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Autore: monsters_are_inside_us    17/06/2013    0 recensioni
"Kim,io ti voglio bene."
Il meccanismo metallico che mi rimbombava nel petto al posto del cuore non me lo permetteva. Non mi permetteva di provare emozioni. Riuscivo solo ad abbassare lo sguardo,mentre lei socchiudeva gli occhi,alla ricerca di una risposta. "Anche io." E un malinconico sorriso comparve sul suo volto pallido,prima di lasciare il posto ad una smorfia di dolore. "Mi dispiace". Sussurrò. "Lo so." Gli risposi. E si spense lentamente tra le mie braccia come un bellissimo fiore che muore.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ormai nemmeno riesco più a contarli questi fottuti millenni. Piacere. Mi chiamo Kim. Non Kim Possibile,quella che ho visto in alcuni cimeli di video-cassette e DVD (oggetti molto antichi,si intende). No. Kim. E basta. Nessun cognome. Nessuna storia. Nessuna vita,potrei dire. Chi si ricorderà di me? Chi di NOI? Di questa nostra comunità? Siamo la comunità 0-869. Del pianeta Plutone,ai margini di quello che una volta era il sistema solare. Dico una volta perché quel bastardo ci ha abbandonato. Chi intendo con quel bastardo? Il sole,naturalmente. Abbiamo vissuto almeno un millennio su una terra che andava a rotoli. Io parlo al plurale ma io non ero presente,è ovvio. Tutto ciò ci è stato raccontato da il Centro di Comando Plurispaziale della comunità di Urano,quella che ora in un certo senso “comanda”. Prevale sulle altre,insomma.
A volte si scordano persino della nostra gente. A parte nei mesi che precedono le guerre.
Si,ci sono guerre. Non tra comunità ma contro i Zok-Grat,una specie aliena che vorrebbe eliminarci tutti per ampliare il proprio dominio sull’intera galassia. Sono potenti. Hanno armi di distruzione di massa che nemmeno ci possiamo immaginare. Sono stati loro. Intendo a distruggere il pianeta Terra. Non ha retto così tanti attacchi nucleari e si è fracassata. In due.
L’emisfero dell’ovest e l’emisfero dell’est. Il mare risplende ancora di un vago azzurro-grigio se colpito da i nostri radar,ma per il resto è un mondo grigio. L’unico colore è il rosso del magma che unisce i due emisferi : cola in una grande cascata per perdersi nello spazio. Infatti le nostre basi resistono hanno particolari attrezzature isolanti che resistono al calore dei detriti del nucleo del pianeta. Passo ore a guardare il luogo dove i nostri antenati vivevano,ogni giorno. E’proprio nella traiettoria della finestra della mia camera.
Non sono quasi mai in servizio di questi tempi. I Zok-Grat non si fanno vedere da un pezzo e nell’aria c’è un che di pacifico. Non mi piace. Se non lavoro non guadagno. E se non guadagno non mangio,visto che ultimamente i prezzi sono esorbitanti. Il mio lavoro è combattere. Sono generale del battaglione numero 8 della comunità. Uno tra i più forti tra quelli esistenti della nostra specie. Mi piace il mio lavoro,ho una rabbia così profonda dentro che la sfogo tagliando qualche testa a insulsi alieni prepotenti. Anche se,non approvo il sistema di rinnovamento dell’esercito. Annualmente,il governo consulta i registri di ogni comunità e recluta bruscamente nuovi guerrieri. I maschi almeno quattordicenni di ogni famiglia devono obbligatoriamente partecipare al duro allenamento pre-servizio. Degli innocenti bambini vengono strappati dalle loro famiglie e portati ad anni luce di distanza per anche tre anni,senza avere notizie di ciò che accada a casa. Stava per succedere anche nella mia famiglia,a mio fratello più precisamente. Era ancora troppo piccolo e fragile. Una grave epidemia scoppiata in tutta la base l’aveva colpito e,nonostante fosse guarito,l’aveva lasciato molto debole. E la data della partenza era imminente ormai. Lui si era già preparato a livello mentale,aveva salutato tutti gli amici e i parenti lontani per poi concedersi a noi una giornata intera. Cercava di nascondere la sua tristezza ma era ben evidente. Il giorno dopo vennero a bussare alla porta e lui si preparò ad andare ad aprire. Non glielo permisi. Lo portai al petto stringendolo al petto in un ultimo disperato abbraccio prima di schiacciargli un nastro isolante sulla bocca e chiuderlo nello sgabuzzino. “Arrivo.” Gridai con voce grave. Andai nel bagno e con la limetta di mio padre mi tagliai i capelli di netto. Lunghe ciocche bionde scivolarono a terra. Corsi in camera e infilai velocemente l’uniforme di mio fratello,prendendo velocemente la sua valigia. Poi mi precipitai alla porta.
Due militari alti e nerboruti mi squadrarono da capo a piedi.
“Ci risulta lei sia Stan,che in famiglia ci siano altre due sorelle,una maggiore e una minore,che suo padre sia deceduto e sua madre al lavoro. Erriamo?”
Scossi la testa. “Allora ci segua.” Salii su di una navicella della comunità di Urano con altri sei ragazzi. Sapevano che non ero un ragazzo ma stettero ben zitti sapendo delle condizioni di Stan. Quella fu l’ultima volta che vidi cinque di loro,che non sopravvivessero alla prima battaglia. Solo uno si salvò e non certo per merito suo. Colpii l’alieno appena prima che lo finisse con la spada. Non dimenticherò mai il suo sguardo di gratitudine. Tutto andò storto appena dopo. Scoprirono che ero una ragazza. Insomma,avevo 16 anni e non avevo un corpo esattamente uguale a quello dei miei compagni. Al centro la presero molto alla leggera. Mi capirono e lasciarono correre. Dopo tre anni dalla mia partenza,all’età di 18 anni, mi riportarono finalmente a casa. Saltai giù dalla navicella prima che atterrasse e mi fermai ad osservare la mia vecchia casa: la trovai stranamente buia e silenziosa,rispetto all’allegro baccano di tutti i giorni.
Non ci trovai nessuno dentro. Girai per tutta la base cercandoli ma non trovai nessuno. Nessuno a parte Bella. Bella era una mia amica di infanzia con cui avevo perso i contatti appena prima di partire. La trovai in condizioni parecchio gravi ma riuscii a salvarle la vita. Poi mi feci raccontare ciò che era successo. Lei stava passando davanti a casa mia quando successe. Fu tutto così veloce. Astronavi del governo atterrarono e ne fuoriuscirono schiere di soldati. La gente intorno cominciò a gridare e correre. La meta principale degli uomini era la mia abitazione. Bella sbirciò da uno spiraglio nel muro ciò che accadeva dentro. Mia madre guardava fuori dalla finestra. Aveva un’espressione rassegnata in volto : sapeva. Sapeva che era mi avevano scoperto e che gliel’avrebbero fatta pagare.
Prese mia sorella Daisy,di soli 6 anni e la nascose dietro il doppio muro della cucina. Poi prese Stan dalla camera e lo strinse forte. Poi la porta si spalancò.
Bella perse la vista per qualche attimo per un forte gas lacrimogeno sparato nell’aria e quando riguardò dentro lo spettacolo che vide fu di devastazione : mia madre e Stan erano stesi a terra,abbracciati,gli occhi spalancati e un colorito biancastro in volto. La casa stava per essere demolita dall’atterraggio di un’altra navicella quando Bella corse. Si fece spazio tra detriti e persone e raggiunse il retro della casa. Trovò un fucile a terra e lo raccolse. Poi cominciò a colpire ripetutamente il muro,fino a che non si sgretolò. Una bambina spaventata si rannicchiò in un angolino. Bella la prese e la portò via. Stava correndo quando la colpirono alla spalla. Il dolore fu atroce ma continuò a correre. Si riparò in una casa abbandonata. Io arrivai qualche giorno dopo,ma trovai solo lei. Cercai mia sorella per giorni,senza trovarne traccia. Mi rassegnai al fatto che anche lei non fosse sopravvissuta. Avevo voglia di gridare di strapparmi i capelli e spaccare ogni cosa avessi a portata di mano e…di piangere. Ma io non piango mai. E non lo feci nemmeno in quell’occasione. Un giorno Bella scomparve misteriosamente e io rimasi sola. Sola in tutto il pianeta di Plutone. Era quello lo scopo del governo,lasciarmi sola. E lo sono tutt’ora. Abito in questo pianeta solitario da due anni. Mi lasciarono da sola con i miei rimpianti e i miei rimpianti mi mangiarono viva.
  
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