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Autore: SereILU    14/06/2013    7 recensioni
[ Sebastian Smythe/Thad Harwood | 2 Flash Fic | Rating: Verde/Giallo | Commedia, Romantico | 'Love me' 'verse]
Sono due piccole flash Thadastian. Un sacco di fluff, di risate e di romanticismo. E un po' di Niff, che non fa mai male!
*
“Non dormi con me?” Sebastian se lo aspettava, ma era talmente abituato alla presenza di Thad accanto a lui che non poté impedirsi di chiederlo con una punta di dispiacere nella voce.
“Non ho intenzione di farmi prendere in giro.” Fu la risposta piccata di Thad.
“Ma…” Sebastian si alzò subito in piedi e andò ad abbracciarlo da dietro, poggiando il mento sulla sua spalla. “Non ti sto prendendo in giro…”
“Mi hai chiesto se ero vivo!”
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeff Sterling, Nick Duval, Sebastian Smythe, Thad Harwood, Warblers/Usignoli | Coppie: Nick/Jeff, Sebastian/Thad
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'The Love me series'
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Titolo: Live me – Dalton Edition
Personaggi: Thad Hardwood/Sebastian Smythe, Usignoli
Genere: Romantico, Commedia
Rating: Giallo
Avvertimenti: What If, Fluff, Slash
Nda: Questa storia, anzi, queste due flash, fanno parte della serie “Love me”. Solo che, stavolta, mi sono gettata nel fluff più sfrenato perché, ammettiamolo, ‘sti due avranno anche una vita sociale oltre a del fantastico sesso XD.
NB: La storia fa parte della “Love Me” series. Se vi va di capire come siamo arrivati a questi livelli, beh, leggete le cinque storie che mi hanno portata qui!
 


Live me – Dalton Edition.

 

1. Don’t mock me!
 

Sebastian sbuffò quando Thad, per l’ennesima volta in pochi minuti, fece un salto che per poco non lo fece cadere dal letto.

“Se vuoi possiamo spegnere…?” tentò, distogliendo gli occhi dallo schermo e puntandoli sul ragazzo steso accanto a lui.

“No.” Thad gli lanciò uno sguardo deciso. “Voglio vedere come finisce!”

“Secondo me morirai prima di raggiungere i titoli di coda, se continui così…”

“Seb!”

Sebastian sospirò, ma lasciò perdere subito. Quando Thad si metteva in testa qualcosa era inutile tentare di dissuaderlo; anche se quel qualcosa era guardare un film come ‘Shining’. E Thad odiava i film horror.

Nella mezzora precedente, infatti, non aveva fatto altro che sussultare e coprirsi gli occhi durante le scene più drammatiche e, nonostante le continue richieste di Sebastian, non c’era stato verso di spegnere la TV.

Quando, nella parte in cui Jack Nickolson cominciava la sua caccia all’uomo – donna – e distruggeva la porta con l’accetta, Thad aveva nascosto il viso contro la spalla di Sebastian, quest’ultimo era quasi scoppiato a ridere per l’assurdità della situazione. Certo, lui adorava i film che gli mettevano addosso l’adrenalina, ma vedere il suo ragazzo ridotto ad un cucciolo spaventato era esilarante e gli faceva passare la voglia di guardare la TV per concentrarsi invece sui lineamenti di Thad, contratti dall’apprensione.

“Davvero, possiamo lasciar perd-”

“No!”

“Okay...” Sebastian alzò gli occhi al cielo e non aggiunse altro.

Quando i titoli di coda cominciarono a passare lentamente sullo schermo, Sebastian tirò un sospiro di sollievo e avvertì il corpo di Thad rilassarsi contro il suo.

“Sei vivo?” scherzò, accarezzando con una mano i capelli spettinati di Thad.

Lui lo guardò male. “Divertente, ‘Bas, davvero divertente.”

“Guarda che sei stato tu a dirmi di vedere Shining.” Sebastian sollevò un sopracciglio.

Thad si alzò velocemente dal letto, afferrò il pigiama e si diresse nel piccolo bagno che condividevano. “Sì, e mi è piaciuto!” esclamò, prima di chiudersi la porta alle spalle.

“Certo,” ridacchiò Sebastian a voce alta. “Come no…”

Mentre aspettava, mise a posto il DVD, sistemandolo accanto agli altri film di Kubrick: Arancia Meccanica, Full Metal Jacket, 2001: Odissea nello spazio e Eyes wide shut. Forse un giorno avrebbe convinto Thad a guardare Arancia Meccanica.

Poco dopo i suoi pensieri furono interrotti quando Thad uscì dal bagno e cominciò a spostare le coperte del proprio letto.

“Non dormi con me?” Sebastian se lo aspettava, ma era talmente abituato alla presenza di Thad accanto a lui che non poté impedirsi di chiederlo con una punta di dispiacere nella voce.

“Non ho intenzione di farmi prendere in giro.” Fu la risposta piccata di Thad.

“Ma…” Sebastian si alzò subito in piedi e andò ad abbracciarlo da dietro, poggiando il mento sulla sua spalla. “Non ti sto prendendo in giro…”

“Mi hai chiesto se ero vivo!”

Fu costretto a trattenere una mezza risata. “Temevo solo che il terrore ti avrebbe ucciso!”

“Seb!” Thad si voltò e lo spintonò via.

Sebastian cadde a sedere sul letto con un sorriso. “Andiamo, vieni qui.”

“No!”

“Thad…”

“No!”

“Sei cattivo!”

Thad probabilmente decise che era meglio ignorarlo, perché non gli rispose e si mise sotto le coperte, voltandogli le spalle.

Sebastian sospirò, ma capì che non poteva fare altro se non rispettare la sua decisione. Per un attimo si chiese come avrebbe reagito se si fosse intrufolato accanto a lui sul suo letto, ma l’immagine di una scarpa da ginnastica che volava nella sua direzione gli fece cambiare subito idea.

“Come vuoi…” mormorò infilando velocemente il pantalone di una vecchia tuta. “Sei tu che ci perdi.”

L’unica risposta che ottenne da Thad fu uno sbuffo. Poi si addormentò quasi subito.

Sebastian si svegliò dopo poche ore con la strana sensazione di essere osservato: si voltò, rigirandosi lentamente sotto le lenzuola, finché non ne trovò il motivo. C’era una figura scura, in piedi davanti al suo letto e a Sebastian scappò un mezzo sorriso.

Non si premurò neanche di accendere la luce, prima di parlare.

“Jack Nickolson con l’accetta?”

Thad scosse lentamente la testa. “Le gemelle…” mormorò.

Sebastian addolcì il sorriso e sollevò la coperta. “Vieni qui.”

Thad esitò solo un istante prima di scivolare accanto a lui e stringerlo in un abbraccio, il viso affondato contro il suo petto.

“La prossima volta,” sussurrò. “Il film lo scelgo io.”

Sebastian scoppiò a ridere e gli posò un bacio tra i capelli. “Certo.”




 
*******




 
2. Don’t tease me!



 
La stanza che Thad divideva con Sebastian alla Dalton era ormai diventata il luogo di ritrovo degli Usignoli durante le tante serate invernali in cui la neve impediva agli studenti di tornare a casa per il fine settimana. Era iniziato tutto a causa di Sebastian, che si rifiutava di entrare nelle camere degli altri – “Non voglio sedermi sul letto dove Sterling e Duvall copulano, grazie. E no, nemmeno sul pavimento” – e Wes aveva deciso che in quel caso si poteva fare uno strappo alla regola e cambiare stanza.

In quel momento erano seduti tutti sulla moquette azzurra, le spalle poggiate contro varie superfici – i letti, i comodini e le pareti – e osservavano con una certa apprensione l’IPad sistemato al centro del pavimento.

Balla in modo sexy.

Thad scoppiò a ridere e osservò Jeff alzarsi in piedi con un sorriso e fare l’occhiolino a Nick.

“Oh, per l’amor del cielo…” Sebastian, dall’altro lato della stanza, si mise le mani sugli occhi. “Avvertitemi quando ha finito.”

“Perché non osservi, Smythe?” lo prese in giro Nick. “Potresti imparare qualche mossa.”

Sebastian lo ignorò e si limitò a scuotere la testa. Thad gli sorrise e poi si girò a guardare Jeff che cominciava a ballare in maniera davvero oscena.

Per un attimo si chiese perché aveva accettato di giocare a ‘Obbligo o Verità’ sull’IPad di Wes. Poi si chiese perché aveva accettato di giocarci con Nick e Jeff. Decise che era meglio imputare la sua scelta al fatto che voleva davvero bene ai suoi amici. Ma davvero tanto bene.

Jeff canticchiava e muoveva i fianchi in maniera decisamente esagerata, in un tentativo, probabilmente, di far ridere tutti gli Usignoli, anche se sembrava che Nick si stesse godendo lo spettacolo, a giudicare dal modo in cui teneva gli occhi fissi sul sedere ondeggiante del suo ragazzo.

“Ti prego, Jeff, basta!” Wes prese in mano l’IPad e Jeff fu costretto a tornare a sedersi. Sembrava vagamente soddisfatto di se stesso e dell’espressione sognante sul viso di Nick.

“Okay, Wesley, obbligo o verità?” chiese David mentre Sebastian tirava un sospiro di sollievo e tornava a rilassarsi.

“Verità.”

“Noioso!” commentò Jeff.

Wes posò di nuovo l’IPad in mezzo al pavimento e tutti si sporsero per leggere.

Qual è il posto più strano in cui l’hai fatto?

“Se dici letto ti porto in bagno e ti metto la testa nel gabinetto,” esclamò Sebastian con un ghigno sul viso e le braccia incrociate sul petto.

“Quello sarebbe bullismo, Smythe,” commentò David.

“E quindi?”

Wes lo ignorò e parve pensarci su. “Il posto più strano… non lo so.”

“Andiamo, Wes!” lo spronò Thad. “Dopo l’esibizione di Jeff possiamo sopportare tutto.”

“Ehi!”

“Jeff, non controbattere.”

Jeff mise il broncio.

Dopo qualche istante, Thad osservò Wes irrigidirsi e arrossire in maniera impressionante.

“Oh, questo sembra interessante!” Sebastian poggiò in gomiti sulle ginocchia e il mento sui palmi e attese. Thad imitò la sua posizione e cercò di non scoppiare a ridere.

Wes si schiarì la voce e si passò una mano tra i capelli. “Ehm… ricordate quando abbiamo assistito allo spettacolo teatrale in collaborazione con la Crawford?”

Thad lo ricordava anche troppo bene: una noia mortale.

“Ecco…” continuò Wes. “Charlotte era tornata quella mattina per le vacanze di Natale dopo sei mesi a Londra… e noi…”

“Oh, mio Dio, Wesley! Vi siete appartati?!” David avrebbe potuto sembrare scandalizzato se solo non fosse stato così evidentemente divertito.

Wes arrossì ancora di più. “Cosa avrei dovuto fare?” si giustificò. “Siamo… siamo finiti nello stanzino di Hale.”

“Lo stanzino del bidello?” Thad scoppiò a ridere, imitato da tutti gli altri. “Wes, questo non me lo aspettavo da te!”

“Almeno è stato soddisfacente?” si intromise Sebastian.

“Credo… credo di sì?”

“Allora hai il mio rispetto.”

“Sebastian ne sa qualcosa di posti strani dove farlo, vero?” commentò Jeff, e Thad si sentì arrossire fino alle punte dei capelli.

“Ragazzi, non…”

“Esattamente, Sterling.” Sebastian fece l’occhiolino a Thad, tranquillo come al solito.

“Va bene! Tocca a me!” Thad afferrò l’IPad e scelse l’opzione Obbligo.

Succhia l’indice della persona seduta alla tua sinistra per due minuti.

Jeff, Nick e David risero, Wes mise su un’espressione shockata e Sebastian si irrigidì. Thad deglutì.

“Ti sta bene, Wes,” commentò David. “Così impari a scaricare applicazioni idiote.”

Thad guardò alla sua sinistra: Wes era ancora più rosso di prima, ma sembrava voler accettare il proprio fato come un uomo cresciuto.

“Fallo, Thad. Fallo e basta!”

“Tranquillo, Wes. Ormai sarà diventato un esperto.”

“Jeff!”

“Cosa? Non è così, Sebastian?”

Thad si voltò di nuovo verso il suo ragazzo, sperando contro ogni previsione che rimanesse zitto.

“Puoi dirlo forte.”

E, nonostante l’imbarazzo, Thad ebbe un’idea. Fece l’occhiolino a Sebastian e afferrò la mano di Wes, mormorando una scusa a mezza voce. Chiuse gli occhi solo per un istante, mentre sentiva l’altro imprecare accanto a lui.

Quando li riaprì, con l’indice di Wes in bocca, trovò lo sguardo di Sebastian fisso nel suo. Era quello l’istante che aspettava, perché se Sebastian poteva farlo vergognare con una parola, a lui sarebbe bastato un gesto a prendersi la rivincita.

Infatti, mentre faceva quello che l’IPad gli aveva ordinato, osservò le pupille di Sebastian dilatarsi e il suo respiro farsi più pesante. Socchiuse le palpebre e sperò che il suo ragazzo potesse leggere nella sua mente e pentirsi di averlo preso in giro davanti a tutti gli altri.

Il tempo sembrava non passare mai, e Thad non distolse lo sguardo da Sebastian neanche per un secondo. Lo vide deglutire diverse volte, vide le sue mani chiudersi a pugni e la schiena irrigidirsi.

Quando l’IPad segnalò la fine dei due minuti, Thad seppe di aver raggiunto il suo obiettivo, perché Sebastian si alzò in piedi con le gambe leggermente tremanti e gli lanciò un’occhiata che voleva dire “adesso me la paghi”.

“È ora che ve ne andiate!” esclamò, sicuro.

“Ma come? Non è ancora l’ora del coprifuoco…” Wes controllò l’orologio.

“Non mi interessa. Camera mia, regole mie.”

Jeff e Nick si alzarono subito e fecero l’occhiolino a Thad. “Divertitevi!” ridacchiò Jeff, tenendo la porta aperta per Wes e David che, non appena afferrarono il significato di quella singola parola, arrossirono e quasi corsero fuori.

Quando furono da soli, Thad si voltò verso Sebastian.

“Non sei stato molto educato, a cacciarli in quel modo,” disse, facendo un passo avanti.

Sebastian lo imitò, fino a che non si trovarono a pochi centimetri di distanza. “Chi se ne frega dell’educazione!” quasi ringhiò, portando una mano sulla nuca di Thad e avvicinandolo al proprio viso con una mossa veloce e decisa.

Thad ridacchiò. “Piaciuto lo spettacolo?” sussurrò.

“Non scherzare!”

“Perché? Sei stato tu a dire che sono diventato un esperto…”

Sebastian si avvicinò ancora di più. “Un giorno mi ucciderai.”

Thad sfiorò con il naso quello di Sebastian e chiuse gli occhi. “No,” mormorò. “Credo che ti terrò con me per molto tempo…”
 
 
 
 



Note:

Boh. Ecco, le ho scritte. Dopo mesi di nulla, sono bastati due giorni per riuscire a mettere in piedi queste due flash. Perché, come ho detto, Seb e Thad non possono fare sempre quello, no?
Un grazie enorme a Alanna e Thalia, che come al solito mi hanno sopportata e mi hanno aiutata a mettere insieme le parole. Grazie, ladies.
E Grazie a tutti coloro che troveranno un minutino per leggere/recensire queste storie.


SereILU

   
 
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