Little Lion Man
Mamma
Cersei diceva sempre che Tyrion non era un leone, anche se un
Lannister purtroppo lo era.
Era
un gatto piccolo, brutto e spelacchiato che aveva ucciso la sua
mamma, che poi era la nonna che lui non aveva mai visto, una
splendida leonessa.
Tommen
si limitava ad ascoltare ed annuire, ma non credeva tanto a quello
che gli diceva la mamma, come non credeva a tutte le gesta eroiche
che il papà raccontava ai banchetti; zio Tyrion era
simpatico e gli
faceva sempre un sacco di feste quando lo andava a trovare, aveva
sempre un libro o un gioco nuovo per lui.
Poi
c'era in tutto quello qualcosa di profondamente sbagliato: come
faceva un gatto piccolo e spelacchiato ad uccidere una leonessa?
Zio
Tyrion doveva essere per forza un leone: certo non era bello come la
mamma o lo zio Jaime ma anche lui aveva gli occhi verdi e... non
aveva mai visto né suo padre né suo nonno
combattere in una
battaglia, ma quando dalle finestre della Fortezza Rossa aveva visto
lo zio impartire ordini, per un istante -uno solo- gli era sembrato
davvero un leone.
Un
piccolo ma ugualmente feroce leone.
Questo
però non lo avrebbe mai detto alla mamma, e nemmeno a Joff.
La
mamma le ordinava sempre di ritirarsi nelle sue stanze, quando lo zio
Tyrion andava a fare visita ad Approdo del Re. Diceva che era un nano
brutto e volgare, diceva che andava a puttane e non capiva le donne.
Lei puntualmente però le disobbediva.
Correva
giù dalle sue camere quando c'era l'altro suo zio, il
cavaliere
Jaime, e lui trovava sempre il modo di convincere Cersei a farla
stare un po' con tutti e due.
Era
vero, lo zio Tyrion era bruttissimo, un nano, ma quello che perdeva
in bellezza lo riacquistava in gentilezza, almeno per lei: era
simpatico, divertente, le raccontava un mucchio di favole e novelle
-soprattutto di draghi, perché lui avrebbe voluto averli,
quando era
piccolo come lei- e lo faceva meglio di un bardo o di un guitto.
Gli
brillavano gli occhi, quando parlava, si vedeva che in fondo credeva
ancora a quelle leggende e questo gliele faceva piacere ancora di
più.
A
volte poi recitava storie tutte sue, con la sua voce roca e profonda,
e allora si vedeva che la mamma non aveva ragione neppure sulle
donne; se Myrcella fosse stata più grande lo avrebbe
riempito di
baci. Perchè le sue storie parlavano sempre di donne, donne
coraggiose, donne che prendevano in mano il loro destino, donne dolci
e dai magnifici sorrisi.
Zio
Tyrion era buono, checché ne dicesse la mamma.
Per
questo era partita senza una lacrima da Approdo del Re: si fidava di
suo zio e del destino che aveva preparato per lei.
Lui
era il re ed il suo sarebbe stato presto il ruggito più
potente che
avrebbero sentito i Sette Regni.
Più
forte persino di quello di suo zio Jaime, più feroce di
quello suo
nonno Tywin.
Figurati
se doveva pensare a quel piccolo mostro di suo zio!
Così
gli sussurrava sua madre all'orecchio, parole che per lui erano
miele.
Credeva
alle parole di sua madre, voleva crederci.
Suo
zio era odioso, brutto, stupido, intrigante.
Uno
sgorbio, una macchia sull'onore dei Lannister.
Perché
avrebbe dovuto preoccuparsi?
Ne
era convinto, davvero, fino a che riusciva a silenziare le sgridate
di suo zio che ancora dopo mesi continuavano a ronzargli per la
testa, evitava di dar peso al bruciore delle sue guance prese a
schiaffi.
Non
c'era niente di cui aver timore, niente.
E
allora perché tremava alle sue risposte dirette,
perché un brivido
gli saliva lungo la schiena e non riusciva a rispondere alla sua
devastante insolenza?
Se non avesse una sicura ed incrollabile fiducia in sé stesso, in sua madre e nella sua futura sposa, Joffrey potrebbe anche iniziare a credere che quello di suo zio possa essere un ringhio a stento trattenuto, la promessa del ruggito più potente di tutta la Casa.
Amo
Tyrion, si vede?
Non
so bene come possa definirsi questa serie di flash fic, ma io le
pubblico lo stesso nel mio immenso masochismo! (gode della sua
follia)
Mi
sembrava un' idea carina raccogliere gli ipotetici pensieri di
Tommen, Myrcella e Joffrey sul loro caro zietto, tutto qui :)
Fatemi
sapere cosa ne pensate!
Akai