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Autore: ___sunshine    16/06/2013    2 recensioni
Odiavo con tutta me stessa gli aerei. E le hostess. E i bambini seduti dietro di me che puntualmente tiravano calci al sedile. Aspetta, ora che ci penso odio anche Toronto. E il Canada. E il freddo. E il ghiaccio. Mi manca Londra, la mia città. Prima però odiavo anche quella. E la pioggia. E i turisti che trafficavano in modo impressionante la metro.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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BUONI PROPOSITI PER L’ANNO NUOVO: 
 
  • essere meno lunatica e acida
  • fare molti viaggi
  • andare a New York
  • andare ad un concerto dei Maroon 5
  • comprare un pesce rosso (e possibilmente riuscire a mantenerlo in vita per almeno tre giorni)
  • far capire a tutto il mondo che non scherzo quando dico che chiamerò mia figlia Nausicaa
  • andare in Australia e tenere in braccio un koala
  • scrivere
  • sognare la nonna
  • bere una cioccolata calda ad agosto
  • smettere di canticchiare come and get it 
  • prendere “a” in matematica (no, ok, è capitato solo una volta nella mia vita e probabilmente sarà l’unica)
  • riuscire a convincere papà a non essere la damigella al suo matrimonio.
  • incontrare la mamma
  • vedere papà felice
  • essere felice per papà
  • convincere papà a comprarmi un cane
  • avere almeno un amico qui
 
mordicchiavo con insistenza quello che una volta era il tappo della mia bic, cercando di aggiungere altri “buoni propositi”. In realtà l’anno nuovo sarebbe iniziato fra una decina di giorni, ma dato che non avevo nulla di meglio da fare in queste infinite ore di aereo, decisi di iniziare a scarabocchiare qualcosa, tanto per passare il tempo.
Qualche minuto dopo, l’hostess annunciò il decollo all’aeroporto di Toronto. Finalmente. Odiavo con tutta me stessa gli aerei. E le hostess. E i bambini seduti dietro di me che puntualmente tiravano calci al sedile. Aspetta, ora che ci penso odio anche Toronto. E il Canada. E il freddo. E il ghiaccio. Mi manca Londra, la mia città. Prima però odiavo anche quella. E la pioggia. E i turisti che trafficavano in modo impressionante la metro.
“Allora, felice di essere a Toronto, tesoro?” chiese mio padre, accarezzandomi dolcemente la guancia.
Sia chiaro, odio pure le cose sdolcinate,
“felicissima” risposi ironicamente.
“dai, sono sicura che ti piacerà Pattie, è una donna così dolce e simpatica, sono sicura che andrete d’accordo. Poi ha anche un figlio, Justin. Ha due anni in più di te, magari diventerete amici.”
Non risposi, volevo solo essere a Londra, nella mia casetta rossa a Portobello Road, ad ascoltare la pioggia cadere silenziosa e a leggere Cime Tempestose.
 
“Piacere, Pattie.” Disse affabilmente una signora sulla trentina, tendendo la sua piccola ma curata mano verso di me.
“Brooklyn” borbottai, stringendola lievemente,
“questa sera dormiremo in un hotel qui a Toronto, dato che è troppo tardi per andare a casa nostra, a Stratford. Ho ordinato una cena a base di cibo italiano in camera, spero vi piaccia.” continuò Pattie, osservando ora me ora mio padre con i suoi bellissimi occhi azzurri.
“è tutto perfetto, amore.” Rispose mio padre, baciandole la guancia.
Amore. Una volta ero solo io il suo amore, la sua unica donna. Mi venne un crampo allo stomaco, non appena sentii quella parola. Amore.
Il viaggio in taxi trascorse piuttosto lentamente, Pattie mi disse che suo figlio ci aspettava in hotel e poi conversò animatamente  con mio padre riguardo il matrimonio, che avrebbero celebrato a Giugno. Avevo già il voltastomaco.
 
“Justin, lei è Brooklyn, Brooklyn, lui è Justin” disse Pattie, presentandoci.
il ragazzo di fronte a me, aveva un qualcosa di famigliare. Scossi subito la testa, io abitavo a Londra, lui qui, in Canada, quando mai avrei potuto incontrarlo?
“Piacere” disse lui, fissandomi con particolarmente espressivi occhi color caramello e tendendo la sua grande mano verso la mia.
La strinsi leggermente e poi mi guardai intorno, spaesata. La “stanza” dell’hotel era in realtà una suite, enorme, sfarzosa, sistemata in modo particolarmente ordinato. Probabilmente era più grande della mia casa a Londra, considerando che aveva una camera matrimoniale, due camere singole, un soggiorno enorme e una sala da pranzo altrettanto spaziosa. Mi sentivo a disagio. E mi mancava la mia piccola e disordinata camera. Guardai papà, sperando di trovare sicurezza, ma lui aveva occhi solo per Pattie.
“andiamo a mangiare?” propose mio padre, sorridente.
“certo” disse Pattie, andando in sala da pranzo.
Il cibo era davvero squisito, peccato che io non avevo proprio fame.
“non ti piace il cibo italiano, tesoro? Vuoi che chiedo alla reception se hanno qualcos’altro?” chiese dolcemente Pattie, notando che avevo mangiato giusto un paio di forchettate di pasta.
“no, grazie. Non ho molta fame, sono solamente stanca. Se non è un problema, io vado in camera a riposare” aggiunsi, alzandomi goffamente ed entrando in una delle due camere singole.Stanca morta, mi gettai sul letto, addormentandomi immediatamente, ancora vestita
 
“potresti uscire dalla mia camera?”
una voce ripeteva più o meno la stessa frase da…dieci minuti?
Aprii leggermente gli occhi. Justin mi fissava piuttosto scocciato.
“ssi, scusa, non volevo..io ecco, non sapevo dove andare” dissi, prendendo la mia valigia e andando velocemente nell’altra camera. Mi sentivo così tremendamente spaesata. Di nuovo E che cazzo, avrei voluto squarciare Justin per avermi svegliato.
 
La mattina seguente, quando mi alzai, stavo morendo di fame, così andai in sala da pranzo, dove c’era Justin, impegnato a scrivere qualcosa con il suo iPhone.
“giorno” disse, non appena mi vide.
“giorno” borbottai. Stavo letteralmente morendo di fame.
“hai già fatto colazione?” chiesi
“no”
“andiamo giù? Sto morendo di fame, ti prego” lo implorai.
“meglio di no e poi non ho fame” disse velocemente. Quel ragazzo era l’antipatia fatta persona.
Scrissi velocemente un post it a papà e Pattie, giusto per informare loro dov’ero, poi velocemente andai in camera a prendere il cellulare.
“cosa fai?” chiese Justin, fissandomi.
“scendo a fare colazione” risposi scocciata Odiavo già pure lui.
“stai attenta” sussurrò.
Attenta? Cosa mi sarebbe potuto capitare in un hotel super sorvegliato come questo?
 
“ommiodioo” urlò una bimbetta di dieci anni, piazzata fuori dalla nostra stanza.
“lei è la fidanzata di Justin!” urlò la sua amichetta, alta un metro e una vivident.
Le guardai male e poi me ne andai. Che cazzo ci facevano quelle due nanette fuori dalla mia suite? “fidanzata di Justin”? ahahahahah devono cambiare spacciatore. E poi a loro cosa interessa della vita sentimentale di Justin? Madonna, neanche fosse Brad Pitt…
Aaaaaah, quanto mi manca Londra. E le mie tranquille colazioni da Starbucks(sia chiaro, prima odiavo pure quelle).
 
Il viaggio in macchina da Toronto a Stanf…nono Starti…nono Stratford, sì Stratford, fu particolarmente noioso. La macchina di Justin aveva i vetri oscurati, una palla assurda dal momento che fuori si vedeva tutto strano. Pattie e papà parlavano solo del matrimonio, volevano addirittura posticiparlo a Marzo. Justin era completamente disinteressato, smanettava con il suo iPhone tutto il tempo. Era un tipo molto di compagnia, insomma. Io non lo capivo, era così strano, sembrava quasi che mi… odiasse.
Già, di sicuro mi odiava. Ma ora che ci penso, il tutto è abbastanza reciproco.
Ma non era solo quello, oltre ad odiarmi, sembrava anche molto diffidente, mi guardava in modo torvo, insomma non si fidava di me.
“allora Justin, hai deciso cosa fare all’ultimo dell’anno?” chiese Pattie, sorridente.
“vado a Los Angeles con Lil e gli altri”
Los Angeles? Los Angeles solo per passare il capodanno? A diciannove anni?
Dio. Io me lo posso sognare una roba del genere.
“e tu, Brooklyn?” continuò Pattie, osservandomi.
“credo che starò a casa, non conosco nessuno qui…”
“bè, potresti andare a Los Angeles con Justin”
“oh, non credo che papà me lo permetta e poi non avrei nemmeno i soldi per pagarmi l’hotel e il biglietto aereo”
“sono sicuro che William ti lascerà andare, giusto amore? E per i soldi,tesoro, non devi preoccuparti di niente. A Los Angeles Justin ha una casa, starete lì.” Proseguì Pattie, guardando mio padre che annuiva sorridente, facendomi capire che avevo il permesso..
“grazie davvero, Pattie, ci penserò.”
Justin mi guardò male.
 
Non ho nessuna intenzione di venire a Los Angeles, non preoccuparti.
Mi affrettai a scrivere su un post it. Non appena lo lesse, Justin aggrottò le sopracciglie, visibilmente confuso.

Perché no? scrisse. Aveva una grafia ordinata e pulita.
 
Sarei solo un peso per te e per i tuoi amici.
 
Io invece pensavo che saresti venuta. Anzi, ne ero convinto. Soprattutto per conoscere i miei amici o altre celebrità.
 
Celebrità? AHAHAHA come può qualcuno tipo Chris Brown venire alla tua festa di capodanno?
Ma chi si credeva di essere quel ragazzino ricco e viziato?
 
Può benissimo. Se vieni, potrai vedere con i tuoi occhi.
 
Tanto non verrò. E poi so che non è vero e cercherai di trollarmi mostrandomi fotografie, quindi impara ad usare bene photoshop, o come cazzo si chiama.
Rise. Per la prima volta da quando l’ho visto.
 
E se facessi un video in cui Chris dice “ciao (aspetta, come ti chiami?)”, allora mi crederai?
 
Brooklyn. E no, non ti crederò, ho visto come smanettavi prima il telefono, troverai sicuramente un programma per modificare la voce o qualcosa di simile.
Non si ricordava nemmeno il mio nome, wow, non pensavo di essere così insignificante,
 
bel nome, Brooklyn. Bè, ti dovrai ricredere.
Si, ok, io allora sono Rihanna.
 
 
“Stratford. Finalmente siamo arrivati” disse Pattie, poco dopo.
Finalmente, davvero. 
“Justin, aspetta che arrivi Kenny prima di scendere” continuò, mentre Justin sbuffava.
“dai mamma, sono una decina di fan, faccio un paio di foto e poi entro”
“fan? Kenny?” chiesi, confusa. Non capivo più niente.
“Sono Justin Bieber e Kenny è la mia guardia del corpo”
 
 
Allora, ciao pippol!
Come vanno questi primi giorni di vacanze? Andrete da qualche parte? Io a Settembre andrò a Malta con la scuola, non vedo l’ora jsfdnjfskl. Staremo tipo in un college e ci saranno ragazzi da ogni parte del mondo (quindi anche dal Canada, aiuto)
 
Riguardo al capitolo, spero che vi piaccia e ovviamente mi farebbe piacere ricevere qualche recensione o qualche consiglio per migliorare, quindi fatemi sapere cosa ne pensate. :))
 
Un bacione, se volete seguirmi su Twitter sono @hismusicsavedme (seguo tutti!)  
  
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