" Odio questo posto. "

 

Se lo ripeteva in continuazione e lo odiava davvero. Perché diavolo si trovava lì allora? Dopotutto a 16 anni la scuola non è più un obbligo e questo aveva spinto gran parte dei suoi coetanei, quelli che non lo avevano già fatto incuranti della legge, a lasciar perdere.

Ma lei era lì perché non voleva lasciare. Non aveva nessuna intenzione di farlo, anzi, aveva intenzione di continuare fino in fondo e nel migliore dei modi. La sua fervente determinazione però, non le faceva detestare di meno la scuola e tutti quelli che incrociavano il suo sguardo al suo interno.

Marina era il nome col quale era stata battezzata per scelta della sua cattolicissima madre. Lambrini il cognome che aveva ereditato da suo padre, ugualmente cattolico, e Diamandis il cognome di sua madre da ragazza, la quale non aveva voluto rinunciarvi dopo il matrimonio. 

La fermezza e la determinazione di Marina affondavano le loro radici proprio nei suoi genitori; piuttosto che deluderli avrebbe preferito essere seppellita nel cortile di quell'edificio triste e odiato.

Sedeva al secondo banco della prima fila a sinistra, proprio davanti alla lavagna. Stava lì nella sua divisa, triste e odiata anche quella, per le 7 ore di lezione e poi tornava a casa col suo fidanzato. 

Per tutto il tragitto parlavano di quello che era successo in classe dell'uno o dell'altra e infine si scambiavano un bacio casto e carico di imbarazzo sul pianerottolo di casa Lambrini. 

Ad accoglierla c'erano i suoi genitori che, come abbiamo detto, non voleva assolutamente deludere. Sarebbe più corretto dire che in realtà voleva meritare il tetto che le avevano dato, i soldi che spendevano per mantenerla e anche il loro amore, naturalmente.

 

— Com'è andata oggi? Francine mi ha chiesto di passare a scuola per dei fogli. Perché non me l'hai detto tu? Sai che sarei andata subito. —

Francine Murray, la sua professoressa di lettere e studi umanistici, e sua madre erano così intime che non avevano bisogno di rispettare le formalità che un'occasione come un colloquio coi genitori avrebbe richiesto. 

— Mi dispiace. Sono stata impegnata con la preparazione del test della settimana prossima. —

Quel test ci sarebbe stato solo la settimana dopo e, nonostante lo avessero annunciato due mesi prima, da due mesi in casa Lambrini non si discuteva d'altro, specialmente in momenti come la cena.

Pertanto Marina aveva capito che non c'era nulla di male nel nominarlo qualche volta in più e in proprio favore.

— Capisco, non ti preoccupare, cara. —

 

In camera sua ebbe modo di pentirsi abbondantemente della bugia appena detta. Odiava farlo, lo odiava davvero, ma molto spesso era l'unico modo di evitare che una reazione spropositata ed eccessiva della madre turbasse l'equilibrio della famiglia, a cui Marina teneva più di qualsiasi altra cosa al mondo.

 

" Detesto questo posto. "