Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: hugbiebs23    18/06/2013    3 recensioni
one day.
one mistake.
two people.
one cursed spell.
love or immortality?
the good.
the bad.
they're going to compare their power.
the biggest battle just for a girl.
written by: @biebs9thapril
https://www.youtube.com/watch?v=z5GgkDNphYw&feature=youtu.be
Genere: Azione, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jaden Smith, Justin Bieber
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Era un lunedì, ma non un lunedì qualunque.
 
Quel lunedì sarebbe ricominciata la scuola, e di conseguenza finita l’estate.
Mi sono trasferita in quella città da pochi anni, mio padre aveva avuto problemi con il lavoro, così abbiamo deciso di andare a vivere  altrove, ma nonostante ciò ho trovato la mia migliore amica lì.
Ho passato questa estate con lei, nella speranza di trovare qualche ragazzo che si affezionasse a me, ma come al solito mi sbagliavo. Ero quasi contenta che ricominciasse la scuola, così avrei fatto qualcosa di diverso nella mia noiosissima vita.
 
Quella mattina mi alzò mia madre urlando dal piano di sotto, mentre l’odore di caffè e pane tostato riempiva la stanza. Contro voglia, decisi di alzarmi dal letto per fare una doccia e per  svegliarmi del tutto. Mentre ero sotto la doccia iniziai a pensare chi ci potesse essere di nuovo nella classe, e chi se ne fosse andato. Il suono di un messaggio su whatsapp mi portò con i piedi per terra, così mi affrettai ad uscire ed asciugarmi i capelli, per poi tornare in camera e vestirmi.
Presi il cellulare tra le mani, feci scorrere il pollice sullo schermo e, come immaginavo, era Alyssa.
A: preparati, tra 20 minuti sono sotto casa tua :D
VENTI MINUTI? V E N T I MINUTI? ERO PRATICAMENTE IN MUTANDE E REGGISENO E NON AVEVO NULLA DA METTERE.
Le mie aspettative per la mattinata erano praticamente andate a farsi fottere!
Misi sottosopra l’armadio prima di trovare qualcosa di decente per la mattinata, e alla fine, quello che indossai mi faceva altamente schifo, ma ok, a chi importa? Nessuno nota Haylie Marie Cooper.
Diciassette fottuti anni sulla carta d’identità, ma la gente nemmeno nota che esisto, quindi, visto che tutti credono che io non sia nata, tanto vale buttarlo al cesso quel pezzo di carta.
Diciassette anni sprecati, chiusa in casa e senza amici per colpa dei mille trasferimenti di mio padre.
Diciassette anni senza aver provato un minimo di avventura.

Ogni volta che faccio certi ragionamenti mi passa persino la voglia di mangiare.
Presi la matita per gli occhi, e disegnai una sottile linea su uno di essi e, prendendo contro lo zaino, scesi al piano di sotto per aspettare Alyssa.
Mia mamma insisteva imperterrita per farmi mangiare, ma non avevo minimamente fame e così, come al suo solito, iniziò a fare i suoi discorsi sull’Africa e sui bambini senza cibo.
“Dovresti mangiare sai che ci sono bamb..” la interruppi  “mamma, cavolo, non gli arriva comunque il cibo, non lo capisci? Non iniziare ti prego..” la guardai “senti scusa, ma sono tesa per oggi” mi sorrise “lo avevo capito, vuoi che ti porti io?” “no tranquilla, tra un po’ arriva Aly, andiamo insieme”. Non feci in tempo a finire la frase che suono’ il campanello. Era lei.
Non la feci neanche entrare, così da evitare altra tensione.
“Ti odio!” le dissi “Oh ma buongiorno anche a te Haylie” scoppiai a ridere e inidicai il mio volto “vedi questa merda? E’ tutto merito tuo! Dovresti sentirti in colpa.” Mi diede una botta in testa “ devi smetterla con queste paranoie Hay, sei bellissima” sbuffai “ah si? E come mai non vedo nessun ragazzo intorno a me?” “Perché non esci”. Eccoci ci risiamo, miss simpatia ha fatto la battuta. Dimentica per caso che siamo migliori amiche e che dovremmo uscire insieme? Non posso urlarglielo in faccia, tanto non capirebbe. “Già.” Le risposi velocemente.
Guardai  l’orario sullo schermo del mio iPhone, erano le 8.10.
“Senti, ci vediamo a scuola? Devo vedere una mia amica, scusa Haylie” come al solito “si tranqu..” “AH E PRENDIMI UN POSTO!” mi urlò da lontano mentre si avviava verso non so dove.
La scuola sarebbe iniziata alle 8.30 e da dove mi trovavo io mancavano 10 minuti a piedi, così sfilai gli auricolari e misi un po’ di musica, per allontanarmi dalla merda in cui mi trovavo. 
Guardavo fissa a terra, avevo vergogna a camminare per quelle strade da sola. Sono sempre stata una ragazza timida, paurosa, insicura, e che da troppo peso a cosa dice la gente, ma insomma, cosa potevo farci? Quella ero io.
Stavo rispondendo ad un sms di mia mamma che diceva che avevo lasciato la merenda sul tavolo quando colpii accidentalmente qualcuno.
“Ehi.. ehm scusa” dissi alzando lo sguardo, con il volto in fiamme “Deficiente guarda dove metti i piedi la prossima volta!” mi rispose. Continuai per la mia strada. Era un ragazzo, ed era davvero bello, forse se la tirava abbastanza, ehi no aspetta, se la tirava eccome! Come ti puoi permettere di trattare una persona in quel modo solo perché ti ha accidentalmente colpito? Sono quasi sicura che se al mio posto ci fosse stato un ragazzo, si sarebbe trovato la mascella al posto del culo..però era bello.
Aveva degli occhi di un colore strano, ne marroni, ne verdi. Penso sia stato uno di quei tipi ‘togliti che passo io, ce l’ho solo io ed è d’oro, ammiralo.” Aveva un giubbetto di pelle, i capelli corti ai lati e un tatuaggio sul collo che, purtroppo, non sono riuscita a decifrare.
Mi affrettai ad arrivare a scuola per paura di trovarmelo di nuovo davanti.
Una volta entrata, la fila dove di solito sedevo io, era libera escluso un banco, ma chi se ne frega, a me ne servivano due, non tre: uno per me ed uno per Alyssa. Posai lo zaino a terra, vicino ai piedi del banco e uscii a salutare dei miei compagni.
“Eccomi tornata!” disse una voce familiare alle mie spalle mentre stavo salutando Arin. “Oh eccoti, ho preso i posti vieni!”.
La accompagnai ai nostri banchi, e mi abbassai per mettere il cellulare nello zaino, ma quando mi alzai, sul mio banco c’era poggiato un culo estraneo.
“E’ il mio posto questo.” Dissi, e quando quello che era seduto sul banco si voltò, vidi gli stessi occhi e lo stesso sguardo di quindici minuti prima. Mi sentii morire.
“Ma sei ancora qui a rompere le palle? Cos’è, hai deciso di seguirmi?” mi guardò schifato dalla testa ai piedi. “No stronzo, per tua fortuna frequento questa scuola da quattro anni!” si avvicinò abbastanza al mio volto, da farmi sentire in imbarazzo poi mi disse “O ti sposti, o ti uccido.” E si voltò.
Avevo paura, molta paura, così presi lo zaino e per la prima volta nella mia vita mi sedetti vicino a Nelson, il secchione della classe in prima fila. L’unica cosa che ora desideravo, era uscire di lì. 


      




CIAO A TUTTI:)
questa è la mia prima fanfiction, so che è corto come inizio, ma ci sto lavorando su, e spero vi piaccia.
recensite, please♡♡.
  
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