Lotta Eterna

Il sole batteva forte, scottando i volti e le spalle delle persone che avevano avuto il coraggio di avventurarsi nel Deserto della Quiete, alla ricerca del famoso Castello Sepolto. Eppure, nessuno si era avventurato in quella zona quasi completamente abbandonata. C'erano solamente due persone, lì. E quelle due persone, avevano appena finito una lotta pokémon. Erano due conosciute allenatrici. Una, la maggiore, portava i capelli castani legati in una coda alta; indossava un paio di corti pantaloncini blu che risaltavano sul pallore delle gambe e sulla maglietta bianca, portata sotto un gilè nero. La seconda, invece, indossava una gonna gialla, portata sopra alle leggins nere; la maglietta azzurra e bianca, ricordava gli occhi azzurro scuro della ragazza. Difficilmente qualcuno non le avrebbe notate. Quelle due erano rispettivamente la Campionessa Touko e l'Allenatrice che aveva conquistato in brevissimo tempo tutte le medaglie delle rispettive palestre, tanto da essere pronta per la Lega Pokémon. Mei, così si chiamava la seconda ragazza, non aveva ancora raggiunto la Lega. Da quando avevano iniziato a dire che assomigliava sempre di più alla Campionessa, nessuno l'aveva lasciata più stare, tanto che persino la Campionessa in persona l'aveva raggiunta per sfidarla. Ma Mei non aveva mai vinto contro Touko. Battaglia dopo battaglia, Touko l'aveva allenata con forza e determinazione, senza mai lasciarla senza allenamento. Però, ancora una volta, aveva perso. Sul volto di Touko, infatti, era comparsa un sorriso sarcastico, dovuto alla vittoria prevista. «Non vincerai mai se non mi batti e non vincerai mai il titolo di “Campionessa” lottando in questa modo» le disse la maggiore, tenendo stretta nella mano la pokéball che conteneva il suo pokémon iniziale. Mei aveva sentito mille e una volta quella ramanzina, ma quella frase pronunciata proprio da lei, le dava fastidio. Perché lei non voleva perdere. «Tu come fai, allora?» mormorò con voce bassa la castana, senza incontrare gli occhi della vincitrice della Lega. Nonostante il tono basso, Touko la sentì e anche bene. Le sorrise ancora, dolcemente. Come se si aspettasse una domanda simile. «Ho avuto un ottimo “maestro” per arrivare alla mia attuale bravura» iniziò lei, la voce tenuta bassa e lo sguardo perso nei ricordi. «Si chiamava N e mi ha insegnato che per vincere questo genere di battaglie, devi solamente amare con tutto il cuore i tuoi alleati, i tuoi pokémon, e credere in loro» continuò, nella voce una sfumatura di malinconia. «Finché non capirai questo, non vincerai mai contro di me» finì, gli occhi azzurri puntati in quelli della rivale più piccola. Poi, senza dire una parola, Touko si girò e si allontanò. Il suo gilè che svolazzava al vento e i suoi capelli che solcavano l'aria come i vascelli sulle onde del mare, sospinti dall'aria stessa. Mei non la seguì, si limitò a seguire con lo sguardo la sua “allenatrice” che si allontanava, nuovamente immersa nei suoi pensieri.

Note dell'Autrice

Allora, premetto che quell'immagine era fin troppo giusta per la mia idea. È da un secolo o poco più che mi è venuta quest'idea e solamente oggi l'ho messa in pratica. Se Mei – ovvero la protagonista femminile di Bianco e Nero 2 – è OCC, scusatemi ma non ho ancora il gioco e non posso “confrontarla”. Touko, invece, è stata messa molto sul “io sono forte e tu no”, ecco. Sperando di non aver creato uno schifo, ora vi lascio.

Saluti,

Summer38.