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Autore: floflo    16/06/2013    5 recensioni
Finalmente insieme, soli, nel silenzio della notte, PanPan ed Eva si concedono il loro primo momento di intimità dopo tante avventure.
Attenzione: contiene spoiler per chi non ha visto tutta la seconda serie.
Genere: Erotico, Fluff, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Evangeline, Tristepin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'La Nostra Storia'
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Wakfu feat Cesare Cremonini

 

Sì, Dev’Essere Così

http://www.youtube.com/watch?v=qAfRIKNOYls



Si erano incontrati per caso in un giorno qualunque.
Tristepan - a dire il vero - si trovava piuttosto male in arnese, sotto il funesto influsso del suo shu-shu Rubilax: non ci aveva fatto una bella figura, proprio lui che soleva presentarsi a tutti con un altisonante “Sir Tristempan Parcival, Cavaliere dell’Ordine dei Guardiani di shu-shu”.
A quell’epoca PanPan era soltanto un pivellino dalle molte, troppe, parole e pochi fatti concreti: un giovinastro di belle speranze ma – ahimè – nessuna esperienza.
Si pavoneggiava ad ogni occasione, faceva il cascamorto con le ragazze, ma se gli sguardi avessero un proprio linguaggio, anche il più stupido del mondo avrebbe capito che lui aveva perso la testa per Evangeline, la guerriera con l’arco tutta d’un pezzo.
Era anche di un anno più giovane di lei, cosa assolutamente disdicevole per un tipo orgoglioso come Eva, eppure, Tristepan intuiva che, sotto quell’ostentata indifferenza, vi era un barlume di affetto da parte di lei.

Sì, dev'essere cosi!
Tutto quel che accade ha un senso,
altrimenti non saresti qui
a farmi respirare il vento…


Insieme avevano vissuto tante avventure, avevano affrontato nemici che, a volte, sembravano invincibili, eppure l’avevano sempre spuntata, sempre uniti, sempre più vicini.
Il più delle volte era Eva che toglieva dagli impicci PanPan, ma nei momenti più difficili anche Eva sapeva che poteva contare sull’aiuto del suo Tristepan.
Così era stato anche quella volta, quando avevano affrontato il temibile Nox e il suo marchingegno infernale: Tristepan l’aveva protetta a scapito della sua stessa vita.

Sì, dev'essere cosi!
Tutto quel che serve è un cuore,
altrimenti non saresti qui
a farmi respirare amore…


Era stato proprio in quell’occasione che Eva aveva capito i sentimenti che provava per Tristepan, il suo cuore gridava di dolore e di rimpianto: lui le era stata strappato senza che le fosse dato il tempo di dirgli la verità.
Ma il vero amore non muore mai, il vero amore travalica ogni ostacolo e – nel loro caso – anche la morte.

Tutti cercano una soluzione
e gridano sperando nell'arrivo di un dottore
ma tutto quel che serve in una pillola non c'è
non ti ho insegnato niente quando stavi insieme a me?


Eva aveva sfidato tutto e tutti, perfino l’incredulità dei loro amici, che non credevano a quel richiamo disperato che giungeva da chissà dove e che soltanto lei poteva sentire.
In quell’occasione aveva agito come avrebbe fatto Tristepan, si era fidata soltanto delle sue intuizioni e del suo coraggio, caparbia e incosciente come un vero Yop.
Alla fine l’aveva ritrovato il suo PanPan, e aveva giurato che mai più lo avrebbe lasciato.

Sì, dev'essere cosi!!
Tutto quel che accade ha un senso
altrimenti non saresti qui
ed io con te non perderei il mio tempo


Ma non sempre le cose vanno per il verso giusto… Eventi e persone che incrociano il nostro cammino, alle volte, ci mettono i bastoni tra le ruote.
Forse Tristepan non era un campione di buone maniere, e non era esattamente il ragazzo con cui Evangeline si aspettava di avere a che fare… Lei lo amava, eppure faticava a dimostrarglielo con i gesti e le parole.
L’amore ha bisogno di tempo e attenzioni per crescere ed evolversi.
Per trovare la loro dimensione ideale, Evangeline avrebbe dovuto sbarazzarsi di un poco del suo orgoglio, mentre Tristepan – beh – lui era già perfetto così…

Tutti guardan la televisione
e aspettano di piangere per farsi compassione
ma dentro quella scatola risposte non ce n'è
solo donne in maschera e buffoni come me


Ci volle l’intervento della sorella di Eva, la ribelle Cleo, per farle comprendere quanto importante era Tristepan per lei.
Cleo aveva tante cose in comune con PanPan: amavano l’avventura e il pericolo, erano due scavezzacollo che non si tiravano indietro davanti a niente.
Eva aveva rischiato di spedire Tristepan tra le braccia di Cleo a causa della sua alterigia e indifferenza e, quando ormai sembrava averlo perduto per sempre, se lo era andato a riprendere!
D’ora in avanti sarebbero stati una cosa sola.

Sì, ammetti che è cosi!
Tutto quel che abbiamo è un cuore


Dopo avere ricordato come tutto era cominciato, finalmente insieme, soli, nel silenzio della notte, accanto al piacevole tepore di un fuoco acceso e nel riverbero ambrato delle fiamme, PanPan ed Eva si concedono il loro primo momento di intimità dopo tante avventure.
Tristepan le passa un braccio intorno al collo poi la attira verso di sé, ed Eva si adagia docilmente sulla sua spalla reclinando la testa.
Una improvvisa tenerezza lo pervade, una improvvisa consapevolezza che le cose non potevano che andare come sono andate.
Evangeline socchiude gli occhi e si lascia cullare: sa perfettamente che il suo PanPan è un tipo impavido, ma ha anche un lato tenero e romantico, quello che lei preferisce.
Sente il cuore di PanPan che batte forte nel suo petto, un piacevole tepore si diffonde mentre è racchiusa tra le sue braccia.
Sente il suo odore, un odore leggermente muschiato, che le infiamma le guance e le fa tremare il cuore.
Tristepan la stringe ancora di più a sé, cerca le sue labbra, le incontra, le unisce alle sue. Sono morbide e vellutate, sono piacevoli, il respiro di Eva profuma di buono, è caldo come il vento dell’estate.
Le mani di Evangeline gli sfiorano il viso, sembrano scosse da un leggero fremito, PanPan le afferra e le stringe… Tra le sue, quelle di Eva, sono piccole e bianche, come quelle di una bambina.
Ora lui la sente rabbrividire, eppure le sue guance sono infuocate, quasi scottano: non ha freddo.
Evangeline, con la grazia di una farfalla, lascia scivolare le sue dita tra quelle di PanPan, percorre le sue braccia, sfiorando i muscoli tesi del corpo di lui, stringendosi ancora di più al suo amato, gli sfiora la nuca, gli passa una mano tra i capelli aggrovigliati.
La pella abbronzata di Tristepan riluce nella semi-oscurità rotta dai bagliori cangianti del fuoco, ed Evangeline pensa di non averlo mai visto tanto bello fino a quel momento.
Lo sente, tra le sue braccia, infervorarsi: lo intuisce da come stringe le sue labbra tra le sue, come se volesse divorarla.
Adesso sono le mani di Tristepan che sembrano tremare, esitare, mentre tiene quelle di Eva, come se all’improvviso lui fosse stato assalito da una remota incertezza.
Cosa vorrebbe fare PanPan con le mani di Eva, se soltanto lei glielo concedesse…
Prima libera una mano, lasciandola scivolare sulla spalla di Eva e poi, lentamente, verso la schiena di lei, facendole rabbrividire di piacere.
Le loro labbra si staccano di pochissimo, eppure sono talmente vicini che quasi si sfiorano; riprendono fiato guardandosi intensamente negli occhi.
Evangeline sembra quasi dispiaciuta, avrebbe voluto che lui continuasse quella carezza timida e sensuale allo stesso tempo, vorrebbe non avere interrotto Tristepan, vorrebbe che quel momento magico non finisse mai.
Perché lei lo sa: Tristepan non le farebbe mai del male.
Gli sorride, prima di tuffarsi di nuovo tra le sue labbra; se possibile si stringe ancora di più a lui, lasciando che il suo corpo aderisca completamente aTristepan.
Lui è teso come una corda di violino, ma una Eva inaspettatamente intraprendente dà corpo ai suoi desideri, mentre gli sembra chiaramente di riuscire a sentire gli stessi pensieri di lei sussurrargli ad un orecchio:

“e quindi fatti forza e vieni qui e chiedimi di far l'amore…”





 

   
 
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