Una prigione, un ex galeotto, nulla più
Anno 1815.
L’anno in cui scadevano i 14 anni di pena di un miserabile, uno dei tanti, nella prigione di Bicêtre, in Francia.
Quest’uomo, ancora giovane seppur segnato dalla reclusione e dagli stenti, stava ora per scoprire la libertà cui
un ex carcerato va incontro: il passaggio da una prigione a un’altra. Ma se la prima prigione era stata dolorosa, la<
seconda sarebbe stata traumatica: ciò da cui usciva era il buio, ma ciò in cui entrava era la luce che, per lui e
lui solo, riservava aurore d’odio e di solitudine. Il passaporto giallo, insieme a un’anima prosciugata e rabbiosa,
era la sempiterna cicatrice di Bicêtreper chiunque, e privava il malcapitato di ogni speranza di tornare a una vita
che, forse, aveva conosciuto prima che la legge si prendesse cura di lui.
Questo ex galeotto di cui parliamo, credendo sinceramente alla libertà che gli si prospettava di fronte, non
capendo che cambiava semplicemente catena, si chiamava Rosquet. Si trovava, in quel momento, al banco
scarsamente illuminato dei due secondini addetti ai pagamenti, a ricevere il salario per 14 anni di lavoro.
“Prigioniero Rosquet. Periodo di reclusione: dall’anno 1801 all’anno 1815. Guadagno totale: 80 franchi” sentenziò
con voce di routine uno dei due carcerieri.
Rosquet non era un uomo né colto né particolarmente intelligente, ma nel suo cervello un po’ annebbiato
qualcosa si mosse. Capì che c’era di che essere perplessi.
“Vogliate scusarmi, signor secondino”, incominciò timorosamente “ma mi sembra poco…”<
“E’ esattamente quello che ti spetta” lo interruppe l’altro secondino, in tono fermo. “Hai forse qualcosa che
dica il contrario?”
Rosquet rimase zitto, guardandolo con aria confusa, torcendosi le dita. Balbettò qualcosa con aria da idiota. Il
secondino lo liquidò: “non farci perdere tempo. Prendi i tuoi 80 franchi, e vai”.
L’ex carcerato trovò finalmente le parole, assieme ad un po’ di coraggio, datogli dalla vaga impressione di aver
subito una qualche ingiustizia.
“Ma 14 anni… 80 franchi non è il giusto prezzo. Non è possibile che…”
“E perché non è possibile?” lo canzonò il carceriere con un sorrisetto serafico, sporgendosi un po’ sul bancone.
“E’ giusto, invece. Teniamo tutto registrato: per 14 anni, tu devi ricevere 80 franchi”.
“E’ tutto segnato qui, sul registro” intervenne l’altro secondino, “non azzardarti a venire qui e dirci come fare il
nostro lavoro. E d’altronde… come puoi dire che è sbagliato? Tu sai fare di calcolo?”
“Sì.” Ma non era stato Rosquet ad aver parlato.