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Autore: HoldFastFilm    16/06/2013    1 recensioni
Non sono un pittore e non ti dipingerò.
Non sono un musicista e non ti canterò.
Non sono uno scrittore, ma ci proverò.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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http://www.youtube.com/watch?v=8EfkFP9ZkKo

Alza il volume. Non pensare. Non ti affaticare.
Leggi, se vuoi, poi...poi vai a sognare.






Tutta nuda.

Un sogno.

Corpo disteso al sole.

Non una nuvola.

Abbronzata, color caramello. Profumo di liquirizia.

Occhiali scuri calati sul volto, crema solare a fianco, cuffie bianche nelle orecchie.

Capelli castani chiari, quasi rosso rame, legati.

Qualche lentiggine.

Fermacapelli rosso a forma di rosa. Smalto grigio scuro, mani e piedi.

Acqua ghiacciata ai piedi della sdraio.

Sorriso rilassato, lineamenti delicati, naso dolce a punta.

Labbra sensuali, perfette.

Curata, profumata, elegante. Mai volgare.

Questa donna è una dea.

Accoglie i raggi del sole sul suo corpo con gioia. Apprezza il suo calore con entusiasmo.

La guardo avidamente.

Ho in mano un vassoio.

Sono un cameriere.

Adoro quando la stanza 156 chiama il servizio in camera. Spero e spesso vedo ciò che vorrei: Lei.

Bellissima.

40 anni. Li dimostra tutti. Questo è il suo bello.

Busso alla porta, ma lascia sempre aperto.

Entro.

Nonostante il caldo non sudo per il sole, sudo alla sua vista.

Camicia bianca, papillon nero, pantaloni scuri, scarpe eleganti e guanti bianchi non aiutano a sentire meno la pressione.

Chissà cosa penserà di me. Forse niente. Forse mi chiama apposta. Forse...

percorro i pochi passi che separano l'ingresso dal terrazzo della suite.

Passo attraverso la cornice bianca delle portefinestre.

Abbasso il capo per evitare le lunghe e lussuose tende bianche di lino.

Pochi passi mi separano da Lei.

I tacchi delle mie scarpe dettano il ritmo, il mio cuore la melodia.

Mi sorride.

La guardo.

Si ferma tutto. Sospeso. Immobile.

Instabile e prepotente, il silenzio lascia spazio allo scrosciare delle onde del Mediterraneo.

La gioia dei bagnanti, il vento tra gli aghi di pino, i gabbiani nel cielo.

Accenno un sorriso.

Toglie gli occhiali.

Luce. Non posso ricordare altro.

La luce che i suoi occhi sprigionano. Me ne innamoro.

Sorridenti, leggeri, maliziosi. Occhi verdi.

Ho sentito dire che siamo atomi. Aggregati di atomi che danzano sulle corde della vita, armoniosi, elettrici.

Una lampo senza tuono, una bomba senza fragore, un'emozione senza vita: mi bacia.

Donna.

Desiderio e tortura dell'uomo.

Donna.

Sirena, ammaliatrice.

Donna.

Mi strattona. Mi porta verso di sé afferrandomi la camicia.

Il vassoio cade, ma non è il rumore dell'argento che risuona.

Sento solo violenti scosse, peccaminose, cavalloni infrangersi sulle scogliere.

Le prendo il viso tra le mani, la bacio.

Una sua mano mi prende con forza i capelli. Tira la mia testa all'indietro. Scende con la bocca sul collo.

Sensuale, eccitante, provocante.

Non si ferma.

Sono suo.

Dominatrice, accattivante stregona.

Lecca io mio petto.

Avida, lussuriosa.

Non sento più, non vedo più.

Il tempo non ha più orologio. Il mare non ha più profumo, i gabbiani non cantano più, i bagnanti sono offuscati, il vento mi solletica la pelle.

Preda.

Predatore.

Cacciato e cacciatore.

Mi divora.

Notte, giorno. Luci ed ombre.

Siamo due corpi. Siamo due spiriti.

Siamo.

   
 
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