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Autore: Princess of the Rose    16/06/2013    2 recensioni
E quando tutto sembrò dover finire nel più totale imbarazzo, un esercito di scimmie altamente addestrate, prontamente, riuscì a risolvere la situazione.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Luogo: cima della Cupola di San Pietro (con Vaticano e Romano tenuti opportunatamente  impegnati da San Marino e da Ungheria), Roma.

Ora: Mezzanotte di un giorno di mezza estate, tiepida grazie ad un fresco venticello che spirava da nord.

Evento: nessuno in particolare. Solo una semplice uscita fra due persone che si amavano e che avevano deciso di trascorrere una nottata assieme, a vedere le stelle nel luogo da cui si poteva vedere tutta Roma e ammirare la bellezza del cielo privo di nuvole in tutto il suo splendore.


<< Ludi guarda le stelle, stasera si vedono davvero bene, ve? >>
<< Ehm, ja. >>

Si le stelle, come no. Certo, quei puntini luminosi incastonati come piccoli diamanti dentro la distesa nera del cielo erano belli, soprattutto dalla loro posizione privilegiata; ma mai belli come quelli riflessi negli occhi color miele del suo compagno, fissi in quello spettacolo da dieci minuti buoni, entusiasti come quelli di un bambino.

<< Ve, Ludi, ti piacciono le stelle? >>
<< Ehm, ja. >>
<< Ludi, >> Italia gli lanciò un’occhiata adorabilmente preoccupata, << è tutta la sera che non fai che ripetere “Ehm, ja”. Che hai? >>
<< N-Niente. >> disse Germania, portando subito lo sguardo verso il cielo notturno, incapace di reggere quello dell’italiano; quest’ultimo, dopo qualche attimo di silenzio, si sistemò meglio contro il petto dell’amato, poggiando un piccolo bacio sul cuore. A quel gesto, Germania si sentì avvampare ancora di più.
<< Ve, Ludi, sono così felice che sei venuto qui. >>
<< Ehm, ja. >>
<< Dopo tutto quel lavoro, ci voleva un momento solo per noi due, vero ? >>
<< J-Ja. >>

L’italiano gli sorrise teneramente, stringendosi ancora più addosso a lui e- oh Gott, quanto era carino! Con quei dannati occhioni da cerbiatto che riflettevano splendidamente il firmamento, le labbra rosse per i tanti baci più o meno profondi che si erano scambiati quella sera, il suo corpo esile e profumato di miele stretto  tra le sue braccia, e quel maledetto, bellissimo sorriso che non era mai scemato per tutto il periodo del loro appuntamento, Italia Veneziano era decisamente la cosa più incantevole che Germania avesse visto negli ultimi due mesi.
E quell’atmosfera romantica calata su di loro quella sera, così sdolcinata che in qualunque altra situazione gli avrebbe fatto storcere il naso al solo pensiero, contribuiva a rendere quel momento ancora più bello, soprattutto col paesaggio mozzafiato che la Roma notturna offriva.
E nonostante tutto questo, ovviamente, Germania era completamente in balia dell’imbarazzo. Era stata un’impresa titanica riuscire a prendere la mano del suo ragazzo dopo la cena, mentre passeggiavano su via della Conciliazione per dirigersi verso la Basilica, e un atto eroico baciarlo sulle labbra poco prima di entrare dentro il sacro luogo col tacito consenso delle guardie svizzere, e affrontare i centinaia di scalini che portavano alla cima della cupola. E adesso, il tedesco si trovava seduto contro la il muro di pietra della torretta, immobile, mentre Italia si strusciava contro di lui senza malizia alcuna – o almeno così sperava: gli omini nella sua testa non riuscivano ancora a distinguere bene i momenti di pura innocenza dai più subdoli tentativi di seduzione messi in atto dall’italiano.

Germania inspirò lentamente, per poi farsi un po’ di coraggio e posare un piccolo bacio sulla guancia liscia dell’altro, godendosi la risata cristallina di questi- ah, era tutto così perfetto. Troppo perfetto.

Talmente perfetto che gli omini nella sua testa erano letteralmente disperati, mentre assistevano ad allagamenti e cortocircuiti che minavano seriamente le funzionalità del cervello del tedesco, e cercavano rocambolescamente di normalizzare la situazione.

Veneziano, ignaro di quanto stesse accadendo nella mente dell’amato,  prese delicatamente la sua mano, per poi baciarla sulle punte: << Ah, Ludi, sono così felice! >>
<< Ehm, ja. >> mormorò il tedesco, il cui volto aveva raggiunto una tonalità si rosso sconosciuta all’uomo, tanto era il suo imbarazzo, a cui si aggiungeva la più pura adorazione nei confronti del suo amato – e Gott, perché era così dannatamente impacciato in momenti che sarebbero dovuti essere naturali?
<< Ludi, >> l’italiano si strinse ancora di più contro il petto dell’altro, poggiando la mano di questi conto la sua guancia, << Ich liebe dich, Ludi. >>

…Oh.

Certo, non era la prima volta che Veneziano diceva di amarlo – anzi, era tra le prime cose che l’italiano gli urlava non appena si incontravano – ma ogni volta era come riascoltarlo la prima: qualche attimo di shock, il tempo che il cuore tornasse a battere all’impazzata, mentre un piacevolissimo calore si diffondeva a partire dal petto fino alla punta dei capelli, e la tentazione di sorridere, ridere, e baciare all’infinito le labbra che pronunciavano quelle magiche parole si faceva pressante al punto da mettere a dura prova il suo contegno teutonico.
E cosa rispondere a quella sincera, amabile confessione?

<< Ehm, jaD-Danke. >>

Con la risposta più idiota che la sua mentre pragmatica avrebbe potuto partorire, ovviamente.

Italia lo osservò per qualche istante in silenzio, prima di scoppiare a ridere e rispondere con un divertito, << Prego! >> e tornare a guardare il cielo stellato.
Un idiota. Ecco cos’era. Un perfetto idiota. Germania si insultò in ogni modo a lui conosciuto, maledicendo anche il suo maledetto imbarazzo che dopo vent’anni di fidanzamento era ancora, inspiegabilmente, una parte del suo carattere che era stato incapace di debellare, perfino con la persona che amava. Era certo che Italia, internamente, lo stesse deridendo per una risposta tanto stupida.
Nein, doveva cercare di farsi perdonare una tale idiozia!

Nonostante i caos, gli omini si misero subito al lavoro nella ricerca di una soluzione, e conclusero che l’unica cosa da fare fosse ricambiare quella dichiarazione.

Germania annuì internamente, si schiarì la gola e si sforzò di far uscire quelle maledette parole dalla sua bocca.

<< Ehm, I-Ita... Feliciano, i-ich- >>
<< Ve, Ludi, guarda, una stella cadente! Oh, esprimiamo un desiderio, dai! >> Veneziano chiuse gli occhi e congiunse le mani in una sorta di preghiera. Il tedesco guardò il cielo, cercando la chiara scia della stella, perdendosi invece ad individuare le varie costellazioni che poteva vedere dalla sua posizione, cercando di rilassarsi un poco e di mettere a bada l’imbarazzo.
<< Ve, fatto! Ludi, cosa hai espresso? >>
<< A dire il vero- >>
<< No, non dirmelo. Deve rimanere un segreto, altrimenti non si avvera! Ve, quanti ricordi! Mi ricordo quando nonno ci faceva vedere le stelle, vicino a Circo Massimo. Anche quello è un buon posto per vedere le stelle, sai? Però con tutte le luci dei palazzi non credo che riusciremmo ad ammirarle, a meno che non ci sia un black out… >>
Carro maggiore. Carro Minore. Orione.
<< Però potremmo andare in montagna a vederle, che dici? Da lì sembreranno ancora più belle, ve. >>
Il cigno. Cassiopea. E quella laggiù probabilmente era Pegaso.
<< Ve~ Ludi. >>
E quella invece era l’Acquario. Forse da lì potevano vedere tutte le costel- uh?

<< Ve~ >> Veneziano si era messo in ginocchio davanti a lui, un sorrisetto molto poco rassicurante sul volto a cuore, << Ludi, ti piace qui? >>
<< Ehm, ja. >> Gottverdammdt, perché non riusciva a dire qualcosa di senso compiuto a parte quel maledetto “Ehm,ja” del cavolo?
<< Ma, ti piace piace, o ti piace solo per fare contento me? >> chiese l’italiano, poggiando le mani sul petto dell’altro e muovendole in lenti movimenti circolari.
<< P-Perché? >> domandò Germania, temendo la risposta – anche se in maniera piuttosto ingiustificata: certo, Italia sembrava stesse cercando di sedurlo, con le sue mani che, lentamente, si stavano spostando più  a sud, e gli occhi brillanti di una strana luce a cui non riusciva a dare un nome; ma era pur vero che erano sempre in un luogo sacro, e certamente Veneziano non aveva intenzione di fare nulla di scandalo-
<< Perché avrei in mente un modo per fartelo piacere comunque. >> affermò candidamente il Settentrione, prima di poggiare le labbra sulle sue e portare le mani sotto la sua maglietta. Sheisse.

Era troppo: quell’atmosfera sdolcinatamente, eppure perfettamente romantica, il suo cuore impazzito, Italia stesso, i suoi baci e le sue carezze, e quel qualcosa che sembrava tanto un tentativo di seduzione ma che la sua mente si rifiutava di registrare come tale – perché, per lui, Italia era troppo innocente per essere un abile seduttore, e perfino il gesto di mettergli le mani sotto la maglietta lo credeva privo di malizia.

Una marea di emozioni che gli omini nella sua testa non riuscivano più a gestire, fra macchine fumati e piccoli incendi. In molti, poi, insultavano pesantemente il proprietario di quel cervello, reo di essere un totale imbecille in campo amoroso  - << Dopo vent’anni, >> si lamentavano, << non puoi non capire quando il tuo ragazzo ti urla “Scopami!” e poi svenire! E che cavolo! >>

<< A-A-Aspetta Feliciano, >> Germania si staccò faticosamente dalla bocca invitante dell’amato, cercando di ricostruire il proprio contegno, << n-non mi sembra il caso… Qui. >>
<< Ve, perché no? >>
<< Ehm, è un luogo sacro e… Ed è proibito, e, >> e il solo pensiero di farlo in cima alla cupola della più importante basilica del mondo lo eccitava da morire, anche se non l’avrebbe mai ammesso neanche a se stesso, << E… A-Andiamo in albergo! >>
<< Ve
~ perché in albergo? C’è casa mia, a Roma. >>
Germania si sentiva sull’orlo dell’iperventilazione:  << Eh? Ah, ja, è vero. Bene, allora andiamo a casa tua! >>

Veneziano gli sorrise, posando un bacio sulla sua fronte: << Ve~ rimaniamo un altro po’ qui. >>

Col rischio di saltargli addosso da un momento all’altro? Nein, non era proprio il caso.

<< C-Casa tua non è lontana. >>
<< Dieci minuti, dai. >> sussurrò l’italiano, baciandolo piano sul collo; a quel gesto, le mani di Germania, ormai sul punto di cedere,  andarono a posarsi quasi autonomamente sui fianchi dell’altro.
<< Feliciano, è un’ora che siamo qui, che altro vuoi fare? >> chiese il tedesco, deglutendo pesantemente quando un sorrisetto di dipinse sul volto di Veneziano.

Bastò quel lieve movimento di labbra per mandare in fumo tutti gli sforzi fatti dagli omini nella sua testa, i quali decisero di andare a far benedire quel maledetto cervello teutonico e improvvisare una bella vacanza. E i pochi che avevano deciso di continuare a fare il loro lavoro vennero convinti da una semplice frase, e dall’esplosione che ad essa seguì.

<< Ve, Ludi, ci sono tante cose che si possono fare in dieci minuti. >> mormorò Veneziano contro le sue labbra, per poi scostarsi di qualche centimetro quando notò l’espressione blanda dell’altro, << Ve, Lud, stai bene? >>

Fortunatamente, l’ultimo omino, prima di uscire, ebbe pietà de tedesco e decise di premere il tasto di emergenza: un esercito di scimmie altamente addestrate entrò nella sala controllo del cervello, e prese  a maneggiare espertamente i comandi, riuscendo a recuperare la situazione.

Senza dire una parola, Germania si alzò in piedi e si avvicinò all’entrata della cupola; dopo aver controllato che non ci fosse nessuno, chiuse la pesante porta in legno,  e si voltò verso Veneziano il quale, nonostante i primi attimi di perplessità, gli rivolse un sorrisetto affilato prima di sedersi e aprire le gambe in un invito fin troppo esplicito.
<< Solo. Dieci. Minuti. >> intimò a se stesso il tedesco, prima di gettarsi letteralmente su Italia, mentre le scimmie della sua testa si armavano di wurstel e birra, pronte a godersi la scena.
 
 
 
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Troppa storia moderna.

Se vi state chiedendo come questa... Cosa sia nata, la risposta più probabile credo che sia l'eccessivo studio sul Risorgimento e su Carlo V d'Asburgo. Si, probabilmente è così.

Recentemente, ho rivisto la puntata "Buon San Valentino"*urlo idiota da fangirl al solo pensiero che sia stata veramente animata *ç* * e caso volle che la pagina su cui la stavo vedendo abbia avuto un crush, e che sia comparsa la famosa schermata "Error 404", con tanto di frase sull'esercito di scimmie altamente addestrate XD. Inoltre, nel caso non sapeste chi sono: se vi ricordate, nella strip sempre di "Buon San Valentino", sono stati fatti vedere gli "omini" che lavorano nella testa di Germania.

E se vi state chiedendo il perché abbia scelto la Basilica di San Pietro come ambientazione della fic, sappiate che ci sono andata pochi giorni fa, e che proprio sul Cupolone ho avuto la... strana fortuna (?) di vedere cose che non avrebbero dovuto esserci... perché non lo so, e non lo  voglio sapere -.-'
Be', che dire, spero che questa storia sdolcinata (si vede che sono sotto stress, non sono proprio il tipo da fluff .-.) sia stata di vostro gradimento  tutto sommato.


Bye Bye

   
 
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