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Autore: Rika Chidori    15/06/2013    8 recensioni
La relazione tra Natsu e Lucy si fa sempre più complicata. Che succede se Erza vince un biglietto per le terme, e i due saranno costretti ad affrontare i propri sentimenti?
Una NaLu dolce e calda sul potere delle terme!
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Erza Scarlet, Gray Fullbuster, Lluvia, Lucy Heartphilia, Natsu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo VI
 
Serie: Fairy Tail
Genere: Romantico, Angst
Pairing: Lucy/Natsu e Juvia/Grey
Avvertimenti: Nessuno
 
Beh, ricominciamo! Che dite? Gli ultimi capitoli di Fairy Tail erano mooolto sexy con Lucy mezza – anzi no – completamente di cielo vestita,eh?
Però ho paura che si tratti di più di fan service che altro D:
 
Vi avverto che è un capitolo un po’ angst-y e più lungo degli altri, mi sentivo di inserire un po’ di dramma xD
Infine volevo infilarci anche un po’ di sana amicizia tra ragazze... penso che nel manga non sia dato abbastanza spazio al rapporto tra le Maghette (ovvio, è uno shonen), e di solito le si vede in momenti di confidenza solo per inserire del fan service... ahimè! Ci penso io, Mashima-sensei!
 
Un grazie infinito ancora a voi che mi recensite e avete la pazienza di leggere i prodotti della mia mente malata XD
 
Krystal86
Learna
xMooNxMagYx
lucy_chan93
 
Vi adoro, non dimenticatelo!
 
 
La giornata successiva si era svolta come in un sogno. Un brutto sogno, però. Lucy aveva passato il pomeriggio in compagnia di Erza e Juvia, facendo una passeggiata nel centro del piccolo villaggio lì vicino.
Era un luogo tranquillo, sui limitari di un bosco che si arrampicava su una serie di collinette erbose. Il cielo era terso e la temperatura era perfetta per una gita fuori porta.
Le tre ragazze avevano percorso il centro storico in lungo e in largo, visitando gli innumerevoli negozi di souvenir che costellavano le viuzze sottili, e si erano fermate per un gelato vicino alla piazza principale.
Juvia le sembrava di buon umore, ma ogni tanto, quando credeva che le altre non la guardassero, assumeva un’aria pensierosa. Lucy non si chiedeva nemmeno il perché: sapeva che la causa di tutto era Gray, ma non voleva invadere la privacy della compagna di Gilda.
Erza, dal canto suo, era più vitale che mai, e si era fermata più volte a comprare piccoli oggetti da portare a casa, molti dei quali del tutto inutili e atti – almeno, secondo il giudizio di Lucy – a riempire ulteriormente l’enorme quantità di valigie che Titania si portava dietro ogni volta che viaggiava. La Maga Stellare la vide più volte contrattare aggressivamente con i proprietari dei negozi, che inevitabilmente cedevano alle convincenti trattative di Erza.
Sarebbe stata davvero una giornata perfetta, ma per Lucy si stava trasformando in un incubo, e tutto a causa di ciò che era successo con Natsu. Non faceva altro che ripetersi quale terribile errore aveva commesso, e desiderava soltanto ritornare indietro. Cancellare tutto.
- Lucy, il gelato ti si sta sciogliendo. – la voce di Erza ridestò la Maga Stellare dai suoi pensieri.
- Cosa? Oh, è vero! – esclamò lei, accorgendosi improvvisamente che la pallina di gelato alla fragola, in precario equilibrio sul cono, si stava ormai liquefacendo sulle sue dita.
- Che sbadata! – aggiunse poi, pulendosi con un fazzoletto. Cercò di tenere un tono di voce allegro mentre sorrideva alle altre due Maghe.
- E’ da quando siamo arrivate alle Terme che ti vedo un po’... come dire... sulle nuvole. – osservò Erza, scrutandola da cima a fondo. Lucy sfoderò un gran sorriso.
- Ma no, Erza, che dici? – rispose la Maga Stellare, affondando poi la bocca nel gelato.
- Lucy... se c’è qualcosa che ti turba... puoi parlarne. – ribatté Erza, con un tono spiacevolmente delicato. Lucy si sentì irrigidire ancora di più, mentre gli occhi le pizzicavano.
- Io, ehm... – balbettò, incerta sul da farsi.
- E’ per via di Natsu-san, non è così? – intervenne Juvia, lo sguardo fattosi serio.
Lucy guardò le due amiche. Non se la sentiva di mentire loro, non dopo tutto l’aiuto e la disponibilità che le stavano mostrando. Non sarebbe stato corretto nei loro confronti.
- Io, beh... credo... ecco... – cominciò Lucy, titubante, - In effetti... Natsu c’entra qualcosa. – ammise, abbassando lo sguardo sui propri piedi, che all’improvviso avevano assunto un interesse straordinario.
- Ti va di parlarne? – tentò Erza, con un sorriso.
- E’ solo che... sapete com’è tra me e Natsu. – disse Lucy, torcendosi le dita – Siamo compagni di Gilda e amici, siamo sempre stati nello stesso team. Ma ora... non lo so, ma credo che sia cambiato qualcosa tra di noi. Per un attimo mi è sembrato... mi è sembrato che ci fosse qualcosa di più. – ammise, lanciando una brevissima occhiata alle due Maghe accanto a lei.
Juvia annuì, senza dire nient’altro, ma dal suo sguardo si capiva che comprendeva la Maga Stellare più di quanto non facesse apparire. Lucy si sentì incoraggiata.
- Ieri sera è successo qualcosa tra di noi. Qualcosa che... beh, credo abbia incrinato la nostra amicizia per sempre. Ma allo stesso tempo... mi ha reso... – si interruppe, indecisa sul continuare. Che cosa aveva provato? Felicità? Paura? Eccitazione? - ...diversa. – concluse, stringendosi nelle spalle.
- E ora pensi che la vostra amicizia sia rovinata? – domandò Erza.
- Io... penso di sì. Non è più di certo la stessa cosa. – rispose Lucy, affermando l’unica cosa di cui fosse realmente certa. Era cambiato tutto tra loro, ed era cambiato con quel bacio.
- E tu... ne sei felice? – incalzò Erza, e Lucy quasi sussultò.
- E’ che... la nostra amicizia era così bella. Era perfetta. Eravamo un team fantastico, e ora ho paura che tutto si sia rovinato per colpa mia. – confessò la Maga Stellare, mentre i battiti del cuore acceleravano. Si sentiva maledettamente in colpa, e non sapeva davvero spiegarsi il perché.
- Natsu è davvero un idiota. – mormorò Erza, ma talmente a denti stretti che Lucy non la sentì. Invece, si dipinse un sorriso gentile e posò la sua mano sulla spalla della Maga bionda.
- Lucy, io credo che tu e Natsu dobbiate affrontare i vostri sentimenti. – affermò, perentoria. Lucy arrossì all’improvviso, come se fosse sconvolta alla sola idea di parlare dei suoi sentimenti con Natsu. Eppure era lei quella sensibile dei due!
- C-cosa intendi con questo? – balbettò Lucy, a disagio.
- Juvia pensa che Erza-san voglia dire che forse dovresti confessarti, Lucy-san. – intervenne pronta Juvia, che finora si era limitata ad ascoltare la nakama più grande. Lucy sgranò gli occhi.
- Come ha fatto Juvia. – disse, orgogliosa, rendendosi conto troppo tardi di essersi lasciata scappare il suo piccolo segreto.
- Che cooosa? Juvia, ti sei confessata a Gray? – esclamò Lucy, sconvolta. Juvia diventò rossa come un pomodoro maturo.
- J-J-Juvia... n-no... lei... io... – biascicò, confusa e imbarazzatissima. Il rossore le si era diffuso fino alle orecchie.
- Ma guarda! Juvia, sono proprio fiera di te! – asserì Erza, assestandole una forte pacca cameratesca sulla schiena. Juvia tossì, senza fiato.
- Ju-Juvia... ehm... –sputacchiò la Maga della Pioggia, cercando di riprendersi dalle maniere rudi di Titania.
- Wow, è davvero una bellissima notizia! – si intromise Lucy, sorridendo, - E Gray? Lui che cosa ti ha detto? –
Vide Juvia scuotere la testa, indecisa. Ma ormai entrambe le Maghe avevano gli occhi puntati su di lei, e Lucy era felice di aver sviato l’attenzione di Erza dal discorso Natsu.
- Gray-sama ha... mi ha abbracciata. – asserì, la voce più alta di un’ottava. Lucy e Erza si guardarono negli occhi, deluse.
- Tutto qua? – domandò Lucy, con una punta di insoddisfazione nella voce. – Non ti ha... beh, risposto per bene? D’altronde gli hai confessato i tuoi sentimenti! –
- Juvia è contenta lo stesso. – affermò l’altra, decisa. – Juvia ha l’affetto e la comprensione di Gray-sama, e questo la rende molto felice. –
Lucy scosse la testa, sospirando, mentre Erza alzava gli occhi al cielo.
- Accidenti, questi uomini... sono uno più tonto dell’altro. – affermò Erza, ma non disse che anche lei stava pensando a qualcuno. Qualcuno con dei scuri capelli blu e un tatuaggio sotto l’occhio...
 
 
Mentre le ragazze erano fuori a godersi la bella giornata tra mercatini e negozietti, Natsu e Gray avevano deciso di fare un breve allenamento nella radura poco distante dall’hotel, alle pendici delle colline che sovrastavano il villaggio.
Erano entrambi madidi di sudore, i pugni di Natsu avvolti dalle fiamme del drago e quelli di Gray stretti attorno a un’enorme spada di ghiaccio.
- Prendi questo, Testacalda! – gridò Gray, lanciandosi all’attacco. Con un rapido slancio delle gambe, si buttò verso Natsu, brandendo la spada. Aiutandosi con la forza delle braccia, tentò l’attacco diretto, ma Natsu fu molto più veloce: nemmeno il tempo di avvicinarsi e fu già al di fuori della sua portata.
Il Dragon Slayer approfittò del momento per attaccare Gray alle spalle.
- Karyuu no... – iniziò, ma Gray intercettò l’attacco e con un “Ice Make: Shield”, parò il fiume di fiamme rossastre che il compagno di Gilda stava lanciando.
- Non male, Gray! Ma dovrai fare di meglio! – esclamò Natsu, con un gran ghigno. Gray sbuffò.
- Non mi sto nemmeno sforzando... – ribatté il Mago del Ghiaccio, per nulla impressionato.
- Ah sì? Allora questo non dovrebbe essere nulla per te! – rispose Natsu, saltando più in alto che poté. Approfittando degli alberi che circondavano la radura, sparì nel fitto fogliame, nascondendosi alla vista.
- Che c’è, ora hai paura, Natsu? – lo sbeffeggiò Gray, ma nel frattempo il suo sguardo si era fatto attento e il suo corpo era teso, pronto a ricevere l’attacco o a sfuggirgli prima che lo potesse colpire.
Il Mago del Fuoco si spostava con velocità impressionante tra i rami, facendo muovere le foglie. Sapeva che Gray poteva individuarlo a causa di ciò, ma contava di più sulla potenza dell’attacco piuttosto che sull’effetto sorpresa.
- Ci siamo! – bisbigliò a sé stesso, prima di saltare giù verso Gray, il suo corpo teso e circondato dal fuoco.
- Karyuu no Houkou!
- Ice Make Hammer!
I due attacchi si scontrarono nello stesso momento, fuoco contro ghiaccio, freddo contro caldo, ed esplosero attorno a loro. Una pioggia di minuscoli cristalli cadde sui due Maghi, resa luminosa dai residui delle fiamme del drago.
Sarebbe stato di sicuro uno spettacolo notevole, ma i due Maghi non erano certo tipi da farsi impressionare; come se ciò non bastasse, erano entrambi senza fiato.
Natsu si lasciò cadere a terra – Sei fortunato che in questi giorni sono stanco, altrimenti ti avrei battuto in un secondo! – si lamentò, stiracchiandosi.
- Certo, come no! Continua a sperare, Testacalda. – ribattè Gray, sedendosi a sua volta.
Natsu non rispose. Era semi disteso sull’erba soffice, il capo reclinato in maniera tale che si potesse scorgere appena uno spicchio del suo viso olivastro. L’unico rumore era quello del suo respiro pesante, affannato, e del vento che faceva frusciare le foglie.
- Natsu – chiamò Gray, la voce fattasi seria. Il Dragon Slayer alzò appena la testa, scrutandolo.
- Che c’è? –
- Non per farmi gli affari tuoi ma... non sembri più lo stesso. Non vorrai costringermi ad allenarmi con un pappamolle. Preferirei il solito Natsu. – disse Gray, con un mezzo sorriso sulle labbra. L’altro, per tutta risposta, grugnì e si stese su un fianco.
- Sei davvero strano. – rimarcò il Mago del Ghiaccio, osservando l’amico. Natsu era sempre stato un tipo spontaneo, a volte fin troppo: era successo più volte di fare figuracce con sconosciuti a causa del suo temperamento focoso e poco incline a rispettare le norme di civile convivenza.
- Strano? Non mi pare. – ribatté il Dragon Slayer, ma un’ombra gli passò sul viso. Gray si era aspettato una rispostaccia, o, meglio ancora, una zuffa senza esclusione di colpi.
- Lo sei, è inutile che lo neghi. Sembra che tu abbia chissà quale problema. Sei così da quando... oh. – disse poi, come se un’illuminazione improvvisa lo avesse raggiunto.
- Ma che vuoi, Gray? – sbottò Natsu, infastidito, mentre un Gray dall’aria sconvolta si alzava lentamente in piedi.
- Oh. – ripeté, con più convinzione, - Ora capisco. – affermò, e un ghigno furbesco gli attraversò il volto.
- Capisci che cosa? Ti si è ghiacciato il cervello? – grugnì l’altro, infastidito.
- Avevo notato qualcosa di strano. Lo avevo notato! – esclamò con aria vittoriosa – Ti comporti in questa maniera assurda da quando siamo arrivati qui. Da quando hai dormito solo con Lucy! – disse puntando l’indice verso di lui, accusatore.
- Co...come...cosa? – balbettò Natsu, mentre un vago rossore si arrampicava sul suo collo.
- Ah, lo sapevo! Che è successo tra voi due, eh? Hai tentato il tutto per tutto e ti ha dato il due di picche? Oppure... non mi dire che...! –
- Non dire idiozie, Gray! – lo interruppe Natsu, saltando in piedi. Ora il rossore era più evidente, vivido sugli zigomi pronunciati, mascherato soltanto dal colorito bruno della sua pelle.
- Allora è proprio vero! Accidenti! Beh, d’altronde... – disse Gray, lasciando la frase in sospeso.
- D’altronde cosa? – scattò il Mago del Fuoco, nervoso. Che razza di piega stava prendendo la conversazione? E pensare che lui voleva soltanto farsi una sana scazzottata!
- Me lo aspettavo. Beh, se lo aspettavano tutti. Anzi, congratulazioni. Era ora. – asserì Gray, con l’aria di chi la sa lunga.
- Si aspettavano... cosa? E chi? Non capisco! – esclamò Natsu, l’espressione inebetita. C’era qualcosa che lui non sapeva? Gray lo guardava con compassione, o con lo sguardo che si riserva solo ai bambini piccoli, troppo ingenui per comprendere il complicato mondo degli adulti.
- Dai, non fare il finto tonto! Ormai erano mesi – anzi, no – anni che tu e Lucy vi giravate attorno! “Lucy qui, Lucy là, facciamo un team con Lucy, io non vado senza Lucy”... – lo scimmiottò Gray, il ghigno ancora ben presente.
- Lucy è una mia nakama! – ribatté Natsu, disorientato. Iniziò a tormentare la sciarpa di Igneel attorno al suo collo, mentre il battito cardiaco accelerava.
- Mi stai prendendo in giro? – ora Gray era più serio, gli occhi sgranati e l’espressione incredula. Incrociò le braccia sul petto.
- Ti pare che ti stia prendendo in giro? Non capisco di cosa stai parlando, Gray. – rispose il Dragon Slayer, irritato.
- Accidenti, sei proprio uno stupido. E io che credevo che finalmente aveste chiarito il vostro rapporto. – sospirò Gray, scuotendo la testa.
Natsu rimase zitto, forse consapevole di quello che Gray stava intendendo. Il rossore non voleva saperne di andarsene dal suo viso. Era un calore che lo metteva a disagio; non aveva nulla a che fare con le fiamme del drago.
- Ma che è successo tra di voi? E non negare che non sia successo niente; è chiaro come il giorno. – aggiunse il Mago del Ghiaccio.
- N-non è successo n-niente! – balbettò il Dragon Slayer, accorgendosi che si era tolto la sciarpa e ora la torturava tra le dita, chiaramente nervoso.
Gray rimase in silenzio per un lungo, interminabile attimo. I suoi occhi scuri stavano scrutando il compagno, le labbra strette in un’espressione che comunicava attenta riflessione.
- D’accordo. – disse alla fine, stringendosi nelle spalle – Non devi dirmi niente. Forse però è il caso che tu chiarisca la tua, ehm, posizione con Lucy. –
- Perché non pensi un po’ a te e Juvia, allora? – ringhiò Natsu, il volto scuro. Gray trasalì, colpito nel vivo.
- Io e Juvia... siamo a posto. – ribatté il Mago, sostenendo lo sguardo di Natsu.
- Davvero? –
- Davvero. – mentì Gray, e poi si voltò, deciso a ritornarsene all’hotel.
 
 
 
 
Prima di cena decisero tutti di fare un altro bagno presso le terme del Dream Onsen. Lucy non aveva avuto modo di vedere Natsu per tutto il giorno, e ne era sollevata: non sapeva come avrebbe dovuto parlargli se se lo fosse ritrovato davanti. In realtà, non sapeva nemmeno se voleva parlargli del tutto. La loro ultima discussione l’aveva lasciata scossa e nel suo cuore albergavano sentimenti contrastanti.
Con questi pensieri che le frullavano in testa, Lucy si avviò con le altre due compagne di Gilda verso le terme femminili, il secchiello con tutto il necessario sotto il braccio. Sussultò quando quella scena le ricordò con violenza del sogno della notte precedente. Le sembrava che fosse passato un secolo, e si sentì ridicola per aver anche solo permesso al suo subconscio di aver prodotto una tale pensiero.
Passò nell’acqua giusto un’oretta, chiacchierando amabilmente con Erza e Juvia, e facendo del suo meglio per non apparire pensierosa. Pensò di aver fatto del suo meglio, perché nessuna delle due altre Maghe tirò in ballo di nuovo la discussione del pomeriggio.
- Ragazze, credo che uscirò. Vi raggiungo nella sala da pranzo. – disse alle due compagne, che annuirono.
Si asciugò con cura corpo e capelli, e indossò un vestito leggero di cotone bianco, che arrivava poco sopra le ginocchia. Ripose la spugna e lo shampoo nel secchiello e uscì dai bagni femminili, spostando la porta scorrevole di carta di riso.
All’inizio non si accorse che, dalla porta dei bagni maschili accanto alla sua, era uscito qualcuno. Quando sentì un sobbalzo strozzato, girò la testa e si ritrovò faccia a faccia con Natsu.
Lucy sgranò gli occhi e spalancò la bocca, mentre sentiva le gambe farsi minacciosamente molli.
- Natsu! – riuscì ad esclamare, la voce che sembrava essere diventata secca e roca all’improvviso.
- Oh... Lucy. – rispose il Dragon Slayer, con l’espressione indurita. Sembrava stupito anche lui, ma c’era una rigidezza composta nella sua posa che era in netto contrasto con quella di Lucy.
Rimasero a fissarsi per un attimo infinito, entrambi indecisi su cosa dire.
Alla fine fu Lucy che prese la parola. – C-come va? – chiese, nel patetico tentativo di iniziare una conversazione leggera e insignificante.
- Così. – rispose laconico lui, senza toglierle lo sguardo di dosso. Lucy sentì un brivido che le percorreva la schiena, e sapeva - anche se non l’avrebbe mai ammesso a se stessa - che la causa era lo sguardo penetrante di Natsu.
- Ah... capisco. Vieni... vieni a mangiare? – continuò Lucy, sempre più a disagio.
- Ho già mangiato. – ribatté veloce il Mago.
- Oh. D’accordo. Beh, allora... a più tardi. – mormorò la Maga Stellare, e si voltò, cercando di nascondere l’espressione delusa del suo volto.
- Lucy, aspetta. – disse Natsu all’improvviso. Lucy si girò lentamente, il cuore che le martellava nel petto.
- Cosa? –
Natsu rimase a fissarla in silenzio, i pugni stretti. Lucy deglutì rumorosamente, in trepida attesa.
- ...No, niente. Lascia stare. – rispose lui, spostando lo sguardo sul pavimento.
Lucy si avvicinò a lui, titubante. Il suo cuore – il suo stupido, stupido cuore – non voleva smettere di pompare come un forsennato, facendola sentire leggera e stordita allo stesso tempo.
- Natsu, io... – cominciò la Maga, gli occhi puntati sull’amico - ...credo che dobbiamo parlare. Dovremmo... chiarire quello che è successo. –
- Mi pare che avessimo già chiarito. – rispose il Dragon Slayer, glaciale. Lucy sussultò, mordendosi le labbra.
- Ma io... –
- Ne abbiamo già parlato, Lucy. Non c’è nient’altro da chiarire. – tagliò corto Natsu, le labbra sottili stirate su di una smorfia.
Per Lucy fu come ricevere uno schiaffo in faccia. Sentì la delusione colpirla di nuovo, ferocemente, e le lacrime assalirle gli occhi. Non voleva che Natsu la vedesse così.
- Capisco. Fa... fa come non ti avessi detto niente. – rispose Lucy, cercando di controllare il tremito della voce. Corse fuori dalle terme senza dire nient’altro, il respiro affannoso e i denti premuti a forza sulle labbra, tanto da farle sanguinare.
 
Quella sera Lucy non scese a cenare, e nemmeno Natsu, ma la Maga Stellare non poteva sapere dove si fosse cacciato.
Aveva con sé un pacchetto di biscotti comprati quel pomeriggio al villaggio, ma riuscì a sbocconcellarne soltanto uno, spargendo le briciole dappertutto. Il suo stomaco era sigillato, e non riusciva a pensare ad altro che a Natsu anche mentre era seduta a gambe incrociate sul grande letto della Suite e tentava di revisionare alcune pagine del suo romanzo che si era portata fin lì.
“Ne abbiamo già parlato, Lucy. Non c’è nient’altro da chiarire”
Le sue parole dure e fredde le ritornarono alla mente, opprimendola. Mise da parte i fogli del suo romanzo, indossò il pigiama azzurro e si mise sotto le lenzuola. Era quasi mezzanotte ma Natsu non era ancora tornato. In realtà non era nemmeno tanto convinta che sarebbe andato da lei, quella notte, ma una piccola, ostinata parte del suo cuore ancora sperava.
Passò un’ora, poi due, e infine tre, e l’unico rumore che pervadeva la stanza era quello dei gufi e della brezza notturna che entravano dalla finestra spalancata.
Lucy tentò più volte di addormentarsi, ma il letto le sembrava troppo vuoto, la stanza stranamente gelida e sconosciuta senza il familiare calore di Natsu accanto al suo corpo. Strinse forte il cuscino dove Natsu aveva dormito la notte precedente e affondò il viso. Sapeva di cose selvatiche e di calore, sapeva di Natsu.
Iniziò a singhiozzare, incontrollata, lasciando che nelle lacrime si riversasse tutta la frustrazione, l’indecisione e l’amore – sì, perché quello non poteva che essere amore – che aveva trattenuto per tutto quel tempo. Non stava solamente sfogando le emozioni di quelle due giornate pazzesche, stava dando voce a quei sentimenti che si erano insinuati dentro di lei da molto tempo. Solo ora riconosceva tutte quelle emozioni che aveva negato a se stessa: il batticuore, l’ansia, il calore e il desiderio che a volte la travolgevano quando si svegliava la mattina nel suo appartamento con Natsu accanto.
Aveva commesso un terribile errore e se ne rendeva conto solo ora. Non sapeva se il Dragon Slayer provasse realmente qualcosa per lei, ma capì che era stata ambigua e indecisa, e che non si sarebbe mai più perdonata l’aver mentito a Natsu in quel modo. Avrebbe tanto voluto tornare indietro per correggere i suoi errori, ma sapeva che non era possibile.
- Natsu... – mormorò, la voce impastata dal pianto, e si avvolse ancora di più nelle lenzuola candide, lasciando che il sonno prendesse il sopravvento.
Si era da poco addormentata quando la porta della Suite si aprì senza fare rumore e una figura abbronzata ne sgusciò all’interno. Il Mago del Fuoco si accorse della figura di Lucy nel letto, ancora abbracciata al suo cuscino. Il suo volto era teso e pallido, ma immerso nel sonno.
- Lucy? – provò a chiamare, ma senza successo. La Maga Stellare era profondamente addormentata. Natsu fece un lungo sospiro e uscì di nuovo dalla stanza, veloce come era entrato.
 
  
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