Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
Segui la storia  |      
Autore: teddy belieber    13/06/2013    1 recensioni
Non riuscivo più a parlare, la voce mi moriva in gola ogni volta che tentavo di dire qualcosa e le lacrime, che fino a quel momento avevo trattenuto, cominciarono a scorrermi silenziose sulle guance. A quel punto Justin mi mise le mani sulle spalle per farmi forza, o forse per trattenermi lì con lui nel portico di casa sua… non ce la facevo più a restare mi voltai per andarmene ma lui mi trattene per un braccio costringendomi a guardarlo in faccia, notai subito che i suoi occhi del color del cioccolato erano tristi e pieni di lacrime; non riuscivo a capacitarmi del fatto che quegli occhi, dove avevo sempre visto sostegno e forza, mi lasciassero vedere una tale debolezza. Con voce tremante Juss disse: . Risposi in lacrime: feci una pausa per prepararmi a dire le parole più difficili che avessi mai pronunciato: ora anche la sua faccia era rigata dalle lacrime. Trovai il coraggio di dire:
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Chaz , Justin Bieber, Sorpresa
Note: Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Mi svegliai, come ogni giorno da ormai un mese, con le urla dei miei genitori che litigavano tra loro. Una volta eravamo una famiglia felice, una famiglia come quelle delle pubblicità dove tutti hanno sempre un gran sorriso sulle labbra e stanno bene e in armonia tra loro, ma, tutt’a un tratto qualcosa è cambiato ed ha spezzato il potente legame che ci univa. Non sapevo bene cosa fosse accaduto per far sì che quell’atmosfera di pace e serenità si rompesse come un vaso di vetro caduto a terra ma, a sentire i discorsi che faceva mia madre, mio padre ne era sicuramente il colpevole. A essere sinceri, ultimamente neanche io ero in buoni rapporti con mio padre, il quale mi trattava ormai con una tale freddezza che se un estraneo fosse venuto a casa nostra, non avrebbe mai nemmeno pensato che io fossi sua figlia (cosa di cui non mi capacitavo nemmeno io). Le uniche persone con cui parlavo erano mia madre Angie, mio fratello maggiore Liam e la mia migliore amica Francesca che conoscevo da undici anni (cioè dalla nascita).                                 Scalciai via le lenzuola dal mio letto di ferro battuto bianco e cominciai a girare per la mia stanza in cerca di qualcosa da mettermi addosso e del mio iPod il quale, a dispetto del fatto che fosse la cosa più importante per me, non  lo mettevo mai al suo posto una volta finito di usarlo. Un altro particolare di me è proprio questo: io vivo di musica. Lo so che può sembrare strano ma è così, ogni volta che metto la cuffiette e premo il tasto play i miei problemi e la tristezza spariscono lasciando spazio ai sentimenti che ciò che sto ascoltando mi regala. La cosa più bella delle canzoni per me è che sono come dei punti fermi a cui aggrapparsi in cerca di conforto e consolazione.                          Una volta preso tutto l’occorrente per prepararmi corsi in bagno e chiusi la chiave, attaccai l’iPod alle casse ed i Maroon5 cominciarono a cantare “ Payphone ” . Quella era più o meno la mia routine mattutina; ormai ogni giorno sembrava fin troppo uguale all’altro e l’annoiarsi era così abituale che non ricordavo quasi più cosa fosse il vero divertimento. Poi tutt’a un tratto arrivò un pensiero a tirarmi su di morale: “ domani ricomincia la scuola, sarà il mio primo giorno alla scuola media e finalmente farò qualcosa di diverso che mi distrarrà da tutto quello che sta succedendo nella mia famiglia”. Naturalmente Francesca era stata iscritta alla mia stessa classe, come del resto era successo ogni anno. Io e lei eravamo amiche inseparabili e ci potevamo raccontare tutto, non c’erano segreti tra noi e mai ce ne sarebbero stati. Mi era sempre stata accanto anche nei momenti più brutti ed imbarazzanti nei quali avevo bisogno di sostegno o di una spalla su cui piangere e, ovviamente io avevo sempre ricambiato. In poche parole eravamo: “migliori amiche”. A distogliermi dai miei pensieri fu mio fratello Liam che cominciò a bussare alla porta del bagno urlandomi: <>Non potevo controbattere, purtroppo era vero che ogni mattina ci mettevo un po’ troppo tempo per prepararmi, così risposi con la mia voce da appena-sveglia: << Scusa Liam! Dammi due minuti e sono pronta>>. Mi preparai in fretta, staccai le casse e spensi l’iPod per scendere a fare colazione. Nell’uscire dal bagno abbracciai Liam, come facevo ogni mattina per dargli il buongiorno. Gli volevo molto bene, era la mia roccia ed il mio appoggio in famiglia ma, soprattutto eravamo molto legati nonostante il fatto che lui avesse due anni più di me. Il nostro era un legame inossidabile che non si sarebbe mai spezzato ed io ne andavo molto fiera. La prima frase che aveva detto quando mi aveva vista appena nata era stata: << Ti voglio bene sorellina >>ed io a sentire questa frase avevo smesso di piangere ( o almeno così diceva mia madre) e gli avevo fatto un gran sorriso. Io adoro Liam.                            Scesi le scale di corsa, un po’ per abitudine e un po’ perché quella mattina avevo una fame incredibile, e corsi in cucina dove puntualmente, come ogni giorno,trovai mamma e papà che litigavano. Mentre ero sulla soglia mamma stava urlando in lacrime: << Tu sei… sei un… non riesco neanche a definirti!>> fece una pausa e mio padre ne approfittò per dire: <>  Questo non fece che alimentare le lacrime di mamma che rispose: <> mio padre fece per parlare ma mia mamma non glielo permise e lo zittì dicendo: << Zitto! E non dirmi che sto mentendo! Lo sai benissimo che, l’anno scorso ti sei dimenticato del compleanno di Laura!>> Fece una smorfia e poi riprese: <>. Mary era la madre di Francesca… mio padre non era un grande attore e dalla sua faccia si vedeva chiaramente che era colpevole fino a prova contraria. Così mia madre gli tirò uno schiaffo. Io, invece me ne stavo sulla porta della cucina zitta e immobile come se fossi una statua. Mamma riprese a parlare con voce che sembrava quasi incredula: <> infine aggiunse con più autorità e fermezza nella voce: <> mio padre allora disse: <>. A quel punto arrivò anche Liam ed allora presi coraggio e dissi: <> e corsi ad abbracciare mamma che si asciugò le lacrime, mi sorrise e rispose: <>. Mia madre era una famosa cantante lirica che faceva concerti quasi ogni sera nei teatri più famosi e, la sera del giorno dopo sarebbe partita per un tour europeo ed io ero molto fiera di lei. Oltre che un legame madre-figlia potentissimo ci univa anche la passione per il canto e per la musica in generale (basti pensare che io ho tre chitarre ed un impianto stereo sofisticatissimo). Entrambe, infatti, tenevamo ognuna una specie di diario dove, invece di scrivere segreti o cose simili, scrivevamo le canzoni che inventavamo. Spesso, quando mamma ne aveva il tempo, passavamo ore a confrontarci sui testi delle canzoni da noi composte. Lei era una di quelle persone solari che vorresti vicine quando sei triste perché qualcosa è andato storto o perché hai passato una brutta giornata. Non avevo mai visto mia madre con quell’espressione di dolore sulla faccia e mi veniva quasi da piangere o, addirittura, da tirare una sberla a mio padre proprio come aveva appena fatto lei.                           Mi accorsi solo in un secondo momento che stavo piangendo; non sapevo il perché di quelle lacrime: forse era la rabbia per il fatto di non avere un padre come quelli perfetti delle mie amiche che mai si sarebbero sognati di fare cose simili a quelle che il mio ha fatto a sua moglie, forse era per la compassione che provavo per mia madre o forse perché ero una ragazzina di undici anni che aveva appena assistito ad un brutto litigio tra i suoi genitori ma, quei piccoli rivoli salati continuavano a rigarmi il volto. Nel vedermi così affranta e giù di morale, Liam mi abbracciò stretta da dietro e mi sussurrò all’orecchio mentre mi asciugava le lacrime: << Non ti preoccupare, vedrai… vedrai che tutto si aggiusterà >>.  Mi sentii subito confortata da quel contatto con mio fratello che, nonostante il fatto che io sapevo benissimo che niente mai sarebbe tornato come prima, mi fece sentire un calore profondo in tutto il mio corpo: <>mormorai; poi andammo a sederci a tavola dove ci aspettavano due bei piatti fumanti di uova e bacon. Mamma uscì dopo circa un quarto d’ora, salutando me e il mio fratellone con un bacio. <>  gli chiesi non appena se ne fu andata <>. <>fece lui <> risposi senza troppo entusiasmo e corsi in camera a prendere il cellulare.
 
<> disse lei come se quello che le avevo raccontato a proposito del litigio tra i miei genitori spiegasse ogni cosa <>. <>la interruppi io appena prima che cominciasse a  dare di matto e a fare una delle sue solite “scenate  Francesca” (come io le chiamavo). Lei si preoccupava molto per me, eravamo amiche dalla nascita ed era come se quando ci guardavamo negli occhi capissimo quello che provava l’altra. A lei potevo dire tutto, senza vergogna né imbarazzo ed il nostro passatempo preferito era cantare assieme le canzoni che scrivevamo insieme nel mio diario. La cosa che più mi confortava era sapere che qualunque cosa sarebbe successa la Francy sarebbe stata lì per me. Ora eravamo in camera mia sedute sul mio letto che dovevo ancora rifare a discuter di quello che era successo tra mio padre e sua madre. Non vedevamo l’ora, il giorno dopo saremmo finalmente andate alla scuola media, saremmo state in classe insieme e avremmo varcato la soglia della nostra nuova scuola insieme. Perché anche questo è essere migliori amiche, stare bene insieme.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber / Vai alla pagina dell'autore: teddy belieber