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Autore: ItTakesAFullToRemainSane    17/06/2013    3 recensioni
Time for Miracles. Adam, cantante agli albori della sua carriera e Tommy, giovane chitarrista spaventato dall'amore. Una storia romantica in stile Adommy che spero vi emozionerà.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Adam Lambert, Tommy Joe Ratliff
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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Adrenalina.                                                                                                               
Quella sensazione di libertà, di liberazione, di immortalità che pochi possono dire di aver provato nella loro vita.                                                                                        Adrenalina. Adrenalina pura.                                                                                
Ecco cos’era ciò il giovane chitarrista Tommy Joe Ratliff provava salendo sul palco e suonando a fianco di Adam Lambert.                                                                       
Adrenalina.                                                                                                       
Non aveva mai sperimentato un’emozione del genere, mai si era sentito così sciolto, così vivo. Suonare da solo nel suo appartamento gli dava piacere, gioia anzi, ma non lo eccitava in quel modo. Il sesso stesso, per quanto lo trovasse piuttosto divertente, per lui non era mai stato così inebriante. Forse, anzi molto probabilmente, non aveva ancora trovato la persona giusta. E Dio solo sa quanto l’avesse cercata.                                                                                   
Aveva avuto un paio di storie serie, roba di qualche anno, che però si erano concluse in modo doloroso, anche se probabilmente solo per lui.                        
Accidenti a lui e a quel suo cuore, così ballerino e così freddo a volte.                      
Freddo, sì, ma soprattutto spaventato. Spaventato dall’amore vero, quello che ti fa perdere la testa, che ti travolge e poi ti lascia lì, steso sull’ asfalto della vita, esausto e ferito.                                                                                      
 Ormai però se ne era fatto una ragione. A venticinque anni, con un cuore così indurito, non avrebbe trovato l’amore della sua vita. E forse era meglio così. Niente ferite, niente abbandoni.                                                                                
Ma proprio mentre stava iniziando ad abbracciare questa nuova filosofia “bulletproof”, accadde ciò che nessuno avrebbe previsto. 
                                               
Un incontro, anzi uno scontro davvero speciale.                                                      
Tommy infatti, dopo aver visitato il suo negozio di musica preferito, gironzolava per le ampie strade di Los Angeles, avvolto dal turbinio di persone che affollava il marciapiede. Oppresso in mezzo a quella bolgia, decise di girare in un vicoletto laterale, fiducioso di trovare un po’ di tranquillità.                                   
Ma mentre camminava a passo svelto accanto ad un edificio rosso mattone, l’unica cosa che trovò fu una porta. Dritta in faccia.                                              
Tommy indietreggiò dopo il colpo, mettendo automaticamente una mano sul naso dolorante. Ma proprio dietro di lui si trovava un bancale di legno, che pochi attimi prima aveva prontamente evitato, ma che ora i suoi riflessi non poterono evitare. Rovinò a terra, seguito dalla custodia della chitarra che teneva appesa alla spalla destra. Chiuse gli occhi sentendo il sapore del sangue invadergli la bocca ed emise un lieve gemito toccandosi il naso.                                  
“Oh merda, scusa! Io non ho guardato, non pensavo … mi dispiace tanto! …” Quando riaprì gli occhi si trovò a pochi centimetri dal viso un ragazzo circa della sua età, dai folti capelli neri e due enormi occhi azzurri. Il ragazzo, mentre continuava a scusarsi con una voce squillante ma dal tono dispiaciuto, gli tese una mano, aiutandolo ad alzarsi. “Ti serve un dottore? Ti ci accompagno se vuoi. O un’ambulanza forse? Ehi, tutto bene?”                           
 Tommy si sentì spaesato da tutte quelle domande e scuotendo il capo rispose solo “uhm no tranquillo, sto bene … è stato solo lo spavento. Niente di rotto direi ..”                                                                                                                  

Lo sconosciuto sembrò sollevato, ma poi con un cenno gli indicò la bocca “a parte il labbro … mi sa che te lo sei tagliato.”                                                   
Tommy si toccò il labbro inferiore da cui effettivamente usciva un rivoletto di sangue.                                                                                                        
 “Okay, ti porto all’ospedale” ribadì il ragazzo moro, afferrando dalla tasca il cellulare e componendo velocemente un numero.                                                 
Prima di poter dire qualcosa, il chitarrista venne preso sottobraccio dallo sconosciuto e condotto ad un‘ auto grigia che nel frattempo si era fermata nella strada accanto. Entrò senza protestare, anche se non aveva idea di chi fosse l’autista o il misterioso ragazzo che lo aveva colpito con la porta. Nonostante ciò si sentiva tranquillo con lui, gli ispirava inspiegabilmente fiducia. Si sedettero uno affianco dell’altro sui sedili di pelle nera e l’auto partì velocemente.                                                                                                       
“Bob, portaci all’ospedale per favore …” disse all’autista lo sconosciuto.                        
Bob annuì “sì Mr. Lambert. Ma che è successo? Sta bene?”                                       
 “Io sì, ma .. beh, uscendo dallo studio ho accidentalmente colpito … ehm, scusa come ti chiami?”  gli chiese voltandosi verso di lui e fissandolo con aria interrogativa.                                                                                              
“Thomas … Tommy” sussurrò da dietro il fazzoletto con cui si stringeva il labbro.                                                                                                        
 “Tommy … un bel nome. Io sono Adam, Adam Lambert. Piacere di conoscerti. Perdonami per la botta, io … ero sovrappensiero. Scusa ancora.”                               
Ma Tommy lo aveva già perdonato in fondo, dal primo momento in cui gli aveva sorriso e gli era parso il sorriso più bello e dolce del mondo.  
   

  
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