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Autore: soulessence    18/06/2013    3 recensioni
Nella mia fanfiction ho voluto elaborare lo stesso schema della saga" The Hunger Games " :
è una lotta tra 12 nazioni , queste corrispondono ai 12 distretti del mondo , le nazioni che comandano sono 5 e ogni anno si alternano per governare e dirigere i world wide games; in questo caso è la Francia , quella che funge da Capitol City.
nei primi 5 capitoli introduco i 5 distretti dei personaggi principali , poi negli altri capitoli inizia l'azione .
vi auguro una buona lettura e ...FELICI WORLD WIDE GAMES , CHE LA FORTUNA SI A SEMPRE A VOSTRO FAVORE.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Otherverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Un nuovo inizio...

Tokyo, il Giappone, il distretto 8, un nuovo mondo, una nuova cultura, nuovi amici e una nuova vita .
Questi erano gli unici pensieri che tormentavano la mente di Francesca in tutto il suo lungo viaggio, osservava con i suoi grandi occhi verdi ogni piccolo particolare di quel paesaggio, lo odiava, anzi non ce la faceva a detestarlo, era talmente bello che anche la sua furia interiore si placò , osservava il leggero strato di neve che cadeva dolcemente  sul monte Fuji e che lasciava la sua impronta sul lago Kawaguchi , il paesaggio scorreva velocemente dai finestrini ma Francesca si soffermò su un albero , era un albero possente ,alto e dalle foglie dipinte con varie sfumature di porpora , che mano mano cadevano e lasciavano spazio all’arrivo dell’inverno .
Da lontano vide una enorme metropoli, piena di grandi grattacieli luminosi che spiccavano sul roseo paesaggio autunnale creando un contrasto tra la città e la periferia;                                     tutto ciò si allontanava dall’Italia e questo la rendeva sempre più triste , pensava al pigro tramonto che ricadeva con tutte le sue sfumature sulla sua città, segnando la fine di una giornata , lei spesso si sedeva su uno scoglio e lo ritraeva , cercando di scacciare tutti i suoi brutti pensieri .
Ma ora lei era lì e non ci poteva fare niente, ormai i “ World Wide Games “ erano alle porte e Francesca, come tutti i ragazzi dagli 11 ai 18 anni, non voleva parteciparci, e l’unico modo per evitare in parte di essere estratta era il trasferimento, i genitori l’avevano fatto per proteggerla e lei ne era grata ma non concepiva comunque il fine di questi insensati giochi, alcuni dicevano per sopravvivere alla guerra, e altri ancora che servivano per pubblicità e per far divertire le persone.
-“ allora , ti piace il Giappone? “  le chiese Remo , il padre
 -“ si , è un distretto molto affascinante”   lei gli rispose mentendo
 -“ vedrai che ti piacerà ancora di più” aggiunse la madre , Stefania.
-“ eccoci arrivati “ disse dopo poco l’autista alla famiglia
questa scese dall’auto e si diresse verso un grande grattacielo tutto illuminato da vari spot pubblicitari giapponesi e dalla luce del sole.                                                                                                                                                                                                                                                                                               
Appena  Francesca aprì la porta della sua nuova casa fu subito  ammaliata da un odore che le era familiare e di seguito pensò e urlò allo stesso tempo :’’ Maggiee!’’.
All’improvviso si sentì un sussulto e subito dopo spuntò una donna di media statura un po’ robusta che indossava un leggero camice e aveva i capelli avvolti in una capigliatura complicata,la donna era la tata che da sempre aiutava Francesca e la sua famiglia in casa, e con un bel sorriso disse: "Franci, cara,come stai? ti vedo molto debole, hai mangiato qualcosa? Su vai in camera tua che ti preparo da mangiare.’’
Francesca non si sorprese del suo comportamento, così annuì soltanto in risposta.
Ma poco dopo si accorse che in tutto questo non si era nemmeno accorta di non aver visitato ancora la propria casa, così di soppiatto chiese a Maggie: "Dov’è la mia camera ?"
La tata le fece un segno con la mano che Francesca capì subito, così si diresse verso la porta della sua stanza, si fermò davanti ad essa, e subito dopo l’aprì;
era una camera molto accogliente che suscitava tanta allegria, le pareti erano dipinte di un rosa pallido e decorate con varie immagini del Giappone, il suo letto si trovava al centro della camera e vicino c’era una bellissima scrivania in mogano ,era stata portata lì direttamente dall’Italia, apparteneva al nonno di Francesca, e dal suo volto, quando la vide, spuntò una lacrima, gliel’aveva regalata poco prima della sua morte , e da quel momento Francesca l’ha sempre avuta vicino , su di essa il nonno incise una frase “Non pensare a ciò che può portarti l’avvenire,ma sforzati di essere interiormente calma e serena , poiché non da come si forma il tuo destino, ma dal modo in cui ti comporti dinanzi a esso dipende la felicità della tua vita.”
All’improvviso sentì bussare la porta , si asciugò in fretta le lacrime dal viso e disse “ avanti”, era meggie che dolcemente posò sulla scrivania  una tazza di tè al miele con dei biscotti della fortuna vicino e disse :“ ecco , cara , se ti serve altro , chiamami “
 “ d’accordo , grazie Maggie” disse la ragazza , la tata fece un inchino e se ne andò.
Mentre beveva il suo tè , Francesca si mise a guardare dalla finestra della sua camera il paesaggio, davanti a lei si estendeva una lunga strada ricca di persone dalla pelle pallida e dagli occhi a mandorla , quelle persone la affascinarono a tal punto da pensare di essere come una nuova bambola che , appena uscita dal suo negozio , si deve ambientare a una nuova casa,  voltò la testa e rivolse lo sguardo  all’angolo della strada dove notò un grande manifesto , che segnava la data di inizio della mietitura in Giappone : “ 1112 2113 , ma è il giorno in cui sono nata , perfetto! in mio sedicesimo compleanno in compagnia di perfetti estranei dalle facce terrorizzate!” disse con un tono alterato tra sé e sé , vicino alla data dei "W.W.GAMES" vide anche ritratta la figura di una strana ragazza dai capelli biondi un po’ corti , avvolti in una coda sbarazzina, dal viso ricoperto da uno strato di trucco con pesanti sfumature di ombretto color blu oltremare sugli occhi , mascara e un lucentissimo rossetto rosso che la rendeva una ragazza alquanto attraente , le ricordava qualcuno , ma non sapeva precisamente chi …
Dopo pochi secondi smise di pensare a quella stravagante ragazza , e gettò lo di nuovo lo sguardo su quella grande strada centrale , era piena di negozi , di tutti i tipi , ma specialmente negozi di vestiti , poiché nel distretto otto si fabbricavano i tessuti , beh francesca era abituata a questo genere di cose , poiché sua nonna quando era piccola le aveva insegnato a cucire anche con un semplice ago da puntura  , le diceva sempre “l’unico strumento che devi sempre usare per qualsiasi cosa è la tua immaginazione così che nessuno ti potrà ostacolare” , di solito Francesca e la nonna passavano interi pomeriggi a cucire abiti , e a inventare nuovi metodi , erano talmente unite che nessuno le avrebbe mai potute separare , a parte il trasferimento. L’unico desiderio di Francesca era averla lì con lei , a confortarla con le sue parole sagge e dolci , a fare tante passeggiate lungo il parco e a cucire insieme , ma decise di non pensarci così a lungo perchè non voleva essere ancora più triste di quanto lo era in quel momento ; rivolse lo sguardo verso ovest , lì dove tutti i pensieri svaniscono dando spazio a un bellissimo paesaggio che comprendeva   una fitta catena di grattacieli dietro i quali spuntava la luce, non più accecante, del tramonto del sole , era così diverso da quello dell’italia ma allo stesso tempo era sempre più simile a lei , era come se Francesca fosse parte di quel tramonto e questo la rendeva sempre più felice, così decise di prendere carta e penna e iniziare a dipingerlo , si sentiva il tocco della penna scivolare lungo il foglio , creando leggere forme ondulate e sinuose nelle quali penetrava lentamente il colore ,con tutte le sue sfumature e i suoi intrecci che  rendevano l’insieme perfetto e unito.
Dopo poco tempo , posò il suo sguardo sul sole ,che pigro cadeva sul mare, lasciando la sua impronta nella mente di Francesca , e allo stesso tempo dando spazio alla notte che lentamente con tutte le sue stelle illuminava, con una luce fioca, la città e la salutava dandole la buona notte.
Francesca si voltò e raggiunse la vecchia scrivania in mogano dove Maeggie aveva posato il vassoio , si accorse che non aveva assaggiato nemmeno uno di quei biscotti della fortuna , così si stese sul suo morbido letto e rivolse il suo volto verso l’alto , lo aprì e lesse a bassa voce il messaggio  “questo è un nuovo inizio “ , abbassò lo sguardo verso la finestra . E capì.
  
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