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Autore: Chilemex    18/06/2013    7 recensioni
Contesto: Fire Emblem Awakening
L'esercito dei Pastori viene improvvisamente attaccato da un gruppo di Risorti, che arriva direttamente al loro accampamento. La battaglia prosegue normalmente, con un grande vantaggio dei Pastori, finché qualcuno non viene ferito in maniera irrimediabile pur di salvare la madre da un attacco a sorpresa...
[Spoiler - Out of Character]
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Palne, Un po' tutti, Yarne
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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«Attenta, mamma!»
L’urlo di Yarne riecheggiò nell’intero accampamento, immediatamente seguito dal raccapricciante rumore di una spada che trafigge qualcosa.
Quasi tutti i Pastori presenti si voltarono verso la zona in cui ciò stava accadendo, ma il primo a reagire fu Frederick, che con un semplice colpo d’ascia sconfisse il Risorto che aveva appena sferrato l’attacco.
L’accampamento era momentaneamente situato vicino ad Ylisstol, era pieno giorno, splendeva il sole e un gruppo decisamente numeroso di Risorti aveva appena assediato il luogo. Ciononostante, il gruppo dei Pastori non si era fatto trovare impreparato… Fino a quel momento.
Solo dopo che Frederick ebbe eliminato il Risorto che si trovava nelle vicinanze, Palne si voltò verso il punto da cui era arrivata la voce di suo figlio. Ed anche lei urlò… Ma per la disperazione.
Fino a pochi attimi prima Yarne era in forma animale, e stava combattendo valorosamente come aveva imparato a fare da poco tempo grazie ai suoi compagni. Ma ad un certo punto, dopo aver visto che un Risorto armato di spada d’argento si stava scagliando verso sua madre (in forma umana, girata di spalle) ad arma tesa, pronto a trafiggerla a morte, era stato costretto a mettersi tra lei ed il mostro per evitare che venisse uccisa sul colpo.
Ed ora era in piedi, in forma umana, barcollante, con la spada del Risorto che gli oltrepassava il corpo aprendo un’ampia ferita sul suo petto da cui stava già iniziando a sgorgare sangue, sempre più rapidamente.
Palne urlò di nuovo, sempre più sconvolta, attirando finalmente l’attenzione di tutti i Pastori nelle circostanze.
La Taguel corse immediatamente dal figlio, che stava lentamente abbassando lo sguardo verso la ferita. Nessuno riusciva a vedere la sua espressione.
Finalmente Palne raggiunse il figlio, il volto che esprimeva tutta la preoccupazione e la paura del momento, nell’esatto momento in cui Yarne crollò a terra. La madre lo trattenne per evitare che sbattesse la testa, ma entrambi si ritrovarono comunque a terra.
Chrom, che si trovava a pochi metri di distanza, aveva visto tutta la scena; anche lui sembrava davvero molto preoccupato.
«Tutti i soldati armati continuino ad attaccare i nemici rimasti!» ordinò il capitano
ad alta voce, per farsi sentire da tutti «I guaritori invece corrano da Yarne e lo aiutino! Immediatamente!»
Le unità obbedirono, continuando ad attaccare; i due curatori presenti, Lissa e Libra, iniziarono a correre rapidamente verso la zona in cui si trovava il ferito.
Lì, Palne era ancora accovacciata accanto a suo figlio, mentre Frederick era sceso dal cavallo per estrarre la spada del nemico dal corpo del Taguel.
«So quello che sto facendo, basta estrarre la spada con delicatezza. Non preoccupatevi, andrà tutto bene!» disse Frederick, ma Palne lo ignorò.
«Yarne! Oh, figlio mio… Resisti!» esclamò la madre, guardando Yarne negli occhi. Il Taguel sembrava stranamente calmo e rilassato.
«M-mamma…» boccheggiò Yarne, con un filo di voce roco e debole. Subito dopo tossì e sputò sangue, nel preciso momento in cui Frederick tirò fuori la spada dal suo ventre.
«Ssh! No, non parlare!» disse Palne, cercando di trattenere il panico «Stanno arrivando i curatori, devi resistere!»
Finalmente Lissa e Libra arrivarono, e dopo un rapido sguardo al corpo di Yarne sussultarono. Anche loro, ora, sembravano davvero preoccupati.
«Presto!» urlò Palne «Usate i bastoni e salvatelo!»
Lissa e Libra si guardarono, scambiandosi uno sguardo d’intesa. Entrambi sembrarono inizialmente impauriti e rassegnati, e subito dopo decisi e determinati. Non era facile interpretare quei loro sguardi.
I due curatori chiusero gli occhi, mormorarono all’unisono una formula in una lingua sconosciuta, e sollevarono i bastoni. Dalla punta di questi iniziò a scaturire una luce verde, che cominciò a calare delicatamente su Yarne.
L’incantesimo continuava ad avere effetto, e i due guaritori rimanevano immobili e silenziosi per non perdere la concentrazione.
Sotto l’effetto di quella magia, Yarne sembrava momentaneamente più sano, ma non riusciva comunque ad alzarsi.
«Mamma…» ripete di nuovo il Taguel, stavolta con una voce più decisa «Sei… Ferita?»
Palne scosse il capo, continuando a guardare suo figlio e a tenerlo vicino a sé: «No, sto bene… Grazie a te. Ma non avresti dovuto farlo! Ora sei tu ferito!»
Alla parola “ferito”, Libra deglutì e sospirò, ma fortunatamente Palne non se ne accorse.
«Dovevo farlo… Stava per… Ucciderti…» mormorò Yarne debolmente.
«Non l’avrebbe fatto, sapendo che c’eri tu nei dintorni» rispose Palne, con una dolcezza nella voce che nessuno era abituato a sentire.
Subito dopo Chrom raggiunse la zona, e dopo aver dato un’occhiata alla situazione, si spostò alle spalle di Lissa e Libra e sussurrò loro qualcosa.
«Cosa ne dite? Riuscirete a curarlo?»
Lissa e Libra si guardarono di nuovo, e poi i loro quattro occhi lucidi si posarono su Chrom.
«No» disse Lissa con un nodo alla gola, parlando a bassissima voce per evitare di farsi sentire da altri.
«Cosa?! Come no?!» esclamò Chrom, sussultando.
Fu Libra a rispondere: «Abbiamo valutato immediatamente la situazione, e abbiamo capito che… Che…» i suoi occhi si riempirono di lacrime «Che non c’è speranza per Yarne. Ora stiamo usando un particolare tipo di incantesimo che viene utilizzato solo in questi casi»
«Di che si tratta?» chiese Chrom, sempre più agitato.
«La forza delle nostre bacchette impedisce a Yarne di morire immediatamente» rispose Lissa, anche lei cominciando a piangere «Ma è solo… È solo… Questione di tempo. Non c’è davvero nient’altro che possiamo fare, e chiamare altri guaritori sarebbe inutile e farebbe soffrire ancora di più Yarne. Non appena i bastoni esauriranno la loro energia magica, Yarne… Lui… Morirà»
 
Chrom aveva lo sguardo sconvolto, ed era rimasto a bocca aperta.
«No…» sussurrò, iniziando a sudare. Ma per un’altra volta l’atmosfera venne riempita dall’urlo di qualcun altro… L’urlo di Palne.
«NO! NO!» gridò più volte la Taguel, con lo sguardo rivolto verso i due curatori. Grazie al suo udito molto sviluppato, Palne aveva sentito tutto.
«Non può essere vero! State mentendo!» esclamò di nuovo Palne, ormai decisamente fuori di sé. Nessuno dei due Sacerdoti poté rispondere per poter mantenere la concentrazione, ma i loro volti erano ormai rigati dalle lacrime. Chrom si avvicinò a Palne.
«Palne, non è colpa loro. Stanno facendo il possibile, ti stanno dando tempo. Stai con lui»
Ansimando, la Taguel guardò prima Chrom, poi i curatori ed infine il figlio steso a terra, che muoveva furiosamente gli occhi guardandosi intorno.
«Stai con lui» ripeté Chrom, allontanandosi da Palne e dicendo agli altri di fare lo stesso. Lei avvicinò il viso a quello del figlio.
«Wow…» disse Yarne, sospirando a fatica «È arrivata molto prima del previsto… L‘estin-»
«Non dire così!» esclamò Palne, coprendogli la bocca con un dito «Non ti azzardare a dirlo! Non è ancora finita!»
Yarne sorrise e riuscì a sputare una breve risatina. Era stupefacente il fatto che riuscisse a sorridere anche in quel momento.
«Sono sempre stato così… Ansioso… Così preoccupato…» cominciò a dire, sforzandosi al massimo per evitare che la sua voce si trasformasse in un lamento. Gli occhi di Palne erano puntati su di lui. Non stava piangendo; la resistenza morale faceva parte del suo orgoglio di Taguel e di madre.
«Avevo paura anche della mia stessa ombra… Ed ora che il momento è arrivato, sembra tutto così… Insignificante…»
«Yarne, figlio mio, smettila di dire queste cose!» ordinò di nuovo Palne, ma non c’era severità nella sua voce. Yarne, infatti, non fece ciò che gli era stato detto.
«Bisogna accettare… La realtà… È quello che mi hai detto tu molte volte… Vero, mamma?»
Palne chiuse gli occhi per qualche attimo, respirò profondamente e guardò di nuovo il figlio, sforzandosi di mostrare un mezzo sorriso in mezzo a tutta quella tristezza.
«È vero, te l’ho detto»
 
Finalmente l’esercito aveva sconfitto i Risorti della zona, e i combattenti stavano correndo verso il punto in cui stava accadendo tutto. Molti si tennero a distanza, se non altro per rispetto, ma due persone si avvicinarono a Yarne e si accovacciarono accanto a lui insieme a Palne.
«Papà… Lucina…»
Vaike e la primogenita di Chrom allontanarono le armi che impugnavano fino ad un attimo prima, e si avvicinarono a Yarne.
«Ragazzo mio, che diamine ti è successo?!» esclamò Vaike, apparendo preoccupato ed insicuro come poche volte succedeva.
«Un Risorto… Stava attaccando mamma…» balbettò il Taguel, guardando verso la ferita ancora aperta sul suo petto, all’interno della quale spariva la luce verde emanata dalle bacchette.
«Questo… Questo non doveva succedere!» ansimò Lucina, fissando il suo fidanzato. Al contrario dei genitori di Yarne, lei si stava già sforzando di trattenere le lacrime e la disperazione.
«Almeno questa è… La prova che ciò che mi hai detto molte volte è vero» rispose Yarne, sempre più provato «Il destino può essere cambiato…»
Lucina non rispose, ma non staccò gli occhi dal Taguel.
Lui, con uno solo sguardo, guardò le tre persone  e disse loro qualcosa.
«Sapete perché sono venuto dal futuro…?»
Tutti e tre scossero il capo.
«Non l’ho fatto per scappare da quel finimondo… Né per trovare un rifugio… No… L’ho fatto per incontrare di nuovo voi. La mia famiglia… Le persone che mi hanno sempre dato sicurezza e tranquillità, anche nei momenti più paurosi. Potervi rivedere di nuovo, ed unirmi a questo gruppo con il quale ho potuto aiutarvi a combattere i cattivi è stato… Bellissimo. È tutto ciò che desideravo. Tutto ciò per il quale ho viaggiato attraverso il tempo. Un’esperienza indimenticabile»
I tre lo guardarono, senza dire una parola, rimandando giù la tristezza e la disperazione deglutendo pesantemente.
«Ah, papà…» continuò poco dopo Yarne. Vaike diede tutta la sua attenzione al figlio.
«Volevo solo… Ringraziarti per avermi insegnato a combattere. Negli ultimi mesi mi hai aiutato moltissimo e… Ed è grazie a te se sono sopravvissuto fino ad oggi. Ora sì che puoi definirti un vero Maestro. Grazie mille, ti voglio bene»
Vaike rispose, con la voce tremante: «Un Maestro non è nulla senza il suo allievo. È stato un… P-piacere, Yarne. Sono onorato di averti finalmente trasmesso il mio stile di vita. Sei un duro, figlio mio!»
Padre e figlio sorrisero, ridacchiando per un attimo, e si scambiarono il loro ormai leggendario saluto: una stretta di mano che a chiunque altro avrebbe distrutto le ossa delle dita.
«Lucina…» proseguì ancora Yarne, e la ragazza non esitò ad avvicinarsi ancora al Taguel.
«Dimmi, Yarne» mormorò.
«Anche a te devo un ringraziamento molto grande: hai lottato al mio fianco moltissime volte, difendendomi più di una volta dai nemici…»
«È stato… I-inutile…» disse a bassa voce Lucina, parlando più che altro con sé stessa, mentre la prima lacrima iniziava a scenderle lungo la guancia.
«Ma non è solo questo. Con tutti quei tuoi… Discorsi assurdi sul futuro e la tua determinazione» Yarne sorrise «Mi hai davvero fatto capire che il destino si può cambiare… E che siamo noi a decidere cosa fare della nostra vita. È così che sei riuscita a farmi follemente innamorare di te… Ti amo, Lucina»
La ragazza avvicinò le sue labbra a quelle ormai gelide e secche di Yarne, scambiando con lui un breve ma intensissimo bacio.
«Ti amo anch’io, Yarne. E ti amerò sempre»
Mentre la luce verde continuava a cadere incessantemente sul corpo di Yarne, lui girò ancora lo sguardo, portandolo al viso distrutto dalla preoccupazione di sua madre.
«E tu, mamma…» disse ancora, col respiro sempre più pesante. Palne continuò ad osservare il figlio.
«Il nostro carattere è veramente così diverso… Tu sei forte, orgogliosa, sicura di te stessa… Io invece ho paura di guardare un gatto negli occhi. Ma tu, sia nel futuro che nel presente, hai fatto di tutto per rendermi un degno antenato per le prossime generazioni di Taguel. Mi sei stata vicino come se fossi sempre stato un cucciolo, insegnandomi tutto ciò che sapevi e facendomi capire come va avanti la vita. E ora che sono arrivato a questo punto… Non posso che dirti una cosa»
Tutti i presenti avevano occhi e orecchie solo per Yarne, soprattutto Palne.
«Grazie, mamma…» disse infine «Grazie per avermi dato la vita, la forza, la volontà, e per avermi fatto superare la paura. Mi hai reso orgoglioso di essere un Taguel. Il figlio della Taguel più coraggiosa che sia mai esistita»
Palne trovò finalmente la forza di sorridere, anche se leggermente, e di rispondere dolcemente al figlio.
«E tu sei il figlio che ogni essere vivente, Taguel o no, vorrebbe avere. Sei… E sarai sempre il mio cucciolo»
 
Mentre tutti rimanevano in silenzio ad osservare la scena estremamente commovente, la luce verde emanata dai bastoni di Lissa e Libra cominciò a perdere intensità, sempre di più.
«Oh Dei, no!» sussurrò Lissa, mentre lei e l’altro curatore stringevano ancora più saldamente i bastoni.
Ma ormai la luce era completamente svanita.
I bastoni non reagirono più agli incantesimi, e sul corpo di Yarne ricominciò a scorrere sangue.
Nessuno disse nulla; tutti osservarono la scena in silenzio, incapaci di reagire e di fermare quel raccapricciante spettacolo.
Yarne riprese a parlare, ora di nuovo con la voce debole e roca.
«Dunque… È questa… L’estinzione…»
Ancora silenzio. Palne, Vaike e Lucina non si mossero, rimanendo con il viso vicinissimo a quello del Taguel.
«Addio a tutti voi, ragazzi. È stato… Bellissimo… Combattere… Con… Voi…»
Un ultimo respiro rilassato, e gli occhi castani di Yarne rimasero immobili, puntati sul cielo sereno dell’Ylisse.
 
I pianti disperati di Lucina, abbracciata al padre che cercava di consolarla, riempirono l’aria mentre Libra, sotto gli occhi di Palne e Vaike, toccava il corpo senza vita di Yarne, mormorando qualcosa.
«Nel nome di Naga… Riposa in pace, Yarne»

 

 

 

Non so davvero perché ho scritto questa one-shot.
Yarne è il mio personaggio preferito dell’intero gioco, lo adoro… E per qualche motivo ho creato questa storia che gira tutta intorno ad una sua eventuale morte. Sono strano, sì.
Comunque… Siccome questa inutile nota finale sta semplicemente rovinando l’atmosfera che si era creata alla fine del racconto, la chiudo qui. Grazie per aver letto questa storia… Alla prossima!
  
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