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Autore: annie_HG    13/06/2013    0 recensioni
Karoline Angus ha 15 anni, vive nel distretto 9. Parteciperà alla 52esima edizione degli Hunger Games, lottando contro la morte affiancata da un ragazzo speciale.
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Mi sveglio di colpo, urlante, fradicia di sudore, nel mezzo della notte, a causa di uno dei miei soliti incubi... ma non solo; è stato un colpo di cannone a svegliarmi. Faccio un po' mente locale e mi rendo conto che è il quindicesimo che sento da tre giorni. Bè, l'avrete capito: mi trovo in un' arena degli hunger games.
Il mio nome è Karoline Angus, 15 anni, distretto 9. Niente di particolare in me: non caccio, non sono forte, forse sono veloce a correre.. ma di certo non al di sopra della media, rispetto ai miei avversari.Ma in fondo, cosa potrei aspettarmi da un distretto che produce grano?? Niente, per l'appunto.
L'arena è come un grandissimo bosco, simile a quello che c'è al di là della recinzione del distretto,ci sono andata una volta... insieme a... lasciamo perdere. L'arena non ha niente di particolare, almeno così mi sembra, ma preferisco non abbassare la guardia ed essere sempre attenta ad ogni particolare, soprattutto dopo ciò che è successo nell'edizione di due anni fa, la 50°: l'edizione della memoria.
L'ho vissuta quasi in prima persona perchè lì, c'è morta mia sorella: Suzanne ;era più grande di me di due anni, in pratica aveva la mia età attuale. Pensando a lei, mi viene automatico pensare ai miei genitori: per mia madre è stato un colpo durissimo da sopportare, lei è stata quella che ne ha risentito di più, non che io e mio padre non fossimo stati male, ma... per mia madre era come se oltre a mia sorella, fosse morta anche lei... viveva in un altro mondo, il suo, fatto di una stanza sempre buia, dormite infinite, infinite come gli incubi che assalivano tutti noi; e ora, qui, ripenso ai miei, che devono sopportare anche la vista della mia, di morte.

Mi trovo su un albero a 3 o 4 metri di altezza, mi sto letteralmente fottendo dalla paura, ma è l'unico modo per stare sicuri durante la notte. Ho fame, molta fame e sull'albero crescono dei frutti rossi, molto invitanti che, ovviamente, non riconosco e non voglio mangiare perchè ho paura che siano velenosi, o cose così. Per fortuna ad allietare le mie sofferenze c'è una ghiandaia imitatrice -un uccello, per quel che penso io adorabile... soprattutto in questo momento- poichè, plana sul "mio" albero e mangia una grossa quantità di frutti: prendo coraggio e lo faccio anche io.
-mmmmh che buoni!- sussurro tra me e me, maledicendomi per il grande rischio che avevo corso inutilmente.
Comincio a mangiare con foga, sperando che le telecamere non mi stiano riprendendo... non sarei uno spettacolo gradevole. Continuo così per buoni venti minuti, fin quando non mi sento talmente sazia da temere di scoppiare. Allora, con la consapevolezza di essere sopravvisuta un altro giorno e avere anche rimediato un pasto, mi abbandono ad un'altra, terribile sfilza di incubi.

Mi sveglio dopo un paio d'ore, pentendomi amaramente di essermi addormentata, perchè ora ho ancora più paura del giorno prima; gli incubi sono stati davvero terribili… ho notato che più tempo passo nell’arena, più questi si fanno spaventosi e ,soprattutto, realistici. Nel mio “campionario” di incubi, il più ricorrente è quello dove vedo mia sorella morire, ovviamente, ma.. non è che la vedo semplicemente morire, è come so fossi io, proprio io, la sorella che tanto l’amava, io con le mie stesse mani a ucciderla.
Vedo il sole fare capolino da dietro una collina e in breve la luce inonda l’arena e si fa giorno. Scendo dall’albero, facendo una bella scorta dei frutti deliziosi, e mi incammino verso ovest, per non avere il sole in faccia. Cammino per un’ora buona, fin quando non trovo un altro albero, con gli stessi frutti e penso che la sorte sia per la seconda volta a mio favore. Con un pizzico di soddisfazione, faccio per avvicinarmi per riposarmi sotto la sua grande ombra, ma noto dei segni familiari sulla corteccia…
-No… No! Non può essere… non posso aver girato in tondo! – dico tra me e me, rivolgendo lo sguardo al cielo. E’ lo stesso albero su cui avevo passato la notte precedente. – Non può essere!- ecco, ora sto urlando come una deficiente nel bel mezzo dell’arena, con altri 7 tributi che non vogliono altro che uccidermi – e probabilmente lo faranno poiché sono quasi tutti favoriti- solo perché ho fallito anche in quello che pensavo sapessi fare meglio: orientarmi. Mi giro di scatto, cominciando a correre in una direzione sconosciuta, tanto ormai, non mi so più nemmeno orientare. Nella corsa sfrenata verso l’ignoto, sento un rumore… uno scatto: in una frazione di secondo mi ritrovo appesa a testa in giù, vittima di una trappola. Sento il sangue salirmi alla testa e il cuore battere a mille, mentre un ombra si avvicina a me a passo svelto.







Questa è la mia prima Fan Fiction
Spero che vi piaccia :)
annie
  
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