Fanfic su artisti musicali > Taylor Swift
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Autore: Readme    13/06/2013    8 recensioni
"Ma a otto anni, nessuno ti dirà che cantare è solo un bel sogno. A dieci anni, nessuno ti dirà che ovunque andrai, nulla in te andrà bene. A dodici anni, non ti confesseranno che nessuno crederà nella tua musica, perchè a nessuno interesserà davvero quella. A nessuno interesserà il tuo nome, perchè tu sarai solo la fidanzata di qualcuno, la puttana di turno. A quattordici anni, nessuno ti racconterà che il mondo della musica non è fatto di musica, ma di odio, invidia, cattiveria. A sedici anni, quando quella bambina ti riconoscerà per strada, non penserai che forse quando crescerà ti odierà, ti odierà per essere uscita con il suo idolo. E nessuno, ti chiederà mai ad otto anni, se ne varrà mai la pena".
Taylor lascia il mondo della musica dopo lo SNT. Non è la ragazza forte che tutti si aspettavano. Non dopo averle fatto sanguinare il cuore fino ad ucciderla.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Decimo Capitolo.











Continuare a piangere non mi aiutava, eppure strizzavo gli occhi in continuazione, sperando che uscissero altre lacrime, che queste potessero prosciugarmi dall'interno e portare fuori dal mio corpo ogni singola emozione. Mi sento bruciare, Austin chiama questa sensazione 'Burn-out', qualcosa sulla psicologia che ora non ricordo. Cercavo di pensare. La mia mente doveva girovagare alla ricerca di un qualsiasi pensiero che non si collegasse a Louis. Fissavo il muro avorio dall'altra parte della piccola stanza. Muro. Duro. Freddo. Neve. Dicembre. Compleanno. Cupcakes. Regalo. Borsa. Harry. Red. Begin Again. Louis. Cominciai a sbattere i piedi e a dimenarmi, digrignavo i denti e cercavo di scacciare dalla mia mente l'immagine di Louis. - “Ricominciamo” - dissi a me stessa e mi morsi le labbra con forza. L'unica parola che ero riuscita a pronunciare, riportava alla mia mente Louis. - “Twitter” - dissi scioccata. Twitter.

 

Twitter. Messaggi. Tweet. Tendenze. Haylor. Sentimenti. Odio. Rottura. Fermai la mia mente. Ogni volta che pensavo al periodo in cui io ed Harry ci eravamo lasciati, Louis era l'unica persona che mi veniva in mente. Era inutile pensare a una vera cronologia di quel periodo. Il mio calendario andava da Harry a Louis. Erano dei punti importanti, dei pilastri che reggevano il prima ed il dopo nella mia vita. Rottura. Casa. Nashville. Tennessee. Mondo. Universo. Alieni. Verde. Occhi. Harry. Poggiai la testa contro il muro e pensai di essere impazzita completamente. - “Musica” - accennai ad un sorriso e ricominciai a pensare. Musica. Chitarra. Base. Canzone. Studio. Libri. Scuola. Abigail. Rosso. Rossetto. Bacio. Amore. - “Dopo l'amore cosa viene?” - chiesi disperata a me stessa. Avevo conosciuto le piccole gioie dell'amore, ma erano durate così poco. Appuntamento. Ritardo. Scuse. Parole. Canzone. Musica. - “Va tutto bene” - Sto bene. Mi rendeva felice la mia ultima linea di pensieri. Ero ritornata alla parola 'Musica' senza ferirmi. La stessa che aveva fatto traboccare il vaso della mia autocommiserazione.

 

-“Va tutto bene?” - Presi una boccata d'aria spaventata quando vidi il viso di Abigail al mio lato. - “Da quando sei qui?” - chiesi. La mia voce mi sembrava orribile, gracchiavo, quasi mi fece venire i brividi. - “Abbastanza” - mi guardò e non aggiunse altro. Girammo entrambe lo sguardo verso il muro avorio di prima. - “Tanto tempo fa, avevo quindici anni – rise pochi secondi ed io mi unii con un semplice sorriso – mia madre diceva che a scuola sarebbe andata tutto bene, che avrei incontrato dei nuovi amici, che mi sarei divertita. Non ci contavo, ma io annuivo, le davo ragione e ampliavo i suoi orizzonti con la mia euforia, ma non andava tutto bene. - sospirò e continuò a guardare il muro – ricordo che quando ero per i corridoi alla ricerca del mio armadietto, urtai un ragazzo, era bellissimo, mi sorrise un secondo e pensai che mamma avesse ragione. L'attimo dopo mi fece cadere i libri. Ricordo che avevo a prima ora biologia, la materia che più detestavo. Mi ero presa un posto all'angolo, accanto a una finestra, così avrei potuto guardare fuori e pensare che quest'incubo sarebbe presto finito. Ricordo che quando la campanella stava per suonare, entrò una ragazza in classe, anzi, di lei vidi solo i ricci. Andavano da una parte all'altra, erano dei bellissimi ricci biondi, gli occhi celesti mi colpirono all'istante. Pensai fosse in chissà quale gruppo, forse una cheerleader, pensai che l'avrei odiata.” - sorrise ed io restai ad ascoltarla. Mi aveva raccontato molte volte quella storia, ma non come questa - “Ricordo che si sedette al penultimo banco centrale, molto vicina a me. Le ultime alunne che entrarono, erano bellissime, due bionde ed una castana. Il trio fissò con disgusto quella ragazza e parlarono ad alta voce di quanto fossero ridicoli i suoi capelli..” - stava per continuare quando io la fermai. - “Quando io diventerò una famosa cantante country, farai di tutto per avere i miei capelli” - anticipai. Abigail sorrise e continuò - “Quelle ragazze stavano per controbattere, quando io cominciai a ridere e la riccia mi guardò, fece finta che quelle ragazze non le stessero più prestando attenzione e si presentò. Ricordo che pensai che mamma aveva avuto ragione, quella ragazza sarebbe stata la mia migliore amica.” -

 

Mi accorsi che le lacrime si erano ormai fermate ed il cuore batteva normalmente. - “Sai, quella ragazza è diventata una delle più brave cantanti nel mondo. Quella ragazza è ancora la mia migliore amica. Ed invidio ancora la sua forza, la sua spensieratezza. Vorrei solo che non si perdesse e se mai questo un giorno possa succedere, io sarò lì a tenerle le mani, ad indicarle la sua strada” - mi girai di scatto e l'abbracciai forte, come non avevo mai fatto. Abigail gemette e cercò di districarsi dall'abbraccio, quando la lasciai andare preso una boccata d'aria e cominciò a ridere, io l'assecondai. - “Devo cantare 'Begin again', non posso più cambiare la scaletta” - aggrottai la fronte, mentre nuove lacrime si infilavano tra le mie ciglia. - “Allora canterai 'Begin again' e su quel palco sarai solo tu e la tua voce.” - mi prese per la spalle. - “La musica è la voce della mia anima..” - dissi riflettendo sulle mie stesse parole. Il mio diario segreto. Lui deve sapere quanto mi ha ferita. - “Canterò un'altra canzone” - dissi seria. Abigail strabuzzò gli occhi - “Hai detto che non puoi” - storse la testa confusa. - “Non ho detto che non canterò 'Begin again', ma che canterò un'altra canzone” - sorrisi, mi rialzai e diedi una mano ad Abigail per far rialzare anche lei. Mi struccai ed Abi mi aiutò a rifare il trucco, sembrava che non mi fosse successo niente, le ferite giacevano in profondità, sul mio cuore.

 

Appena fui pronta, mi chiamarono per il mio turno. Nessun membro della band era presente dietro le quinte e ne fui lieta. La scenografia era pronta. Sembrava di essere a Parigi. I tavoli del bar, le persone, i costumi, la porta di legno da cui sarei entrata, la torre Eiffel sullo sfondo e il libro di giardinaggio posto sul mio tavolino, lo stesso libro che tenevo in mano quando Louis mi invitò ad andare insieme in quel bar. I musicisti cominciarono a suonare la classica musica francese, finché la base di 'Begin again' non mi diede il via. Entrai con una faccia curiosa all'interno della scenografia.

 

-“Took a deep breath in the mirror, he didn’t like it when I wore high heels, but I do” - intonai fissando le mie scarpe appena rialzate. Mi mossi lentamente sul palco, finché non raggiunsi il mio posto. Mi accomodai sulla sedia di legno. - “I’ve been spending the last 8 months thinking all love ever does, is break and burn and end”- mossi le mie mani, gesticolai su quelle parole che ora pungevano il mio cuore. L'amore è questo. - “But on a Wednesday in a cafe I watched it begin again” - alzai lo sguardo in alto, mentre le luci del palcoscenico mi fissavano a loro volta. Mi morsi le labbra e cantai la seconda strofa. Fui professionale, le mie labbra tremavano quando le parole descrivevano così bene quello che era fino a poche ore fa.

 

Cercai di pensare a tutto ciò che era successo, a quanto Louis fosse stato fondamentale. A quanto mi avesse reso felice. Tutto ha una fine. Me lo dovevo aspettare. Ho sabotato anche questo. Intonai l'ultimo verso. - “But on a Wednesday in a cafe I watched it begin again” - Molti cominciarono ad applaudire ed io trattenni un sorriso. La musica non si fermò ed alcuni ne restarono sbigottiti. La melodia di 'Begin again' stava cambiando. Avrei cantato un'altra canzone. - “He looks at me, I fake a smile so he won’t see. That I want and I’m needing everything that we should be”- la folla mi guarda con sguardi pieni di confusione, li ho sorpresi. Cancello il nome 'Drew' da quella canzone, vorrei mettere quello di 'Louis', ma un pronome basterà. Mi alzo dalla sedia, un attore inscena la sua parte, passa per il palco ed io lo urto. Lui mi guarda con disprezzo e non si degna di salutarmi. Può la storia ripetersi? Già a sedici anni provavo le stesse cose che provo oggi. - “So I drive home alone, as I turn out the light. I’ll put his picture down and maybe get some sleep tonight” - Intono un acuto più alto del normale testo della canzone e mi inginocchio sul palcoscenico, tendendo la mano verso il nulla.

 

-“He looks at me, I fake a smile so he won’t see”- mi inumidisco le labbra e le note della canzone finiscono. Vedo il pubblico alzarsi in piedi, uno ad uno, applaudiscono con forza. Forse penseranno che abbia voluto far vedere quanto sia maturata dal mio primo CD. Forse penseranno che potrei fare l'attrice, sembro proprio disperata. Non ho visto Louis tra la folla, ne ero grata, poi però lo vedo. Incontro i suoi occhi ormai freddi. Lui applaude senza nessuna emozione, lo fa solo per non essere visto di mal occhio. Harry lo asseconda, la band invece quasi fischia ed esulta per me. Amos mi da una mano per rialzarmi. Mi inchino leggermente davanti al pubblico, sussurro un 'Grazie' e vado via.

 

Non ho vinto nessun premio, non ne sono addolorata, chi ha vinto se lo è meritato. Sorrido ai fotografi che incontro, devo fare una piccola intervista post-awards, come al solito. Sembra che la mia esibizione sia stata la migliore. Non so se esserne felice. Ma ne sono orgogliosa. Incontro Tim, scambiamo due parole, lui mi elogia, io arrossisco. Più passano gli anni, più Tim continua a farmi lo stesso effetto. - “Ecco i One Direction!” - sento la folla trattenere le grida al loro passaggio, mi congedo con Tim e comincio ad ascoltare. - “Siete stati degli invitati speciali ai CMA, com'è stato?” - domande semplici. Niall risponde con carisma, Liam ci aggiunge una battuta. - “Louis, è vero che hai una migliore amica? - mi giro di scatto, ma mi nascondo dietro altre persone, lo vedo annuire, il cuore mi batte forte – E' Taylor Swift? Molti dicono che sei venuto anche per farle il tifo, come ti è sembrata l'esibizione?” - il microfono viene dato a Louis, lui ci riflette qualche istante, poi risponde. - “La mia migliore amica è la mia ragazza, Taylor è solo una collega” - Non cambio espressione. Cerco di riascoltare le sue parole all'interno della mia testa. Trattengo un singhiozzo, sento il cuore battere forte, la nausea stringe il mio stomaco. - “La sua esibizione è stata carina, ma le due canzoni non centravano niente l'una con l'altra, c'è stato di meglio” - la nostra canzone. Non conto più niente. E' davvero finita. Qualcuno mi guarda. Vedo Harry accorgersi di me, anche Zayn si è accorto della mia lontana presenza e comincia ad aggiungere elogi alle parole di Louis, ma non cambia nulla. Sorrido quasi isterica. Non conta più nulla. Faccio dei passi indietro, appena arrivo nel corridoio vuoto, comincio a correre verso il mio camerino. Ci entro e chiudo la porta.

 

Un messaggio di Abigail mi avverte che mi aspetta dall'altra parte, con la mia macchina privata. Spengo il telefono e appoggio la testa contro il muro. Non voglio piangere, sono stanca. I crampi allo stomaco continuano a farmi venire la nausea. Corro in bagno e sfilo l'anello d'argento che tenevo all'indice. Due dita in gola. Solo una volta, solo per potermi sentire leggera, per non dover sentire più nulla. Ma prima che io possa fare qualsiasi cosa, comincio a tossire ed il mio stomaco si riversa all'interno della toilette senza nessuno sforzo, naturalmente. Tossisco e comincio a respirare con la bocca. Sulla lingua sento l'amaro, il sapore ripugnante del mio dolore. Mi do della stupida mentalmente. Volevo invogliarmi a vomitare. Cosa mi era preso? - “Dimmi che non è quello che penso sia” - una voce roca mi raggiunge.

 

Mi giro di scatto e mi pulisco la bocca ancora sporca con il dorso della mano destra. Vado verso il lavandino e cerco di lavarmi la bocca e le mani. Quando mi asciugo, Harry mi prende per le spalle, mi porta fuori il bagno e mi fa andare contro il muro. Appoggia la fronte contro la mia. - “E' un problema grave Taylor, è una malattia, devi curarti” - non capisco le sue parole, finché poi non rifletto. - “Pensi che io sia bulimica?” - chiedo senza nessuna emozione.























Angolo dell'autrice :

Siamo al decimo capitolo ed io che pensavo che al secondo avrei smesso di scrivere. Grazie per il supporto avuto fino ad ora! L'ultimo capitolo ha avuto 'quattro' recensioni più una che era troppo corta, quindi cinque. Lasciatemi piangere. 

Questo capitolo, ho detto che sarebbe stato importante. In realtà doveva essere più lungo, ma erano già tre pagine, quindi ho pensato di spezzarlo in due. Il prossimo sarà incontrato su Haylor. Ho adorato l'idea dell'esibizione, voi no? Ho sempre sognato la scena. Poi i mushup li amo. 

Comunque, grazie ancora, ditemi con una recensione cosa ne pensate di questo nuovo capitolo e niente, grazie ancora, ciao :)

  
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