Anime & Manga > Magi: The Labyrinth of Magic
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Autore: Ren_Maybe    13/06/2013    1 recensioni
Un Alibaba ormai Re, distrutto. Una Morgiana regina preoccupata per suo marito. Balbadd in decadenza. Una stanza buia piena di vecchi ricordi importanti.
Un evento che ha portato a questo.
Un piccolo e normale fenomeno possono cambiare tutto.
La partenza di un rokh.
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aladdin, Alibaba Saluja, Morgiana
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ebbene si. Anch’io, fan sfegatata della suddetta serie, mi son fatta tanti viaggi mentali dando vita a questa piccola –miga tanto!- idea sotto forma di one-shot. Che tanto one- shot non è, perché, infatti, se ne avrò voglia, tempo e non sarò ricoperta di “BUH,PER CARITA’!” la continuerò volentieri!  Quidni,Buona lettura!

Gli ansimi echeggiavano nel lungo corridoio del palazzo dalle ampie finestre, le quali illuminavano il viso amareggiato di Morgiana.
“A-Alibaba!”
La sua voce risuonò fino alle orecchie dell’ uomo che,  impegnato nel trafficare tra mille oggetti in una stanza da poter paragonare a una sorta di magazzino pieno di vecchie cianfrusaglie, tese l’orecchio al richiamo per cercare di ascoltare meglio, che si ripetè un altro paio di volte, fino a che la donna non lo raggiunse.
Lui si strofinò le mani per rimuoverne la polvere sugli abiti ormai sporchi
“Avevi bisogno di qualcosa?”
Sorrise  dolcemente, guardando la sua amata regina: sapeva ormai leggere nei suoi sguardi e nei suoi gesti, constatando quindi che sotto l’espressione poco comunicativa struggeva di preoccupazione per lui. Le baciò una guancia per rassicurarla; il gesto evidentemente funzionò perché, seppur insicura, iniziò a parlare
“Io non ti ho visto, così mi sono chiesta dove fossi- uh…”
Cercava le parole giuste per giustificare i suoi gesti quasi morbosi nei confronti dell’ ormai adulto Alibaba, attuale re di Balbadd, per il quale non solo la sua regina era preoccupato, ma tutto il popolo, il palazzo e le persone vicine… Da tre lunghi anni, oramai.
Ne era l’anniversario, per giunta.
Il volto gli si incupì, precedendo le parole della moglie.
“Sai, Mor, io… Ho preso una decisione”
S’ interruppe, facendo un sorriso. Uno di quelli che gli tingevano la faccia da quel giorno, non più un po’stupidi, allegri e positivi ma malinconici, costruiti. Una nota di sorpresa illuminò gli occhi della fanalis.
“Partirò”
La guardò, in attesa di una reazione, che non tardò ad arrivare.
“Cosa- Che stai dicendo, Alibaba?”
Si tese in avanti, aggrappandosi alla maglietta slabbrata e visibilmente vecchia del marito, in cerca di spiegazioni. Lui era il re di Balbadd, non poteva lasciare il suo popolo per andare a zonzo per il mondo!
Aladdin è morto
Parole che laceravano l’animo, sempre come la prima volta, alle persone che chi, come loro, sembravano accorgersene ogni istante per la prima volta. In special modo il conquistatore di Dungeon, che non fu più lo stesso, dopo la morte del Magi. Il tempo che aveva passato sul trono era davvero tanto e la sua amata città non aveva mai conosciuto un periodo più prosperoso di quello, fino a quel giorno dal quale iniziò a subire un sempre più vertiginoso tracollo. Mancava poco perché la situazione potesse divenire simile all’ episodio di Kassim. Però, lì, Aladdin c’era. E c’era sempre stato, per Alibaba, il quale sperava ci sarebbe sempre stato.
Non era stato possibile, a quanto pare, perché lui non c’era più.
Eppure, quel giorno, tutto sembrava fosse diverso. Era come se il sole fosse arrivato nuovamente a illuminare l’uomo che si era spento assieme al corpo del magi.
Perché infatti, il giovane dalla treccia blu, era la reincarnazione di Salomon, Il Magi.
Un unico rokh, al suo risveglio, stava partendo. Sembrava ignorare lo sguardo sorpreso del Re, mentre si librava verso il cielo mattutino illuminato dal sole, mentre faceva dono all’ uomo della comprensione di ciò che doveva fare. La speranza. Gli aveva dato gioia per l’esistenza del destino.
“Come vi è il destino delle Persone. E’ il destino. Il destino dei Magi!”
Immediatamente Morgiana si tranquillizzò, lasciando le vesti del Re. Un timido sorriso indicava la comprensione delle parole folli dell’ amato.
“Sei sicuro delle tue scelte?”
Era sicura della risposta mentre fissava l’allontanarsi dell’ uomo che si dirigeva nuovamente a rovistare tra gli antichi oggetti caduti ormai in disuso e quindi in quell’ ampio stanzone che fungeva da dimenticatoio. Dopo qualche altro minuto di ricerche nel disordine generale, per di più al buio con la sola luce del portone aperto, tirò fuori con fatica e la fronte imperlata di sudore un grande baule in legno. Lo trascinò fino all’ampio corridoio delimitato dal colonnato che si affacciava su un grande giardino, fino a Morgiana, per poi aprirlo.
Rovistò un altro po’, fino a riportare alla luce diversi oggetti posti lì per dimenticare. Per non avere più niente a che fare con il passato.
Eppure, in quell’ istante, gli occhi dell’ uomo si bagnarono di ricordo, che scese giù solcando le guance e attraversando tutto il viso.
Indossò velocemente gli orecchini, un paio rossi –quelli di Kassim- e un paio verdi, La fascia dal motivo rigato dai colori del fuoco e il cordino rosso. Si fermò un istante, prendendo con estrema delicatezza gli ultimi tre oggetti. Una sopraveste piegata, un pugnale e un flauto. Li guardò con rammarico, come per scusarsi. Le scuse di anni in cui non voleva più saperne di oggetti che gli ricordavano tanto il passato come quelli. Li strinse al petto come un inestimabile tesoro, mentre la mano comprensiva della donna lo accarezzava teneramente.
“La tua risposta… La comprendo”
Si alzò e, con l’aiuto della moglie, srotolò le lunghe maniche e sfece il nodo del vecchio soprabito. Il dono di Kassim che gli stava così grande, all’epoca, ora lo indossava perfettamente.
“Ciao, Amon”
Mise l’antico pugnale del padre che conteneva il vecchio djin brontolone tra la stoffa dei vestiti e quella della fascia legata a mo’ di cinta.
Poi fissò l’ultimo oggetto tra le mani. Il regalo e il ricordo più prezioso.
Vi era abitato Ugo. Aveva visto tutte le avventure dei ragazzi. Aveva sentito e sapeva di tanti racconti. Un vecchio strumento metallico che effettivamente tanto prezioso certo non era. Eppure per Alibaba aveva il più grande valore esistente. Provò a suonarne le note che uscirono mute come loro solito, eppure gli provocarono un tuffo al cuore che lo riportarono a tutti i ricordi vissuti assieme all’ amico, fino all’ attimo in cui gli fece dono proprio di quel flauto d’oro.

“Ehy,Alibaba!”
sorrideva, chiamando il ragazzo biondo.
“Vorrei farti dono di qualcosa di prezioso nel giorno in cui verrai incoronato”
Guardava l’amico davanti a se che, imbarazzato e un po’ curioso, cercava di nascondere la sua bonaria avidità.
“No-non ce n’era bisogno!”
Il ragazzo dai capelli blu rise, come se non lo conoscesse abbastanza bene!
“Non è niente di particolare, in realtà. Ma spero che lo apprezzerai”
Pose tra le mani del neoSovrano un flauto. Il flauto. La cosa più preziosa del giovane Magi. La cosa che di lì in avanti sarebbe stata la cosa più preziosa del Re che lo affiancava.


Una mattina ove il sole splendeva come al solito sulla città mediorientale di Balbadd.
Ma come al solito non era perché, con il viso avvolto da una sciarpa per ripararsi dalle sabbie del deserto  e una borsa di canapa a tracolla, il Sovrano della città, Alibaba, dando un ultimo bacio alla moglie, stava partendo alla ricerca del Magi.
“Non preoccuparti, Mor”
La rassicurò, carezzandole il volto.
“Lo so. Fu lui a dirmelo. Il destino delle persone è formato da strani legami e tutte le persone che abbiamo conosciuto sono legate da una forza sovrannaturale. Anche se siamo lontane da persone a noi care, i Rokh faranno rimanere la sua anima sempre accanto a noi!”
E fu a quel punto che, dopo gli ultimi saluti vide per ultima cosa il sorriso di Alibaba. Credette in un miraggio, eppure quello era proprio il suo solito sorriso che sembrava essere ben più illuminante del sole, quello che dedicava in genere solo ad Aladdin.

“I Magi sono amati dai Rokh, eppure non ne andranno mai a far parte. Si reincarneranno fino alla fine per poter scegliere il proprio Re!”

I rokh lo stavano guidando. Un Rokh solitario lo stava guidando nell’ inizio di un viaggio. Dove ciò che tutto inizia, con una partenza. Perché se era vero quello che gli aveva ricordato Morgiana, ora, l’anima del suo migliore amico, da qualche parte oltre che nel corpo di un piccolo bambino,era accanto a lui, così come l’unico Rokh.



Ordunque è finita! Qualche piccolo chiarimento, quindi. Non ricordo in quale punto lessi –o volli leggere- che i Magi si reincarnavano, una volta morti, perché ve ne dovevano essere sempre tre. (Seppur tre non siano con Al)
Per questo ho applicato la regoletta sul mio adorato (Ecco come dimostro affetto ai pg, facendoli schiattà!) e ho dato vita a questa cosa piuttosto malata. Non è venuta proprio come volevo però ne sono abbastanza soddisfatta, spero possa piacere anche a chiunque la legga!
Inoltre, se di qui passasse qaulcuno che legge l’altra mia storia “The Malicious Pact” no, non l’ho dimenticata. Solo mi sto prendendo del tempo per ri-organizzarla e renderla più completa!
Detto ciò spero abbiate gradito e scusate se vi annoio con inutili chiacchere, Astrubalepaolo (♥) a tutti!
  
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