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Autore: Cable    14/06/2013    1 recensioni
Bagno la faccia di olio e miele, scandisco bene le parole, penso follemente a questo delirio.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bagno la faccia di olio e miele, scandisco bene le parole, penso follemente a questo delirio.
Nella mia mente tornano ricordi di giorni funesti dagli oscuri poteri segreti, giorni di raccolto e di fioritura.
Odore di olio fritto nell’aria. Una puzza tremenda come in chiesa. Calamari tristi come vongole.
Pittori in subbuglio per quel tramonto da favola, poeti in estasi autoinflitta, fotografi esaltati come grilli.
Impastare i dolci della nonna, che goduria. Così molli e crudi che nessuno li mangia mai.
Paura di sobbalzare e cadere dalla sedia per far passare il singhiozzo in una sera d’estate.
Ripenso al miele copioso che cola libero sopra le palpebre chiuse, con un silenzio da sala d’attesa.
È un senso spirituale di appartenenza alla normalità, un’illusione cittadina.
Un grido sommesso dal silenzio delle parole scandite alla perfezione dagli errori di pronuncia.
E la follia contagiosa come una risata primaverile di fine settembre inoltrato.
Ma quale follia, noi parliamo ridiamo cantiamo leggiamo viviamo di sogni inespressi pronunciati sottovoce.
Ma chi siamo noi se non io, solo io, con il mio fritto misto di pesce e i miei dolci al miele crudi?
Ma cosa sono i sogni se non follia disillusa dalla realtà dove pesci sono fritti e olive schiacciate come uva?
Ma cos’è la follia se non un pensiero scandito dalla paura della notte del fuoco degli altri di cadere?
Ma cos’è la paura se non la vita intera e immorale in cui trasciniamo corpi travagliati?
E allora la vita è paura la paura è follia la follia sono sogni i sogni sono io io sono noi noi siamo sogni e sogni sono ancora follia!
Ma allora chi sogna più se il sogno è follia?
Il calamaro l’oliva il miele il dolce della nonna le parole le palpebre il fuoco non sognano più.
Solo io, solo noi siamo ancora sogno e follia perché noi non ci arrendiamo alla paura della follia.
E allora viva la follia che porta sogno e allontana la paura, tanto i folli siamo in ogni caso noi che ancora sogniamo.
Bagno la faccia di olio e miele, scandisco bene le parole, penso follemente a questo delirio.
 
   
 
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