rei impastato dai pianti. Dolce. Era dolce come un bambino. teneva le mani strette al petto e dato che era adagiato sul torace di Kei guardava in su la persona che amava con amore.
-So che non ci potrà mai essere una storia fra di noi, ma quando ho ricantato quella canzone dovevo assolutamente dirtelo. E’ da troppo che me lo tengo chiuso dentro. E’ da troppo che non riesco a pensare altro che a te. So che non lo acceterai ... Ma io ti amerò ... Lo stesso ...-
Il volto del bel russo si tramutò in un’espressione di sopresa. Non se lo sarebbe mai espettato, ma ringraziò Rei per averlo tenuto sveglio per avergli detto una cosa così importante. Dei segreti così grandi non si potevano tenere dentro e lui l’aveva imparato da Rei. Aveva imparat tante cose da lui. Parecchie. Continuò ad ascoltare il ragazzo sotto di lui che teneva il viso nascosto tra i suoi pettorali. Non sapeva per quale motivo lo faceva, ma Kei lo voleva vedere mentre diceva quelle cose importanti. Gli alzò le testa mettendo due dita sotto il mento per poterlo vedere meglio. Il suo volto era intriso di lacrime. Aveva bisogno di lui evidentemente, ma il sentimento di Kei non andava oltre l’amicizia. Lo sapeva bene.
-Quella canzone ... Quella che ti ho cantato ... L’avevo sentita alla radio il giorno dopo che te ne andasti e da quel momento ... Decisi ... Che quella canzone l’avrei dedicata a te ... Solo che ... Ti prego non odiarmi!!!!!- Esclamò accucciandosi nel petto di Kei.
Kei si ritrovò completamente spiazzato. Non sapeva che fare. Lui nutriva un sentimento di profonda amicizia. Non era amore quello che provava verso il cinese.
Guardò la figura sotto di se stringersi al suo petto poi dopo aver superato quel momento di shock decise di farselo sentire da Kei perchè dovesse odiarlo. Non ne capiva il motivo. Dentro i suoi occhi si celava insicurezza. Lui non lo amava. Come poteva dirglielo senza ferire i suoi sentimenti? Un’altra cosa che gli aveva insegnato Rei era quella di dire sempre la verità. Sapeva che questa volta avrebbe dovuto dirglielo in faccia, ma non lo fece.
-Perchè dovrei odiarti?-
Rei alzò il volto verso gli occhi silenziosi di Kei.
-Non ti fa schifo che te l’abbia detto? .... Che te l’abbia detto un ... Maschio ... ?- Mormorò.
Il musetto di Rei era così tenero che Kei ad un certo punto gli parve che lo stesse manipolando per farlo cadere nella sua trappola, ma lui non ne era innamorato. Non voleva illuderlo. Voleva soltanto essere il suo migliore amico.
-No- Ammise scuotendo la testa.
Rei si sollevò un pò ma non del tutto.
-Anzi ... Sono contento che tu me lo abbia detto. Ma perchè tenerselo dentro? Perchè per così tanto tempo? Perchè non me l’hai detto subito?- Gli chiese cingendolo di più.
Rei abbassò lo sguardo sapendo di aver sbagliato, ma non voleva farsi vedere da Kei mentre cercava di trattenersi le lacrime. Si coprì il viso con le mani per far scendere un’ultima lacrima. Kei gli fece rialzare nuovamente il volto spostando le mani guardando languido Rei.
-Perchè avevo paura di una tua reazione ... - Ammise lentamente.
Kei sorrise per poi avvinghiare il suo corpo dolcemente nelle sue braccia. Rei si sentì sciogliere nel suo abbraccio forte. Le sue braccia erano forti e grandi e l’avevano protetto tante volte. Avrebbe voluto che gli donasse ancora quei meravigliosi abbracci, ma sapeva che in un certo senso sarebbe stato diverso da quel momento in poi. Guardò la figura di Kei che gli sorrideva dolcemente e gli donava serenità.
-Non devi averne ... Me l’hai insegnato tu ... -
Rei scoppiò in lacrime per appiattirsi contro il suo petto. Kei lo strinse ancor di più a se. Quanto era difficile amarlo senza poterlo baciare quando lo abbracciava. Quanto era difficile resistere. Quanto era difficile poter stare con lui senza vergognarsi in futuro.
-Perchè me l’hai detto proprio stasera?- Chiese incuriosito.
Rei si scosto per poterlo guardare in faccia. Per potergli dire la verità. Parlò con un pò di insicurezza, ma decise di farlo perchè sapeva che doveva saperlo. Era la cosa giusta da fare.
-Perchè appena ho cominciato a cantare quella canzone ho pensato a quanto ti amo ... -
Kei si sentì spiazzato. Non sapeva che fare e nemmeno che dire. Lui non lo amava. Come poteva restare tranquillo in quel momento? Come poteva dirglielo senza ferirlo? Dentro il suo cuore si fece spazio insicurezza e si sentiva un peso. Non sentiva nient’altro che uno straccio. Non voleva ferirlo. Non voleva e non l’avrebbe fatto. Per qualche strano motivo Rei lo capì e ancora una volta gli disse tutto tremante e con esitazione. Parlando gli scese una lacrima.
-Kei ... Non preoccuparti ... Lo accetto che tu non mi possa amare ... Lo so ... -
Per Kei però non era niente. Era la felicità del suo amico.
-No. Non è niente. Ci tengo a te! Non voglio che tu ti senta male per colpa mia!!!-
Rei cominciò a piangere. Non voleva che glielo facesse sembrare così difficile. Non voleva che lo nascondesse ancora. Non voleva che ancora una volta gli mentisse e glielo tenesse nascosto per così tanto tempo. Ci teneva a lui. Era il suo migliore amico. Gli voleva bene, ma in un modo diverso da come gliene voleva lui. Si sentiva davvero male per non poterlo amare. Si sentiva inutile contro di lui. Nascose la testa al di la del suo abbraccio per potersi maledire in silenzio.
-Kei ... Ti prego ... Non è niente ...- Pianse il cinesino.
Kei lo strattonò facendolo smuovere.
-Smettila!!!- Esclamò facendolo sussultare -Ho bisogno di sapere se c’è qualcosa che posso fare per te per farti sentire meglio ... - Ammise al cinesino.
Rei lo guardò languido. Stava dicendo veramente?
-Allora vorrei poterti amare ... -
Kei scosse la testa. Non bastava. Non gli sembrava sufficiente. E lui cosa avrebbe fatto? Sarebbe rimasto li a guardare il suo amico piangere ogni notte senza poter fare niente per lui? Non voleva. Non poteva. Non glielo avrebbe permesso.
-Così piangerai ogni notte prima di addormentarti?- Gli chiese quasi come un insulto, ma sapeva che Kei era soltanto preoccupato per se. Lui voleva soltanto poterlo amare senza essere scacciato. Voleva poterlo amare da lontano anche se lui non glielo permetteva. Kei era cambiato nel corso degli anni, ma adesso non poteva che lui si facesse problemi per niente per colpa sua. Se non poteva amarlo con tutto il suo corpo allora voleva poterlo amarlo da lontano sapendo che almeno lui accettava il suo amore.
Rei scosse la testa e gli prese una mano per accarezzarla. Era certamente dispiaciuto che Kei non lo amava, ma sapeva che non poteva obbligarlo. Era meglio così.
-No! Così so che almeno tu hai accettato la cosa!!-
Non c’era tutta la verità. sapeva che mancava qualcosa. Quaella senzazione.
-Smettila di mentirmi!! So quando lo fai!- Esclamò guardandolo negli occhi.
-Come puoi aiutarmi? Il mio amore per te non cambierà!! Come pensi di fare?- Chiese dipserato piangendo. L’aveva fatto. Si sentiva distrrutto. Si richiuse in una palla per nascondersi da Kei.
-Allora me ne andrò ... -
Dapprima Rei non aveva capito ma poi realizzò quello che disse. Andò in panico. L’idea di non poterlo più vedere lo faceva sentire ancor più piccolo. Ancora più indifeso. Non voleva poterlo più vederlo. Voleva soltanto amarlo da vicino. Non da lontano.
-No!! No!! No!!- ESclamò stringedosi a lui. Cosa vrebbe fatto se se ne fosse andato? Cosa gli avrebbe detto? Cosa sarebbe successo? Lui non voleva che se ne andasse? Tutto quello che aveva fatto per poterlo rivedere al suo fianco e potergli stare vicino si stava sciogliendo. Non poteva lasciarlo andare così.
Kei gli accarezzò la testa e in quel momento prese una decisione.
-Rei ... Non so se ti può interessare ... Ma io ... Voglio provare ad amarti ...-
Rei allargò gli occhi e lo guardò sorpreso. Non capiva cosa stesse dicendo.
-Ma come puoi ... ? Non mi ami ... - Mormorò dolcemente languido.
Ancora una volta quell’espressione da gattino. Kei si imbambolò a guardarlo in quella posizione. Sembrava che lo facesse apposta ad allargare gli occhi e rannicchiarsi fino a sembrare d’essere piccino. Eppure lui non lo faceva apposta. Era una cosa inconsapevole.
-Ci voglio provare ugualmente ... -
Si rispecchiarono nuovamente negli occhi l’uno dell’altro e ancora una volta si baciarono per iniziare una nuova senzazione con dei nuovi sentimenti.
Cosa successe quella sera?
La loro amicizia diventò un amore incrollabile.

THE END

  
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