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Autore: persikka    17/09/2004    8 recensioni
songfic dedicata al mio personaggio femminile preferito di yu degli spettri, ovvero Mukuro, il mezzo-ciborg *_* povera... ha sofferto tanto... La canzone è "Mary", dei Gemelli Diversi.
Genere: Drammatico, Malinconico, Song-fic, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mary…

Mary…

È andata via…

L’hanno vista piangere

Correva nel buio di una ferrovia…

Notti di sirene in quella periferia…

Si dice che di noi tutti ha un po’ nostalgia

Ma lei se n’è andata Mary…

Mary…

 

Si chiedono tutti cosa nasconda dietro la maschera del suo viso

Quell’essere mezzo sfregiato

Si domandano cosa ti abbia resa così forte

E spietata…

Appena sanno del tuo successo tutti vorrebbero essere come te

Ma a che prezzo sei così ora?

Se solo sapessero…

In fondo a chi hai mai dato modo di comprenderti?

Di sapere…

Sempre chiusa nel guscio

Ma ti capisco…

Quanto hai sofferto?

Volevi solo proteggerti…

Anche allo spettro più forte farebbe male quel che hai passato tu

Anche l’essere più sprezzante del pericolo

Vorrebbe non dover mai affrontare quel che tu sei stata costretta a patire…

Sei nata in un pozzo nero…

 

Si sente sola,

Mary…

Ora ha paura,

Mary…

L’ho vista piangere poi chiedere una risposta al cielo,

Mary…

 

Hai provato ad essere coraggiosa

Hai affrontato tutto quanto a testa alta

Ma alla fine sei crollata pure tu..

Perché piangi?

È il sollievo di vedere che tutto è finalmente finito?

O è il constatare che ora sei veramente sola al mondo?

Ma piangi

Sfogati…

Versa quelle lacrime che ti sei tenuta dentro per sette anni…

 

E ora il suo sguardo non mente

Ha gli occhi di chi nasconde al mondo

Gli abusi osceni del padre

 

Non hai mai voluto un gesto di pietà

Non hai mai voluto la compassione

Di nessuno

E hai sempre nascosto a tutti quei sette lunghi anni

Di dolore

Di sofferenza

Di abusi…

Ma nei tuoi occhi si legge la verità

Per quanto tu abbia provato a nasconderlo…

Per quanto tu abbia provato a renderli di ghiaccio…

Se avessi guardato attraverso le tue iridi gelide

Avrei visto solo l’immensa sofferenza

Il dolore

Color nocciola…

 

Ma non vuol parlarne,

Mary…

E cela i suoi dolori

In ogni foglio del diario che ora ha tra le mani

 

Solo ad un diario sgualcito hai affidato i tuoi ricordi

Per poterli dimenticare

Scrivevi il tuo dolore

Su quelle pagine ingiallite e spiegazzate

Macchiate del tuo sangue…

E stavi ore a sfogarti

Con l’unica cosa che avevi

Che era tua e solo tua…

 

Guardando vecchie foto chiede aiuto ad una preghiera

Sui polsi i segni di quegli anni chiusa in una galera

 

Nemmeno il tuo corpo era più tuo

Segnato da anni passati in rinchiusa

Da far da pupazzo ad un padre

Che non hai mai voluto considerare tale

Per non soffrire ancora di più…

 

Sua madre che sa tutto e resta zitta

Ora il suo volto porta i segni di una nuova sconfitta

E l’ho vista

Girar per la città senza una meta

Dentro lo zaino i ricordi che le han sporcato la vita

 

Una madre?

Non l’hai mai avuta…

“Non ne ho bisogno”

Mi dicesti, una volta

Forse nemmeno la volevi…

Non avevi bisogno di una donna

Che con te avesse in comune

Solo il letto di tuo padre…

 

Tradita

Da chi l’ha messa al mondo

In un secondo

 

Non volevi considerare quel mascalzone tuo padre

Avrebbe reso ancora tutto più doloroso…

 

Sul suo corpo i segni di un padre

Che per Mary adesso è morto

 

Una derelitta…

Un rifiuto tra i rifiuti…

E mentre ti strascicavi silenziosamente per i vicoli

Che erano diventati le tue innumerevoli case…

La tua rabbia montava

Insieme alla tristezza

Ogni volta che scoprivi una nuova ferita

I regali di compleanno di tuo padre…

 

È stanca,

Mary…

Non ha più lacrime

Ed ora chiede al destino

Un sorriso

Chiuso in un sogno la sera

Ma…

 

Stanca di piangere

Stanca di soffrire

Stanca di vivere

Troppo stanca persino per morire…

Sei diventata forte per disperazione

Ogni giorno la tua forza si intensificava

E vivevi uccidendo chiunque ti capitasse a tiro

Dandoti solo un sollievo effimero…

Mentre ti rendevi conto poco a poco

Di quanto fosse immensa la tua potenza…

 

Dicono che Mary se n’è andata via…

L’hanno vista piangere

Correva nel buio di una ferrovia

Sanno che scappava…

 

Quando hai trovato il coraggio di dire basta

Di fare quel folle gesto

Di cui ora vai orgogliosa…

Quando finalmente finì tutto

Nessuno provò a fermarti

Dopo che tuo padre aveva perso interesse per te

È stato facile scappare

È stato facile fuggire il più lontano possibile

Da quella che per te non era mai stata

Casa…

 

Notti di sirene in quella periferia

Non bastava correre…

Si dice che di noi tutti ha un po’ nostalgia

Ma lei se n’è andata Mary

 

Forse ti sono mancati i tuoi compagni di sventura?

Tutti quei volti segnati dalla sofferenza

Esseri senza nulla

Nemmeno padroni del proprio corpo…

A cosa hai pensato mentre scappavi

Correndo a perdifiato lungo il pendio irto di rovi

Incespicando nell’emozione di vedere che tutto era finito

E cercando di non reprimere il dolore

Per convincersi che quello non era un sogno

Ma la fine di un incubo…

 

Che cammina su sentieri più scuri

Sta cercando sorrisi sinceri

Oltre i muri di questa città!

Mary…

Camminando su sentieri più scuri

Sul diario segreto scrivevi

“Quella bestia non è mio papà…”

 

Una vita passata a chiedersi il motivo per cui fossi venuta al mondo

Una domanda rimasta gelata nell’aria

Per tutti questi anni…

Volevi davvero trovare qualcosa per cui valesse la pena vivere

Ma hai sempre solo trovato validi motivi

Per cui voler morire…

 

Ora ripenso a quando mi parlavi in lacrime

Dicevi questa vita non la cambio ma…

Ci sto provando

Sto pregando

Ma sembra inutile

 

Quelle notti insonni

Negli angoli più sporchi di quel mondo

Freddo,

Gelido…

E chiedevi al cielo cosa avessi fatto per meritarti tutto questo…

 

E abbracciandomi dicesti

“Tornerò!”

 

Ed ogni volta che incontravi qualcuno che ti faceva un gesto gentile

Ti schernivi

Non ti capacitavi…

E bruciavi dentro

Per non poterli fermare e pregarli di prenderti con loro…

Gli unici amici che avevi

Erano i delinquenti messi in soggezione dalla tua forza immensa

Ma non volevi legarti a nessuno

Temevi i legami

Avevi già sperimentato come anche quello che dovrebbe essere il più forte

Il più indissolubile…

Fosse in realtà fragile

E falso…

 

Hey!

Guarda c’è Mary è tornata in stazione

Sai stringe la mano a due persone

Il suo bel viso ha cambiato espressione

 

Com’è che ora il tuo volto è raggiante?

Come mai sul tuo volto è apparso un sorriso?

Ti vedo spensierata

Tanto da non riuscire nemmeno ad esprimere al meglio la tua forza…

Sorridi senza una ragione apparente

La tua voce ha ora dei tratti molto femminili

Il tuo sguardo è così dolce…

E nessuno si rende conto che è solo per lui che sei cambiata

E sul tuo viso splende il sole

Illuminandolo della luce di cui non hai mai potuto brillare…

 

Senza più gocce di dolore ora la bacia il sole

Bacia il suo uomo e la bimba nata dal suo vero amore

 

Sembri proprio una donna innamorata

Un essere umano alla prima cotta

Quasi non ti riconosco

La grande Mukuro…

La gelida Mukuro…

La spietata Mukuro…

Regina degli spettri…

Come sei cambiata

Ed è bastato solo uno spettro

Con neanche il decimo della tu forza a farti perdere la testa…

Lo segui con lo sguardo

Innamorata e con lo sguardo perso ogni volta che lo vedi sorridere…

Arrossendo ogni volta che ti parla…

Come sei cambiata…

 

Con quel suo sorriso che dà senso a tutto il resto

Protetto

Da un mondo sporco che ha scoperto troppo presto

 

Come rinascere ad una nuova vita

Completamente diversa

Come dimenticare, per il tempo in cui ti è accanto,

Tutto quello che hai patito…

Le atrocità e il dolore di quegli anni di inferno

Svaniscono come per magia se senti il calore dei suoi occhi di rubino

Scaldarti dentro

E per un attimo puoi pensare ad altro che non sia come morire…

 

Ha un’anima ferita

Un’innocenza rubata

Sa che è la vita non una fiaba

Ma ora Mary è tornata

È una fata!

 

Non volevi farti illusioni

Non volevi innamorarti per non essere di nuovo ferita

Da una persona che non ti merita

E che nonostante tutto ha il privilegio di starti accanto…

Avevi imparato a tue spese come può essere dura e spietata la vita

Credevi che non esistesse il principe azzurro

O perlomeno che non ci fosse per te…

Poi quel ragazzino

Rinnegato e rifiutato dai suoi cari come te

È entrato nella tua vita

E hai cominciato a ricrederti

 

Cammina lenta

Ma sembra che sia contenta

E attenta

Una sfida eterna aspetta

Ma non la spaventa!

 

Sembrava così freddo e distaccato

Privo di sentimenti…

Come vi somigliavate!

Ma tu eri preda dei languori ogni volta che anche solo lo si nominava

Mentre lui ti sembrava indifferente…

Soffrivi in silenzio

D’altronde cos’era un amore non corrisposto per te?

Nulla in confronto a quel che avevi passato

E ti rallegravi perché potevi almeno averlo accanto…

 

E d’altronde suo padre ha smesso di vivere

Mary fissa la sua lapide

Versare lacrime è impossibile!

 

Poi quel giorno…

Era il giorno del tuo compleanno,

Ti ricordi?

Ti ha fatto il regalo più bello che potessi aspettarti

Ti ha regalato il suo affetto…

Ti ha dimostrato come anche lui si fosse affezionato a te

È stato in quel momento

Che hai trovato la risposta alla domanda che era nell’aria dalla tua nascita

Hai capito che volevi vivere

Vivere per poter stare con lui

È stato allora che hai cominciato a voler vivere per Hiei…

 

Si chiedono

“Ma è Mary quella in fondo alla via?”

è riuscita a crescere

Tornata con il giorno in quella ferrovia

Fresca di rugiada…

Parla di sé Mary senza nostalgia

Stanca ormai di piangere…

Lei sa quanto dura questa vita sia

Ma lei l’ha cambiata Mary!

 

E con lui accanto tutto è più sopportabile

Anche ricordare di quel che hai subito

Non fa più così male…

Se Hiei è con te

Non ti fa più paura il ricordo dell’inferno in cui sei nata…

Hai smesso di soffrire, Mukuro…

Ora ricomincia a vivere

E vivi la tua vita al meglio

Brillando grazie alla luce dell’amore…

 

Camminando su sentieri più scuri

Hai trovato sorrisi sinceri

Oltre i muri di questa città!

Mary…

Camminava su sentieri più scuri

Sul diario segreto scriveva

“Quella bestia non è mio papà…”

Mary…

 

 

 

 

  
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