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Autore: RevolutionVoltage    13/06/2013    2 recensioni
Dalla storia: Era strano pensare che questi fortunati, queste piccole stelle nascenti, in realtà non erano poi così fortunati. Come può ritenersi fortunato una persona che non può parlare in pubblico con il proprio fidanzato?
Come avrebbero reagito il gossip se avesse saputo che in realtà lei, quel ragazzo, non lo conosceva affatto? Cosa avrebbero detto i giornalisti se avessero saputo che l'unica relazione che li legava era un pezzo di carta? Avrebbero detto che erano ancora “i fortunati”?
ATTENZIONE: One Direction e Larry Stylinson.
Di: Starlight
Genere: Fluff, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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lucky one
Hi Internet!
It's Starlight here.
Stanca di scrivere Haylor in cui Harry non caga Taylor e scappa con Louis, ho deciso di dare a Taylor l'opportunità di...ribellarsi.
Discutendo a Gennaio con Re.Voltage di quel dannatissimo bacio, ci siamo accorte di come le parole di The Lucky One (dall'album RED di Taylor) si adattino perfettamente alla situazione. Quindi, ecco il prodotto della mia mente in seguito a questo mashup.
Check it out and stay tuned!  





And they'll tell you now you're the lucky one
Yeah, they'll tell you now you're the lucky one


- Amore, sai che parlerei con te per ore..ma Taylor non ti dice niente? -, chiese Louis al suo ragazzo mentre parlavano al telefono.
- Cosa? Taylor? Ma no, sarà da qualche parte a giocare col suo gatto.. -, rispose Harry scoppiando a ridere.
Erano a una cerimonia di premiazione musicale qualsiasi a Los Angeles e, poiché non dovevano esibirsi, tutti e 5 i ragazzi della band si erano presentati singolarmente con le loro accompagnatrici.
Nel caso dei due fidanzati: Louis con la sua finta ragazza, e Harry con Taylor Swift.
Era la prima volta che mettevano piede nella famosa città degli angeli.
Erano la novità del momento e il nome della band era sulla bocca di tutti: dai giornalisti attempati, alle bambine con i codini che, abbracciate alla transenne urlavano per ricevere abbracci e autografi da parte dei componenti del gruppo.
I flash delle macchine fotografiche e la scritta “One Direction” che brillava nel cielo, incisa con dei fuochi d'artificio di mille colori come piccoli diamanti colorati tra le nuvole, facevano pensare a quei cinque ragazzi di essere in un bellissimo sogno dal quale non volevano assolutamente svegliarsi.
Glielo dicevano da quando erano a X-Factor “A tutti piace il bello, a tutti piace ciò che è cool” e ogni singolo membro della casa discografica non smetteva di ricordarglielo, per questo motivo, truccatrici e parrucchieri professionisti avevano lavorato insieme per tirarli a lucido tutti e cinque.
Tutte le celebrità erano tenute d'occhio da decine di telecamere, pronte a immortalare ogni loro singolo movimento e Harry, non potendo parlare e lanciarsi nelle sue tenere dichiarazioni d'amore per Louis in pubblico, si era nascosto nel camerino di Taylor e aveva chiamato il suo ragazzo, il quale, essendo ancora sul red carpet a sbandierare la sua finta dolce metà e la sua inesistente eterosessualità, aveva allungato il passo per entrare il più velocemente possibile dentro al teatro, ancora vuoto, e rispondere al cellulare.

Era strano pensare che questi fortunati, queste piccole stelle nascenti, in realtà non erano poi così fortunati. Come può ritenersi fortunato una persona che non può parlare in pubblico con il proprio fidanzato?
La conversazione era durata solo pochi minuti, ma Louis, essendo quello più esposto alla telecamere e agli altri partecipanti, doveva chiudere la conversazione al più presto.
- No, dai, aspetta ancora un attimo.. -, cominciò a pregare Harry,  - Anzi..raggiungimi qui.-, aggiunse poi con tono malizioso. Louis spalancò gli occhi: come idea non era fatto male.
Chiudendo la chiamata e mettendosi il cellulare nella tasca dello smoking, av
vertì Eleanor, la sua adorata beard, che sarebbe andato un attimo in bagno.
Facendosi strada tra i vari cantanti, song writer, ballerini e familiari dei cantanti che cercavano i loro posti a sedere nel pubblico, Louis si diresse con passo veloce nel retro del teatro dove erano collocati i camerini e fece scorrere l'occhio su tutti i fogli appesi fuori dalle porte, rintracciando il nome della cantante.

- ..venti minuti, non è un problema! -, disse Taylor a una ballerina che si trovava nel corridoio, prima di entrare nel camerino e chiudersi la porta alla spalle. Si avvicinò velocemente al tavolino della toletta e si tolse una a una le forcine che le tenevano raccolti i capelli intrecciati sulla testa. Mentre si riavviava i capelli notò un giornale ripiegato che compariva sotto al cilindro bianco che avrebbe indossato per l'esibizione. Una sua foto era in prima pagina sotto al mega titolo in Times New Roman dell'articolo che seguiva sotto la sua foto, “The Lucky One”, si intitolava.

Intorno al suo viso, in piccoli cerchietti colorati, c'erano le varie foto dei suoi ex fidanzati, nonché di suoi semplici amici e - non poteva crederci - di suo fratello.
Senza neanche stare a leggere ciò che diceva l'articolo, sorrise, lo prese in mano e lo lanciò nel cestino accanto al tavolo della toletta.
Poi si tolse i tacchi e infine si sfilò il vestito bianco coi profili argentati che aveva indossato per la sfilata sul red carpet di poco prima. Come dei perfetti innamorati, lei e Harry erano scesi dalla lunga limousine nera che li aveva portati all'entrata del teatro, si erano tenuti per mano davanti alle macchine fotografiche dei paparazzi e avevano salutato insieme le telecamere che sembravano completamente prese solo da loro due. Tutto questo finchè Harry si era improvvisamente stufato e, mollando bruscamente la mano di Taylor, si era allontanato all'interno del teatro.
Come avrebbero reagito il gossip se avesse saputo che in realtà lei, quel ragazzo, non lo conosceva affatto? Cosa avrebbero detto i giornalisti se avessero saputo che l'unica relazione che li legava era un pezzo di carta? Avrebbero detto che erano ancora “i fortunati”?
Lei, rimasta sul red carpet, non lasciò trasparire la sua rabbia e si limitò a voltarsi e tornare a sorridere e mettere in mostra il vestito firmato che indossava con le mani sui fianchi.
Dopo aver deciso che trenta minuti su quel tappeto erano stati più che sufficienti, salutò con un cenno di mano, congedandosi così dalle telecamere per andare a cambiarsi in camerino.
Ora, si stava chiedendo quando sarebbe arrivata la truccatrice, dato che non aveva molto tempo per prepararsi - si sarebbe esibita per aprire la cerimonia – quando un rumore proveniente dal bagno del camerino attirò la sua attenzione.Non preoccupandosi di essere in reggiseno e mutande andò verso il bagno e aprì di scatto la porta.
Orrore.
Ne uscì pochi secondi dopo con le mani premute contro gli occhi e u
n continuo - Oh mio Dio, oh mio Dio... - sulla bocca, mentre si riinfilava il vestito che aveva indosso poco prima e lasciava a Harry e Louis il tempo di ricomporsi.
I due ragazzi si erano rivestiti velocemente e si erano posizionati in riga uno accanto all'altro davanti alla porta del bagno, come due bambini pronti a farsi sgridare dalla madre.
Harry, coi riccioli più scompigliati del solito, aveva un'aria colpevole dipinta sul volto e sembrava provare un grande interesse per le punte delle sue scarpe lucide, mentre Louis aveva un sorriso raggiante sulle labbra che cercava in tutti i modi di reprimere senza alcun successo.
Taylor non aveva avuto ancora il coraggio di riaprire gli occhi e se ne stava con le spalle girate e il vestito bianco slacciato sulla schiena cercando di capire cosa fare.
Inaspettatamente la ragazza si girò rossa in volto e cominciò a urlare contro i due che, sconvolti dalla sua reazione, quasi si andarono a nascondere uno dietro l'altro – di nuovo.
- Sono stanca di voi due! -, stava urlando Taylor indicandoli, - Non so più cosa fare! Possibile che non riusciate a capire la situazione in cui siete? E' così difficile pensare che ci sono milioni di telecamere là fuori? -, e qui indicò alla sue spalle, - Sono pronte a catturare ogni singolo dettaglio di tutte le persone che saranno presenti stasera, da chi si metterà un dito nel caso, a chi avrà una forcina fuori posto.. - andò avanti cominciando a passeggiare su e giù per il camerino.  - E voi cosa fate? Vi nascondete nel mio camerino a fare.....le vostre cose! - qui si coprì nuovamente le mani con gli occhi. Evidentemente la scena trovata in bagno avrebbe impiegato molto tempo a sfocarsi e scomparire dalla mente della cantante.

- Guarda che noi siamo perfettamente in grado di pensare a noi stessi -, disse Louis, ancora con quello stupido sorriso sulle labbra.
- Ah sì? -, gli chiese Taylor avvicinandosi al ragazzo che aveva parlato. - E allora com'è che indossi la camicia di Harry? -
Louis si guardò istintivamente la camicia che indossava. Era la sua! Dov'era il problema?
- Vedi cos'hai fatto? Hai abbassato il naso e ti sei guardato la camicia! Un gesto del genere non passa inosservato agli occhi delle telecamere! Mi capite adesso? -, esclamò Taylor sempre più arrabbiata. - Ma adesso basta. Sono stanca. Domattina, anzi stasera se riesco, parlo con il vostro manager. Non posso andare avanti così. - disse, tornando a mettersi i tacchi per andare fuori a cercare la truccatrice che, grazie al cielo, non era ancora arrivata.
- No, dai, Tay, aspetta.. -, cominciò Harry prendendo per un braccio la ragazza.
- Cosa vuoi dirmi? -, chiese Taylor con la maniglia della porta in mano.
Il ragazzo non se l'aspettava. - Ecco, io...io, cioè..noi...-
- Sì, vai avanti, ti ascolto. -, lo incitò ironicamente Taylor prima di uscire dal camerino e sbattere la porta dietro di sé.
Harry guardò Louis sconsolato prima che la porta si aprì di nuovo. Forse aveva cambiato idea?
- E quando torno, non voglio trovarvi ancora qui. -, disse affacciandosi la bionda prima di sbattere nuovamente la porta ancora più forte.

Finita l'esibizione Taylor corse in camerino per cambiarsi di nuovo.
Qualcuno bussò alla porta e una chioma rossa fece capolino.
- Sheeran, cosa vuoi? Se sei venuto a chiedere scusa da parte dei tuoi amici e a 'farmi ragionare', ti sbagli, quindi puoi anche uscire. -, lo salutò Taylor mentre si toglieva il cilindro bianco dalla testa.
Ed impallidì. Era veramente arrabbiata. - Ma che c'-? -
- 'Che c'è che non va?' -, concluse Taylor lanciando incurante il cilindro per terra. - C'è che io non ce la faccio più. Di quei due. Di questa storia. Delle loro continue fughe. Del loro continuo sbandierarmi in faccia quanto stiano bene insieme. - esclamò togliendosi poi la giacca.
Ed, immobile, ancora sulla porta non fece un passo e non pronunciò una parola.
- Potresti uscire? Dovrei cambiarmi..-, chiese gentilmente Taylor.
Il ragazzo scosse la testa e uscì com'era entrato. Quella sera non sarebbe riuscito a farla ragionare
.

Uscita in corridoio con addosso il suo vestito bianco alla greca, Taylor, scortata da un tecnico stava tornando all'interno del teatro. C'era stata la pubblicità quindi aveva avuto dieci minuti buoni per rinfrescarsi. Mentre usciva con la coda dell'occhio vide una figura nera dietro la porta che dai camerini portava alla platea e la sua reazione fu incontrollabile.
Con due falcate arrivò dietro la porta e staccò Harry da Louis, prendendolo per il colletto della camicia e interrompendo forse a metà un succhiotto. - Mi hai mandato Ed per mettere a posto le cose e ti sei nascosto con lui? I miei complimenti davvero, Styles. -, gli sibilò all'orecchio la ragazza. Non lasciò neanche il tempo a Harry di ribattere e, senza aggiungere altro, entrò nel teatro a cercare il suo posto.

A cerimonia finita Taylor prese per mano Harry e sfoggiando il suo solito sorriso per le telecamere uscì tranquillamente dal teatro. Una volta in macchina lasciò bruscamente la mano del ragazzo e guardando fuori dal finestrino, salutò con la mano i fotografi impazziti.
- Domani vado da quelli della Modest. Tutta questa storia finirà, stai tranquillo. -, disse mentre continuava a guardare fuori dal finestrino.
- ..come finirà questa storia? -, chiese Harry con un filo di voce pensando a cosa gli avrebbero detto quelli della casa discografica.
- Come dovrebbe finire? Tu ti troverai una modella con cui spassartela in qualche isola sperduta del Pacifico e io, profondamente tradita, ce l'avrò a morte con te e..ovviamente, i giornali scriveranno che scriverò una canzone o, peggio, un album su di te. -, gli spiegò Taylor.
- Perchè devo essere io a tradire? -, chiese ancora Harry con sguardo sconcertato.
- Dovrei essere io? Io che scrivo canzoni d'amore e sui ragazzi se si comportano male in una relazione? -, Taylor guardandolo inclinò la testa da un lato come a dire 'Ti pare?'
Harry sbuffò - Ma perchè! -
- Senti chi è che riceve Tweet minacciosi ogni santo giorno? A chi danno della troia senza batter ciglio? Ti sembra giusto che io debba sopportare tutto questo per colpa tua? -
Harry cominciò a scaldarsi,- Bè, non puoi dire che non ti sia servito, le tue vendite
saranno aumentate di parecchio, grazie a me. Quasi penso che dovresti ringraziarmi, invece. -,
- Dovrei 'ringraziarti'? Ma ti ascolti mentre parli? -, disse Taylor sempre più arrabbiata. - Harry, sei tu che hai firmato il contratto. Sei tu che hai acconsentito a tutte queste stupide clausole. -, gli disse Taylor posandogli gentilmente una mano sul braccio, mentre l'autista impassibile e abituato a quelle conversazioni, sfrecciava attraverso Los Angeles, diretto alla casa sul mare della cantante. - Ora non avercela con me per quello che è successo. Se ti fossi impegnato di più...- continuò la predica Taylor.
- Se avessi amato Louis di meno- -, spiegò Harry passionale.
- Allora perchè hai firmato quello stupido contratto, Harry? -, gli chiese Taylor guardandolo negli occhi, prima di ringraziare l'autista con la sua solita voce mielosa e scendere con eleganza dalla macchina lasciando Harry da solo coi suoi pensieri.
“Se soltanto non avessi firmato quel maledetto contratto”, pensò prima di dare l'indirizzo del suo albergo all'autista.

Yeah, they'll tell you now you're the lucky one
But can you tell me now you're the lucky one? 
  
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