Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: selala    18/06/2013    2 recensioni
Tutti qui in città lo conoscono, tutti qui in città lo temono. Nessuno, però, lo conosce per davvero.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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“...avete capito ragazzi?" disse il prof. seguito dalla classe che in coro rispose con un fragoroso "Sì".
Ero l'unica che non stava seguendo, vero? Sinceramente, non mi importava un granchè poichè odiavo matematica. Però, a molti miei compagni piaceva, chissà perchè.
 
Fui sollevata quando sentii il suono famigliare della campanella.
 
"Okay, ragazzi, la lezione è finita. Non vi do compiti per la prossima volta, ma dovete ripassare tutto il programma. Potete uscire” ci informò poco dopo Mister Fernard con un sorrisone a trentadue denti.
 
Mi alzai subito e finii di mettere i libri dentro lo zaino. Tutti i miei compagni, invece, lo avevano fatto dieci minuti prima della fine della lezione. Ma che fretta avevano? Ciò che odiavo in assoluto era fare le cose in fretta. Amavo la calma, il silenzio, la gentilezza. Mi piaceva la pace in generale, insomma. Peccato che io non possedessi nessuna di quelle doti.
 
Finito di mettere tutto per bene, presi lo zaino in spalla, dirigendomi verso la porta d'uscita.
 
"Miss. Colwen, lei non esce" . Ecco, adesso avevo capito perchè i miei compagni si affrettavano ad uscire.
 
Mi voltai stupefatta verso il professore. Se mi fermava voleva dire che qualcosa non andava. "Cosa?" fu la prima parola che mi venne in mente. Mi maledii mentalmente per aver parlato in modo così brusco. Di nuovo.
 
"Ha sentito signorina, si sieda al suo banco". Il tono del professore sembrava autoritario, ma il sorriso smagliante stampato sul suo volto mi trasmetteva parecchia sicurezza.
 
Ubbidii e mi sedetti, incominciando a giocare con i miei pollici mentre aspettavo che il professore iniziasse il suo discorsetto.
 
"Mefrey..." incominciò a parlare dicendo il mio nome, facendomi prestare attenzione a lui "...putroppo nella mia materia non è sufficiente e rischia di perdere l'anno se non impara a seguire un po' di più le mie lezioni, pertanto ho pensato di chiedere ad un alunno con voti migliori di aiutarla a studiare".
 
Ma che scoperta! Doveva venirmelo a dire adesso alla fine dell'anno? Avrei quasi voluto dire quelle frasi ad alta voce, ma cercai di contenermi. In fondo, quel povero uomo stava cercando di darmi una mano.
 
Feci un respiro profondo e mi inumidii le labbra "E chi sarebbe disposto ad aiutarmi?"
 
“Si chiama Justin Bieber. Frequenta l’ultimo anno e ha ottimi voti nella mia materia. Quando gli ho chiesto di aiutarti ha accettato volentieri, nonostante abbia detto di non conoscerti” Mr. Fernard fece un mezzo sorriso. “Lei ce lo ha presente?”
 
Non avevo la minima idea di chi fosse, ma quel nome mi sembrava famigliare. Forse me ne aveva parlato Greta, ma sinceramente non mi ricordavo.
Scossi la testa. “Mai sentito” replicai.
 
“Strano, qui a scuola è piuttosto conosciuto. O almeno, così dicono gli altri docenti” il professore fece un sospiro. “Può andare, Mefrey. Mi raccomando, non mi deluda!”.
 
Mr. Fernard sorrise e agitò la mano.
 
A cosa serviva darsi del 'lei' per poi farsi chiamare con il nome di battesimo? Boh, non lo avevo ancora capito.
 
"Arrivederci prof." ricambiai il sorriso ed uscii dalla classe, chiudendo la porta alle mie spalle.
 
Mi appoggiai ad essa e chiusi gli occhi, maledicendomi mentalmente per non aver voluto ascoltare le lezioni di matematica per l'intero anno scolastico. Non avevo nessuna voglia di fare ripetizioni, ma sicuramente era meglio di essere bocciata.
 
Sentii un passo svelto avvicinarsi a me e, dopo pochi secondi, delle braccia che mi cingevano la vita.
 
Feci un salto ed imprecai dallo spavento. Quando, però, riconobbi la chioma bionda della mia migliore amica , ricambiai l’abbraccio e scoppiai a ridere insieme a lei.
 
“Greta, mi hai spaventata!” dissi non appena ci staccammo dall’abbraccio.
 
“Lo so” rispose lei, facendo spallucce. “Avresti dovuto vedere la tua faccia. Sembrava che avessi visto un fantasma”.
 
“Scusami, ero sovrappensiero”.
 
“A cosa stavi pensando?” Greta piegò la testa di lato, assumendo la sua solita espressione curiosa.
 
“Devo prendere ripetizioni o verrò bocciata” dissi velocemente. Cercai di non incrociare lo sguardo della mia migliore amica quando sbuffò.
 
“Materia?”.
 
“Matematica” replicai sospirando.
 
“Mefrey, devi darti da fare. Non voglio che tu sia bocciata ancora” disse Greta e, quando non risposi, prese il mio viso fra le mani e mi guardò intensamente  con i suoi occhi blu. “Se non vuoi farlo per me, fallo per lei. Merita di essere felice”.
 
Il labbro inferiore fremette non appena udii quelle parole, poi mi ricomposi e annuii. “Va bene” dissi non appena le mani di Greta si allontanarono dal mio viso.
 
“Prenderai un tutor a pagamento?” cambiò argomento Greta.
 
“No, devo studiare con un tizio di nome Justin Bieber. Non so chi sia, ma…” smisi di parlare non appena vidi l’espressione sbalordita della mia amica. “Greta, tutto bene?” le chiesi.
 
“S-sì” balbettò lei. “Va tutto bene, ma ora mi sono ricordata che devo fare alcune cose e… ci vediamo, okay?” Greta parlò così velocemente che non ebbi neanche il tempo per replicare. Mi diede un bacio sulla guancia e poi scappò in direzione dell’uscita.
La mia migliore amica non si era mai comportata così prima d’ora. Non l’avevo mai vista con quell’espressione sul volto. Sembrava paura mista a… sorpresa? Non riuscivo a capirlo.
Io e lei ci conoscevamo da 14 anni e ci eravamo sempre dette tutto. Perché se n’era andata in quel modo? La spiegazione era solo una: conosceva Justin. Ma come? E soprattutto, perché aveva reagito così non appena avevo pronunciato il suo nome?
In pochi secondi migliaia di domande oltrepassarono la mia mente e per poco non mi venne voglia di urlare dalla frustrazione. Contai fino a dieci per calmarmi e feci un paio di respiri profondi, come lei mi aveva insegnato. Poi, presi coraggio ed iniziai a camminare verso il mio armadietto. Parecchie facce si girarono nella mia direzione, ma io le ignorai. Mi sembrava strano pensare che poco più di un anno prima io riuscivo tranquillamente a parlare e divertirmi con tutti loro. Ma ora tutto era cambiato. Io ero cambiata. L’unica persona con cui parlavo volentieri in quella scuola era Greta, ma in quel momento anche lei sembrava risultare una di quelle tante facce ormai sconosciute.
 
Non appena arrivai al mio armadietto, digitai frettolosamente il codice. La sua data di nascita. Sorrisi quando pensai a lei da bambina. Sicuramente era spettacolare, ma lo era sempre stata.
 
Posai i libri che non mi servivano nell’armadietto e afferrai quelli di cui avevo bisogno. Quando chiusi l’anta, un ragazzo era posizionato dietro di essa. Sobbalzai dallo spavento.


Wow, sono già due nell’arco di dieci minuti.
 
“Ci conosciamo?” domandai nel mio tono più rude possibile e cercai di non stabilire un contatto visivo con lui.
 
“Diciamo di sì” rispose l’altro. “Io sono Justin, immagino che Mr. Fernard ti abbia parlato di me”.
 
Alzai velocemente lo sguardo e smisi di guardare le mie unghie. Era lui. I flashback tornarono alla mia mente mentre cercavo di ricordare con certezza il suo volto.
 
Tu sei Justin Bieber?” domandai con un tono misto al disgusto.
 
“In carne ed ossa” rispose lui facendo un sorrisetto maligno.
 
“Preferisco essere bocciata piuttosto di ricevere ripetizioni da te” dissi con tutta l’acidità che avevo in corpo e scappai verso l’uscita.

Riuscii a sentire la sua inconfondibile risata anche a km di distanza.
 
Era lui.
 
  
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