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Autore: Kary91    18/06/2013    9 recensioni
Rebekah ricorda suo fratello che le volta le spalle e, l’attimo dopo, un dolore sordo poco sotto il petto: non sa quale delle due cose le abbia fatto più male.
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Klaus, Rebekah, Mikaelson
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'The well's children.'
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Risposta alla sfida lanciata da Flaqui per il gruppo Fanfiction Challenges . Il prompt è Klaus/Rebekah – Famiglia

Questa storia partecipa al 500themes_ita con il prompt 306. Sogno d’infanzia.

 

Dreamin’ in a Casket.

Nik!”

Rebekah sta attraversando a passo svelto il prato di fronte a casa: i lineamenti aggraziati della bambina sono aggrottati in un cipiglio imbronciato.

Niklaus rimane immobile, accovacciato di fronte al vecchio pozzo. Quando Rebekah lo raggiunge, si accorge che il fratello sta disegnando qualcosa nella polvere, aiutato dall’estremità di un bastone.

Nik, voglio giocare con te” annuncia decisa Rebekah, fasciandosi con le mani i lunghi capelli biondi. Niklaus la ignora  e il broncio tratteggiato sul volto della sorellina si accentua: è corsa da lui in seguito a un bisticcio con Kol, proprio perché sapeva che Nik l’avrebbe accolta senza obiettare. Sarebbe già pronta a strillargli contro, se non fosse che per quei segni buffi e un po’ strani che il fratello sta tracciando per terra.

“Stai facendo un disegno?” domanda, osservandoli con attenzione. Niklaus si ferma e  le rivolge un’occhiata pensosa, prima di riprendere a tracciare delle linee con il bastone.

“Scrivo” risponde serio a quel punto, calcando ulteriormente sul terriccio.

Rebekah aggrotta le sopracciglia, d’un tratto insospettita.

“Che cosa c’è scritto?” chiede poi, accucciandosi di fianco a lui. Lei e Kol ancora non sanno leggere, e ha paura che Niklaus possa aver scritto qualcosa di brutto su di loro. Finalmente, il fratello si decide a sollevare la punta del bastone dal terreno.

“Famiglia” risponde poi con il solito filo di voce: una sottile scintilla di orgoglio sembra ravvivare gli occhi chiari del bambino. Rebekah incomincia ad osservare incuriosita la scritta, d’un tratto meno imbronciata.

“Voglio imparare a scriverlo anch’io” dichiara infine decisa, tirando con forza la manica del fratello. Niklaus la osserva per un po’ con fare guardingo, ma alla fine si alza. Afferra le mani della sorellina e le avvolge entrambe attorno all’estremità del bastone. Infine, appoggia le proprie sopra quelle di Rebekah. Assieme, incominciano a tracciare i contorni della parola ‘famiglia’.

Mentre il bastone scivola sul terriccio polveroso, un sorriso arriccia le labbra della piccola Rebekah: si sta già dimenticando del bisticcio avuto poco prima con Kol.

A lavoro ultimato, la ragazzina rimira affascinata le lineette storte che decorano il terreno, di fianco a quelle più composte di Niklaus.

“Sono stata brava!” annuncia, visibilmente compiaciuta di se stessa. “Famiglia è la mia parola preferita” dichiara poi, intrecciando una mano a quella del fratello maggiore: è la prima parola che ha imparato a scrivere, dunque deve per forza essere la più importante. “È anche la tua?”

Niklaus sembra rifletterci un po’ su, ma alla fine annuisce, mentre la sua mano ricambia decisa la stretta della sorella.

 

***

Rebekah apre gli occhi di scatto, sollevandosi a sedere. Una mano corre istintivamente al petto, alla ricerca di un pugnale che, però, non trova.
Gli occhi chiari della ragazza analizzano sgranati la bara in cui la vampira si accorge di essere adagiata. Con difficoltà riavvolge i suoi pensieri all’indietro, cercando di soffermarsi sull’ultimo dei ricordi: è assieme a Nik.  Lei e il fratello stanno per abbandonare Chicago. Klaus le sta chiedendo ancora di fuggire, ma Rebekah, questa volta, ha deciso di restare.

La ragazza ricorda bene quell’addio pronunciato a fatica, e la consapevolezza che non sarebbe mai durato troppo a lungo.

Ricorda suo fratello che le volta le spalle e, l’attimo dopo, un dolore sordo poco sotto il petto: non sa quale delle due cose le abbia fatto più male.

Ricorda la sua visuale che si fa d’un tratto appannata, mentre il presente le viene sottratto dagli occhi e i ricordi d’infanzia le inondano la mente.

Infine, ricorda il sogno che le ha tenuto compagnia per quasi novant’anni, nel silenzio forzato della sua bara. Evoca le immagini che ha riesumato dal passato mentre dormiva: le corse a perdifiato di suo fratello Kol, la madre che la tiene sulle ginocchia, Elijah che le pettina i capelli. C’è un ricordo su cui si sofferma in particolare. È l’immagine di un ragazzino dai capelli biondi che la prende per mano e le insegna a scrivere la parola ‘famiglia’: quel bambino è Nik.

In quel momento, mentre le sue dita scorrono sul punto in cui il fratello l’ha pugnalata, la vampira  ha nel cuore un’unica convinzione: quella parola, famiglia, per Niklus non significa più nulla.

Rebekah vorrebbe solo poter dire lo stesso di se stessa.

Nota dell’autrice.

Nulla da dire, se non che ho deciso di tenere il vecchio pozzo come sfondo, così come nelle altre tre storie che ho scritto legate ai fratelli Originari: ormai mi ci sono affezionata XD
Il momento narrato, ovviamente, è quello del risveglio di Rebekah nella bara dopo che Klaus le ha sfilato il pugnale (episodio 3x03).

Il titolo della one-shot è anche il titolo di un album degli Hardcore Superstar (che non conosco, ma mi pareva appropriato XD).

Un abbraccio!

Laura

   
 
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