Anime & Manga > Death Note
Ricorda la storia  |      
Autore: Maghetta1996    13/06/2013    3 recensioni
Cosa succede a Light Yagami, dopo la sua morte?
Verrà catapultato in un'isola, nel fondo nell'oceano, e lì incontrerà il suo nemico di sempre: Elle.
Come faranno a fuggire da un luogo che non ha né inizio né fine?
Tra lezioni di volo e di vita, un nuovo e meraviglioso legame sta per nascere...in fondo all'oceano.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: L, Light/Raito
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Bottom of the ocean.

A Roberta.

L

Stava cadendo, di questo Light ne era sicuro.
Dopo che Ryuk aveva scritto il suo nome, lui era sprofondato in un oblio.
E adesso?
Si era chiesto più volte, provando ad immaginare cosa gli aspettasse. Lui non credeva in un "Dio Creatore" però, una volta che si è morti, anche i più scettici possono pensare la qualsiasi.
Ogni volta che provava ad aprire gli occhi, vedeva il buio più assoluto.
Che sia questa la morte? Cadere in eterno, senza veder niente?
Improvvisamente un senso di soffocamento lo travolse; istintivamente alzò la testa e, finalmente, riuscì a vedere qualcosa che somigliava ad un sole.
Sentì il suo corpo bagnato e, sotto di lui, c'era un mare azzurro e cristallino. Toccò con i piedi il fondo e si diresse verso la riva.
Mentre camminava, studiava il luogo in cui era finito e si accorse che era tutto mare; tranne per una piccola isola, che stava per raggiungere.
Notò, con grande curiosità, che era ancora vestito come l'ultima volta in cui era in vita.
Mi sento così stanco...dove diavolo sarò finito?
Finalmente raggiunse la riva: era un prato rosso con tantissime rose bianche. Al centro di esso, una figura sembrava dormire: non riusciva a distinguerlo, perché due ali bianchissime e abbastanza grandi, lo avvolgevano.
E'...un angelo?
Pensò instintivamente, poi svenne per la stanchezza.

-Yagami, svegliati!
Light si ridestò, sentendo quella voce. Aprì gli occhi e, come aveva previsto, c'era Elle che lo fissava.
-Tu...tu...che ci fai qui?!- chiese, confuso e agitato, il povero disgraziato.
Elle sbadigliò, quasi annoiato -Sono morto. Mi hai ucciso tu, non ricordi? E vedo che Near o Mello, alla fine ti hanno incastrato per bene.
Sorrise compiaciuto, mentre a Light quei ricordi gli sembravano così vicini, quasi poteva sfiorarli.
In quel momento si accorse che Elle aveva due ali bianche dietro la schiena. Erano chiuse, ma ben distinguibili, da quanto erano grandi.
-E quelle?- domandò indicandole.
-Perché ti stupiscono tanto? Ce le hai anche tu...- e, a sua volta, l'ex detective gli fece notare le due ali rosse su cui Light era seduto.
-Che diavolo...!- esclamò il ragazzo, accarezzando le piume delicate -Siamo due angeli?
-Non lo so- rispose Elle, visibilmente in imbarazzo -L'unica cosa che sono riuscito a capire è che siamo nel fondo dell'oceano...- indicando il cielo, continuò -...ho provato a volare sempre più in alto e, ad un certo punto, sono uscito dal mare della Terra.
Come è possibile? Volare? Si può fare davvero?
Guardò le sue ali, rosse come il sangue, e provò a fare un salto: niente, la gravità non gli permetteva di alzarsi da terra.
Elle ridacchiò -Vedo che non ci riesci.
Light ribatté -Lo vedo anche io.
-Sai Yagami, vedo con infinito piacere che dopo la mia morte, sei stato catturato subito- sorrise malignamente. L'ex assassino protestò -Veramente sono passati anni, prima che mi scoprissero.
Elle insistette -Che dici? Io sono qui da meno di un mese...- poi sembrò immergersi dentro i suoi pensieri.
Anche Light aveva capito.
-Il tempo qui scorre più velocemente!- erano arrivati alla stessa conclusione.
Elle si alzò in piedi, andò vero la riva e si fermò. La brezza marina gli scompigliò i capelli neri.
-Non pensi che siamo in una specie di limbo?- Light era accanto a lui e guardava l'orizzonte.
Il sole stava per nascere.
-Forse o forse no- la voce di Elle echeggiò nell'aria.
Light pensò che si trovavano in una situazione difficile, e il suo peggior nemico era diventato il suo inevitabile compagno di viaggio.

-Forza, riprova di nuovo!
Light andò al confine dell'isoletta e corse in avanti con tutta la forza che aveva, raggiunta l'altra sfonda spiccò un balzo e...cadde nell'acqua.
Elle scoppiò in una sonora risata -Sei un impiastro!
Light uscì dall'acqua e, afferrando un sasso, lo tirò in testa ad Elle -Non prendermi in giro, detective da strapazzo!
Con grande sbalordimento di entrambi, la fronte di Elle prese a sanguinare.
-Non posso crederci...possiamo morire ancora?- Light aveva ancora la bocca spalancata.
Dal canto suo, Elle non sembrava affatto felice.
-Evita, oppure sarò costretto a ricambiare con molto poco amore.
E, in quel momento, partì il loro centocinquantesimo litigio in una sola giornata, che finì con la solita discussione su chi avesse il miglior concetto di giustizia.
Alla fine, entrambi avevano lividi e ferite un po' dappertutto.
-Basta, non posso sostenerti ancora!- urlò Light e si andò a sedere da un lato dell'isola.
-Per una volta, concordo con te- Elle si diresse verso la riva opposta.
La luna si alzò in alto nel cielo.
Entrambi si chiusero dentro le loro ali.
Il giorno seguente successero più o meno le stesse cose, anche il giorno ancora dopo, la settimana, il mese, e ancora per molto tempo, quella stessa giornata non faceva altro che ripetersi.
Non era uno scherzo di quel luogo, ma la scelta delle azioni delle due persone che lo abitavano.

Calò il sole, Light dalla sua parte ammirava il tramonto.
Da quella di Elle, era già buio da un pezzo.
Il biondo si specchiava nell'acqua: era davvero quello il suo viso? Era reale tutto ciò?
Forse era solo uno stupido gioco del luogo, come poteva essere che in mesi non era riuscito a volare?
Si sentiva disperato, perso, avrebbe voluto accanto pure quella pazza nevrotica di Misa.
Forse doveva cambiare le cose.
Era la solita frase che si ripeteva, prima di andare a dormire. Però, quella notte, sentì che c'era qualcosa di più concreto.
Il suo riflesso, tuttavia, aveva sempre quell'aria crudele. Sembrava un mostro che poteva assalirlo.
Si alzò, e camminò verso Elle, superò la linea che li divideva.
-Cosa vuoi?- disse il ragazzo, accorgendosi della sua presenza.
Nella sua voce, la solita impassibilità.
Elle è mai stato felice?
Perché aveva pensato ad una cosa simile? Che gli importava della felicità di Elle?
Ebbe l'istinto di tornarsene indietro, ma qualcosa lo trattenne.
Voleva cambiare quella situazione.
Si sedette accanto a lui, titubante, e vide l'altro sgranare gli occhi -Domani mattina voglio vedere l'alba, visto che la vedi sempre tu.
-Fa come vuoi- rispose Elle, chiudendo le sue ali.
Per ora poteva bastare.
Stare vicini, senza parlarsi e senza litigare.
Quella notte Light non dormì.

-No, no, no! Più spinta!
Light ci mise più forza che potè, ma cadde in acqua ancora, ancora e ancora.
-Basta così- tagliò Elle, Light stava per protestare, ma si ricordò dei suoi buoni propositi.
Quella mattina, aveva chiesto ad Elle di ricominciare ad aiutarlo.
-Perché non mi fai vedere come si fa?- chiese il biondo, curioso di vedere l'ex detective spiccare il volo, cosa che non aveva mai fatto.
-Come vuoi.
Senza neanche prendere la rincorsa, Elle spalancò le sue ali e salì in alto verso il cielo.
Light non lo vedeva più.
Un senso di paura lo avvolse: era solo? L'aveva lasciato solo?
Poco dopo, atterrò dolcemente sul terreno.
-Sei mai stato sulla Terra?- domandò Light quella sera, sedendosi ancora accanto a lui.
-Una volta sola, gli esseri umani non possono vederci. Appena imparerai ti ci porterò.
Detto questo, stava per addormentarsi, quando si accorse che Light gli stava accarezzando le ali.
-Che fai?- disse, guardandolo negli occhi.
-Niente...- Light mollò la presa, e si allontanò un poco.
Che stavo facendo?
Quella notte, per la prima volta, sognò: era tutto confuso, ma riusciva a distinguere bene la figura di Elle, in mezzo alle rose bianche, che lo chiamava.
Si svegliò sudando, Elle era davanti a lui.
-Che ti prende, Yagami?
-Io...- le parole gli morirono in bocca.
La giornata proseguì come al solito, senza successi, senza speranza di avvicinare in qualche maniera Elle.
-Va bene così, per oggi può bastare- chiuse la lezione del giorno il moro, visibilmente stanco.
Light, immerso nell'acqua, guardò il sole che indicava mezzogiorno. Faceva un caldo da paura.
Un attimo...come posso sentire il caldo?
Non gli era mai capitato, a parte il dolore, non riusciva a percepire nient'altro.
Ma forse le cose erano cambiate.
Vide Elle levarsi la maglietta bianca, e gettarsi in acqua.
I suoi pensieri, inizialmente curiosi, divennero sempre più equivoci, guardando il suo peggior nemico galleggiare.
-Perlomeno sai nuotare...- lo stuzzicò Elle -Mi sarebbe venuto un accidente, se avessi dovuto insegnarti pure questo.
Se Light fosse stato lo stesso dei giorni precedenti, lo avrebbe già affogato. Ed era ciò che si aspettava Elle al novanta per cento.
Tuttavia, il ragazzo rise alla provocazione e, in risposta, gli schizzò dell'acqua in faccia.
Elle ricambiò lo schizzo.
Stettero così, come due bambini piccoli che giocano, fino a quando la luna era alta. E, siccome non avevano così tanta necessità di dormire (diciamo che, nella maggior parte dei casi, avevano finto per non passare l'uno del tempo con l'altro), si fece l'alba di un nuovo giorno.
-Torniamo a riva- propose Elle, con uno strano sorriso sulle labbra.
-Siamo bagnati fradici- rise Light, distendendosi sulla sabbia dorata.
-Alzati, incomincia la lezione: vuoi o no, imparare a volare?
A malincuore, Light si alzò, andò come al solito dall'altra parte dell'isola attraversando il campo verde.
Elle era al suo posto, poi gli fece segno di andare.
Light corse, non più così tanto velocemente, ma sentì i suoi passi sempre più leggeri. Non riuscì ad arrivare alla riva, perché ce l'aveva sotto.
Stava volando.
In quel momento, prese coscienza delle sue ali e gridò di gioia.
Elle lo raggiunse in cielo.
-Bene, direi che hai imparato. Ora possiamo andare, tieni duro!
Scattò velocemente verso l'alto, Light lo seguiva.
Attraversarono quello che sembrava il cielo, ma in realtà era solo il mare, e uscirono in quello che sembrava un porto.
-Siamo...sulla Terra?- chiese Light, guardando i marinai che sbarcavano merci.
-Si, guarda lì!
Elle indicò un'anziana signora che, seduta su una panchina, osservava quella che sembrava essere la sua nipotina.
-Chi è?- chiese Light andando davanti alla tizia.
Qualcosa si risvegliò, i vecchi ricordi riaffiorarono, così lontani in quel mondo: era Sayu.
-Sorella mia...- disse, guardando sua sorella.
Elle andò alle spalle di Sayu e soffiò, nell'aria una fresca brezza mosse i capelli della signora.
-Che bel vento- disse Sayu, chiudendo gli occhi.
Light si rese conto di quante cose aveva perso, morendo. Avrebbe infinitamente desiderato rimanere lì con la sua famiglia.
-Anche Near è ancora vivo- aggiunse Elle -Quando non c'eri tu, lo andavo a trovare spesso. Speravo che potesse liberarmi da quest'incubo di solitudine, ma ho capito che è tutto inutile. So quello che stai pensando Light: eppure noi siamo qui, possiamo vederli, cosa c'è che ci dice con chiarezza che siamo morti? Perché non possiamo tornare con loro? Semplice, Light Yagami, tutto. Non provare minimamente ad aggrapparti alla speranza che siamo ancora in questo mondo, perché non c'è nessuna verità.
Elle aveva ragione. Però lui sarebbe tornato lì altre volte, avrebbe visto ancora Sayu, voleva stare con lei e con i suoi nipoti.
-Posso restare ancora un po'?- chiese Light.
-Quanto vuoi, ma ricordati che non puoi abbandonarti a questa vita per sempre.
Così, Light prese a svolazzare intorno a Sayu, ed Elle attorno a Light.
Il ragazzo biondo vide crescere i suoi nipoti, vide morire Sayu, e vide continuare tutto il cerchio della vita.
Chiaccherava e parlava spesso con il suo non più nemico, ma amico di viaggio. Commentavano insieme le vite degli altri umani e, qualche volta, giocavano insieme come due bambini.
Tuttavia restava sempre lì, a vegliare.
Un giorno, però, Elle scomparve.

Light Yagami avrebbe voluto inseguire il suo amico, ma non riusciva a staccarsi dalla sua famiglia.
Famiglia che, di generazioni in generazioni, era fatta sempre più numerosa.
Lui cercava di non perdere nessuno e, notò con grande piacere, che la sua invisibile presenza aveva reso felice tutti i suoi successori.
Ogni tanto chiamava Elle, ma non riusciva a trovarlo e non rispondeva.
Passarono anni, secoli, millenni. Light Yagami era sempre lì, svolazzava intorno alle persone care.
Amava quanto più poteva.
Sentiva che loro assorbivano il suo amore, ma sapeva che c'era una persona a cui lo avrebbe dato tutto.
Ed era la stessa persona che aveva perso.
Lasciò la sua nipotina che provava a prendere la patente per la macchina volante, e si tuffò nell'oceano, sempre più giù, alla fine tornò nella sua piccola oasi.
Ciò che vide lo sconvolse.
Una crepa, si era formata nell'isola e, da essa, usciva una mano rossa di ragno che prendeva un braccio di Elle. Anche il cielo si era rotto e, un'altra mano candida e bianca, circondata da angeli, teneva Elle per l'altro braccio.
Un'ala bianca giaceva nel giardino di rose, macchiato di rosso.
-Elle!- urlò Light scendendo verso di lui; lo afferrò per il busto nudo e lo tirò verso di sé.
Non poteva perderlo.
Elle lo guardò negli occhi -E' arrivato il momento del giudizio, Light. Non c'è niente che tu possa fare...sai sarei rimasto volentieri qui con te, ma il destino è scritto.
Light iniziò a sudare ed urlò -Non ti lascio andare da nessuna parte!
Lo strattonò così forte che, sia Dio sia Satana, mollarono la presa e, prendendo per le braccia Elle, spiccò il volo.
-Light, sei pazzo! Che vuoi combinare?
Light sorrise: per una volta non lo chiamava col cognome.
Poi fu tutto nero.

-Complimenti, Light Yagami, hai superato la prova. Sei libero di andare in Paradiso.
Light aprì gli occhi e si ritrovò in una stanza.
Era familiare...era la sua stanza.
-Light! Scendi, che farai tardi a scuola.
Era la voce di Sayu! Light scese velocemente le scale e, entrando in cucina, vide i suoi genitori e sua sorella che lo guardavano male.
-Come ti sei conciato?- chiese sua madre. Light si lanciò uno sguardo e vide i suoi vestiti tutti bagnati e strappati.
-Non sarà stata mica un'idea di Ryuzaki, caro?- domandò ancora sua madre.
Light stava per chiedere chi fosse Ryuzaki, quando qualcuno bussò alla porta e, entrando, Light vide Elle.
-Elle! Che ci fai qui?- disse sgranando gli occhi.
-Perdonalo, è un po' esaurito questa mattina...- rise Sayu, seguito dai suoi gentori e da Elle.
Risalì nella sua stanza, mise dei vestiti adatti e, dopo aver preso lo zaino, scese per andare a scuola.
-Elle, sei tu?- chiese a Ryuzaki mentre facevano la strada.
-Chi vuoi che sia? Certo che sono io! Mi sa che siamo rinati o qualcosa di simile...- ipotizzò Elle, grattandosi la nuca.
Poi lo videro, sul prato della scuola, un oggetto nero molto familiare: il Death Note.
Light si avvicinò, senza toccarlo.
-Che ne facciamo?- chiese, rivolgendosi ad Elle.
L'altro prese un accendino e lo bruciò: era meglio così.
Light non mosse un ciglio. Non aveva voglia di rivevere quella storia. Questa, così piena di amore, era molto meglio.
Era il paradiso.
-Hideki! Che hai combinato?!- strillò la professoressa dalla finestra.
-Corri Light, prima che ci prende!- Elle lo prese per la mano ed iniziarono a correre lontanto dalla scuola, lontano da tutto.
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Note dell'autrice:
Perdonatemi, non ha senso.
Ho messo tutta la mia immaginazione in questa storia e credo di aver scritto qualcosa di molto contorto. Non dico che abbia un significato, potete trovargliene uno voi.
Sarei davvero felice se qualcuno ci riuscisse.
Martina.


 
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Death Note / Vai alla pagina dell'autore: Maghetta1996