Risposta alla sfida lanciata da Flaqui per il gruppo Fanfiction Challenges .
Il prompt è Klaus/Rebekah – Famiglia
Questa storia partecipa al 500themes_ita
con il prompt 306. Sogno d’infanzia.
Dreamin’ in a Casket.
“Nik!”
Rebekah sta attraversando a passo svelto il prato di
fronte a casa: i lineamenti aggraziati della bambina sono aggrottati in un
cipiglio imbronciato.
Niklaus rimane immobile, accovacciato di fronte al
vecchio pozzo. Quando Rebekah lo raggiunge, si accorge che il fratello sta
disegnando qualcosa nella polvere, aiutato dall’estremità di un bastone.
“Nik, voglio giocare con te” annuncia
decisa Rebekah, fasciandosi con le mani i lunghi capelli biondi. Niklaus la
ignora e il broncio tratteggiato sul
volto della sorellina si accentua: è corsa da lui in seguito a un bisticcio con
Kol, proprio perché sapeva che Nik
l’avrebbe accolta senza obiettare. Sarebbe già pronta a strillargli contro, se
non fosse che per quei segni buffi e un po’ strani che il fratello sta
tracciando per terra.
“Stai facendo un disegno?” domanda, osservandoli con
attenzione. Niklaus si ferma e le
rivolge un’occhiata pensosa, prima di riprendere a tracciare delle linee con il
bastone.
“Scrivo” risponde serio a quel punto, calcando
ulteriormente sul terriccio.
Rebekah aggrotta le sopracciglia, d’un tratto
insospettita.
“Che cosa c’è scritto?” chiede poi, accucciandosi di fianco
a lui. Lei e Kol ancora non sanno leggere, e ha paura
che Niklaus possa aver scritto qualcosa di brutto su di loro. Finalmente, il
fratello si decide a sollevare la punta del bastone dal terreno.
“Famiglia” risponde poi con il solito filo di voce: una
sottile scintilla di orgoglio sembra ravvivare gli occhi chiari del bambino. Rebekah
incomincia ad osservare incuriosita la scritta, d’un tratto meno imbronciata.
“Voglio imparare a scriverlo anch’io” dichiara infine decisa,
tirando con forza la manica del fratello. Niklaus la osserva per un po’ con
fare guardingo, ma alla fine si alza. Afferra le mani della sorellina e le
avvolge entrambe attorno all’estremità del bastone. Infine, appoggia le proprie
sopra quelle di Rebekah. Assieme, incominciano a tracciare i contorni della
parola ‘famiglia’.
Mentre il bastone scivola sul terriccio polveroso, un
sorriso arriccia le labbra della piccola Rebekah: si sta già dimenticando del
bisticcio avuto poco prima con Kol.
A lavoro ultimato, la ragazzina rimira affascinata le lineette storte che
decorano il terreno, di fianco a quelle più composte di Niklaus.
“Sono stata brava!” annuncia, visibilmente compiaciuta di
se stessa. “Famiglia è la mia parola preferita” dichiara poi, intrecciando una
mano a quella del fratello maggiore: è la prima parola che ha imparato a
scrivere, dunque deve per forza essere la più importante. “È anche la tua?”
Niklaus sembra rifletterci un po’ su, ma alla fine annuisce,
mentre la sua mano ricambia decisa la stretta della sorella.
***
Rebekah apre gli occhi di scatto, sollevandosi a sedere.
Una mano corre istintivamente al petto, alla ricerca di un pugnale che, però,
non trova.
Gli occhi chiari della ragazza analizzano sgranati la bara in cui la vampira si
accorge di essere adagiata. Con difficoltà riavvolge i suoi pensieri all’indietro,
cercando di soffermarsi sull’ultimo dei ricordi: è assieme a Nik. Lei e il fratello
stanno per abbandonare Chicago. Klaus le sta chiedendo ancora di fuggire, ma Rebekah,
questa volta, ha deciso di restare.
La ragazza ricorda bene quell’addio pronunciato a fatica,
e la consapevolezza che non sarebbe mai durato troppo a lungo.
Ricorda suo fratello che le volta le spalle e, l’attimo
dopo, un dolore sordo poco sotto il petto: non sa quale delle due cose le abbia
fatto più male.
Ricorda la sua visuale che si fa d’un tratto appannata,
mentre il presente le viene sottratto dagli occhi e i ricordi d’infanzia le
inondano la mente.
Infine, ricorda il sogno che le ha tenuto compagnia per quasi
novant’anni, nel silenzio forzato della sua bara. Evoca le immagini che ha
riesumato dal passato mentre dormiva: le corse a perdifiato di suo fratello Kol, la madre che la tiene sulle ginocchia, Elijah che le
pettina i capelli. C’è un ricordo su cui si sofferma in particolare. È l’immagine
di un ragazzino dai capelli biondi che la prende per mano e le insegna a
scrivere la parola ‘famiglia’: quel bambino è Nik.
In quel momento, mentre le sue dita scorrono sul punto in
cui il fratello l’ha pugnalata, la vampira ha nel cuore un’unica convinzione: quella
parola, famiglia, per Niklus non significa più nulla.
Rebekah vorrebbe solo poter dire lo stesso di se stessa.
Nota dell’autrice.
Nulla da dire, se non che ho deciso di tenere il vecchio
pozzo come sfondo, così come nelle altre tre storie
che ho scritto legate ai fratelli Originari: ormai mi ci sono affezionata XD
Il momento narrato, ovviamente, è quello del risveglio di Rebekah nella bara
dopo che Klaus le ha sfilato il pugnale (episodio 3x03).
Il titolo della one-shot è
anche il titolo di un album degli Hardcore Superstar (che non conosco, ma mi
pareva appropriato XD).
Un abbraccio!
Laura