PeRò VeDo Te
Era il giorno del tuo
compleanno Edward… Ricordi?
Tornasti a Resembool, lì c’era
un’altra persona a cui dovevi fare gli auguri.
Ti dirigesti prima a casa di
tua zia Pinako, ti accolsero felici, ma con te, non c’era più lei, Alphonse era
al tuo fianco, non riusciva a sorridere.
La vostra sorellina, non
poteva festeggiare i suoi vent’anni, perché quel mostro se l’era portata via, perché
quel dannato portale, vi aveva privati per l’ennesima
volta di una persona a voi cara.
Lo scambio equivalente,
quanto esattamente può essere giusto? Per voi, non lo è mai stato, prima l’intero
corpo di Al, la tua gamba ed il tuo braccio, e adesso,
adesso che Al era tornato umano, che tu avevi riacquistato i tuoi arti, vi ha
tolto lei, la ragazza che vi aspettava in piedi finchè non tornavate, quella
che vo sgridava, che vi ha accompagnato nei vostri viaggi, che hai convinto a
diventare alchimista di stato.
Ti rechi da solo, in
silenzio, con un mazzo di gigli in una mano, e delle rose rosse nell’altra,
arrivi al cimitero e ti avvicini alle lapidi che conosci fin troppo bene.
T’inginocchi, sfiori la
foto che ritrae una ragazza sui diciassette anni, gli occhi ed i capelli come i
tuoi, sul viso, quel sorriso dolce così uguale a quello della vostra mamma.
Poggi le rose sulla
lapide, ti accorgi solo ora che le lacrime scorrono sul tuo viso.
-Eleanor…- sussurri
continuando a sfiorare quella foto, la tua sorellina, andata via troppo presto –Perdonami sorellina…-.
Già, perché come un pazzo,
hai tentato di trasmutare anche lei, hai perso il braccio sinistro, non hai ottenuto
nulla, se non un essere imperfetto, senz’anima.
Ora singhiozzi, infondo
sei solo, puoi farlo, ti disperi, perché ancora una volta non sei morto tu, perché
per l’ennesima volta hai peccato, ma che potevi fare infondo? Sei fatto così,
tendi a sacrificarti per le persone che ami.
Mi avvicino piano, ho
paura di spaventarti, ti ho seguiti fin da Central City, mi
si stringe il cuore vedendoti in questo stato Edward.
Ti abbraccio
da dietro, appoggiando la fronte sulla tua spalla, ti sento sussultare e
poi, voltarti, affondare il viso nella mia divisa e continuare a singhiozzare.
Noi alchimisti, non siamo
dei e, tu già lo sapevi… Eppure Edward, continui a sbagliare, ti stringo a me, non voglio perderti, ti prego non fare altre
pazzie, ne soffrirei troppo.
Ti distacchi asciugandoti
gli occhi, poggi gli altri fiori sulla tomba di tua madre, e sorride
leggermente –Mamma… Ella, ho sposato Roy…- sussurri,
mentre mi stringi la mano, poi, fissi la foto di tua sorella e ti sento
ridacchiare leggermente, scappa anche a me un risolino, m’immagino la faccia
scioccata di tua sorella, che incredula boccheggia, alla notizia del nostro
matrimonio.
Mi abbracci, ed io ti
accarezzo i capelli –Andiamo a casa…- ti sussurro.
Annuisci e ti stringi di
più a me –Buon compleanno Ella…- dici rivolto alla
foto, poi le dai le spalle e t’incammini.
Io mi fermo lì ancora un
secondo e fisso la foto –Buon compleanno rubinetto…- sussurro –Tengo io Ed fuori dai guai…- dopodichè, ti raggiungo Edward, mi piego
e poso per un secondo le mie labbra sulle tue –La bambina ci starà aspettando…-.
Tu annuisci –Ah!- torni
indietro e ti fermi nuovamente difronte alla tomba –Sai, Roy è finalmente
comandante supremo, abbiamo adottato una bambina… è dolcissima… Ha appena due
anni- sfiori la foto –Ti voglio bene Nee-chan…- sussurri e torni da me.
Ti prendo in braccio, si
vede che sei stanco.
Arriviamo a casa di tua
zia, non ho il tempo di entrare che subito la nostra piccola si attacca alla
mia gamba, ti sento ridere, mentre ti poggio a terra per prenderla in braccio,
specchiandomi in quegli occhioni verdi e accarezzandole i capelli neri.
Non sempre la vita riserva
piacevoli sorprese, ma quando qualcosa di bello
accade, tendiamo a diventare protettivi.
E’ una cosa naturale.
Ti stringo
con un braccio, la piccola aggrappata alla mia divisa, la guardiamo
entrambi, così piccola ed indifesa.
Lei entra nella categoria
di ciò che bisogna proteggere e, lo facciamo ogni secondo della nostra vita.
Ne sono fiero, sono fiero di averti sposato, sono fiero di averti amato…
Anche adesso Edward, che sono passati anni, ed io sono sul letto di morte, quando ti
guardo, i tuoi capelli biondi tutti spettinati, non dormi da giorni per
vegliarmi, mi dispiace di questo, non mi piace vederti stanco lo sai.
Ti accarezzo la guancia, asciugandoti
quelle lacrime che non devono esserci sul tuo viso, ti prego Ed, non piangere,
non farlo…
Mi dispiace
farti soffrire, mi dispiace vederti soffrire.
Chiudo gli occhi, nella
mia mente è impressa la tua immagine, sorrido, mentre la vita mi abbandona,
però vedo te, vedo il mio sole… Lacrima, l’ultima cosa
che sento sul mio viso, una tua lacrima, ti amo Edward, per sempre.
PeRò VeDo Te – Fine
Che dire, aspetto i vostri commenti,
spero che la storia vi sia piaciuta!
Un bacione
e…
BUON